Di Berlusconi molto è stato detto e scritto. Ma pochi si sono soffermati sull'intreccio di rapporti che lo legano al mondo cattolico. In queste pagine, Pinotti e Gümpel ripercorrono l'avventura del Cavaliere in una prospettiva originale, che ne illumina i lati oscuri caricando di nuovo senso le sue scelte politiche. Partendo dai suoi primi passi di imprenditore, l'inchiesta racconta la vera storia della Banca Rasini e dei suoi soci, analizza le connessioni con Calvi e Sindona e le operazioni offshore, e ricostruisce le origini della Fininvest, con il suo complesso e inestricabile gioco di scatole cinesi. Attraverso preziose testimonianze inedite, rilegge la nascita di Forza Italia, i rapporti con l'Opus Dei e CL, lo scambio di favori con la Curia, i legami con i nuovi cavalieri della finanza bianca, fino all'involuzione teocon sui grandi temi bioetici e alle battaglie in favore della famiglia. Una "santa alleanza" unisce i due poteri forti del nostro Paese, che sembrano non poter più fare a meno uno dell'altro.
L'inferno del Policlinico di Roma. La furbizia crudele della Santa Rita di Milano. Le lottizzazioni in Campania. L'ignavia delle università, da Padova a Bari. La ferocia delle mafie in Sicilia e Calabria. E soprattutto l'arroganza della politica. Ma anche eccellenze scientifiche e tanta buona medicina. Perché la sanità in Italia è un mosaico di identità e valori, che molti considerano in vendita. Ma il diritto alla cura è un bene prezioso che lo Stato deve assicurare. È per questo che il nostro Servizio sanitario nazionale va difeso con i denti dai tarli che lo rodono dall'interno: i giochi di potere, il baronato universitario, le leggi che lasciano spazio ai furbi. Galassie di piccolezze umane e interessi privati, di abusi e clientelismi. E montagne di soldi. Dalle corsie degli ospedali, dalle stanze della politica, dalle finestre del Vaticano, Daniela Minerva conduce un'inchiesta serrata tra le mille contraddizioni d'Italia, uno strano Paese in bilico tra il degrado assoluto e l'avanguardia. Alla ricerca di uno sviluppo sostenibile.
Se di un evento non si parla in tv è come se non esistesse. Ma quando se ne parla, spesso viene manipolato, usato, distorto. In altre parole, bruciato. Il mondo dell'informazione non conosce mezze misure, e macina la realtà senza risparmiare niente e nessuno. Loris Mazzetti, che quel mondo conosce dall'interno, ci conduce tra i fatti e i misfatti dell'Italia di oggi attraverso il filtro deviante e deviato della comunicazione. Dopo "Il libro nero della RAI", un'inchiesta ad ampio raggio che è anche una bussola per orientarsi in un mondo dove il potere economico detta legge e si maschera da editore. Un'incitazione, per chi ci lavora, a resistere e a tener la schiena dritta. E a ricordarsi che l'unico vero padrone è il pubblico. Di fronte al rumore dei media, alla costruzione artificiosa degli scandali, a processi fatti in tv, occorre che chi vuole informarsi continui a cercare le notizie. Che, nonostante tutto, non si possono nascondere.
Il 'white collar crime' è un reato inafferrabile, eppure molto pericoloso per la democrazia perché corrompe il tessuto dei nostri rapporti sociali, dell'economia, del lavoro. Per smontarne i meccanismi, Pinotti e Tescaroli attraversano la storia più oscura del nostro Paese, raccontandone le vicende e interrogando la memoria dei protagonisti. In questa intensa ricostruzione, le voci di grandi magistrati, tra cui Caselli, Ingroia, Di Matteo, Petralia, Gratteri, si intrecciano alle parole dei collaboratori di giustizia, da Buscetta a Brusca a Cancemi. Alle riflessioni dell'economista Loretta Napoleoni fanno da contrappunto il pensiero del banchiere Giovanni Bazoli e del direttore di "Foreign Policy" Moisés Naim. Il quadro che ne emerge è inquietante: è nella zona grigia il vero terreno della lotta per la legalità.
Rosaria Capacchione segue da oltre vent'anni le trame nascoste della criminalità organizzata campana e il loro intreccio con la società civile. Da tempo la camorra ha valicato i confini regionali per estendere la propria egemonia su tutta la Penisola. Il 9 giugno 2008 il gip del Tribunale di Napoli deposita la sentenza con la quale, per la prima volta, viene condannato un imprenditore del Nord per associazione camorristica. Aldo Bazzini è il consuocero di Pasquale "bin Laden" Zagaria, fratello di Michele "Capastorta" Zagaria, capo militare dei Casalesi e uno dei latitanti più pericolosi d'Italia. Sfruttando i suoi rapporti con faccendieri e intermediari, dal 1994 a oggi Bazzini ha favorito la penetrazione della camorra nei maggiori appalti pubblici del Paese. Seguendo questa vicenda giudiziaria, "L'oro della camorra" offre una ricostruzione di un mondo sommerso che non si caratterizza più solo per il sangue versato sulle strade ma che sta assumendo sempre più il controllo dell'imprenditoria italiana, per arrivare a permeare ogni aspetto della nostra economia.
Descrizioni, esclamazioni, dichiarazioni di intenti. Minacce, insulti, promesse. Appellativi, ordini, maledizioni. Attilio Bolzoni entra nel gergo della mafia, rivelando cosa significano davvero per Cosa Nostra parole come omertà, denaro, dignità, famiglia, affari, religiosità, amicizia. Le regole e i "valori" degli uomini d'onore, patti, ricatti e tradimenti, ascoltati dalla parlata di chi li ha dettati, imposti, vissuti. Un libro in cui ogni pagina di appunti è il volto di un mafioso. O lo specchio del suo modo di vivere. Di un suo "ragionamento". Ogni voce è una lente di ingrandimento con cui si osserva una scena, si segue una vicenda, si comprende un mondo. E dove le parole della mafia, rimaste impigliate tra gli appunti di un cronista, si intrecciano agli sguardi, ai gesti di protagonisti e comparse per comporre un grande e rigoroso romanzo che da voce a mezzo secolo di storia.
Liquidato come un fenomeno passeggero, considerato pericoloso per il riemergere di pulsioni xenofobe, o folcloristico per il richiamo ai riti celtici e alle ampolle, il partito di Bossi ha resistito alla grave malattia del suo leader, uscendo vincitore dalle ultime elezioni. Ormai fuori dal ghetto pedemontano delle valli bergamasche, il Carroccio è avanzato nelle grandi città, nelle fabbriche, nell'Emilia rossa, nel centro del Paese. Di fronte alla disgregazione dei rapporti di forza tradizionali e alla secolarizzazione dei partiti, diventa decisivo interrogarsi sull'enigma di un movimento che non si considera né di destra né di sinistra, e che è l'unico, dopo la scomparsa del Pci, a restare ancorato al territorio. Raccontare la Lega significa provare a spiegare senza tesi preconfezionate, senza pregiudizi ma anche senza fare sconti alle sue derive populiste, l'evoluzione di un partito che ha segnato gli ultimi vent'anni della politica nazionale.
Dei cinesi insediati in Italia da quasi un secolo non si è mai saputo molto, anche perché, forse, non ce n'era bisogno. Finché, a un certo punto, è cambiato tutto. Sono diventati sempre di più, hanno stravolto la faccia di molti quartieri sollevando la protesta degli abitanti. Il 12 aprile 2007, in via Paolo Sarpi a Milano, sono stati protagonisti della prima rivolta etnica nella storia dell'Italia moderna. E hanno invaso le pagine dei giornali. Ma cosa si nasconde dietro ai pregiudizi e agli stereotipi che avvolgono la più antica comunità straniera del nostro paese? Come il suo lato oscuro fatto di mafia, di riciclaggio, di ragazzini con le mannaie e di bordelli nascosti sotto centri massaggi, di schiavi-lavoratori e ambulatori clandestini - dialoga con la normalità quotidiana, fatta di lavoro, di commercio, di famiglia, di scuola, di divertimento e, ormai, spesso anche di integrazione? Mario Portanova, giornalista d'inchiesta, e Lidia Casti, documentarista che vive e lavora nella Chinatown milanese, ci guidano alla scoperta delle ombre e delle luci della Cina italiana.
Che cosa sarebbe Al Qaeda senza Internet? A partire da questa semplice e inquietante domanda Guido Olimpio, che da anni si occupa di terrorismo internazionale per il "Corriere della Sera", segue le sue tracce nel labirinto della Rete, alla scoperta di quello che, oltre a essere il principale movimento paramilitare del fondamentalismo islamico, è anche un dirompente fenomeno sociale e di costume che va ben al di là della nostra immaginazione. L'autore, giornalista che da anni si occupa della guerra al terrore, segue le tracce di Al Qaeda nel labirinto del web spiegando i nuovi sistemi di propaganda e le reazioni dell'Occidente. Dal reclutamento e addestramento on-line alle ricette per atroci ordigni "fai da te", dai maghi del computer che operano e truffano nel nome della causa ai cimiteri virtuali che celebrano la gloria dei terroristi suicidi. Il volume è un'indagine che svela i segreti del cyberterrorismo, fenomeno la cui dirompenza supera ogni possibile immaginazione e mostra come la rete ha ridisegnato le frontiere della paura, le gerarchie del potere, l'eco della parola.
Le morti che avvengono per incidenti sul lavoro si chiamano, in Italia, morti bianche. Bianche come il silenzio, come l'indifferenza. Come l'immediata elusione di ogni responsabilità da parte di chi impone ai lavoratori condizioni ambientali insostenibili. Si tratta di lavoratori dimenticati, di storie individuali delle quali è difficile definire il profilo. Storie bianche, vite bianche, costrette a esistere in un vuoto di diritti, facilmente rimosse dopo un breve clamore massmediale in coincidenza con l'ennesimo "incidente".
Italia, anni Settanta. Mentre piombo e tritolo infiammano il Paese, si combatte una guerra più sotterranea e silenziosa tra le cosiddette fonti ufficiali dell'informazione e i molti rivoli della militanza democratica. Di fronte alle azioni di depistaggio dei servizi segreti "deviati", nascono gruppi di controinformazione impegnati a costruire, svelare e diffondere le notizie attraverso strumenti nuovi e alternativi: non più solo i giornali, ma anche il cinema, la radio, il teatro, i fumetti, la canzone, la satira. Per la prima volta, una generazione attenta e politicizzata tenta di smascherare le menzogne del potere. Grazie a numerosi documenti inediti, Aldo Giannuli ricostruisce con il rigore dello storico una stagione tormentata, dal Sessantotto al sequestro Moro, che ha contribuito in modo fondamentale alla costruzione dell'identità italiana.
C'è un'Italia di cui si legge ogni giorno sui giornali, dove la cronaca nera si mescola allo spettacolo, il dibattito politico interseca il costume e lo sport. Ma all'interno di questa Italia visibile ne esiste un'altra, silenziosa e clandestina, meno appariscente, che sui giornali non finisce quasi mai. L'operato di chi vi appartiene è però determinante nel regolare l'intera vita del nostro Paese, specialmente il suo livello economico-finanziario. Ed è proprio alla scoperta di questa Italia segreta, di questa comunità massonica, in cui il legame tra "fratelli" appare nodale, che Ferruccio Pinotti ha dedicato il suo nuovo libro. Un'indagine sui fatti e sui nomi di chi è gravitato o gravita ancora nell'orbita della massoneria, condotta attraverso interviste esclusive, documenti, atti giudiziari, testimonianze inedite, in un viaggio nelle viscere del potere che è tale nella misura in cui è sconosciuto.
In questo libro l'autore ci accompagna in un viaggio alla scoperta dei luoghi e dei tempi della religione islamica.
C'è un mestiere del quale spesso si parla ma di cui in realtà si sa pochissimo. Il mestiere del poliziotto, il cosiddetto "sbirro". Rispettati, detestati, temuti ma mai realmente conosciuti, gli sbirri sono persone che hanno fatto una scelta lavorativa e di vita netta, carica di implicazioni, socialmente rilevante, che può tradursi in grandi soddisfazioni ma, in molti casi, è motivo di fraintendimenti e di frustrazioni. Per restituire visibilità e senso a un'esperienza troppo spesso trascurata, dei giornalisti diversamente impegnati in prima linea nell'indagine della realtà hanno raccontato ognuno la storia, umana e quotidiana, di un poliziotto (e di una poliziotta) di oggi tra rischi, difficoltà, speranze, sogni. Spaziando dall'antiterrorismo all'antimafia, dalla scientifica alla Digos, dalla criminalità organizzata all'ordine pubblico e agli stadi, un grande affresco a più voci di un mondo complesso e contraddittorio.
Che fine ha fatto la Rai di cinquant'anni fa? Quella dei grandi sceneggiati, delle commedie musicali di Garinei e Giovannini, di Canzonissima, quella delle grandi inchieste e della Tv dei ragazzi, quella di Carosello e poi i bimbi tutti a letto? Che fine ha fatto quella Rai che, prima di tutto, era e si sentiva servizio pubblico? Per capire che cosa è diventata oggi la televisione di Stato, Loris Mazzetti si interroga su chi comanda davvero, chi prende le decisioni e chi preferisce non prenderle. Si chiede che rapporto ci sia tra il potere e l'informazione. E perché in questi ultimi anni la politica si sia fatta così invadente, occupando tutti gli angoli di uno spazio non suo. Un viaggio per i corridoi della grande mamma, tra editti bulgari, valzer di poltrone, oscuramenti ed epurazioni, al cuore di un mondo sempre più immobile e opaco. Per i contribuenti, e per porre un freno alla cattiva qualità dei programmi, bisogna lasciar fare la televisione a chi la sa fare, con rispetto e senza demagogia, con la consapevolezza che ci si rivolge a milioni di persone. E che, come dice Enzo Biagi, l'unico vero padrone è quello che paga il canone.
Per la scuola italiana sono anni difficili. Se si prende in esame soltanto l'ultimo periodo, ci si accorge di quanto ne si è letto sulle pagine sbagliate, quelle di cronaca (con una progressiva e allarmante deriva verso la "nera"). Le sfide aumentano e la scuola sembra perderle tutte, smarrendo insieme la propria credibilità e il poco che resta del prestigio istituzionale che dovrebbe contraddistinguerla. Gli insegnanti, identificati come gli artefici e le vittime di questo fallimento, sono impegnati a destreggiarsi tra studenti sempre più difficili da capire e coinvolgere, obblighi ministeriali spesso poco comprensibili e genitori a volte ostili. È attraverso i loro occhi e le loro storie, dense di speranze, delusioni, aspettative e frustrazioni, che Marco Imarisio, spostandosi di città in città, scuola dopo scuola, docente dopo docente, dipinge il quadro critico del sistema scolastico, e dell'Italia, di oggi.
La globalizzazione è passata come un ciclone in tutto il mondo, ma uno dei luoghi più traumaticamente coinvolti da questi rivolgimenti è il Sudest asiatico, oggi tagliato fuori dai presupposti minimi di benessere e legalità. Alessandro Gilioli ha attraversato India, Nepal, Birmania e Buthan - il cosiddetto "cuore di Cindia" - descrivendo un quotidiano aberrante fatto di traffico d'organi e di esseri umani, di campi profughi e di guerriglieri maoisti, di schiavi e di soldati bambini, di narcotraffico e di sfruttamento della prostituzione. I lineamenti di un territorio drammaticamente sfigurato, un viaggio attraverso la catastrofe "normale" all'ombra dell'Himalaya.
Il capo dei capi della mafia Bernardo Provenzano viene catturato nell'aprile del 2006 in un casolare di campagna intorno a Corleone. A chi gli dà la caccia da più di 40 anni si presenta come un vecchio contadino tra ricotte, cicoria, mele, pesche e una macchina per scrivere che gli serviva per impartire ordini ai suoi uomini. Alle sue spalle, però, ha un impero finanziario. Lo chiamano "Binnu", "u' tratturi" o "il ragioniere" (anche se non è mai andato oltre la seconda elementare), perché ha un grande senso del business. Ma se è riuscito a trasformare la mafia militare in mafia degli affari, c'è chi lo ha aiutato a farlo.
Da questo racconto, rigorosamente fondato su fatti e notizie rimasti finora insabbiati, prende vita l'esperienza collettiva degli anni Sessanta, Settanta e Ottanta, quando la democrazia italiana fu messa a dura prova dai terrorismi nero e rosso.
Chi è l'ultimo brigatista? E quale mistero nasconde? Il suo nome va scovato tra coloro che hanno partecipato al più eclatante e drammatico fatto di sangue a sfondo politico che la storia ricordi dal 1945 ad oggi: il sequestro e l'omicidio di Aldo Moro. Raffaele Fiore, uno dei quattro compagni che sterminò la scorta; Alvaro Lojacono e Alessio Casimirri, che a bordo della Fiat 128 bianca dovevano chiudere via Fani; Rita Algranati, la ragazza che avvisò il commando dell'arrivo di Moro. Questo libro, attraverso le loro storie e la scoperta di alcuni documenti di estremo interesse, intende mettere la parola fine alle speculazioni sulle Br e la loro natura.