C'è una vastissima quantità di esperti e commentatori che trattano l'ordine economico corrente, basato sulla ricerca dell'interesse individuale e sull'esistenza di mercati privi di impedimenti, come l'unico ordine realizzabile. In questo libro si afferma che tutti i sistemi economici poggiano su norme e convinzioni sociali. Tantissimi economisti di professione danno a tal punto per scontate le norme del capitalismo che con il tempo queste ultime sono diventate invisibili e hanno creato l'illusione che non ci sia nessuna norma. In verità, senza di esse il capitalismo crollerebbe. Tutto ciò lascia intendere che una società più egualitaria e più giusta di quella in cui viviamo attualmente sia possibile. Ci sono prove a sufficienza, oltre che ragioni a priori, per credere che gli esseri umani siano capaci di rinunciare a sfruttare ogni opportunità per il proprio guadagno personale. Scopo di questo libro è stendere la roadmap intellettuale per sviluppare una grammatica del dissenso.
Davanti a un'economia impazzita, onnipresente e disumanizzante, l'autore fa una lettura in profondità dei processi in atto. Ci mostra le conseguenze anche antropologiche delle trasformazioni in corso e puntualizza una proposta per un'economia veramente umana (nella politica, nella finanza, nella società). Lo fa grazie a un linguaggio accessibile a tutti, e con esempiconcreti e comprensibili anche al lettore non specialista.
Cosa possiamo fare noi - cittadini-attivi, consum-attori, società civile - per evitare gli sprechi di cibo, acqua, energia? Come possono le imprese prevenire perdite e inefficienze che comportano impatti economici, ambientali e anche sociali assai negativi per tutta la collettività? Cosa dovrebbero fare i nostri amministratori locali e la politica nazionale ed europea per promuovere una società che metta al bando gli sprechi a trecentosessanta gradi: non solo alimenti, acqua ed energia ma anche rifiuti, mobilità e logistica, acquisti e forniture, comunicazione... ? Come potrebbero intervenire le istituzioni internazionali per promuovere un modello di produzione e di consumo che consenta di risparmiare e rinnovare le risorse naturali limitate? Andrea Segrè tratteggia in questo libro un orizzonte che porta concretamente alla progressiva riduzione del consumo di risorse naturali e le emissioni nell'ambiente mediante il controllo e la prevenzione delle attività pubbliche e private. Una nuova visione nel rapporto fra ecologia ed economia, dove la seconda - letteralmente "l'amministrazione della casa" è parte integrante della prima: la nostra grande casa, il mondo. Ma anche una vetrina di buone pratiche - in parte già esistenti come il Last Minute Market - che se replicate su scala nazionale ed europea porteranno a una società più giusta e responsabile, equa e solidale e soprattutto sostenibile rispetto ai bisogni e ai diritti dell'umanità.
LE LEZIONI DELLA CRISI. Agenda per una nuova politica economica. Il nuovo libro di Alberto Berrini per Editrice Monti.
La crisi dà delle lezioni che bisogna essere in grado di ascoltare. Purtroppo il perdurare della crisi conferma che le lezioni da trarre da essa sono ancora tutte da "imparare". Una riflessione sul fallimento del modello neoliberista e sulle sue cause tarda a produrre quel cambiamento radicale di politica economica che la situazione attuale esige. Attualmente siamo ancora lontani dalla costruzione di una nuova e robusta tavola di valori condivisi con cui sostenere un progetto realmente riformista. Nel testo viene indicato come "riformismo" la capacità di imparare le lezioni della crisi.
Questo libro si pone il principale obiettivo di cominciare a delineare i capisaldi di una "nuova politica economica". Da contrapporre innanzitutto alla cosiddetta "austerità espansiva", ossia a un modello di politica economica i cui fondamenti teorici ribadiscono, contro ogni evidenza empirica che la crisi europea manifesta quotidianamente, il paradigma liberista. La proposta di una "nuova politica economica" poggia invece sul concetto di "keynesismo strutturale". In breve si tratta di intervenire non solo sul lato della domanda (attraverso politiche fiscali redistributive) ma anche su quello dell'offerta del sistema economico. L'obiettivo è quello di perseguire il bene comune di una società attraverso quegli investimenti di medio lungo periodo, sia pubblici che privati, che ne determinano il modello di sviluppo. Al fine di uscire da questa crisi in modo socialmente e ambientalmente sostenibile, bisogna ripensare radicalmente il modello economico che abbiamo di fronte. Serve niente di meno che un "mutamento fondamentale" del modello capitalistico.
Alberto Berrini, nato a Varese nel 1958, si è laureato all'Università Bocconi dove ha esercitato attività di ricerca. Formatore, svolge il ruolo di consulente economico per la CISL e la FIBA CISL Nazionale. È editorialista di «Valori. Periodico di economia sociale, finanza etica e sostenibilità» edito dalla Società Cooperativa Editoriale Etica, che fa riferimento alla Fondazione Responsabilità Etica e a Banca Popolare
Etica. Berrini ha già pubblicato: Soci o salariati? (San Paolo); Le crisi finanziarie (Editrice Monti, due edizioni); Come si esce dalla crisi (Bollati Boringhieri); Nella morsa della crisi (Diabasis); Una tempesta senza fine (Edizioni Lavoro).
Convocato dal cardinale Péter Erdo, presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali d'Europa (CCEE) e dal metropolita Gennadios di Sassima del Patriarcato ecumenico, si è svolto a Lisbona (Portogallo) il III Forum Europeo Cattolico-Ortodosso. Accolti dal patriarca di Lisbona, il cardinale José da Cruz Policarpo, i delegati delle conferenze episcopali cattoliche e delle Chiese ortodosse in Europa hanno questa volta affrontato la questione della crisi economica e le sue ripercussioni nel continente europeo, alla luce della fede cristiana.
Molti europei soffrono direttamente per le conseguenze della crisi finanziaria ed economica e, sotto l'influsso del processo di secolarizzazione, hanno preso le distanze dal legame costitutivo con Dio, cercando il senso della vita nel solo orizzonte terreno. A Lisbona, le Chiese hanno potuto constatare come la crisi che il continente sta attraversando non si limita alla mera dimensione economica né tanto meno è riconducibile alla sfera morale e culturale: è una crisi più profonda, antropologica e spirituale.
E allora, in che modo la fede può illuminare la vita economica della società europea? Come le Chiese si pongono di fronte alla crisi? Come accompagnano chi sta nell'indigenza? Il volume raccoglie un tentativo di risposta a queste domande, mostrando la vicinanza dei cristiani nel portare sollievo ai più poveri e una nuova luce alla società: insomma, nel portare speranza al vecchio continente.
Questo libro propone reali, concreti percorsi di costruzione di felicità e bene comune che le imprese oggi, nella risacca della crisi globale, possono sposare e implementare. Troppi sono gli scandali che hanno segnato la vita delle aziende: occorre che esse imparino di nuovo a percorrere piste virtuose, affinché ogni uomo, coinvolto dal progetto dell'impresa, possa vedere la sua vita fiorire. è questa la loro autentica responsabilità sociale: creare valore condiviso, curare gli interessi di tutti.
Molte cose sono cambiate da quando Angela Merkel, l'ex "ragazzina" di Kohl, al suo primo mandato, governava a capo di una grande coalizione. Oggi tutta l'Europa deve fare i conti con la peggiore crisi economica e finanziaria dal dopoguerra e la Germania, che l'affronta in una posizione di forza, viene messa sul banco degli imputati, accusata di non essere sufficientemente solidale. Sentimenti nazionalistici e pregiudizi antitedeschi riemergono, con la complicità di una stampa internazionale che parla alla "pancia" dei cittadini europei, mentre spesso trascura di fornire un quadro chiaro delle dinamiche in corso. Dopo aver raccontato per prima, nel 2009, la leader che si apprestava a essere eletta al suo secondo mandato, in questo libro Veronica De Romanis, forte di una profonda conoscenza della realtà tedesca, offre una chiave di lettura alternativa degli eventi che hanno portato la cancelliera a subire un così radicale cambio di immagine: da donna "più potente del mondo" a "più criticata", quando non addirittura odiata. Partendo dagli errori che da più direzioni vengono attribuiti ad Angela Merkel, il libro mette in luce i punti chiave della sua strategia per affrontare la crisi, le ragioni da cui ha origine e gli ostacoli che ha dovuto fronteggiare, non ultimi i vincoli istituzionali interni e un'opinione pubblica tedesca sempre più riluttante verso i salvataggi degli stati che non hanno rispettato le regole e non hanno fatto le riforme.
A che cosa pensano le aj quen, le donne guatemalteche mentre tessono al telaio la loro storia e il loro riscatto? Quale profumo ha il caffé di UCIRI? Quanto è dolce lo zucchero di Manduvirà? Un viaggio inedito in America Latina attraverso i progetti di Altromercato. Parole, immagini e profumi per capire il senso profondo della parola "scambio" e quello del commercio equo e solidale. Il commercio equo e solidale fonda la sua azione nei Paesi del Sud del mondo su un principio chiave: trade not aid. Il suo significato è chiaro: lavoro, non elemosina. Da 25 anni Altromercato, il maggiore importatore di prodotti equi e solidali in Italia, dà concretezza a queste parole attraverso le decine di progetti che ha avviato in America Latina, Asia e Africa, offrendo agli "oppressi" una possibilità di riscatto, portando in Italia i loro prodotti e promuovendo una differente cultura imprenditoriale, equa e solidale. "Latina, equa, solidale" esce in occasione dei 25 anni del Consorzio Ctm altromercato. Un libro a cura di Altreconomia, che ha raccolto in queste pagine le impressioni - in parole e immagini - che i "viaggiatori" Altromercato hanno riportato dai Paesi dell'America Latina: Messico, Costarica, Guatemala, Perù, Ecuador, Paraguay. La prefazione è del presidente di Altromercato Guido Leoni.
In questo saggio, travestito da romanzo di fantapolitica, una decina di esperti, che non fanno mistero della loro capacità di determinare le sorti del mondo, si riuniscono in una lussuosa villa nei pressi del Lago di Lugano. Hanno come missione quella di redigere un rapporto che deve rimanere segreto. Sono gli stessi a cui, già una decina di anni prima, era stato chiesto di scrivere un'altra relazione sullo stato del mondo ai tempi della contestazione del cosiddetto movimento "no global": il Rapporto di Lugano. Questa volta la domanda a cui devono rispondere è forse ancora più brutale: "Siamo in presenza di una fase inevitabile della crisi, di declino e caduta del sistema occidentale finora conosciuto, oppure siamo di fronte alla gestazione di una 'rinascita' del sistema capitalista stesso, che quindi ne uscirà rafforzato? Cosa possiamo fare per incoraggiare questa rinascita?". Per questi esperti, infatti, bisognerebbe farla finita non solo con lo stato sociale ma addirittura con la democrazia. In ultima istanza, è questa la ricetta per assicurare il trionfo del capitalismo occidentale. In questo racconto Susan George presenta una grande mole di dati sulla crisi economica in atto che convergono tutti verso una soluzione decisamente inquietante. Ma purtroppo realistica...
La crisi ha prodotto effetti drammatici sul tessuto economico e sociale dei paesi europei. L'aspetto economico, pur rilevante è solo il sintomo di un problema più ampio di natura politica che investe la capacità delle democrazie occidentali di risolvere problemi accumulati da oltre un ventennio. Chi è eletto democraticamente fa fatica a prendere decisioni impopolari che possono compromettere la sua rielezione. L'emergenza diventa così il motore dell'azione politica e il modo di giustificarla di fronte agli elettori, con la conseguenza che la cura - tardiva e varata sotto la pressione dei mercati diventa ancor più dolorosa e impopolare.
L'economia in recessione, la società in frantumi, la politica che degenera: la crisi iniziata nel 2008 sembra non finire mai. Un italiano su sei vorrebbe un'occupazione i è senza lavoro un lavoratore dipendente su quattro è precario, i giovani sono i più colpiti, l'industria ha perso un quarto della produzione, il peso del debito aumenta, gli scandali della finanza continuano. Una via d'uscita c'è. In Italia come in Europa, possiamo "sbilanciare l'economia": mettere l'azione pubblica prima del mercato, la sostenibilità e il lavoro prima dei profitti, l'uguaglianza al posto del privilegio. Qui trovate il catalogo delle misure da realizzare. Con una politica nuova, fatta di partecipazione e democrazia.
Il brand viene comunicato attraverso una comunicazione scritta, sonora e visuale. Il "Design del Gusto" è un nuovo concept culturale che intende studiare i rapporti tra il linguaggio e gli effetti "sinestetici" ovvero multisensoriali che sono generati dai processi di comunicazione. La parte sensoriale è spesso mortificata o affrontata con modalità casuali, approssimative, parziali e non mirate. Quindi inefficaci. Con il "Design del Gusto" i valori di una impresa o di una organizzazione sono tradotti nei loro corrispettivi sensoriali, per cui la comunicazione di marketing diventa concretamente operativa perché agisce in modo integrato con il suono, l'immagine, aromi e sapori. Il processo di coinvolgimento del target diviene più intenso. Questo nuovo filone progettuale si concretizza per esempio nello studio di un gadget alimentare specifico, unico per ogni azienda, marchio, prodotto o evento. Con la collaborazione di specialisti del settore enogastronomico, analisti sensoriali, tecnici multimediali e una sperimentazione concreta e sinergica, è possibile dotare la comunicazione di un potenziale espressivo e un impatto straordinariamente efficaci. In questo testo sono indicate le procedure, le case-history, le sperimentazioni e le basi metodologiche che rendono possibile il "total branding". Un nuovo filone di ricerca, analisi e strategia della comunicazione, rendendo possibile il sogno di un imprinting esperienziale memorabile...