Il volume raccoglie tutte le conoscenze relative al comprensorio callistiano, dalla riscoperta di Giovanni Battista de Rossi negli anni centrali dell'Ottocento fino ai nostri giorni, ma vuole, specialmente, rendere note le scoperte effettuate in seguito al restauro e allo scavo del cubicolo di Orfeo, nell'Area I del complesso. Lo studio propone anche la collezione del nuovo museo della Torretta, dove sono presentati un centinaio di frammenti marmorei (sarcofagi ed epigrafi) accuratamente restaurati ed utili a costituire un polo museale aggiornato e realizzato secondo i più recenti criteri espositivi, tale da rappresentare il centro ideale del grande "museo diffuso" del comprensorio callistiano.
Il ritrovamento del Salvator mundi di Leonardo da Vinci ha causato negli ultimi anni un terremoto nel mondo dell'arte. Placate le dispute sull'autografia con il riconoscimento della qualità altissima del dipinto, resta ancora da sciogliere l'enigma del suo significato nell'opera del maestro. Questo volume tenta di colmare la lacuna, e con nuovi argomenti delinea un profilo di Leonardo pittore universale, conquistato dalla figura del Messia.
Con questo scritto proverò ad evidenziare le ragioni che inducono la Chiesa cattolica a ritenere l'arte religiosa e sacra, anche nel XXI secolo, un testimone credibile del Vangelo. Attraverso la ricostruzione storica dei primi secoli del Cristianesimo, metterò in luce l'impegno profuso dalla Chiesa nel salvaguardare le sacre immagini e nel promuoverne la diffusione e la venerazione. Particolare attenzione sarà dedicata all'attività artistica dei primi iconografi che, con ammirevole dedizione, si dedicarono alla ricerca, alla fedele riproduzione e alla trasmissione dei lineamenti autentici del volto di Cristo. Infine utilizzerò alcune opere d'arte religiosa come strumento di riflessione e catechesi.
L’Ultima cena che Gesù consuma insieme ai discepoli alla vigilia della sua passione è uno dei momenti più intensi e drammatici nel racconto dei Vangeli. Ma è anche il fulcro del Mistero cristiano, il momento cioè in cui quel Dio che si è fatto uomo per amore offre il suo stesso corpo e il suo stesso sangue come cibo e bevanda di salvezza, in un memoriale ancor oggi celebrato da milioni e milioni di fedeli in tutto mondo. Per questo l’arte cristiana, nei secoli, ha riprodotto innumerevoli volte questo mistico banchetto di duemila anni fa, sottolineandone ora il significato sacrificale, ora la rivelazione del tradimento di Giuda, ora il momento dell’istituzione dell’eucaristia. Ma spesso riunendo tutti questi aspetti in un’unica immagine di forte impatto visivo e di profonda valenza simbolica. In queste pagine vengono presentate alcune straordinarie opere che hanno per tema proprio l’Ultima cena, dai lucenti mosaici di Ravenna del VI secolo agli espressivi rilievi della scultura romanica, dai mirabili affreschi di Giotto alla raffinata pittura di Beato Angelico, dalle sorprendenti tavole dei maestri fiamminghi alle incantevoli composizioni rinascimentali del Ghirlandaio e del Perugino. Fino a quel capolavoro assoluto che è il Cenacolo di Leonardo da Vinci, vertice insuperato e insuperabile dell’arte di tutti i tempi.
Una elegante pubblicazione che illustra la Colonna Santa in San Pietro, recentemente restaurata.
Un'accurata ricognizione del patrimonio iconografico relativo al grande teologo di grande interesse storico, artistico, agiografico e pastorale. La serie di volumi dedicati all'iconografia agostiniana propone una raccolta delle testimonianze figurative sul Santo di Ippona dalle origini fino a XVIII secolo. Un patrimonio sterminato che per la prima volta viene presentato sistematicamente. Il volume è dedicato al Quattrocento, il presente volume è il Secondo di due tomi e raccoglie il corpus dell'iconografia agostiniana del '400, ovvero la mappatura di 750 opere. Ogni scheda sempre corredata di immagine, è costituita da una parte tecnica con autore, soggetto, datazione, luogo, materia e tecnica, misure ed eventuale provenienza. Segue una breve trattazione storico-critica. In questo tomo sono inserite anche le schede tecniche delle 125 opere inserite nel primo. Un'opera corredata da fondamentali apparati di riferimento: indice dei nomi, dei luoghi e delle schede nel primo e quello dei nomi nel secondo.
«Ave, rosa sine spina»: così un inno dell’XI secolo saluta la Madre di Dio. Poesia, mistica e arte da secoli associano Maria ai fiori, in un intreccio straordinario di simboli che questo saggio aiuta a conoscere in tutta la loro ricchezza.
Un libro d'arte minor sulla simbologia dei fiori legati alla figura della Madonna
Il significato mistico e teologico dei fiori, utile anche a chi si occupa di decorazioni floreali
Un vero erbario illustrato
Un'idea originale per accompagnare il mese di maggio
Il volume esce in occasione del restauro del bassorilievo raffigurante Gesù in orazione conservato presso l'Orto del Getsemani a Gerusalemme, opera di Giovanni Ferrari detto il Torretti. A distanza di quasi un secolo dall'episodio che lo danneggiò, il Custode di Terra Santa ha autorizzato il recupero di questo capolavoro di arte neoclassica, affidando i lavori al noto laboratorio fiorentino diretto da Andrea e Tommaso Fedeli. Il restauro, unitamente alla pubblicazione del volume, è stata un'occasione per avviare uno studio su Giovanni Ferrari e sulla famiglia Torretto - Giuseppe Torretto (1661-1743), Giuseppe Bernardi detto il Torrettino (1694-1774) e Giovanni Ferrari detto il Torretti (1744-1826) -, oltre che per compiere un viaggio nel panorama artistico della Serenissima tra XVII e XIX secolo. Una stirpe di artisti veneti, quella dei Torretto, purtroppo fino ad ora non abbastanza valorizzati dagli studi storico-artistici, e ricordati prevalentemente per essere stati tra i maestri del celebre Antonio Canova più che per la loro attività professionale.
In quale salsa Gesù intinse il boccone che offrì a Giuda? A che ora ebbe inizio l'ultima cena? Chi la cucinò? Pesce, agnello o maiale? Arrosto o bollito? Vino bianco o vino rosso? Quali inni cantarono Gesù e gli apostoli dopo aver mangiato? Seduti o sdraiati? Chi pagò il conto? Quante Ultime cene con gamberi ci sono nelle chiese del Trentino? Quante ciliegie dipinse il Ghirlandaio nei cenacoli fiorentini? È vero che Leonardo era vegetariano? E perché riempì di anguille i piatti del suo Cenacolo? Chi fu l'unico artista a raffigurare la Pasqua ebraica? Perché Giuda veste di giallo? E perché ha i capelli rossicci? Che cos'è il "gomito rinascimentale"? Da dove arrivarono i gatti che compaiono sotto la tavola dei Cenacoli? Per quanti minuti deve riposare l'impasto degli azzimi? Perché i grilli sono puri? E perché le lumache no? Di quanto sono aumentate le porzioni della sacra cena negli ultimi mille anni? Chi ha dipinto la pagnotta più grande? Perché quasi tutti gli artisti hanno riempito di coltelli la mensa di Gesù? In quale Ultima cena appare il primo tovagliolo della storia dell'arte?
Un'accurata ricognizione del patrimonio iconografico relativo al grande teologo di grande interesse storico, artistico, agiografico e pastorale. La serie di volumi dedicati all'iconografia agostiniana propone una raccolta delle testimonianze figurative sul Santo di Ippona dalle origini fino a XVIII secolo. Un patrimonio sterminato che per la prima volta viene presentato sistematicamente. Il presente volume dedicato al Quattrocento è il primo di due tomi. Nel volume una serie di saggi introduttivi analizzano i più importanti cambiamenti dell'immagine di Agostino durante il secolo. Ai saggi segue una selezione di 125 opere, divise tra immagini singole e cicli biografici.
"Dal portale regale di Chartres a Michelangelo, dall'icona di Rublev alle scuole russe italianizzanti del XVIII secolo, si constata una perdita progressiva del senso sacro", osserva Evdokimov. "Il sacro si sposta verso il "bello" estetico, l'essenza religiosa scompare dinanzi all'elemento narrativo, aneddotico, al piacevole, al ritratto somigliante, al complicato". Non accade così nel mondo dell'icona, dove il sole non tramonta e la luce è senza attenuazioni. La maggiore espressione figurativa del mondo ortodosso esprime il meriggio abbagliante dell'incarnazione, senza ombre né oscurità, e le sfumature vengono espresse solo dal contrasto dei colori, al di fuori di ogni artificio di illuminazione e di prospettiva. Se ogni dipinto è posto in un triangolo chiuso, composto dall'artista, dalla sua opera e dallo spettatore, l'icona spezza quel triangolo e afferma la sua indipendenza sia da chi la realizza che da chi la contempla. Essa non suscita l'emozione, ma l'avvento di un quarto elemento, l'avvento del trascendente di cui attesta la presenza. L'artista scompare dietro la tradizione che parla e l'opera d'arte diviene lo scaturire di una presenza dinanzi alla quale non si può restare solo spettatori.
L'Editrice Monti presenta la sua nuova pubblicazione IL VANGELO SECONDO CARAVAGGIO (pp. 128 a colori € 12,00) di don Sergio Stevan e don Paolo Alliata, prefazione di monsignor Patrizio Garascia. In distribuzione presso la casa editrice e presso le migliori librerie di tutta Italia.