Un approfondimento sulle interpretazioni che il racconto della creazione ha avuto all'interno delle correnti della mistica ebraica. Attraverso le pagine si verrà accompagnati in un affascinante viaggio alla scoperta del simbolismo mistico, per scoprire la bellezza e la ricchezza di significato delle lettere ebraiche, e per addentrarsi nel linguaggio ricco di suggestioni del Sèfer Ye?irah, per poi essere catapultati nel cuore stesso dello Zohar...
Nella Bibbia le "forme di aggregazione sociale" - e i relativi "termini" che le contengono - sono molto importanti e assumono varie accezioni, da quelle più semplici, come il nucleo familiare (o anche le specie animali), le varie aggregazioni sociali ecc., a quelle più ampie e complesse come la configurazione dei popoli e addirittura degli imperi. Tutto questo fa parte della concezione biblica della "creazione", nella quale Dio ha posto gli esseri in forme sociali, da quelli inanimati a quelli animati, fino alla coppia umana. Ma nel tessuto biblico riscontriamo anche le aggregazioni malefiche, capaci di portare a scontri feroci e tragiche soluzioni, anche mortali, come la persecuzione dei profeti nell'AT e la morte di Gesù nel NT. Tuttavia, detto questo, occorre tenere conto poi della diversa mentalità che si riscontra nei testi biblici nella stessa terminologia, che può riscontrarsi rispetto ad altri contesti e culture.
Libri sacri e rivelati per miliardi di persone, Bibbia e Corano sono testi da un lato simili, dall'altro radicalmente diversi. Le difficoltà e il fascino di un confronto, oggi ineludibile, derivano dal fitto intreccio di somiglianze e differenze. Quando si cercano punti comuni affiorano divergenze e viceversa. È fuor di dubbio che intere civiltà sono tuttora contrassegnate dalla presenza, diretta o indiretta, di questi due Libri. Le concezioni bibliche e quelle coraniche hanno inciso su mentalità e comportamenti. Per capirlo basta considerare termini come Dio, rivelazione, bene e male, fine dei tempi, giudizio universale. Altrettanto rilevante è pensare ai modi in cui si definiscono e operano nella storia le comunità che quei Libri ricevono, leggono e trasmettono: il popolo d'Israele, la Chiesa, l'umma musulmana. Come sempre, per comprendere occorre conoscere e confrontare.
Questo volume esplora «l'alleanza d'amore» che Dio rivela e propone all'uomo nella Bibbia, mostrandoci come Egli cerchi sempre con infinita tenerezza di mettersi in contatto e di stabilire una relazione con noi, nonostante i nostri difetti e le nostre mancanze. Perché lo fa? Perché è il Padre che ci ha creati a sua immagine e somiglianza e ci considera singolarmente come parte della sua famiglia divina. Hahn riavvolge il nastro della storia della salvezza, facendo rivivere la grande avventura del progetto di questo Padre che è nei Cieli per tutte le epoche, cominciando da Adamo ed Eva e proseguendo di generazione in generazione fino all'arrivo di Cristo e alla nascita della Chiesa. Conclusione: l'amore paziente di Dio Padre che si rivela nelle Sacre Scritture è lo stesso amore fedele e costante che Dio ha oggi per ciascuno di noi.
Esiste una metodologia liturgica nella lettura della Bibbia? La risposta è totalmente positiva. Sì, esiste una lettura liturgica della Scrittura. La consuetudine liturgica testimonia come la Chiesa abbia celebrato lungo i secoli - ne fanno fede i Comites, gli Epistolari, gli Evangeliari, i Lezionari -, servendosi di vari modi nel proclamare la Parola (pericope integra, pericope eclogadica, pericope composta, ecc.). I Praenotanda, poi, pongono delle regole interpretative ben chiare: gerarchizzazione delle formule bibliche, la lettura tematica e semicontinua, il valore primario dei temi (nominali, contenutistici e articolati), i legami tematici tra le formule bibliche di uno stesso formulario e tra le formule di un ciclo, ecc. Il testo latino della Nova Vulgata, inoltre, contiene già nella sua traduzione un'interpretazione che la Liturgia romana ha fatto sua, senza per questo disconoscere il valore del testo biblico originale (ebraico, aramaico, greco). La fisionomia della pericope è essenziale: la formula biblica del Lezionario non sempre corrisponde esattamente alla pericope biblica della scrittura: la Liturgia ha compiuto dei "ritocchi" sul testo (delimitazione della pericope non sempre conforme alla delimitazione dell'esegesi, modifica dell'incipit, soppressione di versetti, ecc.). Sotto il profilo interpretativo, infine, si comprende benissimo il valore del contesto. Il contesto celebrativo è l'ultimo, ma non meno importante, elemento ermeneutico di una formula biblica del Lezionario. Il dialogo profondo e sottile tra le formule bibliche, l'eucologia della celebrazione e il tempo liturgico costituiscono la lettura liturgica della pericope biblica.
"Il destino è la storia che si fa e ha noi come oggetto e non come soggetto." Il destino oggi sgomita, pretende di imporsi. È facile perdersi se non si traduce con esattezza il senso delle cose e il significato delle parole. Haim Bahrier, matematico e psicanalista allievo di Lévinas, è tra i principali studiosi di ermeneutica biblica e di pensiero ebraico. In questo scritto, la sua ricerca curiosa, che spazia tra saggezza biblica e approccio ermeneutico, si mette in cammino sul sentiero della generazione per comprenderne il suo senso profondo.
«Ormai riconosco a occhi chiusi uno scritto di don Sandro: partenza sempre dal testo biblico, con ampi riferimenti agli originali in ebraico e in greco, poi via, verso un'attualizzazione ad ampi orizzonti sui grandi temi dell'uomo. Il tutto in brevi paragrafi, accessibili a tutti, con una ricchezza di citazioni che può all'inizio disorientare il lettore, ma in realtà lo attira dentro il testo e lo conduce a mettersi a sua volta in gioco, insieme all'autore. Perché il leggere è sempre un itinerario, un movimento che si compie anche restando fermi a tavolino: vuol dire riflettere, confrontarsi, interpretare, assumere un contenuto per la propria vita» (dalla Prefazione di Maria Manuela Cavrini, clarissa). L'autore ribalta l'usuale punto di vista della Bibbia sulla donna offrendo al lettore una ermeneutica del testo in cui la donna, troppe volte sempre e solo Eva, Maddalena o la Vergine Maria, si riscatta da sola in quanto figura viva, sostenuta da un approccio insolito e scomodo, perché contesta con lucidità e determinazione il potere e i soprusi del patriarcato. In questo saggio appassionato non smette mai di chiedere voce, stimolando riflessioni che travalicano l'ambito puramente religioso e teologico per parlare al sociale, al politico, all'umano.
Il vangelo giunge a noi da una cultura lontana e racconta una storia unica nel suo genere, incomparabile con qualsiasi altra, dal significato mai scontato e intriso di simbologie. Prima di ricavarne degli insegnamenti, di elaborare delle riflessioni, di attualizzarlo, abbiamo però bisogno di capire chiaramente che cosa intende dirci. Ho scritto questo libro pensando a tutti coloro che aspirano a questo: cristiani di ogni età, giovani in ricerca, catechisti, animatori, membri di gruppi biblici, persone di diverse convinzioni che desiderano conoscere meglio i vangeli e il loro misterioso protagonista. Ho cercato di mettermi nei loro panni, di immaginare i loro dubbi e problemi. Questa guida non è dunque un commentario, ma si propone di presentare gli strumenti di base per capire meglio il contenuto dei vangeli. Con taglio divulgativo, è diretta a tutti coloro che, pur non avendo compiuto studi biblici specialistici, desiderano familiarizzare di più con questo testo unico. Lo scopo ultimo di queste pagine è aiutare a sperimentare la gioia di capire il vangelo.
Il Vangelo ci racconta di un dottore della Legge che, per mettere alla prova Gesù, gli chiede come ottenere la vita eterna. Sa di dover amare Dio sopra ogni cosa e il suo prossimo come se stesso, ma si domanda chi sia, in definitiva, quel «prossimo». La risposta, in forma di parabola, la conosciamo tutti: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto...». Se Gerusalemme è la città dell'Altissimo, Gerico sorge quasi trecento metri sotto il livello del mare. È quel fondo che - prima o poi, in una forma o nell'altra - tocchiamo tutti. Perché, come ci ricorda don Dino Pirri, «scivolare verso la depressione di Gerico non significa vivere da depravati o da nemici di Dio. Basta essere rassegnati davanti alla vita che scorre. Senza fantasia, senza sogni, senza passione». Intrecciando la parola delle Scritture a quelle di Guccini, Gaber e Vasco Rossi, e affiancando il proprio percorso di credente a riflessioni sulla Chiesa e sulla vita quotidiana, don Dino ci guida a comprendere il senso profondo della parabola più rivoluzionaria dell'intero Vangelo, che va ben oltre l'esortazione a compiere buone azioni. Un racconto che ci chiede di immedesimarci, di prendere posizione; che ci mette di fronte a domande capaci di interrogare tutti, credenti e non. Cosa rende felice una vita? Qual è il nostro posto nel mondo? Cosa significa amare ed essere amati? Con la spontaneità e l'ironia che l'hanno reso celebre sui social e in televisione, don Dino condivide con noi la sua esperienza personale - piena dei dubbi che costellano ogni esistenza, tra scelte e contraddizioni, gioie e paure, rivelazioni e resistenze - e ci ricorda che la fede è amore e gioia prima che leggi e comandamenti. Un invito al dialogo rivolto ai credenti che non si accontentano di risposte preconfezionate e ai non credenti che hanno voglia di confrontarsi. Senza la pretesa di trovare risposte definitive, ma con la voglia costante di continuare a cercarne.
Che relazione può esserci tra i vangeli e la poesia? Dei quattro vangeli canonici sono state fatte innumerevoli analisi, ma manca in sostanza una lettura che faccia leva sulle risonanze poetiche dei testi e che tenga conto della modernità del XXI secolo in cui viviamo. Questo volume nasce dall'idea che la sensibilità poetica aiuta a meglio comprendere e interpretare le narrazioni, le parole e i gesti di Gesù e dei personaggi che lo circondano: vengono proposte al riguardo numerose esemplificazioni e suggestioni tratte dai testi di ciascuno degli evangelisti. L'approccio che viene adottato nel libro è descrittivo e aperto a chiunque - credente o meno - abbia intenzione di considerare le narrazioni evangeliche alla luce e con gli strumenti della poesia. Il volume intende porsi, poi, in modo sinergico rispetto agli apporti teologici, esegetici e pastorali correnti, nella fiducia che la poesia riesca a illuminare prospettive che sfuggono ad altre esplorazioni. Il percorso proposto dall'autore si snoda attraverso tre focalizzazioni: l'ambiente naturale e la terra di Palestina, teatro della predicazione itinerante di Gesù sulla buona novella; i personaggi che accompagnano l'incarnazione e la vita pubblica del Nazareno, tra i quali spicca Maria, la madre; la trama degli eventi, che si conclude con la Passione e Resurrezione. Il punto di arrivo della ricerca mette in luce elementi che ci avvicinano al volto poetico di Gesù di Nazaret: tra essi assume una rilevanza speciale l'elogio dei fiori di campo riportato dagli evangelisti Matteo e Luca.