Funzioni e "segni" sono elementi interpretativi indispensabili per la lettura storico-artistica di un monumento. Leggendo l'arte medievale, in stretto rapporto con il contesto culturale che l'ha prodotta, questo libro interpreta al meglio la nuova stagione che la storia dell'arte sta vivendo. Senza la relazione con il contesto, le chiese medievali, dal tardoantico al Gotico, rischiano infatti di non essere colte nel loro pieno significato. Nel caso specifico questo contesto è costituito da spazi liturgici che ne svelano orientamento, percorsi, complessi scultorei e pittorici. La funzione più importante di una chiesa, sia questa una costruzione dedicata ad un martire o una grande cattedrale metropolitana, è infatti il culto. Prendendo le mosse dagli studi di de Blaauw sulle prime tre basiliche romane, si giunge con questo volume, sontuosamente illustrato da una campagna fotografica realizzata appositamente, cui hanno collaborato insigni studiosi della disciplina, a dare un quadro interpretativo a tutto tondo dell'arte medievale. Se l'orientamento della basilica paleocristiana è spesso quello in direzione dell'altare, come suggeriscono le figure musive di Sant'Apollinare a Ravenna, ancora prima i pavimenti delle aule teodoriane della cattedrale di Aquileia rimandano a direzioni diversificate e a diverse fruizioni degli spazi, che rendono così l'interpretazione complessa e multisfaccettata.
Nella bellezza dei mosaici e dell’architettura del duomo di Monreale, con l’annesso monastero benedettino, è incisa la fede dei nostri Padri.
Una storia che il lettore può qui rivivere idealmente, come se fosse un monaco del XII secolo, seguendo lo stesso percorso che i chierici della cattedrale compivano quotidianamente per andare a svolgere le celebrazioni liturgiche, fissando lo sguardo nel Cristo pantocratore.
Prefazione di Michele Pennisi
Dieci anni dopo la prima pubblicazione di Mendicante di luce, la nuova edizione rinnovata e ampliata del viaggio spirituale di Masterbee, raccontato in prima persona, si arricchisce di episodi, incontri e perdite (in particolare quella dell'amata Kicka, moglie e compagna di viaggio). Il suo cammino, che lo ha portato a contatto con mistici, asceti e personalità di svariate culture e religioni, dalla Germania alla Grecia, dall'induismo al buddismo, in cerca di una spiritualità che oltrepassasse la sfera mentale e la dimensione egotica e approdasse alla fede, lo conduce, infine, alla religione cattolica e lo fa portavoce di una religiosità contemplativa dalle sfumature uniche. La prefazione di padre Raniero Cantalamessa impreziosisce un testo che, scritto da Masterbee proprio su invito del predicatore cappuccino, ha fatto epoca, un libro che, in una Chiesa dialogante come quella di papa Francesco, può aprire strade inesplorate e fornire nuovi spunti di riflessione.
A differenza di quanto accade oggi, i Bizantini guardavano alla produzione artistica e architettonica non solo dal punto di vista estetico. Per i potenti come per la gente comune, l'arte era parte integrante della vita politica e andava osservata con gli occhi della fede. Le icone e i mosaici celesti offrivano un senso di serena contiguità alla vita dei santi, della Vergine e degli imperatori divinizzati agendo da monito e memoria, mentre gli spazi ecclesiastici garantivano un'esperienza mistica delimitando il potere terreno per innalzare quello dei Cieli. Neslihan Asutay-Effenberger e Arne Effenberger esplorano i linguaggi visuali di un'arte che, al pari di quella «occidentale», affonda le sue radici nell'Antichità romana. Il lettore scoprirà quanto l'arte bizantina abbia influito su quella europea (e in particolare sui mondi slavi), reagendo agli eventi politici e agli sconvolgimenti religiosi e culturali, e creando nel corso dei suoi oltre mille anni una varietà straordinaria di opere. Un volume illustrato che offre una panoramica completa e criticamente aggiornata di quella che per moltissimi anni fu la cultura più importante del Medioevo.
Come si dipinge una crocifissione politicamente e religiosamente corretta? Quali figure devono essere rappresentate: solo Gesù o anche i ladroni? E ancora: perché Velazquez ha scelto di rappresentare questo momento particolare della Passione? Il volto di Cristo deve essere interamente visibile o parzialmente nascosto? I chiodi che fissarono Gesù alla croce devono essere tre o quattro? A queste e ad altre domande risponde l’autore il cui fine ultimo è cercare di capire se si può e se si deve squarciare il mistero delle proprie emozioni. La Crocifissione, dipinto del 1632 di Diego Velazquez, è un’opera unica nella produzione pittorica dell’artista spagnolo. L’autore di questo libro, specialista dell’età napoleonica, scoprì casualmente il quadro durante una delle sue visite al Prado. Folgorato dalla potenza espressiva della Crocifissione, Lentz ha avviato un’affascinante indagine su e intorno al quadro, descrivendo le circostanze misteriose in cui fu commissionato, la tecnica di esecuzione e le traversie superate dal dipinto tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento
In Scintille l'arte incontra la trascendenza, nella ricerca di senso e di infinito che caratterizza l'umano. Si racconta di persone, di opere, di amore, di percorsi: dal sé all'altro e poi agli altri, fino alla percezione del "noi". Dove il medium di questo cammino, non può che essere la bellezza, secondo tutte le sue - non finite - forme. Si riflette sull'idea di comunità nella diversa prospettiva laica e religiosa. Si parla di contaminazioni con Nicola Spinosa, di inquietudine con Mimmo Jodice, di meraviglia con Yannick Vu Jakober, di luce con Silvio d'Ascia, di magnanimità con Laura Mattioli, di metamorfosi con Michal Rovner, di armonia con George Pehlivanian, di ponti con Angelo Casati, di resistenza con Marisa Albanese, di dialogo con Stefan Kraus, di bellezza con Wolfgang Laib, di possibilità con Giancarlo Santi e di altro, altro ancora. In un dialogo informale e con un linguaggio familiare si discute con i Protagonisti dell'arte del nostro tempo, delle loro vite, del loro intrecciarsi con altre - quelle di Chagall, di Beuys o Kounellis - del loro modo di essere nell'arte e per l'arte.
Gli Incontri si sono tenuti nella sezione san Luigi della Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale a Napoli, città simbolo del Mediterraneo, il mare senza confini, dalle danze e dai pani comuni dell'opera Love differences di Michelangelo Pistoletto.
Basti pensare alla «madre di tutte le feste», la Resurrezione, che nel mondo cristiano ortodosso è detta la «Discesa di Gesù agli Inferi» poiché Cristo si reca nel Limbo per prendere Adamo ed Eva e con loro tutti gli uomini: la Resurrezione non è solo di Cristo, dunque, ma di ogni uomo. L’opera è illustrata tramite icone provenienti da tutta la tradizione ortodossa, da quella greco-costantinopolitana a quella balcanica e russa, senza tralasciare l’Italia, con l’iconostasi di Livorno e Ravenna. Uno strumento unico per conoscere la varietà del fenomeno "icona" ma anche l’insieme di ciò che Oboleskij chiamava il «Commonwealth bizantino».
Catalogo della Mostra aperta a Roma presso il Museo di Roma, Palazzo Braschi dal 08 dciembre 2018 al 17 febbraio 2019.
È possibile attraverso l'arte contemporanea rafforzare il sentimento religioso? L'arte per la liturgia, in relazione alle esigenze e aspettative della committenza ecclesiastica, vive una stagione critica. E questo accade proprio quando, più che in passato, gli strumenti della comunicazione visuale si dimostrano capaci di portare lo spettatore in uno spazio che lo strappa dalla contingenza per mostrargli nuovi mondi. Pensiamo al linguaggio della video arte, che per certi aspetti possiamo assimilare alla grande tradizione barocca, in grado di suscitare reazioni emotivamente coinvolgenti. Nella nostra epoca la dimensione totemica e animistica attribuita alle immagini è particolarmente accentuata e richiama quella primordiale necessità di un dialogo tra l'uomo e il divino, come bisogno antropologicamente fondato, che forse si era data come irrimediabilmente perduta. Il sacro contemporaneo non può non misurarsi con la visual culture del presente nelle sue infinite sfumature: una cultura delle immagini che, costantemente, sollecita la parte emozionale e spirituale dell'uomo. A fronte della capacità evocativa di questa 'svolta iconica' certa tradizione iconografica un po' scontata rischia di impallidire o di essere scarsamente comunicativa. Questo libro cerca di ricomporre tale frattura e di indagarne i motivi. Gli esempi di opere d'arte, dipinti sacri, ma anche i riferimenti tratti dal cinema e dalla moda, fino alla pubblicità di oggetti di consumo, consentiranno al lettore di allargare il proprio immaginario, rendendo visibile la connessione che esiste tra realtà semantiche diverse. Lo accompagnerà una domanda: l'arte sacra contemporanea possiede gli strumenti per tradursi in un'esperienza del sacro all'altezza dell'esigenza di spiritualità del nostro tempo? Non mancheranno le suggestioni e le immagini per riflettere.
Nonostante il progressivo allontanamento dai temi religiosi, l'avvertimento dell'oltre pervade l'arte contemporanea: un avvertimento non di rado drammatico, che si coglie nel profondo dell'espressione come riflesso di un'ansia, come turbamento e ricerca di ragioni e sensi del mistero della vita. E talvolta nella stessa fisionomia multiforme dei linguaggi segnati dalla sperimentazione e nell'eclettismo espressivo che l'uomo d'oggi testimonia la sua ricerca di infinito. Una ricerca in genere non inquadrabile in un ambito confessionale, che non assume l'ansito di una speranza coltivata come dichiarata religio, ma che è tuttavia vivissima, attinge più di tante pallide e retoriche manifestazioni confessionali alla sapienza del mistero. Giorgio Agnisola, critico e docente di arte sacra, rilegge con questa chiave l'arte degli ultimi due secoli, da Friedrich a Rothko, proponendo attraverso la vita e l'opera di nomi esemplari, un'insolita ricerca teologica, capace di aprire lo sguardo alle regioni profonde della vita.
Riflettere sui vizi capitali è come fare un viaggio dentro il mistero dell'uomo, un'esplorazione nell'«abisso del cuore» di cui parla il Salmo, dove bene e male si confrontano. E quale guida migliore dell'arte? Questo libro riccamente illustrato racconta come artisti di varie epoche abbiano interpretato i sette vizi capitali. Attraverso gli occhi dell'arte e soprattutto dell'arte di ispirazione cristiana - che ha prospettato per immagini i grandi temi della vita dell'uomo con il costante riferimento alle Sacre Scritture - ogni vizio capitale viene indagato grazie alle opere di grandi maestri come Giotto, Dürer, Correggio e di autori poco noti al grande pubblico, ma non per questo meno interessanti e stimolanti.