«Cento anni fa - il 12 maggio 1910 - avvenne la soppressione del Monastero di Monteluce, sede storica delle clarisse di Perugia, che per settecento anni era stato un punto di riferimento per l'intera città. Le autorità civili perseguirono l'obiettivo di cancellare quel luogo con un accanimento del tutto particolare: fu cacciata la comunità, stravolte le strutture architettoniche, alterato il secolare assetto urbanistico dell'area; fu salvata soltanto la chiesa. Questo volume - attraverso un dialogo a più voci, l'ausilio di documenti e testi originali e un ricco apparato iconografico - racconta un frammento prezioso della nostra storia recente. Una storia che è, per molti aspetti, esemplare del rapporto che le monache hanno saputo intessere con la comunità umana nella quale si sono inserite». (Dall'introduzione di A. Bartoli Langeli).
Il volume ricostruisce, anche facendo ricorso a documentazione inedita, le vicende storiche del movimento ecumenico italiano nell'arco di un secolo. È il tempo compreso tra la Conferenza missionaria mondiale di Edimburgo (1910) e la pubblicazione del Vademecum per la pastorale delle parrocchie cattoliche verso gli orientali non cattolici, firmato dalla Conferenza Episcopale Italiana (2010). Dopo decenni di silenzi e contrapposizioni polemiche, è il Concilio Vaticano II ad aprire anche in Italia una nuova stagione di rapporti tra cristiani di diverse confessioni e a favorire, pur tra le difficoltà, un dialogo reso sempre più urgente dall'arrivo di migranti da tutto il mondo. Un segmento specifico di questa apertura al dialogo riguarda l'"amicizia ebraico-cristiana", che costituisce una delle peculiarità del confronto ecumenico in Italia prima ancora della celebrazione del Concilio. I cinque capitoli del volume ripercorrono "l'affollata preistoria" di silenzi e proposte sull'unità della Chiesa nella prima metà del XX secolo, la preparazione e la celebrazione del Vaticano II, la sua ricezione, le esperienze quotidiane e le proposte di formazione per l'unità della Chiesa, le nuove frontiere dell'ecumenismo italiano. Un modo per comprendere che cosa hanno fatto e che cosa hanno scritto i cristiani in Italia al fine di superare divisioni e contrapposizioni, costruire cammini per il dialogo e per l'unità e favorire uno spirito di accoglienza. Prefazione di Valdo Bertalot.
En 1888 don Michel Rua (1837-1910), à la demande de ses confrères, est confirmé par le Saint-Siège dans la charge de Recteur Majeur. L’héritage est lourd. Le gouvernement des institutions salésiennes fondées par don Bosco – la Société salésienne, l’Institut des Filles de Marie Auxiliatrice et la Pieuse Union des Coopérateurs salésiens – n’est pas facile. Malgré l’enthousiasme suscité par la figure charismatique du Fondateur, la situation apparaît fragile sous beaucoup d’aspects. S’impose une œuvre systématique de consolidation des parcours de formation, de renforcement de l’identité propre, d’organisation du gouvernement et de coordination des activités. Il faut gérer les rapports délicats avec les gouvernements et la société civile, dans une époque de tensions sociales et d’oppositions idéologiques. Il s’agit en outre de répondre aux attentes croissantes que suscite la mission éducative salésienne. A sa mort en 1910, don Rua laissera à son successeur un organisme aux dimensions mondiales, solide et stabilisé, en pleine expansion, qui s’impose comme une des institutions religieuses les plus significatives de la modernité.
Francis Desramaut nous présente la personnalité bien charpentée de don Rua et sa vie intensément laborieuse avec la précision de l’historien bien informé et l’efficacité d’une écriture vive et agréable. Le souci de la divulgation ne diminue en rien la valeur de l’ouvrage, qui diffère notablement des précédentes biographies édifiantes. Ici tout coule de manière bien calibrée, sur le fond d’événements historiques évoqués avec une sobre efficacité. A la fin de la lecture on a la sensation de la grandeur humaine et de la profondeur spirituelle de cet humble disciple de don Bosco, qui ne voulut jamais apparaître sur les grandes scènes, mettant toujours en premier plan la figure du maître très aimé.
L'Autore in queste poche pagine non vuole raccontare tutto il percorso di padre Pio prima di diventare sacerdote oppure raccontare la sua vita da presbitero a Pietralcina e successivamente a San Giovanni Rotondo, ma un brevissimo periodo della sua vita: dal 10 agosto al settembre di 100 anni fa cioè dal giorno della sua ordinazione sacerdotale a Benevento fino alle prime stimate a Piana Romana di Pietralcina, passando per il 14 agosto, giorno della celebrazione della sua prima messa in questo borgo del Sannio.
In questo volume è stata raccolta ed ordinata cronologicamente una buona parte degli articoli e di altri scritti di René Guénon, scelti fra quelli non ancora tradotti in lingua italiana o comunque di difficile reperimento. Nonostante la varietà dei temi in essi trattati, emerge chiaramente da queste pagine un preciso filo conduttore, che è quello della distinzione fondamentale fra la Tradizione, intesa come dottrina metafisica primordiale, e le singole forme tradizionali che da essa si sono via via originate nel tempo, come i rami di un unico grande albero.