L'idea di persona può ispirare una visione del mondo integrale e positiva di cui si avverte un bisogno crescente. Il volume offre intense esplorazioni filosofiche aperte alla transdisciplinarità e tese a superare l'attuale frammentazione del sapere. Vengono pure discusse le posizioni, presenti nell'indirizzo bio-politico e in alcuni filoni delle neuroscienze, che riducono la complessità e il valore della persona, spingendosi fino alla sua cancellazione. Del concetto di persona, colta da diversi sguardi che convergono sulla sua centralità, si mette in luce la fecondità in ambito antropologico e bio-etico, nella declinazione della politica e nelle coordinate dell'utopia, oltre che nella prospettiva ecologica, nelle questioni di genere e nel rapporto tra uomo e animale. Risaltano pure figure importanti del personalismo italiano novecentesco. In un tempo esposto alla unilateralità della ragione calcolante a svantaggio del pensiero globale, si esamina il nesso tra la volontà di potenza della tecnica e la invasività del paradigma oggettivante. Facendo perno sulla persona, si affrontano anche nodi storici della convivenza contemporanea: crisi della democrazia, crucialità del lavoro che cambia, rapporto tra diritti e doveri, tra individuo e comunità.
L'indagine sulla libertà e la riflessione sulla filosofia come ermeneutica dell'esperienza religiosa sono i temi centrali del pensiero maturo di Luigi Pareyson. Il volume, che presenta gli Atti del convegno tenuto a Torino a cent'anni dalla nascita del filosofo, è dedicato anzitutto ad approfondire questi temi e a saggiarne la rilevanza e la fecondità nell'attuale contesto filosofico: questo compito è affidato ai testi di Massimo Cacciari, Francesco Botturi, Vito Mancuso, Pierre Bühler, Kurt Appel e Romano Penna. A ciò si aggiunge un'ampia panoramica dei rapporti di Pareyson con il contesto nel quale si è formato e con il quale si è confrontato; la sezione conclusiva raccoglie una serie di contributi più brevi che riflettono sul rapporto tra la filosofia di Pareyson e l'orizzonte del pensiero contemporaneo.
Raccogliamo in questo volume i contributi a un seminario pluriennale sulla filosofia italiana contemporanea svoltosi presso il Centro studi filosofico-religiosi "Luigi Pareyson". Il seminario prevedeva, per ciascuna seduta, la relazione di un filosofo italiano contemporaneo che oltre a presentare le linee fondamentali del suo pensiero parlasse anche della sua scuola d'origine, dei suoi maestri, ed enucleasse la portata che la sua proposta speculativa o quella espressa dalla sua scuola di appartenenza avevano avuto e continuavano ad avere sulla cultura filosofica contemporanea. La richiesta trovò una risposta generosa ed entusiastica da parte dei colleghi delle diverse sedi universitarie italiane, sì che ne è scaturito un quadro della filosofia italiana contemporanea ricco, complesso, mosso e vivo, in cui luoghi, momenti e svolte fondamentali del pensiero italiano degli ultimi cinquant'anni emergono con tutta chiarezza e con una completezza di contorni che le presentazioni, pur nella loro necessaria sinteticità, evidenziano e che nel suo insieme trova pochi analoghi nella storiografia e nella pubblicistica corrente. Il volume potrebbe anche essere inteso come la cronaca di un viaggio nell'Italia filosofica del nostro tempo.
Il pensiero della seconda metà del Novecento, quando non ha imboccato la via che conduce all’affossamento della vocazione ontologica della filosofia e del tema della trascendenza, ha cercato vie nuove, che mettessero a frutto, e magari radicalizzassero, la critica heideggeriana alla metafisica ontica. In questa direzione va l’idea di una metafisica del desiderio, che indica una direzione di ricerca assai promettente per almeno due ragioni: in primo luogo perché individua un luogo privilegiato di accesso alla trascendenza, e in secondo luogo perché induce a rivisitare e a valorizzare momenti della storia della filosofia, nei quali la tematica del desiderio ha, in modo più o meno sotterraneo, agito significativamente, e dai quali si possono trarre suggerimenti per nuovi svolgimenti della metafisica.
A questo intento cercano di rispondere da molteplici punti di vista – che vanno da quello più strettamente teoretico a quello biblico, da quello psicoanalitico a quello storiografico – i saggi contenuti in questo volume. Essi rendono ragione, al di là anche dell’efficacia delle soluzioni proposte, del significato e dell’importanza della dimensione affettiva per la filosofia; dimensione tutt’altro che estranea alla tradizione filosofica, per quanto spesso nascosta o ignorata. La sua ripresa può oggi contribuire a rinnovare la problematica metafisica, allo stesso modo in cui, a volte in forme convergenti, contribuiscono a rinnovarla approcci inediti o fin qui poco frequentati, quali quelli del dono o della libertà.
Hanno collaborato al presente volume:
Giuseppe Barzaghi O.P., Santino Cavaciuti, Claudio Ciancio, Angelo Crescini, Flavio Cuniberto, Gerardo Cunico, Guido Cusinato, Giovanni Ferretti, Mauro Fornaro, Roberto Mancini, Angelo Marchesi, Giuseppe Riconda, Armando Rigobello, John M. Rist, Franco Riva, Piero Stefani, Federico Vercellone, Carmelo Vigna.
Il LXXI Convegno del Centro Studi Filosofici di Gallarate tenutosi a Roma nel settembre 2016, di cui qui si raccolgono gli Atti, è stato un importante momento di ripensamento di un tema classico, quello del nesso di bellezza e verità, un nesso che nella storia del pensiero e della pratica artistica si è progressivamente allentato dando luogo a una separazione giunta fino alla reciproca estraneità. Tutti i saggi del volume tendono, per diverse vie e facendo riferimento ad autori e a problematiche anche molto lontane tra di loro, a mostrare che quel nesso non è e non può essere considerato un problema ormai superato o irrilevante, sia perché si è più volte e più o meno direttamente ripresentato nel pensiero e nella pratica artistica dell'ultimo secolo, sia perché, in ogni caso, deve essere fatto valere come istanza imprescindibile di salvaguardia sia della bellezza sia della verità. Priva di rapporto con la verità la produzione della bellezza si impoverisce e perde rilevanza culturale e sociale, mentre separata dalla bellezza la formulazione della verità perde il carattere di manifestazione del senso dell'essere. Da diverse angolazioni - ermeneutica, metafìsica, fenomenologica, teologica ed estetica - la tesi dell'unità di fondo tra bellezza e verità è riproposta nei saggi di Claudio Ciancio, Virgilio Melchiorre, Jean-Luc Marion, Giorgio Bonaccorso e Costantino Esposito. Aspetti più particolari della questione, con un intento ora più teorico ora più storiografico, sono svolti nei contributi di Rosaria Caldarone, Calogero Caltagirone, Claudio Caneva, Santino Cavaciuti, Francesco Ciglia, Alessandra Cislaghi, Viviana De Marco, Arianna Fermani, Rosanna Finamore, Ezio Gamba, Luca Ghisleri, Giovanni Giordano, Michele Indellicato, Markus Krienke, Simona Langella, Graziano Lingua, Mario Lombardo, Angelo Marchesi, Silvio Morigi, Mario Pangallo, Vittorio Possenti, Marcella Serafini, Flavia Siili, Mahougnon Sinsin, Daniela Verducci.