L'identità degli abitanti del sito archeologico di Qumran, in cui furono rinvenuti i rotoli del Mar Morto, continua a interessare non solo gli studiosi ma anche il grande pubblico. La ricerca di Silvio Barbaglia, anche attraverso una rilettura originale del Documento di Damasco, sposta il baricentro delle origini della biblioteca di Qumran dalla Giudea all'Egitto, presso Eliopoli, dove sorse e si sviluppò un nuovo centro istituzionale e cultuale degli ebrei, con un proprio tempio legittimo.
I manoscritti di Qumran e le tematiche connesse, indubbiamente colme di mistero, offrono una campionatura di luoghi comuni, difficilmente sradicabili dall'opinione maggiormente diffusa. Basti pensare alle illazioni, spesso costruite senza riferimento scientifico, sulla comunità stanziata in quel sito; oppure alle presunte "verità nascoste" contenute nei manoscritti, fino alle derive esoteriche e alle ipotesi gnostiche finalizzate a fare di Gesù, di volta in volta, un monaco esseno, o un uomo sposato, o un politico militante... I circa 800 manoscritti trovati nelle grotte, tra il 1947 e il 1956, hanno profondamente mutato il quadro dell'antico giudaismo delineato dagli studiosi fino a quel momento. Si tratta di testi dal profondo quanto controverso significato religioso e storico. Partendo dalle nuove acquisizioni scientifiche, Massimo Centini racconta i fatti in modo avvincente e a tutti comprensibile, mettendo sul terreno della realtà storica questioni ancora aperte: com'era organizzata l'élite giudaica di studiosi della Legge che là risiedeva? In che cosa consisteva il loro sapere segreto? Giovanni Battista e Gesù appartenevano a queste comunità?
L'avventura archeologica nelle terre della Bibbia è una delle più emozionanti di sempre. Non solo perché l'archeologia è una professione straordinaria che ha fatto sognare intere generazioni di uomini e donne, ma soprattutto a causa dell'impatto delle ricerche archeologiche sulle conoscenze della Bibbia, questo immenso racconto universale che costituisce il fondamento spirituale del mondo occidentale. Questo libro racconta 150 anni di ricerche attraverso le scoperte più straordinarie. Storie incredibili di avventure ricche di colpi di scena in cui il lettore scoprirà come i risultati dell'archeologia nelle terre bibliche abbiano sospinto in avanti, messo in discussione, sovvertito e rifondato le conoscenze "convenzionali" sulla storia antica, politica e religiosa, di quella regione.
Il volume presenta una straordinaria documentazione delle operazioni di studio, di restauro e di valorizzazione di uno dei siti archeologici paleocristiani più eloquenti riguardo al fenomeno della cristianizzazione dell'Urbe. Il complesso delle catacombe di Priscilla con la basilica di S. Silvestro è stato, infatti, sottoposto negli ultimi cinque anni a una serie molto articolata di interventi archeologici conservativi, ai quali si è accompagnata la costituzione di un suggestivo Museo destinato alla fruizione e alla conoscenza anche didattica dell'intero complesso posto sulla via Salaria Nova. Di grande rilievo è la scoperta, attraverso la tecnica del laser ormai collaudata soprattutto in ambito catacombale romano, di nuovi affreschi nell'area cemeteriale del martire Crescenzione. Si tratta di un settore degli esordi del IV secolo, contrassegnato da decine di graffiti di pellegrini che, nell'alto Medio Evo, si recavano in questo luogo a venerare il sepolcro del martire.
Il volume contiene tre relazioni del Convegno organizzato dall'Istituto Romano della società di Goerres presso il Campo Santo Teutonico in Vaticano nella primavera del 2010, dedicato al tema di Pietro a Roma. Il convegno partiva dalla tesi provocatoria secondo cui Pietro non sarebbe mai stato a Roma e di conseguenza non vi sarebbe neanche morto, e dunque a Roma non esisterebbe nessuna tomba dell'apostolo. Simili opinioni, infatti, già note da tempo, trovano seguaci addirittura tra i cattolici. Gli autori del volume vincolano la loro risposta alla storicità del martirio degli apostoli, non riproponendo un'analisi apologetica di vecchie tesi, bensì affidandosi alla metodica della controanalisi, il cui elemento propulsore è la verità della storia, cogliendola da una prospettiva globale invece di ridurla a delle singole ipotesi.Un lavoro di sicuro interesse per tutti gli studiosi e appassionati di storia della Chiesa.
Il luogo della nascita di Gesù, il sepolcro della sua famiglia, la grotta in cui viveva Giovanni Battista, la tomba di re Erode, il ritrovamento a Gerusalemme di un lenzuolo funebre che rimetterebbe in discussione l'autenticità della Sindone. Sono solo alcuni esempi di "clamorosi ritrovamenti" e di "sensazionali scoperte" che, nonostante indizi poco chiari, prove fragili e vistose manipolazioni, alcuni archeologi hanno affidato all'amplificazione dei massmedia internazionali infuocando l'immaginario comune. Si tratta di "trionfali annunci" che rischiano di lasciare in ombra e in secondo piano il prezioso lavoro degli studiosi interessati ad avvicinare l'uomo di oggi all'ambiente sociale e culturale del mondo biblico attraverso gli scavi e l'analisi attenta delle antiche testimonianze materiali.
La Palestina, la religione e l'archeologia. Parole evocative di luoghi, storie, immagini, popoli, libri sacri, divinità, personaggi e monumenti. Ma esse sono in questo testo anche qualcosa di diverso. La Palestina antica, una regione dai confini geografici, politici e culturali difficili da definire, è qui intesa come una vasta area che comprende l'intero levante meridionale, dalla Cisgiordania alla costa filistea, dal deserto del Negev alle zone meridionali di Fenicia e Siria. Non si parla quindi solo dei regni di Israele e Giuda ma anche di Filistei, Moabiti, Ammoniti, Edomiti, Aramei e Fenici.