Averroè di Cordova è un campione della filosofìa islamica prima che un vertice del pensiero europeo. Eppure ha ricevuto perlopiù letture unilateralmente eurocentriche. Il volume restituisce al suo cromatismo originario la fisionomia dell'intellettuale musulmano. L'esposizione chiara e documentata del pensiero, aggiornata alle nuove frontiere della ricerca, mette in luce il debito verso la cultura andalusa e il duplice ruolo di testimonianza e di stimolo per un Islam aperto e civilizzatore nel cuore stesso dell'Occidente.
Un ritratto complessivo di uno dei pensatori dell'antichità, la cui prodigiosa attività di ricerca, dalla metafisica alla biologia e alla fisica, dalla psicologia all'etica, dalla politica alla poetica, dalla retorica alla logica, ha rappresentato una vera e propria "enciclopedia del sapere" destinata a esercitare un'influenza duratura sul pensiero occidentale.
Epicuro è uno dei più significativi filosofi antichi di età ellenistica, il cui pensiero ha influenzato in modo rilevante la storia della filosofia occidentale successiva. Questo volume intende essere un'introduzione alla filosofia di Epicuro che si struttura in un sistema coerente e ordinato, costituito da tre parti distinte ma connesse fra loro: la parte epistemologica del sistema, la scienza della natura e, infine, l'etica, che rappresenta l'autentico coronamento e il fine unico e privilegiato a cui la filosofia mira.
"Chi resta saldo? Solo colui che non ha come criterio ultimo la propria ragione, il proprio principio, la propria coscienza, la propria libertà, la propria virtù, ma che è pronto a sacrificare tutto questo quando sia chiamato all'azione ubbidiente e responsabile, nella fede e nel vincolo esclusivo a Dio: l'uomo responsabile, la cui vita non vuol essere altro che una risposta alla domanda e alla chiamata di Dio. Dove sono questi uomini responsabili?"
Carl Gustav Jung è un personaggio che sfugge alle definizioni. Conosciuto essenzialmente come primo importante seguace di Freud e poi fondatore di un'autonoma psicologia analitica, Jung è però autore che ha segnato profondamente anche la storia del pensiero filosofico, religioso, scientifico. In questo libro, l'opera dello psicologo svizzero viene analizzata con atteggiamento imparziale, enucleandone i significativi contributi senza trascurarne le oscure aporie. La scelta di seguire la psicologia junghiana nella sua evoluzione, inoltre, ne evidenzia alcuni aspetti, se non ignoti, certo sottovalutati.
Charles S. Peirce (1839-1914,) è noto come uno dei due fondatori (con Ferdinand de Saussure) della semiotica moderna e come il padre del pragmatismo filosofico americano. Ma egli è anzitutto un filosofo-scienziato coscientemente e coerentemente sistematico. In questo volume, il suo sistema viene illustrato attraverso la sovrapposizione successiva dei vari aspetti che lo sostanziano: matematica e logica, teoria dell'inferenza, pragmatismo, fenomenologia, metafisica, semiotica (che risulta così ben più ricca rispetto a come ordinariamente viene presentata). Non mancano riferimenti alle parti meno note del pensiero dell'autore, come letica e la filosofia della religione.
Un volume introduttivo a Filone di Alessandria, un ebreo vissuto in Egitto tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C., grande esegeta della Bibbia, letta alla luce di categorie filosofiche greche. Il suo lavoro di interpretazione può essere visto accanto a quello di autori medio-platonici che, in periodo coevo o di poco successivo, rielaborano il pensiero filosofico del IV secolo e utilizzano il commento testuale come strumento di indagine e di lettura della realtà.
Marsilio da Padova è uno dei pensatori politici più audaci e brillanti del Medioevo. Il libro ne analizza le idee e il pensiero, mettendoli in relazione con le vicende politiche di cui Marsilio fu protagonista a fianco dell'imperatore Ludovico il Bavaro.
"Il fondamento vero e proprio della distinzione sta qui: si crede in qualcosa di veramente primo e originale nell'uomo stesso, nella libertà, nella migliorabilità infinita, nell'eterno progredire della nostra specie; oppure, se non si crede a nulla di tutto ciò, anzi erroneamente si ritiene d'intendere e di capire che è vero il contrario di tutto questo." (Johann Gottlieb Fichte)
"Che cos'è la gioia? Che cos'è essere gioiosi? È essere in verità presenti a sé stessi. Ma l'essere in verità presenti a sé stessi è questo 'oggi', è essere oggi, essere in verità oggi. Quanto più è vero che sei oggi, quanto più sei completamente presente a te stesso nell'essere oggi, tanto più il giorno dell'infelicità, il domani, non esiste per te. La gioia è il tempo presente con tutta l'enfasi su: il tempo presente."
"Il Tutto, dunque, in rapporto alla Causa prima è un instaurato e l'atto con cui è fatto esistere quel che esiste a partire dalla Causa prima non è certo tale da permettere all'inesistenza di avere potere sulle sostanze delle cose. Esso è invece un far esistere che, in ciò di cui si predica l'eternità, rende impossibile l'inesistenza in assoluto: questa è l'instaurazione assoluta e il far essere assoluto e non un certo far essere. E ogni cosa avviene a partire da quell'Uno e quell'Uno fa avvenire ogni cosa."
Professore di scuola e maestro di vita, Meister Eckhart fu anche un amministratore accorto e uomo molto potente del suo ordine, di cui ricoprì le cariche più prestigiose. La constatazione di un aspetto politico ancora poco considerato nella vita del Domenicano induce a rivedere l'immagine di un Eckhart troppo spesso stilizzato come un "mistico" fuori dalla realtà. In queste pagine si cercherà di ricostruire il progetto culturale e religioso che il maestro domenicano portò avanti con strumenti diversi (lezioni universitarie, trattati e commentari dotti in latino, prediche redatte in latino e in volgare), in sedi diverse (Università, all'interno e all'esterno dell'Ordine domenicano), ma caratterizzato da una notevole organicità
"I venti hanno messo le ali all'umanità. Essi fanno volare e viaggiare gli uomini; non nell'aria, certo, ma attraverso i mari. Si spalanca così la grande porta del commercio e il mondo si apre alla comunicazione" (Francesco Bacone).
"Il fondamento dei fondamenti e il pilastro delle scienze consiste nel sapere che c’è un Esistente primo, e che Egli fa esistere tutto ciò che esiste; e tutte le cose esistenti nei cieli, sulla terra e tra di essi non esistono se non in virtù della verità della Sua esistenza. Se si arrivasse a pensare che Egli non esiste, non potrebbe esistere nessuna altra cosa. Se invece si arrivasse a pensare che, a parte Lui, non esiste nessuna delle altre cose esistenti, Egli solo esisterebbe e non si annullerebbe per il fatto che quelle cose si annullano; tutte le cose esistenti hanno bisogno di Lui; e Lui, sia benedetto, non ha alcun bisogno di esse, nemmeno di una."
"Spero, quasi ad esempio, di mostrare quanto la matematica valga in filosofia naturale e quindi di esortare i geometri ad accingersi a un più stretto esame della natura, e gli amanti della scienza naturale ad appropriarsi prima della geometria, affinché i primi non sprechino totalmente il loro tempo in speculazioni in alcun modo utili alla vita umana, e i secondi, a lungo impegnati con un metodo inadeguato, non perdano ogni loro speranza per sempre; ma affinché, filosofando i geometri ed esercitando la geometria i filosofi, otteniamo, invece di congetture e cose probabili, che si smerciano ovunque, una scienza della natura finalmente confermata con la più alta evidenza."
"L’uomo non è che una canna, la più debole di tutta la natura, ma è una canna pensante. Non occorre che l’universo intero si armi per schiacciarlo; un vapore, una goccia d’acqua basta per ucciderlo. Ma quando pure l’universo lo schiacciasse, l’uomo sarebbe ancora più nobile di ciò che lo uccide, poiché egli sa di morire e quale vantaggio l’universo ha su di lui. L’universo non ne sa nulla. Tutta la nostra dignità consiste dunque nel pensiero. È di qui che dobbiamo risollevarci e non dallo spazio e dalla durata, che non sapremmo colmare. Adoperiamoci dunque a pensar bene: ecco il principio della morale."
“La parola è un grande sovrano, che con un corpo piccolissimo e invisibile compie imprese massimamente divine: sa calmare la paura, eliminare il dolore, suscitare la gioia, sollevare la pietà” (Gorgia).
La cultura dei nostri padri è un tessuto di enunciati. Nelle nostre mani essa si evolve e muta, attraverso nuove revisioni e aggiunte più o meno arbitrarie e deliberate, occasionate più o meno direttamente dalla continua stimolazione dei nostri organi di senso. È una cultura grigia, nera di fatti e bianca di convenzioni. Ma non ho trovato alcuna ragione sostanziale per concludere che vi siano in essa fili del tutto neri o altri del tutto bianchi.
"… la ragione va sempre storta e zoppicante e sciancata, sia in compagnia della menzogna sia in compagnia della verità. Così è difficile scoprire il suo errore e traviamento. Chiamo sempre ragione quell’apparenza di ragionamento che ognuno fabbrica in sé; questa ragione, della cui specie ce ne possono essere cento contrarie riguardo a uno stesso oggetto, è uno strumento di piombo e di cera, allungabile, pieghevole e adattabile a tutti i versi e a tutte le misure; non resta che l’abilità di saperlo limitare." "Di fatto ogni presupposizione umana e ogni enunciazione ha tanta autorità quanto un’altra, se la ragione non vi pone differenza. Così, bisogna metterle tutte sulla bilancia; e prima di tutto quelle generali, che ci tiranneggiano. La persuasione della certezza è un indizio certo di follia e di estrema incertezza."
“La vera immagine del passato guizza via. È solo come immagine che balena, per non più comparire, proprio nel momento della sua conoscibilità che il passato è da trattenere. Se essa è autentica, lo deve alla sua fugacità. In essa sta la sua unica chance. Proprio perché questa verità è caduca e basta un alito di vento a spazzarla via, molto dipende da essa."
"Non andare fuori, ritorna in te stesso. La verità abita nell’uomo interiore. E se avrai trovato mutevole la tua natura, trascendi anche te stesso. Ma ricorda, quando ti trascendi, che stai trascendendo un’anima che ragiona. Tendi dunque lì donde si accende il lume stesso della ragione.
INDICE COMPLETO
Premessa
Abbreviazioni e sigle
1. I Dialoghi
I Dialoghi di Cassiciaco
I Soliloquia e il De immortalitate animae
Il progetto dei Disciplinarum libri e il De musica
I Dialoghi di Roma e Tagaste
2. La confutazione del manicheismo
I primi scritti antimanichei e il De vera religione
La continuazione della polemica negli anni del presbiterato (391-395)
Le opere del periodo episcopale
3. Teoria e pratica dell’ermeneutica biblica
La comprensione del Credo e delle Scritture nel periodo presbiterale
L’Ad Simplicianum e la scoperta del primato assoluto della grazia
Il De doctrina christiana
Le omelie su Giovanni e altre opere esegetiche dell’episcopato
Il De Genesi ad litteram
4. Le Confessiones
Storia di una conversione
La memoria
L’interpretazione dei primi versetti della Genesi
5. La controversia con i donatisti
Donatismo e coercizione religiosa
Contro Parmeniano e il ribattesimo
Contro Petiliano e Cresconio
Dopo la Conferenza di Cartagine
6. La Trinità e la sua immagine nel De trinitate
Genesi e scopo del De trinitate
Missioni divine e teofanie
I nomi e gli attributi delle Persone
L’immagine interiore della Trinità
Il dibattito con Massimino
7. L’apologetica antipagana e il De civitate dei
La difesa del cristianesimo contro gli avversari pagani prima del 410
Le obiezioni del circolo di Volusiano e il piano del De civitate dei
Il culto pagano e la storia di Roma
Il confronto con la "teologia" del paganesimo
Origine e sviluppo delle due città
I fini delle due città
8. La lotta contro il pelagianesimo
Contro le tesi di Pelagio e Celestio
Da Diospoli alla tractoria (415-418)
La replica agli attacchi di Giuliano
Ai monaci di Adrumeto e di Marsiglia 2
9. Scritti di morale e altri opuscoli
Il De diversis quaestionibus LXXXIII
La condanna della menzogna
Ascetismo ed etica monastica
La morale sessuale
Fede e ragione nella conoscenza di Dio
L’Enchiridion, il De haeresibus e le Retractationes
Cronologia della vita e delle opere
Bibliografia
Indice dei nomi
"Considerando che tutti i pensieri che abbiamo da svegli possono venirci in mente anche quando dormiamo senza che, peraltro, nessuno sia vero, decisi di fingere che tutto ciò che mi era passato per la mente non fosse più vero delle illusioni dei sogni. Ma subito dopo mi resi conto che mentre io volevo pensare così, che tutto era falso, bisognava necessariamente che io, che lo pensavo, fossi qualcosa. E osservando che questa verità, penso dunque sono, era così salda e certa che tutte le più stravaganti supposizioni degli scettici non erano capaci di scuoterla, giudicai di poterla accettare senza scrupolo come il primo principio della filosofia che cercavo" (G. Mori).
“Se, guardando retrospettivamente l’intero cammino, devo riassumere quello che mi ha mosso nella mia volontà di conoscenza […], allora posso dire che all’inizio fu tale il passato in quanto degno di essere reso presente nel sapere, poi il presente che è da sempre attuale, ossia la vita nella sua permanente costituzione e nel suo significato che può essere compreso solo se si parte da lei stessa; infine il futuro come oggetto di preoccupazione in quanto da un lato è una minaccia da stornare, dall’altro una realtà minacciata da preservare."
"È evidente che tutte le scienze hanno una relazione più o meno grande con la natura umana, e anche quelle che sembrano più indipendenti, in un modo o nell'altro, vi si riallacciano. Perfino la matematica, la filosofia naturale e la religione naturale dipendono in certo qual modo dalla scienza dell'uomo, poiché rientrano nella conoscenza degli uomini, i quali ne giudicano con le loro forze e facoltà mentali. E impossibile prevedere quali mutamenti e progressi noi potremmo fare in queste scienze se conoscessimo a fondo la portata e la forza dell'intelletto umano, e se potessimo spiegare la natura delle idee di cui ci serviamo e delle operazioni che compiamo nei nostri ragionamenti."
"A chi chiede a che cosa serva la filosofia, bisogna rispondere aggressivamente perché la domanda è volutamente ironica e caustica. La filosofia serve a denunciare la bassezza del pensiero in tutte le sue forme, a trasformare il pensiero in qualcosa di aggressivo, attivo e affermativo, a formare uomini liberi, che non confondano cioè i fini della cultura con gli interessi dello stato, della morale o della religione, a combattere il risentimento e la cattiva coscienza che hanno usurpato in noi il pensiero, a sconfiggere infine il negativo e il suo falso prestigio."
"La filosofia si è mondanizzata, e la dimostrazione più schiacciante di questo fatto è che la coscienza filosofica è coinvolta non solo esteriormente ma anche interiormente nel tormento della lotta. Se la costruzione del futuro e il ritrovamento di una soluzione valida per tutti i tempi non è affar nostro, tanto più appare chiaro ciò che dobbiamo compiere al presente, e cioè la critica spregiudicata di tutto ciò che esiste, spregiudicata nel senso che in generale la critica non si atterrisce di fronte ai suoi risultati e nemmeno di fronte al conflitto con le forze esistenti."
Con i Presocratici, nella Grecia del VI secolo a. C., inizia la riflessione filosofica nella cultura occidentale. Inizia anche quella che oggi viene chiamata la "storia della filosofia". Il volume affronta i seguenti argomenti: chi sono i presocratici. Modalità e problematicità della ricostruzione del loro pensiero; Creta e Mileto; i pitagorici; la poesia filosofica del VI e V secolo, Eraclito; Empedocle; medicina e matematica tra V e IV secolo; la filosofia giunge ad Atene; filosofia e scienza ad Abdera.
"Per chiarire la scienza obiettiva, e tutte le altre acquisizioni dell'attività umana, dev'essere, innanzitutto, preso in considerazione il concreto mondo-della-vita. Considerato nella sua universalità realmente concreta, esso, in quanto attualità e in quanto orizzonte, include in sé tutti i complessi di validità raggiunti dagli uomini rispetto al mondo della loro vita in comune e, in definitiva, li riferisce nel loro complesso a un nucleo del mondo che dev'essere messo in luce per via astrattiva: il mondo delle dirette esperienze intersoggettive".
"Come quando qualcuno, attendendo di udire una voce desiderata, allontanatesi dagli altri suoni risvegli l'udito a quel suono che è il migliore a udirsi, quando giunga, così anche quaggiù bisogna lasciar andare i suoni percepibili coi sensi, tranne che per il necessario, e custodire la facoltà di apprendere dell'anima pura, pronta ad ascoltare le voci di lassù".