La figura di Maria in uno dei testi più ispirati e personali di Carlo Carretto. Un grande classico della spiritualità finalmente nella collana Buc. Una rilettura della vita di Maria illuminata dalla spiritualità di Charles de Foucauld e intimamente legata alle vicende personali di Carlo Carretto. Una testimonianza forte di come la riscoperta di Maria, liberata dalle "devozioni" preconciliari, abbia aperto in fratel Carlo una nuova prospettiva di fede. Arricchisce il volume un percorso di preghiera con Maria in nove giorni.
Chiara Lubich nasce a Trento il 22 gennaio 1920. Durante la Seconda guerra mondiale, sul crollo di ogni cosa, comprende che solo Dio resta, e ne fa l'ideale della sua vita: il 7 dicembre 1943 è la data che segna la nascita del movimento dei Focolari. È tra i poveri di Trento che inizia la sua "divina avventura. Vari giovani, attratti dalla radicalità evangelica, si uniscono a quel primo gruppo. Al movimento si avvicineranno, con gli anni, anche persone di altre fedi e convinzioni. Nel 1977 Chiara riceve a Londra il premio Templeton per il progresso della religione. Dopo l'impatto con la miseria delle periferie di San Paolo, in Brasile, dà il via al progetto dell'economia di comunione. Il movimento dei Focolari getta ponti tra le persone, le generazioni, le categorie sociali e i popoli: con questa motivazione riceve il premio Unesco 1966 per l'Educazione alla Pace. Dopo lunghi anni di attività, Chiara Lubich si è spenta a Rocca di Papa il 14 marzo 2008, all'età di 88 anni.
Uomo timido e introverso, Oscar Romero - arcivescovo di San Salvador dal 1977 - fu sospinto dalle circostanze a divenire la voce libera e autorevole di un popolo sofferente. Dopo aver dedicato tutta la vita al servizio di Dio, divenne un profeta di giustizia e di pace, sempre schierato dalla parte della popolazione, stremata dalla povertà e oppressa dai militari. Cercava il dialogo, soluzioni ragionevoli e civili alla crisi del suo paese. I suoi nemici, fautori di prospettive violente, non sopportavano la sua affermazione della dottrina sociale della Chiesa, non accettavano la sua richiesta di pietà e di giustizia, tanto da ucciderlo il 24 marzo 1980, mentre elevava l'ostia per la consacrazione. La biografia di Oscar Romero, difensore dei poveri e degli oppressi.
François-Xavier Nguyen Van Thuan (1928-2002) è stato per lungo tempo una figura carismatica per i vietnamiti in lotta per l'indipendenza. Perseguitato dal governo comunista, trascorse tredici anni in carcere e al confino per la sua fede e per la sua attività pastorale. Rimesso in libertà, fu costretto a lasciare il Paese e a rifugiarsi in Vaticano, Qui divenne testimone della speranza e fu nominato cardinale. Il volume è un resoconto della sua vita e della sua opera scritto da un amico di lunga data. La biografia di Nguyen Van Thuan.
Un dialogo tra maestro e discepolo, alla scoperta di una delle personalità mistiche più importanti degli ultimi cento anni. Un libro che rappresenta il diario spirituale di Raimon Panikkar, rivisto da lui stesso prima della morte, e frutto dei molti colloqui privati tra lui e Raffaele Luise, suo amico personale nonché giornalista Rai e vaticanista. Concepito come il racconto di un discepolo che incontra il maestro, questo testo ci trascina in un emozionante incontro con la storia, la vita e il pensiero di uno dei più grandi personaggi del Novecento. Alle domande poste dall'allievo, Panikkar risponde con parole profonde e ispirate, che colgono il senso della vita e affrontano grandi temi di oggi e di ieri: la globalizzazione, la teologia della liberazione, il capitalismo, il libero mercato, il rapporto tra le fedi... Un colloquio su cristianesimo, dialogo tra le religioni e futuro dell'intera umanità con l'uomo che si definì "votato a tre religioni senza averne tradita nessuna". Un uomo dalla vita avventurosa, sacerdote cattolico e al tempo stesso buddhista e induista, che si è arrischiato lungo i crinali di tutte le frontiere spirituali, intellettuali e umane del mondo, riuscendo ad aprire sentieri del tutto innovativi, in grado di curare la vita e di ricostruire la nostra dimora.
La cortesia, la gentilezza, o meglio l’amabilità, erano tra le virtù che più colpivano chiunque avvicinasse Suor Emmanuelle, anche per pochi istanti, così come l’attenzione e la cura che poneva in ogni incontro, l’affetto con cui ricordava le persone incontrate e la curiosità per i comportamenti e i luoghi nei quali si trovava. La sua era sempre una testimonianza forte, gioiosa:
«Sono una delle donne più felici della terra», amava dire, e standole accanto si capiva che non lo diceva tanto per dire, che non era una frase fatta, ma la realtà delle sue giornate.
Il libro raccoglie la trascrizione di alcuni colloqui con Suor Emmanuelle e di alcuni suoi interventi ai meeting organizzati dalla Comunità di Sant’Egidio.
Suor Emmanuelle, al secolo Madeleine Cinquin, è nata il 16 novembre 1908 a Bruxelles ed è morta il 20 ottobre 2008 à Callian, nel Sud della Francia, a quasi cento anni di età. Appartenente alle religiose di Nostra Signora di Sion, ha lavorato come insegnante a Istanbul, Tunisi e Alessandria d’Egitto presso
le scuole della sua congregazione, ma è nota soprattutto per le opere caritative svolte nellebidonvilles del Cairo e in Sudan, dove ha vissuto per anni a stretto contatto con i poveri. Nel 1991 il presidente egiziano Hosni Mubarak l’ha insignita della nazionalità egiziana come ringraziamento per la sua attività. Nel 2002 Jacques Chirac l’ha nominata comandante della Legion d’Onore, mentre Nicolas Sarkozy, nel 2008, l’ha elevata al rango di grande ufficiale.
Mohandas Karamchand Gandhi (1869-1948) è stato uno dei pionieri e dei teorici del satyagraha, la resistenza all’oppressione tramite la disobbedienza civile, grazie alla quale riuscì a portare l’India all’indipendenza. Dopo aver studiato legge a Londra, si trasferì in Sudafrica, dove conobbe la segregazione e le condizioni di semischiavitù in cui viveva la folta comunità indiana. Tornato in India, avviò una serie di proteste pacifiche contro il dominio inglese (boicottaggi, scioperi, manifestazioni) che culminarono con la marcia del 1930 contro la tassa sul sale. Dopo averlo incarcerato più volte, nel 1947 il Regno Unito cedette e concesse l’indipendenza alla colonia. Fu il premio Nobel Rabindranath Tagore a chiamarlo per primo Mahatma, “grande anima”. Con le sue azioni Gandhi ha ispirato l’azione di personalità come Martin Luther King, Nelson Mandela, e Aung San Suu Kyi.
James W. Douglass vive a Birmingham in Alabama. È autore di molteplici biografie.
Riprendendo alcune delle omelie più significative tenute da don Primo Mazzolari in occasione della Settimana Santa, il testo delinea in Cristo il volto della passione di Dio per l'uomo. Una passione che raggiunge ogni creatura, dai vicini ai lontani, dai giusti ai peccatori, da chi vive nella luce a chi giace nelle tenebre. Nessuno può dirsi escluso da tale amore. Tra le meditazioni più significative quella su Giuda che fa leva sul termine "amico" usato dal Maestro di Galilea, e che presenta Giuda come uno dei due accompagnatori del Cristo all'ingresso in Paradiso (l'altro è il ladrone pentito).
Charles de Foucauld (1858-1916) fu ordinato sacerdote nel 1901, anno in cui si trasferì a Beni-Abbés, in Algeria, dove visse una vita basata su preghiera, silenzio, lavoro e assistenza ai poveri. Fondò un eremo a Tamanrasset, dove venne trucidato dai predoni nel 1916. È stato proclamato beato il 13 novembre 2005 da Benedetto XVI. Durante la cerimonia il pontefice ha affermato che la sua vita è «un invito ad aspirare alla fraternità universale».
Professore presso l’università Jean Moulin Lyon 3, Hugues Didier è specialista di storia e letteratura religiosa.
Il progetto di Gesù è così grandioso che ci disorienta. La carità, la carità come la vuole Cristo, è la novità più strepitosa della terra, che potrebbe cambiare il volto del mondo se fosse veramente accolta dagli uomini. La carità cambia il volto delle persone, cambia il volto delle famiglie, cambia il volto delle comunità, cambia il volto della Chiesa. L'amore è la potenza trasformante dell'uomo; l'uomo che ama è rigenerato, il suo tessuto umano diventa un altro: quando amo, io cambio nei pensieri, nelle parole, nei sentimenti, nelle azioni e nelle reazioni. Gesù vuole che attraverso la carità e l'amore, gli uomini diventino "uomini nuovi". Chi non ha il coraggio di scegliere una vita nuova, pulita, generosa, viva, non entra nella carità di Gesù.
«La fede e la carità resero Pier Giorgio Frassati attivo e operoso nell’ambiente in cui visse, in famiglia e nella scuola, nell’università e nella società; lo trasformarono in gioioso ed entusiasta apostolo di Cristo, in appassionato seguace del suo messaggio e della sua carità. Il segreto del suo zelo apostolico e della sua santità è da ricercare nell’itinerario ascetico e spirituale da lui percorso; nella preghiera, nella perseverante adorazione, anche notturna, del Santissimo Sacramento, nella sua sete della parola di Dio, scrutata nei testi biblici; nella serena accettazione delle difficoltà della vita anche familiari; nella castità vissuta come disciplina ilare e senza compromessi; nella predilezione quotidiana per il silenzio e la “normalità” dell’esistenza».
Giovanni Paolo II
Cristina Siccardi, laureata in lettere moderne con indirizzo storico, ha collaborato con La Stampa, La Gazzetta del Piemonte, Il Nostro Tempo, La Voce del Popolo, L’Osservatore Romano, Avvenire e con emittenti radiofoniche
e televisive. Specializzata in biografie, con le Edizioni San Paolo ha pubblicato tra gli altri: Pier Giorgio Frassati. Modello per i cristiani del Duemila (2002); Santa Rita da Cascia e il suo tempo (2004); Fratel Silvestro. La vite di Dio (2006).
Madre Teresa di Calcutta, avvolta nel suo sari bianco e azzurro, ha portato amore e conforto ai più poveri tra i poveri, cercando sempre il Cristo sofferente tra i malati, i nullatenenti e i diseredati. Nata e cresciuta a Skopje, nel 1928 entrò nelle Suore di Loreto e l'anno successivo giunse in India. Nel 1946 ricevette "la chiamata nella chiamata": "Sentivo che il Signore mi chiedeva di rinunciare alla vita tranquilla all'interno della mia congregazione religiosa per uscire nelle strade a servire i poveri". Nel 1950 fondò quindi le Missionarie della Carità e iniziò ad assistere indigenti, moribondi e lebbrosi. Grande amica di Giovanni Paolo II, nel 1979 ricevette il Premio Nobel per la pace, a motivo del suo impegno e del rispetto per il valore e la dignità di ogni singola persona. È stata proclamata beata nel 2003 ed è in corso il processo di canonizzazione.
Quasi una vita di Gesù è un saggio che ricostruisce, partendo dai testi autografi di Bernanos, un progetto da lui a lungo pensato, ma che si decise a scrivere solo nei suoi ultimi mesi di vita, quando ormai era gravemente ammalato. E infatti Bernanos morì prima di poter realizzare la sua Vita di Gesù e di essa abbiamo soltanto il frammento iniziale, che viene proposto in due pagine a stampa subito dopo l’Introduzione del curatore. Poche righe che però esprimono chiaramente il suo desiderio di scrivere una vita di Gesù per le persone semplici e umili: «Vorrei parlare di Gesù Cristo molto semplicemente agli uomini che non lo conoscono più, vorrei parlarne dalla soglia di una chiesa o dietro un pilastro, da povero uomo come gli altri». Il volume, curato da don Marco Ballarini, dottore della Biblioteca Ambrosiana e profondo conoscitore dell’opera di Bernanos, offre al lettore le pagine migliori della produzione narrativa, saggistica e teatrale di Bernanos che si riferiscono alla figura di Gesù o alle Sue parole, e ricostruisce, seppure per frammenti, una ideale vita di Cristo «secondo Bernanos». Ne risulta così un testo singolare, una Vita di Gesù scritta utilizzando le parole e secondo le intenzioni di un grande romanziere moderno.
L'autore
Georges Bernanos (1888 - 1948) è uno dei più celebri autori della letteratura francese del Novecento. Personaggio e romanziere di difficile definizione - tanto da rendere complesso inquadrarlo in un preciso contesto letterario - , fervente cattolico, ha posto al centro della sua opera l’antagonismo tra il Bene e il Male. Sotto il sole di Satana (1926) è il suo primo romanzo, al quale hanno fatto seguito, tra gli altri, Diario di un curato di campagna (1936) e Monsieur Ouine (1943).
Padre Pio da Pietrelcina divenne novizio cappuccino nel 1903, all'età di 15 anni. Ordinato sacerdote nel 1910, poco dopo ricevette il dono delle stimmate. Ai dolori fisici e ai tormenti spirituali si alternarono i conforti di Gesù: dapprima solo voci, poi vere e proprie apparizioni. Presto la notizia si diffuse e il convento di San Giovanni Rotondo divenne meta costante di pellegrinaggio da parte dei fedeli, che gli attribuirono grazie, conversioni e guarigioni inattese. Nel 1956 diede vita alla Casa Sollievo della Sofferenza, importante struttura sanitaria di elevata specializzazione. Autore di un cospicuo epistolario, Padre Pio si spense il 23 settembre 1968 all'età di 81 anni. Giovanni Paolo II lo proclamò beato il 2 maggio 1999 e santo il 16 giugno 2002. La biografia di Antonio Pandiscia, considerato "il" biografo di Padre Pio. Prefazione di Alberto Bevilacqua.
Una raccolta di «pensieri» di santa Gemma Galgani, la santa mistica vissuta a Lucca tra il 1878 e il 1903. Riunisce, per argomenti, pensieri, preghiere, poesie della santa, in cui ella confessa, con sincerità e spontaneità, i passaggi del suo vissuto quotidiano, rielaborati e riletti nella preghiera, nella gioia della comunione con Gesù.
È una sorta di «autobiografia spirituale»; l’Introduzione accompagna il lettore alla conoscenza della santa, mentre la lettura dei suoi testi autografi permette di entrare direttamente e nel profondo del suo animo toccando con mano l’intensità dell’esperienza mistica vissuta da Gemma. Al termine del volume, una Cronologia essenziale della vita della santa e del percorso della sua beatificazione. Un libro di meditazione che può essere usato anche come strumento di preghiera.
L'autrice
Gemma Galgani è nata il 12 marzo 1878 a Borgonuovo di Camigliano (Lucca). Nel 1885 riceve la cresima e due anni dopo fa la prima comunione. La morte della mamma (1886), del fratello Gino (1894), del padre (1897) e una serie di malattie, contribuirono a purificare la «povera Gemma». La sera dell’8 giugno 1899 riceve le stimmate. Poco dopo la famiglia Giannini di Lucca la ospita in casa «come una figlia». In questa casa è vissuta circa due anni
e mezzo: favorita da singolari doni mistici, vessata dal demonio, partecipa di tutti i dolori della Passione, fino al supremo abbandono dell’agonia, coronato l’11 aprile 1903 col suo olocausto. È riconosciuta beata da Pio XI nel 1933 e santa da Pio XII nel 1940.
In questi ultimi anni stiamo assistendo ad un ritorno alla spiritualità. Ambiguo, senza dubbio, come tutto quello che è di moda e come ogni cosa umana. Ma davvero promettente. La posta in gioco è niente meno che la comprensione di chi siamo.
Che cosa è la spiritualità e cosa ha a che fare con la religione? Cos’è l’intelligenza spirituale, cosa ci dà e come possiamo farla crescere? Dove ci porta? Che cosa significa tutto questo per il nostro mondo di oggi e per il futuro dell’umanità?
Con uno stile articolato e profondo, ma sempre lucidissimo, l’autore offre alcuni spunti per comprendere e vivere il risveglio spirituale che agita questi nostri anni. Con la certezza che, alla sua radice, c’è una trasformazione della coscienza che porta, come hanno mostrato tutti i Maestri spirituali, Gesù compreso, a una maggiore pienezza di vita.
L'AUTORE
Enrique Martínez lozano è psicoterapeuta, sociologo e teologo. È autore di numerosi libri nei quali riesce con grande abilità a trovare i punti di contatto tra psicologia e spiritualità. Così facendo promuove uno sviluppo integrale della persona e un’esperienza di spiritualità autentica, attenta alle esigenze e al linguaggio di quanti, pur al di fuori di un’appartenenza confessionale, sono alla ricerca di un rapporto con la Trascendenza.
Simone Weil è un punto di riferimento e di incrocio tra il pensiero laico, ebraico e cristiano e una delle figure più note della mistica contemporanea. In occasione del 70° anniversario della morte (31 agosto 1943), raccogliamo in questo volume alcune delle sue riflessioni più significative sull’amore di Dio.
«La forma velata dell’amore precede necessariamente la presenza di Dio e, spesso, regna essa sola nell’anima per lungo tempo; per molti, forse fino alla morte. Questo amore velato può attingere a gradi elevatissimi
di purezza e di forza. Ogni forma di cui questo amore è suscettibile, nel momento in cui tocca l’anima, ha la virtù di un sacramento».
L'AUTORE
Simone Weil (Parigi 1909 - Ashford 1943) israelita, fu insegnante di filosofia, fortemente interessata ai problemi sociali, militò nell’estrema sinistra. Lavorò come operaia in vari stabilimenti e partecipò, fin dall’inizio, alla guerra civile spagnola. Lasciò la Francia a causa della persecuzione nazista e, dopo un breve soggiorno negli Stati Uniti, passò a Londra gli ultimi anni della sua vita, militando nelle file della resistenza francese.
Alberto Fabio Ambrosio, domenicano, è da anni uno dei maggiori studiosi cristiani dell’Islam mistico. In questo libro racconta l’origine di questa sua passione e introduce il lettore nello straordinario mondo del sufismo, la mistica islamica. Ambrosio mettendosi in gioco in prima persona, conduce il lettore a una duplice riflessione, sia teorica che personale, riguardo al tema del dialogo intrareligioso, tanto caro a Raimon Panikkar.
Una profonda e inedita scoperta dell’Islam che affascina e non spaventa, quello dei grandi mistici e delle scuole spirituali.
Nato a Fano, nel 1971, dopo i primi studi in Italia Alberto Fabio Ambrosio intraprende gli studi in Lingua e Storia della Turchia all’università di Strasburgo. Nel 2002 completa gli studi universitari in Turchia discutendo una tesi sui rituali di iniziazione nell’ordine Bektashi. Lo stesso anno si laurea anche in teologia con uno scritto sull’induismo e il sufismo. Nel 2003 intraprende un dottorato in Storia Moderna all’Università della Sorbona di Parigi, sulla dottrina e le pratiche dei Dervisci Rotanti nell’Impero ottomano del XVII secolo. È autore di diverse pubblicazioni su Jalal alDin Rumi e i Dervisci Rotanti. Attualmente prosegue le sue ricerche sull’ordine mistico dei Dervisci Rotanti a Istanbul, dove risiede dal 2003.
Il dialogo non è semplicemente una forma di comunicazione; è una messa in gioco dell’umanità della donna e dell’uomo, dentro quella presenza che è l’umano, nel mondo e di fronte al divino.
Martin Buber conduce il lettore dentro una riflessione modernissima sull’arte della parola che attraversa le distanze tra l’io e il tu, alla ricerca di quella tensione unica (ma non univoca), unitaria (ma che salvaguarda la dualità), che appartiene a ciascuno di noi.
E che svela noi a noi stessi, proprio mentre incontriamo l’altro.
L'autore
Martin Buber (1878-1965) è stato un filosofo e teologo ebreo nato a Vienna ed emigrato a Gerusalemme nel 1938. Ha insegnato filosofia della religione ebraica all’Università Johann Wolfgang Goethe di Francoforte sul Meno e antropologia e sociologia all’Università Ebraica di Gerusalemme. Presso le Edizioni San Paolo: Due tipi di fede. Fede ebraica e fede cristiana (19992)
e Il principio dialogico e altri saggi (a cura di Andrea Poma, 2011).
Il testo è una riflessione sull’evoluzione della vita e dell’uomo vista da uno scienziato che cerca un collegamento ideale tra Darwin e Gesù.
L’autore proviene da una formazione religiosa, rimessa però in discussione durante il suo percorso di studio e professionale, fino al punto da rifiutare la fede, soprattutto là dove le manifestazioni religiose entrano in contrasto con il dato scientifico. Tuttavia proprio la scoperta di Darwin (e della sua teoria dell’evoluzione)
gli permetterà di riscoprire anche l’attualità di Gesù e del suo messaggio (l’amore verso ogni persona) come ciò che permette all’uomo di andare oltre i limiti imposti dalla propria struttura genetica: «Questo messaggio, autenticamente salvatore nel senso etimologico del termine, indica la strada che l’umanità deve intraprendere e che deve trasmettere culturalmente alla sua discendenza per contrastare gli attributi genetici nocivi che la selezione naturale ha conservato in sé nel corso delle sue remote origini africane».
L’AUTORE
Christian de Duve è un biochimico belga, premio Nobel per la medicina nel 1974 per i suoi studi sui meccanismi biologici fondamentali della cellula. Dal 10 aprile 1970 è membro della Pontificia Accademia delle Scienze.
Un saggio di realismo, una fiaba e una ricostruzione storica: i Tre racconti propongono tre gemme di diverso colore che Gustave Flaubert, scrittore ormai affermato e maturo, ha incastonato a costruire un libro prezioso e intenso, dedicato alla religione e alle tematiche spirituali. Ne Un cuore semplice la fede genuina è rappresentata attraverso la vita di una serva di umile intelligenza, La leggenda di san Giuliano l’Ospitaliere racconta il passaggio doloroso dall’ardore per il sangue alla santità mentre in Erodiade vengono ricostruite con tratti vividi le ultime ore di san Giovanni Battista. Nei Tre racconti il tema religioso è posto in risalto da uno stile limpido, che fa di ciascuno di essi un paradigma letterario per il suo genere.
Gustave Flaubert nacque a Rouen, cittadina dell’Alta Normandia francese, nel 1821 presso l’ospedale diretto dal padre in cui trascorse la prima infanzia. Precocissimo nello scrivere, non fu uno scolaro particolarmente brillante. In seguito a un primo e violento attacco, probabilmente di natura epilettica, lasciò gli studi in legge e si dedicò completamente alla vocazione letteraria.Tra le sue opere ricordiamo Novembre (1842), il romanzo storico Salammbô (1862) e L’educazione sentimentale (1869). Il suo romanzo più celebre è però lo scandaloso Madame Bovary (1857) che guadagnò allo scrittore francese un processo per oltraggio alla morale e un’enorme popolarità. I Tre racconti che presentiamo risalgono al 1877 e sono le ultime opere pubblicate da Flaubert, prima separatamente e poi in un unico volume.
Nell’estate del 1630, a Milano, il caldo e le disastrose condizioni igieniche infiammano una violenta epidemia di peste capace di uccidere più di cento persone al giorno. In quel periodo due donne riferiscono di aver notato un uomo aggirarsi sotto la pioggia e ungere le mura delle case con una strana sostanza probabilmente in grado di diffondere il morbo. Da qui parte la storia del processo agli “untori” e la furiosa ricerca di colpevoli da parte dei magistrati, spinti dalla popolazione imbestialita a scelte arbitrarie. La vicenda che Manzoni ripercorre a oltre due secoli di distanza solleva pesanti interrogativi morali sul trattamento degli accusati, sulla pena di morte e sull’interazione tra passioni collettive ed esistenze individuali.
Alessandro Manzoni nacque a Milano nel 1785 da una nobile famiglia che gli assicurò una solida educazione.Anticlericale in gioventù, dopo un lungo soggiorno a Parigi e il matrimonio con rito protestante, matura il suo passaggio alla fede cattolica.Tornato nel capoluogo lombardo avvia la sua stagione più feconda che vede la produzione di tragedie (come l’Adelchi, nel 1822) e odi civili (Marzo 1821 e Il cinque maggio, 1821). La fama del Manzoni è legata soprattutto all’innovativo romanzo storico I promessi sposi, pubblicato nella sua prima versione nel 1827. Di questa avrebbe dovuto far parte il saggio Storia della colonna infame, che fu invece pubblicato come appendice alla versione definitiva del romanzo, edita tra il 1840 e il 1842.
La vicenda particolare, quella autobiografica di un amore tragicamente deluso, è punto di partenza di una sublime riflessione sull’amore. C’è un’insolita lucidità nei due giovani che si incontrano sotto le stelle del Libano nei giardini di Ali spezzate, una capacità di delineare con chiarezza la propria situazione interiore e gli sconvolgimenti che l’amore provoca in loro. L’immediata frustrazione del desiderio li rende maturi, li obbliga a compiere delle scelte anche radicali e, in tutto questo, a illustrare agli occhi del lettore le altezze più vertiginose che un legame tra spiriti assonanti dischiude agli esseri umani. Le ali degli amanti, seppur spezzate, definiscono la perfetta traiettoria di un volo verso vette raggiungibili solo in una parabola d’amore.
Kahlil Gibran nacque a Bsharre, in Libano, nel 1883. Ancora adolescente si trasferì con parte della sua famiglia negli Stati Uniti. Crocevia di culture – islamica e cristiana, orientale e occidentale – nel 1912 pubblicò il suo primo e unico romanzo, Ali spezzate. Fondò a New York un circolo letterario di immigrati dell’area siro-libanese che si ispirava alle tematiche dei romantici. Il folle (1918), una raccolta di parabole, fu il suo primo testo in inglese, mentre nel 1923 pubblicò, nella stessa lingua, il suo grande successo: il poema in prosa Il profeta, che costituisce una pietra miliare della letteratura araba. Dopo la sua morte, avvenuta nel 1931, venne pubblicato postumo Il giardino del profeta, seguito ideale del fortunato poema, portato a termine dalla sua collaboratrice e compagna.
Sullo sfondo la Sardegna piena di simboli e ricordi tipica dei romanzi di Grazia Deledda. In primo piano il romanzo delle passioni elementari e comunque radicali: Olì che conosce l’amore e giovanissima si scopre tradita; Anania, il cercatore di tesori inesistenti, inconsapevolmente crudele; il figlio dei due costretto a crescere senza la prospettiva di una normale vita famigliare. I personaggi sono mossi dalle emozioni più forti e contrastanti, da odi e amori irriducibili, ed è la famiglia a rimanere travolta in questo violento turbinio, tanto da uscirne arsa, bruciata fino a rivelare, nell’ultimo residuo, tutto il suo valore.
La breve epopea di Corradino, giovane duca di Svevia, disceso in Italia nel XIII secolo per riprendersi quanto ritenuto suo per diritto di discendenza, viene narrata magistralmente da Chiusano e arricchita da elementi romanzeschi. Ripercorrendo la vita di questo condottiero, dalla più tenera età fino alla condanna a soli sedici anni, sono portati alla luce gli elementi tipici di un percorso di crescita morale e personale in cui la religione e l’esempio di Cristo giocano una parte importante. Il romanzo si snoda agevolmente tra storia e finzione, armonizzando alla perfezione un linguaggio, a volte aspro, ad alti riferimenti spirituali.
per la propria vita: ecco i due elementi che accomunano La morte di Ivan Il’icˇ e Confessione. Il primo, narrazione dal realismo spietato dell’agonia di un giudice costretto a letto da un misterioso male, riscopre negli occhi del morente i tormenti di un uomo fino a quel momento felice e soddisfatto. In Confessione è lo stesso Lev Tolstoj, scrittore affermato e di chiara fama, ad aprire le porte della propria coscienza per mostrare la sua lacerante insicurezza di fronte alla domanda fondamentale: «Come devo vivere?». Il grande scrittore russo scoperchia il contenitore dei dubbi esistenziali e rivela la sua prospettiva, quella di un uomo che andrà incontro a una ferma ma tormentata conversione.
Le Operette morali, composte nel 1824 e rimaneggiate fino al 1835, sono una raccolta di racconti e dialoghi che Leopardi dice di aver progettato «quasi per vendicarmi del mondo». Si tratta di scritti che risentono della “conversione filosofica dell’autore ed esprimono, con la chiarezza di una prosa pungente, la sua prospettiva sulla vita. Leopardi dà spazio libero al suo pessimismo esistenziale dipingendo l’esistenza umana come una ricerca continua e necessariamente insoddisfatta di un orizzonte infinito ed eterno. Nelle Operette troviamo affiancate la profonda riflessione esistenziale e la tagliente ironia che schernisce la piccolezza della vita umana: la risata è l’unico conforto possibile di fronte al male del mondo.
Quattro racconti (Il vescovo, Lo studente, Il monaco nero, Il violino di Ròtschild) di uomini chiusi in se stessi, vittime di una profonda solitudine impossibile da aggirare e lasciarsi davvero alle spalle. Storie che raccontano un destino che colpisce tutti, quello della incomunicabilità, di una distanza abissale con gli altri e dell’incapacità di costruire relazioni sociali e interpersonali. Se la religione,nonostante Cechov fosse ateo, sembra poter offrire un appiglio, riannodare i capi sfilacciati delle vite umane, la vera certezza pare essere soltanto quella della sofferenza.
"Quattro tra i migliori racconti di Cechov raccolti in un unico volume della nuova collana BUC - I Narratori. Grandi classici e capolavori introvabili con in comune il respiro dell'assoluto".
L'Autore
Anton Pavlovic Cechov (1860-1904) nacque a Taganrog, città russa affacciata sul Mare d’Azov; dopo il fallimento del padre, un piccolo commerciante, si trasferì a Mosca con la famiglia. Per pagarsi gli studi in medicina Anton si dedicò alla scrittura di brevi racconti, perlopiù umoristici, che trovarono il favore degli editori. Il suo impegno letterario, pur nato dalla contingenza, maturò con la mutata situazione economica e Cechov arrivò alla consacrazione con la sua produzione teatrale, soprattutto con i drammi Il gabbiano (1895), Zio Vanja (1896) e Il giardino dei ciliegi(1903). Cechov è dotato di una forte sensibilità per i temi morali e propone in molti suoi racconti una fredda ma pungente riflessione sulla condizione umana.
I quaderni spirituali di Gaston Courtois, dei quali è qua presentata una selezione a cura di Agnès Richomme, sono la materializzazione del suo ininterrotto ascolto del Signore; e rispondono al preciso impegno di offrire, dopo la sua scomparsa, a quanti lo avrebbero accolto, qualcosa dei segreti della sua vita. Ora l’eredità di questo grande sacerdote, instancabilmente teso nella donazione totale di sé al servizio della Chiesa, delle missioni e delle anime bisognose di un concreto aiuto fraterno, è nelle nostre mani. Tocca a noi, nutrendocene, imparare a pregare, ad ascoltare e, soprattutto, ad amare, stimolati dal suo esempio di vita.
L'Autore
Gaston Courtois nacque a Parigi nel 1897. Qui compì gli studi superiori alla Sorbonne e presso l’Institut catholique. Come ufficiale prese parte alla guerra del 1914-1918, fu gravemente ferito e in seguito insignito della Légion d’honneur. Nel 1921 si fece religioso tra i Figli della Carità, congregazione fondata nel 1918 da padre Jean- Emile Anizan, dedita all’evangelizzazione dei poveri e degli operai, e nel 1925 fu ordinato sacerdote. Il suo apostolato fu intenso: fondò insieme a Joseph-Léon Cardijn la Jeunesse Ouvrière Chrétienne (JOC), animò associazioni sacerdotali e religiose, promosse opere caritative e missionarie, suscitò movimenti vivacissimi di vita cristiana, soprattutto tra i giovani (Coeurs Vaillants). Nel 1960 fu nominato segretario generale della Pontificia Unione Missionaria del Clero. Morì a Roma nel 1970.
Inizio del Duecento, una schiera di fanciulli si avvia alla volta della Terra Santa per liberare il sepolcro di Cristo. È una follia collettiva che guida gli innocenti verso la guerra e il sangue.
I due protagonisti, Ugo e Agnes, vivranno vicende piene di imprevisti e incontreranno personaggi singolari che li aiuteranno a costruire il loro viatico dall’odio all’amore, dall’intolleranza alla fratellanza, portando allo scoperto l’assurdità di una religione che, come un arma potente, è usata per colpire e uccidere.
Ne Il ballo della sposa, Santucci riflette con grande forza sul vero messaggio delle religioni e, in particolare, del cristianesimo, una parola di riappacificazione e rispetto che ancora stenta a essere compresa.
L'Autore
Luigi Santucci nacque a Milano nel 1918. Oppositore del regime fascista, partecipò alla Resistenza collaborando, tra gli altri, con David Maria Turoldo. Di professione insegnante, incontrò successi fulminanti già con le sue opere giovanili che meritarono numerose pubblicazioni in Italia e all’estero: tra queste richiamiamo In Australia con mio nonno (1947), Lo zio prete (1951) e Il velocifero (1963). Nel 1967 ottenne il Premio campiello con il romanzo Orfeo in paradiso. I suoi numerosissimi scritti affrontano spesso temi cari alle religioni a partire da un punto di vista acuto e disincantato. Il ballo della sposa, pubblicato per la prima volta nel 1985, è un perfetto esempio di questa leggera ma profonda capacità di riflessione.
Agli antipodi di un cristianesimo triste e repressivo, Cencini conduce il lettore alla riscoperta dell’autentica dimensione della gioia, vero sale della vita del credente.
Cencini, approfondendo alla luce della parola di Dio e sotto l’aspetto psicologico il tema della gioia, afferma che essa "non la si può collocare tra gli optional della vita e della testimonianza credente, o ritenerla dote di natura o questione di carattere, e nemmeno semplice accessorio estetico che facilita l’approccio e rende simpatico l’annunciatore". La gioia è questione di contenuto, di maturità e solidità interiore, di esperienza e sapienza di vita, per cui i cristiani, uomini della gioia, del sorriso e del buon umore, devono diventare apostoli di un nuovo apostolato umanistico, quello dell’ottimismo cristiano, che nasce dalla speranza certa.
L'Autore
Amedeo Cencini, sacerdote, è docente dei corsi di “Formazione permanente” e di “Problematiche psicologiche della vita sacerdotale e religiosa” all’Università Salesiana e di “Accompagnamento personale: aspetti teorici e pratici” al corso dei Formatori Vocazionali; presso la stessa università insegna “Libertà e maturità affettiva nel celibato consacrato” alla Scuola di teologia e diritto, organizzata dalla Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo la trilogia sul celibato sacerdotale e religioso (Per amore, Con amore, Nell’amore, Dehoniane, 1994-1996- 2001) e la trilogia sulla vita comune (Com’è bello stare insieme, Come rugiada dell’Ermon, Come olio profumato, Paoline Editoriale Libri, 1996- 1999). Con le Edizioni San Paolo ha pubblicato Vita consacrata. Itinerario formativo lungo la via di Emmaus (1994, 2003); Come fuoco che divampa. Il consacrato aperto al dono dello Spirito (1998); Il respiro della vita. La grazia della formazione permanente (2002, 2003).
Quattro notti e un mattino per raccontare una storia che si muove al buio e nella penombra della coscienza. Un giovane sognatore, abituato a nutrirsi di sentimenti e impressioni, incontra nella notte una ragazza piangente e sola che sarà per lui l’appiglio verso il concreto mondo diurno. La città di San Pietroburgo saprà cullare nel suo bianco silenzio questa storia a due voci, fatta di confidenze notturne, attese e speranze e il mattino, al risveglio, rimarrà quello strano sapore in bocca, quella domanda di realtà inevasa: nelle notti bianche, negli improbabili intrecci e nei sussurri furtivi di due ipotetici amanti, qual è il vero confine del sogno?
L'Autore
Fedor Michajlovic Dostoevskij nacque a Mosca nel 1821 da una famiglia benestante. Il suo racconto di esordio, pubblicato nel 1846, Povera gente, lo impose da subito come autore di riferimento. Si distaccò dalla cosiddetta "scuola naturale" e dall’esempio di Gogol’, allora imperante. Dopo l’arresto per motivi politici e la reclusione in Siberia, l’opera di Dostoevskij si caratterizzò per originalità e profondità psicologica, mentre la produzione più matura si incentrò su tematiche morali e religiose. È unanimemente riconosciuto come uno dei maggiori narratori di tutti i tempi. Tra i romanzi e i racconti più apprezzati ricordiamo Memorie dal sottosuolo (1864), Delitto e castigo (1866), L’idiota (1868), I demoni (1871), L’adolescente (1876), I fratelli Karamazov (1878-80). Il racconto Le notti bianche fu pubblicato nel 1848 per la rivista "Annali Patrii".
In questo volume René Voillaume ci guida in un percorso di preghiera e vita. "BUC - Le Parole" è la nuova serie delle Edizioni San Paolo dedicata ai grandi autori della spiritualità. "Pregare è pensare a Dio, amandolo", ha lasciato scritto Charles de Foucauld. L'esempio di Gesù deve ispirare anche a noi il desiderio dell'unione con il Padre celeste. Per noi la preghiera di Gesù resta un mistero, legato al mistero suo personale di Figlio di Dio fatto uomo. La sua preghiera era un inalterato faccia a faccia con il Padre. Nessuna difficoltà, per lui, nella preghiera, né problemi di metodo. La preghiera di Gesù fu anzitutto la preghiera di un figlio d'uomo. Nella sua anima umana e con tutta la sua anima umana egli pregò il Padre proprio e veramente come noi lo preghiamo. René Voillaume descrive in questo volume le tappe della ricerca di una preghiera autenticamente filiale che ispira e assicura la nostra presenza a Dio e ai fratelli, realizzando insieme una reale unità tra vita e preghiera.
Una parola scorre sotto tutte le parole della Bibbia, come una corrente sotterranea, una nervatura delle pagine. Questa parola è “vita”. A partire dal libro della Genesi, quando Adamo divenne un essere che ha vita (Gen 2,7), proseguendo con i racconti dell’Esodo quando, nei giorni dell’alleanza, il Signore disse: “Hai davanti a te la vita e la morte, scegli!” (Dt 30,19), attraverso i Salmi, la cui supplica più ripetuta è “Fa’ che io viva!”, fino ai Profeti, che rivelano il volto del Dio della vita, tale parola agisce da protagonista nascosta. Queste pagine ci accompagnano lungo un itinerario che culmina nella figura di Gesù: questi ha l’audacia di attribuirsi, come suo nome proprio, come sua identità, la vita: “Io sono la vita” (Gv 14,6); anzi, ne fa la sua missione specifica: “Sono venuto perché abbiano la vita in abbondanza” (Gv 10,10).
l’Autore
Ermes Ronchi, dei frati Servi di santa Maria, friulano di Racchiuso di Attimis (Udine), è nato nel 1947. Ha studiato teologia a Roma (Marianum) e scienze religiose e antropologia a Parigi (Institut Catholique e Sorbona). Risiede presso il convento di San Carlo al Corso a Milano, dove dirige il Centro culturale della Corsia dei Servi; docente al Marianum; collaboratore di «Avvenire», ha pubblicato varie opere: Dietro i mormorii dell’arpa (1999), Bibbia e pietà mariana (2002), Ha fatto risplendere la vita (2003), Il canto del pane (2004), Dieci cammelli inginocchiati (2004). Per le Edizioni San Paolo sono usciti: Respirare Cristo. Commenti ai vangeli festivi.Anno C (2007), Sciogliere le vele. Commento ai vangeli festivi. Anno A (2011), Il canto del pane (2011), L’alfabeto della vita. Commento ai vangeli festivi.Anno B (2011).
Un minuto prete cattolico dal viso rotondo, ingenuo e impacciato all’apparenza, nasconde uno strano investigatore che nulla ha da invidiare al campione del metodo scientifico, il detective Sherlock Holmes. Padre Brown non è uno scienziato e le sue indagini sono del tutto particolari: non cerca il criminale da punire ma l’uomo da far ricredere e l’anima da recuperare. Ancor prima dei malfattori, saranno le falsità e le ipocrisie a cadere nelle sue trappole sotto i colpi di arguti ragionamenti. A Chesterton il merito di aver coniato una nuova declinazione del genere poliziesco che diverte, appassiona e ispira da oltre un secolo, capace di stillare gemme di riflessione morale senza nulla togliere al sano intrigo della migliore tradizione del giallo d’Oltremanica.
L'Autore
Gilbert Keith Chesterton, nato a Londra nel 1874, è stato giornalista, polemista e scrittore. In trent’anni ha scritto quasi cento libri tra saggi, biografie, raccolte di poesie, opere teatrali, romanzi e racconti brevi. Ha dato vita al personaggio di Padre Brown, protagonista di una lunga serie di romanzi e racconti gialli.
"Le riflessioni e le poesie raccolte in questo volume compongono un libro di meditazione e di vita, trasformandosi in un inno liturgico e in un canto di battaglia. Esse ci conducono all'eremo ma anche nel groviglio della città: "Signore, se è di troppo chiederti l'innocenza del fanciullo, donaci almeno la capacità di un rimorso; scrivi in noi le tavole dei comandamenti, da' carne al tuo mandato nuovo". Da queste pagine traspare il profilo più autentico di padre Turoldo, ribelle a tutto quanto offende la dignità della vita e i diritti della persona, ma anche fedele alla propria vocazione: quella di un dialogo ininterrotto con Dio, suo unico confidente, per scoprirlo, interrogarlo, coinvolgerlo nella vita di tutti i giorni, gridargli la disperazione dell'uomo e, alla fine, accettarne la volontà."
Due domande fondamentali percorrono tutta la Bibbia: «Chi è il Signore, come e dove lo incontro?» e «Chi è l’uomo?». L’esperienza spirituale biblica tocca contemporaneamente Dio e l’uomo. È teologica e antropologica insieme. In queste pagine l’autore si preoccupa di descrivere, in primo luogo, l’esperienza spirituale dell’Antico Testamento, così come si è configurata nelle diverse tradizioni storiche, profetiche e sapienziali, mostrando l’incidenza degli eventi vissuti dal popolo sulla spiritualità biblica. Segue la riflessione sul Nuovo Testamento, dove viene illustrato il percorso che dalla rivelazione di Gesù conduce alle diverse comunità cristiane. In un contesto variegato (giudaico, giudaico-pagano o ellenico, di persecuzione o di emarginazione) la ricchezza della Parola emerge con tutta la sua capacità di interpellare l’uomo nel suo “qui” e “ora”.
Destinatari
• Credenti e non credenti interessati al confronto con la fede cristiana.
L'autore
Bruno Maggioni, sacerdote della diocesi di Como, è docente di Esegesi del Nuovo Testamento presso la FacoltàTeologica dell’Italia settentrionale, e di Introduzione alla teologia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Autore di numerose pubblicazioni, tra i suoi libri ricordiamo: Un Dio fedele alla storia. L’esperienza spirituale nella Bibbia (Edizioni San Paolo, 2009), Pregare in Spirito e verità. La preghiera secondo la Bibbia (Edizioni San Paolo, 2009, con Raniero Cantalamessa), inoltre insieme a Mons. Gianfranco Ravasi ha curato la Bibbia Via Verità e Vita (San Paolo).
Molteplici sono le icone mariane che hanno affollato i secoli; tutte, però, risalgono alle icone, non “dipinte” ma “descritte”, distribuite nelle pagine bibliche. Il volume ne riprende trentuno, tante quanti sono i giorni di un mese. Nei primi quadri il lettore è introdotto alla scuola dei Padri, della liturgia, della devozione popolare e colta, che per secoli ha intravisto nei volti femminili dell’Antico Testamento i tratti “anticipati” della Madre del Signore.Alla base di quest’operazione cosiddetta “allegorica” c’è da sempre una profonda intuizione: le Scritture ebraiche e quelle cristiane, l’Antico e il Nuovo Testamento sono in intima connessione, la Parola del Cristo è in continuità piena e gloriosa con la Parola di Yhwh. Le icone successive sono le più dirette e somiglianti perché nelle pagine neotestamentarie è Maria stessa ad essere di scena, con contorni e fisionomia precisi.
L'autore
Gianfranco Ravasi, nato nel 1942 a Merate (Lecco) e ordinato sacerdote nel 1966, è stato per molti anni Prefetto della BibliotecaPinacotecaAmbrosiana di Milano.Nel settembre 2007, dopo essere stato nominato da Benedetto XVI Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura e delle Pontificie Commissioni per i Beni Culturali della Chiesa e di Archeologia Sacra, è stato ordinato Arcivescovo Titolare di Villamagna di Proconsolare. A lungo docente di esegesi dell’Antico Testamento nella Facoltà Teologica dell’Italia settentrionale e di ebraico nel Seminario arcivescovile milanese, è membro di numerose accademie e istituzioni culturali italiane e straniere, oltre che autore di diversi volumi.Il 20 novembre 2010 è entrato a far parte del Collegio cardinalizio.Tra le opere pubblicate presso le Edizioni San Paolo segnaliamo la trilogia Che cos’è l’uomo? (2011), Chi sei Signore? (2011) e Dove sei, Signore? (2012), come pure il commento ai Salmi (20072) e al Qohelet (20085). Per il Gruppo San Paolo ha diretto opere di prestigio come la Bibbia Via,Verità e Vita (2009), i diversi volumi della Nuova Bibbia per la Famiglia (2009) e il Dizionario Temi Teologici della Bibbia (2010).
Come un fratello anziano, che dopo aver a lungo camminato guardando ai maestri che lo precedevano, si volge a quanti vengono dopo di lui per offrire loro la sua esperienza, così Enzo Bianchi ci insegna l’arte dimenticata della lotta spirituale, della scelta e della resistenza alla tentazione. Il relativismo etico e la cultura imperante, fanno sognare uno stile di vita esente dal rischio e della fatica e sembrano rendere fuori luogo e fuori tempo la riflessione sul- la necessità della lotta interiore. Eppure senza di essa, senza un esercizio di discernimento tra il bene e il male, non è possibile edificare una personalità umana e spirituale robusta. Per ogni credente la lotta spirituale è più che mai essenziale per pervenire a una vita piena e compiuta, per fare della propria vita un capolavoro.
Questa Piccola introduzione alla vita cristiana vorrebbe invitare, in forma semplice e breve, all’esperienza della “vita nuova” del discepolo che ha creduto all’amore del Dio di Gesù Cristo e ha acconsentito ad abbandonare a lui e al suo Spirito il proprio cuore, per vivere nell’umile sequela del profeta di Nazaret. Le brevi meditazioni intendono solo evocare qualcosa della bellezza e della responsabilità della vita cristiana, per suscitarne la sete di saperne di più e, soprattutto, di farne profonda esperienza. Il cristiano, infatti, è chiamato ad essere fedele al mondo presente e al mondo che verrà. Il “già” della salvezza lo impegna a costruire oggi, con i doni di Dio, il domani, organizzando la speranza nei giorni degli uomini; la promessa del “non ancora” lo stimola a non assolutizzare alcuna grandezza di questo mondo, a esercitare sempre la riserva critica della speranza più grande.