Lo scenario mondiale è caratterizzato da manifestazioni d'insofferenza politica. La scienza e la tecnologia decretano la fine irenica della storia, per inaugurare un percorso tattico, volto a salvaguardare i benefici conseguiti negli ambiti regionali e a renderli operanti a livelli planetari, secondo una strategia conciliatrice dell'abilità individuale e dell'equità distributiva. La legittima committenza del benessere è commisurata al dislivello esistente fra i paesi tecnologicamente avanzati e i paesi depositari delle risorse energetiche (e manuali), necessarie per renderli operanti. L'ingegneria biologica s'industria di adeguare le risposte immunitarie dell'organismo umano alle sfide della realtà geneticamente modificata e comunque rispondente a un modello razionalmente prefigurato. Le dottrine delle propensioni estetiche, confortate dalle variabili del gusto e del desiderio, non rispondono alle aspettative, che si manifestano - sotto forma addirittura fideistica e intransigente - nelle varie regioni del mondo. La difesa del buon senso e contestualmente il rivendicazionismo dei diritti positivi si esplicano con quella forza coesiva, che s'instaura fra le parole e il loro significato, talvolta allegorico e ultimativo, come se fossero espressione di una nuova religione panica, laicamente provvidenziale.
La cucina è un laboratorio: spaghetti e pollo arrosto sono il risultato, più o meno gradevole, di un vortice di reazioni bio-fisiche. In camera da letto avvengono reazioni ancora più delicate: piccole invenzioni come cerniere lampo, reggicalze e bottoni a pressione in posizione strategica talvolta hanno effetti travolgenti. In bagno sono molecole a due facce, una idrofila e una idrofoba, a combattere la millenaria guerra alla sporcizia. Satelliti artificiali portano il mondo davanti al divano del salotto e un laser ci fa ascoltare Madonna o i Berliner Philharmoniker. Computer e Internet mettono un miliardo di persone alla portata di un clic... Dal forno a microonde al lettore di DVD, dall'aspirapolvere alla lavatrice, decine di macchine fanno della nostra casa una tana accogliente. Dietro ci sono secoli di scienza, geni come Faraday e Einstein. Eppure a queste macchine siamo così abituati che per noi sono diventate invisibili, "scatole nere" dal contenuto misterioso. Questo libro racconta la loro storia, a cominciare dai 30-40 motori elettrici che lavorano come docili schiavi nascosti negli elettrodomestici. Scienza e tecnologia hanno migliorato l'esistenza umana in modo incredibile: è merito loro se nel 1900 si campava in media 44 anni e oggi 80: saponetta e frigorifero hanno salvato più vite degli antibiotici.
"Benvenuti in questo viaggio nel cuore della nostra vita." Così Daniel Siegel ci invita a unirci a lui in un'esplorazione illuminante di ciò che significa vivere nel qui-e-ora, essere "consapevoli in modo mindful". La mindfulness non è affatto una pratica nuova. Antiche culture e religioni di tutto il mondo si basano su metodi differenti, dalla meditazione allo yoga al tai chi, per aiutare le persone a raggiungere il benessere sintonizzandosi con il presente. Siegel integra le scoperte di ricerche d'avanguardia con la saggezza delle pratiche di mindfulness per dimostrare come funzioni davvero questa capacità suscettibile di essere appresa e come il fatto di coltivarla possa arricchire la nostra vita. La consapevolezza dell'esperienza che si dispiega nel momento presente crea una sintonizzazione con noi stessi che attiva; specifici circuiti cerebrali, inducendo un'ampia gamma dì effetti benefici, dall'equilibrio emotivo al miglioramento del funzionamento cardiaco. Lo sviluppo di questi tratti ci consente di affrontare le sfide della vita con un senso nuovo di equilibrio e chiarezza.
Nei paesi più liberi e sviluppati, la scienza e gli scienziati sono considerali indispensabili motori dello sviluppo economico e civile. In Italia questo non accade. Anzi, ultimamente accade il contrario. Il "caso" Di Bella. La legge 40 sulla fecondazione assistita. I tentativi di censura verso l'insegnamento dell'evoluzionismo. E, soprattutto, la straordinaria efficacia in campo squisitamente politico della Chiesa cattolica, capace di imporre allo Stato leggi sfacciatamente contrarie ai valori e ai diritti riconosciuti da almeno due secoli come universali. Perché tutto questo può succedere e succede proprio in Italia? Perché proprio nel nostro paese gli scienziati hanno smesso di essere una risorsa e sono considerati una minaccia? In questo libro dal forte impatto polemico Gilberto Corbellini rimarca l'onestà e l'integrità intellettuale che fondano la pratica scientifica. Ribatte implacabilmente, punto su punto, a tutti i continui attacchi alla libertà della scienza che stanno danneggiando la nostra democrazia e le possibilità di sviluppo del nostro paese. Ma, più di ogni altra cosa, rivendica con forza e lucidità il diritto degli scienziati di lavorare in autonomia, senza ingerenze politiche o religiose.
Il nuovo contesto economico richiede anche nella conduzione del'"lmpresa Farmacia" competenze manageriali, conoscenze purtroppo scarsamente diffuse tra i laureati di questa antica professione. "Farmacista Gestionaie" è un manuale pensato specificatamente per colmare tale vuoto di competenze. Il libro affronta infatti a 360° le problematiche della gestione della farmacia suddividendole in sei agili capitoli. Per facilitare la comprensione ogni sezione termina con il racconto dell'esperienza di una farmacia eccellente che viene gestita secondo i nuovi dettami e un questionario per comprendere dove è posta la propria attività. Il lettore potrà così acquisire non solo nuove conoscenze ma avrà a disposizione anche un autentico "check up" da svolgere in autonomia che porrà le basi per un percorso di miglioramento del proprio lavoro.
Finalmente tradotta in italiano l’opera più importante di uno dei pensatori più indipendenti, poliedrici e lungimiranti dello scorso secolo
Questo saggio, pubblicato nel 1977 all’interno della collana «Liberté de l’Esprit» di Raymond Aron e per molto tempo introvabile in libreria anche in Francia, è la chiave di volta della trilogia di Jacques Ellul (La technique – Le système technicien – Le bluff technologique), ed è considerato il suo libro più riuscito.
La Tecnica, per Ellul, è il fattore determinante della società. Più della politica e dell’economia. Ed è attraverso l’informatica che la tecnica è divenuta tale e ha cambiato natura: unificando tutti i sottosistemi (ferroviario, postale, aereo, telefonico, di produzione dell’energia, militare ecc.), l’informatica ha permesso la nascita di un Tutto organizzato che modella, trasforma, controlla la società e tende a poco a poco a confondersi con essa. All’interno di questo sistema, a condizione di consumare, lavorare e divertirsi in modo conforme alle sue direttive, l’uomo è sicuramente libero e sovrano.
< Ma questa libertà è artifi ciale e sotto controllo. Proliferando, i mezzi tecnici hanno fatto sparire ogni fine.
Questo sistema autogenerativo è cieco. Non sa dove va, non ha alcun disegno. Non cessa di crescere, di artificializzare l’uomo e l’ambiente, senza correggere i propri errori.
Tuttavia la società non è per questo diventata una Megamacchina di cui gli uomini sono gli ingranaggi: il sistema tecnico “modella la società in funzione delle proprie necessità, la vitalizza come supporto, ne trasforma alcune strutture, ma c’è sempre una componente imprevedibile, incoerente, irriducibile al corpo sociale”. Ellul ha sempre affermato che il primo passo verso la libertà consiste proprio in una presa di coscienza delle proprie catene, delle proprie alienazioni: “Ai miei occhi l’importante è restituire all’uomo il massimo delle sue capacità di indipendenza, di invenzione, di immaginazione. Questo è ciò che tento di fare spingendolo a pensare. Provo, con la mia opera, a fornirgli le carte perché possa poi fare il suo gioco”. Pochi manuali di insubordinazione sono illuminati come questo.
Nella notte del 4 ottobre 1957 Radio Mosca annunziava il lancio in orbita del primo satellite artificiale: lo Sputnik, letteralmente "compagno di viaggio". Si dava così inizio all'era spaziale, spalancando all'uomo le porte del cosmo. Dal 1957 sono stati fatti progressi incredibili, previsti solo dai romanzi di fantascienza. L'astronauta Umberto Guidoni, che ha partecipato a ben due spedizioni con lo Space Shuttle ed è stato il primo europeo a salire a bordo della Stazione spaziale internazionale, racconta l'avventura dell'uomo nello spazio, dalla fase pionieristica a quella odierna, attraverso i numerosi successi ma, anche, le tragedie che hanno segnato il progresso dell'astronautica. Ha scritto Tsiolkowsky - il padre dell'astronautica, il primo che ha pensato a utilizzare razzi per avventurarsi nello spazio - "la Terra è la culla dell'umanità, ma non si può vivere tutta la vita in una culla". Oggi, effettivamente, si è molto vicini alla possibilità di abbandonare la Terra. Ma la tecnologia spaziale se può condurci a vivere su altri mondi potrebbe aiutarci anche in altri settori, ad esempio nella ricerca di nuove forme di generazione dell'energia.
Albrecht Beutelspacher, insieme a Marcus Wagner, organizza un laboratorio matematico in piena regola, un percorso che ha inizio con la geometria piana e approda alla tridimensionalità, lasciando ampio spazio a giochi e trucchi matematici, e soffermandosi sul mistero di alcuni tra i più significativi codici cifrati della storia. Grazie a materiale facilmente reperibile, come carta, forbici e colla, si potranno realizzare poligoni, ellissi e parabole, o cimentarsi in esperimenti decisamente più articolati, come la costruzione di un nastro di Möbius, di un pallone e di un libro a specchio, oppure tentare imprese al limite dell'assurdo, come attraversare una cartolina. Quelli che all'apparenza sembrano giochi, ben presto rivelano il loro valore aggiunto: infatti, è proprio grazie a questo approccio ludico che i due autori riescono a rendere semplici i concetti matematici più complessi, offrendo così al lettore la possibilità di accedere con il minimo sforzo a una materia per molti versi ostica. Un libro per appassionati di tutte le età, per quanti hanno voglia di imparare divertendosi.
L'idea di una origine evoluzionistica delle specie si presentò a Darwin a partire dal 1832, durante il lungo viaggio sul "Beagle", sul quale si era imbarcato nel 1831. Dal 1837, stabilitosi a Downe dove rimase per tutta la vita, iniziò a riordinare l'enorme materiale raccolto in quei cinque anni e a riflettere in modo sempre più convinto sull'idea che le specie viventi fossero il risultato di una lenta ma progressiva evoluzione e di una selezione naturale che l'ambiente circostante operava nel tempo. Nel 1842 per la prima volta Darwin scrisse "un brevissimo riassunto", un abbozzo, appunto, della sua teoria che trovò la stesura definitiva e sistematica diciassette anni dopo nella sua opera più conosciuta e fondamentale. L'origine delle specie. Proposizioni suggestive ma secche, innumerevoli fatti appena accennati, passi sintetici ma ricchi di informazioni rendono questo testo un'ottima introduzione al pensiero darwiniano. Questa edizione dell'abbozzo è completata dalla comunicazione del 1858 di Charles Darwin e Alfred Wallace alla Società Linneana grazie alla quale il mondo scientifico per la prima volta ebbe notizia della teoria evoluzionistica della specie, e da alcune lettere di Darwin.
"In che cosa credi, anche se non puoi provarlo?" A questa domanda lanciata sul sito di Edge. frequentatissimo forum americano, hanno risposto alcune delle più autorevoli voci contemporanee - oltre cento, tra intellettuali, ricercatori, fisici, filosofi, scrittori e psicologi - ognuna pronta a scommettere sulla propria piccola o grande teoria, sulla propria verità, indimostrabile eppure plausibile. Ian McEwan, Richard Dawkins. Bruce Sterling, Daniel C. Dennett, Marc D. Hauser, Nassim N. Taleb sono fra gli autori dei contributi che John Brockman, creatore di Edge, ha scelto e raccolto in questo breviario di argomentazioni su temi cruciali per ognuno di noi, in cui il procedimento scientifico rigoroso lascia momentaneamente il posto all'intuito. Le speculazioni offerte sono le più diverse e sorprendenti: illustri scienziati possono sostenere senza pudore l'esistenza di Dio, dei tunnel spazio-temporali o di altre forme di vita nell'universo, oppure un futurologo profetizzare l'imminente apocalisse climatica, senza dimenticare chi crede nella coscienza degli scarafaggi o che ci sia stata vita su Marte. Questa eclettica raccolta condensa lo spirito di una nuova via della scienza, quella che Brockman definisce "terza cultura", connubio di scienza e filosofia fecondato da un visionario esprit poetico. Tante risposte, forse rischiose, ma che sembrano incredibilmente esatte.
"Vorrei ora esporvi per intero il mio ragionamento, aspettandomi che mi facciate il favore di correggermi se sono in errore." Con queste parole Blaise Pascal, in una lettera all'amico Pierre de Fermat, si addentrava il 24 agosto 1654 in un affascinante labirinto concettuale: il cosiddetto problema del gioco incompiuto. La questione è semplice: se una partita a dadi viene interrotta prima che uno dei due giocatori vinca, come va suddivisa la posta? Ma questo rompicapo teneva da sempre in scacco illustri studiosi, alcuni dei quali, come il matematico italiano Niccolò Tartaglia, l'avevano ritenuto addirittura insolubile. Perché la risposta è banale solo in apparenza: basta dividere il premio in base alle probabilità di successo dei giocatori. Ma questo significa conoscere le effettive chance di entrambi i partecipanti, cioè azzardare una previsione su base logica. Fu così che due tra i maggiori intellettuali dell'epoca avviarono la rivoluzione concettuale che spostò il futuro dal regno dell'imponderabile divino a quello del determinismo umano. Era nata la teoria della probabilità. Addentrandosi con garbo, humour e molta curiosità nei paradossi della matematica, Keith Devlin ripercorre la corrispondenza fra Pascal e Fermat e ricostruisce le tappe della loro straordinaria scoperta. Ne indaga intanto le mille applicazioni nella vita moderna: dalle vincite al Lotto al calcolo dell'aspettativa di vita, dai premi assicurativi alla speculazione in Borsa.