In tema di giustizia, se è facile capire il dovere di riparazione verso la vittima, lo è meno comprendere perché il colpevole vada punito. Per restituzione del male al male? Per prevenire altri crimini, per emendare il reo, per espiare la colpa? Contestualmente a questa riflessione sulla pena è stato introdotto il paradigma della "Giustizia Riparativa", che si propone di risolvere i conflitti generati dai reati valorizzando il ruolo della vittima e della riparazione da parte del reo, in un percorso di reciproco ascolto e riconoscimento, ricorrendo alla carcerazione come extrema ratio.
Una straordinaria presenza ammantata di mistero: così si pone la Sindone sul cammino dell'umanità desiderosa di dare risposta ai quesiti che coinvolgono il senso più profondo della sua esistenza. Quell'antico telo ha avvolto davvero Gesù? L'immagine che vediamo ci parla della sua risurrezione? Com'è arrivato fino a noi quel fragile lenzuolo? Per far luce su questi enigmi sono scese in campo le discipline storiche e quelle scientifiche. Nuovi risultati sono così emersi dagli archivi e dai laboratori, componendo un mosaico avvincente di indizi e di prove. A questo punto il cammino va oltre: davanti alla Sindone «il nostro non è un semplice osservare, ma è un venerare, è uno sguardo di preghiera. Direi di più: è un lasciarsi guardare» (Papa Francesco, 30 marzo 2013). Questo rovesciamento di prospettiva è il punto di arrivo di un itinerario di conoscenza che giunge al significato recondito del prezioso lino. La Sindone in realtà non ha bisogno di luce: è lei che la diffonde. E dunque un percorso di ricerca per illuminarla porta necessariamente a una sola conseguenza: che siamo noi a lasciarci illuminare. Il libro - curato e in parte scritto direttamente da Emanuela Marinelli - aggiorna sulle più importanti indagini storico-scientifiche compiute sul sacro Lino. Offrono qui il loro contributo Pierluigi Baima Bollone, Alfonso Caccese, Andrea Di Genua, Michele Filippi, Stefano Orfei, Alessandro Piana, Bartolomeo Pirone, Ivan Polverari, Laura Provera, Domenico Repice. Nel capitolo conclusivo, le riflessioni di Orazio Petrosillo (1947-2007) aprono alla contemplazione dell'Uomo della Sindone.
Octavius è un'apologia del cristianesimo in lingua latina. È l'unica opera pervenuta di Minucio Felice, avvocato di origine africana operante a Roma fra II e III sec. d.C., quando i cristiani rappresentano ancora una novità agli occhi del mondo pagano. La forma è quella del dialogo ciceroniano: tre amici - il narratore, Minucio stesso; il cristiano Ottavio; e il pagano Cecilio - camminano sul lido di Ostia parlando del senso dell'esistenza. La buona novella portata da Ottavio giunge inaspettata e in quanto tale inizialmente anche incomprensibile: è come pioggia nel deserto.
Oggi la morte è un tabù - non bisogna parlarne, e le salme vanno esposte con moderazione...-, mentre paradossalmente la morte "virtuale" è diventata spettacolo molto diffuso nei film e nei videogiochi, a volte di barbarica violenza. Ma in un passato anche recente la morte era di casa, come lo era la nascita, e la si evocava e raffigurava con serena normalità. Questo libro indaga sulla presenza dell'idea della morte e la sua raffigurazione nella società civile e religiosa dai dipinti ipogei dei primi secoli cristiani all'impatto con la fotografia e la "settima arte" fino alla sua rappresentazione "liquida" dei nostri giorni, accostando elementi letterari, religiosi e figurativi la cui feconda complementarità consente di comprendere al meglio il variegato patrimonio iconografico depositato nei secoli.
Un libro che traccia un identikit del conservatorismo in generale, con particolare attenzione al contesto italiano, mettendone in luce peculiarità, punti di forza e di debolezza, nonché le contaminazioni storiche subìte. Gli autori cercano altresì di studiare i motivi che lo hanno riportato al centro del dibattito non solo italiano ma internazionale.
Cosa si nasconde nel Torrione Niccolò V, sede dello IOR, l'Istituto Opere di Religione, noto come «la Banca del Papa»? Grazie a documenti e a testimonianze inedite vengono svelate le intriganti vicende che ruotano intorno all'antico maniero vaticano, dalla sua nascita, in pieno conflitto mondiale, al crack del Banco Ambrosiano, una tra le più colossali bancarotte della storia d'Italia. Pio XII, Giovanni Paolo II, Sindona, Paolo VI, Casaroli, Marcinkus, Calvi, il card. Martini: il libro fa luce sul ruolo e sulle responsabilità dei personaggi che ruotano intorno all'istituto e a molti misteri d'Italia. L'autore ha qui racchiuso il frutto di un'inchiesta durata 10 anni.
Dio esiste, anche se non si vede? Qual è la chiave per essere felici? Ci sono indicazioni per una vita feconda? Perché coltivare la speranza? In che modo imparare a pregare dialogando con Dio? Come risponde il cristianesimo al problema della morte? Quali sono le caratteristiche profonde della società radicale (col suo attacco all'istituto della famiglia) e del femminismo del '68? A queste e a tante altre domande rispondono queste pagine, che riportano la trascrizione di dieci - di cui sette inedite - tra le principali conferenze non accademiche tenute dal 1977 al 1981 dal filosofo Emanuele Samek Lodovici, morto prematuramente nel 1981, ma ancora oggi molto apprezzato per la sua profondità. Sono conversazioni di un cristiano, ma possono dare nutrimento anche ai non cristiani, contrassegnate da un ottimismo di fondo. Sono di grande interesse sia per i temi affrontati, sia perché mettono in luce le caratteristiche della cultura italiana degli anni Settanta, che in molti aspetti sono vigenti anche oggi.
Quasi mille film hanno tentato di rievocare Napoleone e il suo mito seducente e imprendibile. Nella sua spigliata ricognizione Carlo Miccichè racconta per la prima volta l'avventura dell'Empereur dai romanzi al grande e piccolo schermo. È un viaggio sorprendente che, dalle pagine di Tolstoj, Stendhal e Balzac passa al Cinema Muto, ai Kolossal e alle Serie Tv per arrivare ai graphic novel e al videogaming. Perché narrare Napoleone, fuori dai libri di storia e dai cliché, rimane una scommessa aperta.
"Non riesco ad affrontare il dolore. Fa troppo male. Non so come fare. Aborto volontario, nove mesi fa". "Ciao, mi sto separando da mio marito, ho una figlia di cinque anni che soffre moltissimo l'assenza del padre". "Ciao, ho appena scoperto di essere incinta, non so chi sia il padre, ho deciso di portare avanti la gravidanza da sola, ma sto incontrando dei problemi nella mia famiglia". Tre donne, tra le tantissime che hanno scritto sulla chat del sito del Movimento per la Vita di Varese (www.VitaVarese.org), ma anche uomini, ragazzi, per chiedere consiglio o ottenere aiuti materiali. Protagoniste di questo libro sono persone reali, in dialogo con le volontarie Vittoria Criscuolo e Susanna Primavera, pronte ad accogliere in qualunque momento ogni richiesta di sostegno. In appendice i contributi di Stefano Parenti, Maurizio Gagliardini, Giuseppe Noia, Gabriele Mangiarotti, Medua Boioni Dedé, Massimo Gandolfini, Romana Poleggi, mons. Giuseppe Vegezzi: esperti a diverso titolo, anche loro sempre accoglienti verso chi è in difficoltà.
Dalle "visioni2 di Coleridge e Baudelaire alle nuove droghe di oggi
Che cosa collega la CIA a Timothy Leary? Gli scienziati nazisti ai rave party? Allen Ginsberg agli psichiatri militari? I Grateful Dead agli esperimenti segreti di Menlo Park? La risposta sta in unasigla: LSD. Questa potente sostanza fu scoperta dal chimico Albert Hofmann nel 1938 e si aggiunse a poche altre che stavano affascinando scienziati, rivoluzionari, filosofi, militari e agenti segreti. L'LSD sembrò la medicina meravigliosa per vincere l'alcolismo, la follia e le ingiustizie; per illuminare le menti o creare la spia perfetta. Queste sostanze furono studiate da grandi istituti di ricerca strategica e inserite nei protocolli di esperimenti top secret prima di diffondersi nelle strade, nei salotti, nella società del boom economico e oltre, in un'onda lunga che influì profondamente sulla cultura della droga dagli anni Settanta sino al XXI secolo. Da qui, la «rivoluzione psichedelica», che sedusse psichiatri, artisti e scienziati del comportamento; il suo effetto cambiò le università, dipinse i colori degli anni Sessanta, ispirò i suoni del rock e degli hippies, la rivolta di Berkeley, l'utopia di Haight-Ashbury e il Sessantotto. Ormai un classico, Rivoluzione psichedelica - qui in edizione accresciuta, arricchita, rivista - racconta fedelmente ciò che accadde quando trame segrete e sogni ingenui accomunarono persone che non avevano niente in comune fra loro. Un racconto di ieri ma, soprattutto, un racconto di oggi.
Una disamina completa e puntuale che mette a confronto le modalità della flagellazione e della crocifissione romana, gli usi funerari giudaici, fino ad arrivare alle più recenti ricerche scientifiche, attraverso gli apporti di due grandi sindonologi: il dott. Carlo Goldoni, ematologo, i cui studi si concentrano sugli aspetti medico-legali, e il prof. Gino Zaninotto, storico, latinista e grecista, sull'analisi delle fonti. Nella seconda parte, un raffronto fra quanto riscontrato nella Sindone e ciò che è raccontato dai quattro Vangeli, per provare a rispondere alla domanda che tutti, anche se in modi diversi, si pongono: l'Uomo della Sindone è Gesù? Tutti gli indizi raccolti propendono verso una risposta positiva e portano una riflessione sull'importanza di far conoscere la Sindone come documento della Passione di Cristo. Il testo è corredato da appendici e da immagini inedite della Via Crucis secondo la Sindone.
"A cena con Nerone" propone un'immersione nella cucina repubblicana e imperiale, sia con una scelta di passi letterari, sia con autentiche ricette ricavate dalle opere di Catone, Columella e, soprattutto, da Apicio, sotto il cui nome ci è giunto il più famoso corpus gastronomico.
«Il libro di Ronza non è preoccupato di definire, ripropone l'esperienza di Giussani e del Movimento che lo segue come provocazione e suggerimento per riaccendere fede e speranza nei tempi attuali che sembrano esserne così carenti». (Dalla Prefazione di Giancarlo Cesana). Chi è stato Luigi Giussani? E che cos'è il Movimento di Comunione e Liberazione da lui fondato? Perché l'uno e l'altro hanno avuto e hanno tuttora un impatto molto forte nella vita ecclesiale e sulla società da non lasciare nessuno indifferente? Fondatore di Comunione e Liberazione, uno dei maggiori movimenti ecclesiali nati nel XX secolo, finora mons. Luigi Giussani (1922-2005) resta, per così dire, imprigionato in tale suo pur rilevante ruolo. In realtà egli fu assai più di questo. Senza certo pretendere di sostituire il molto che si è già scritto su di lui, questo libro si offre come una guida rapida e non convenzionale a chi voglia scoprire o riscoprire Giussani, il suo pensiero e la sua opera, percorrendo un rapido itinerario segnato sia dal racconto di esperienze e di incontri sia da suggerimenti di lettura.
Questo libro è stato scritto per il cristiano chiamato ad affrontare le sfide della lotta politica e culturale in un tempo che pare determinato a costruire una società senza Dio, quindi senza rapporto fra Creatore e creatura, senza princìpi assoluti né verità condivise. In ultima analisi, senza quella pienezza di significato e di speranza che secondo l'Autrice, nel maturare della sua conversione in età adulta, solamente il cristianesimo possiede. Perché non c'è salvezza, non c'è vita eterna nella scienza, nella tecnologia, negli uomini che pensano di bastare a sé stessi. Queste pagine richiamano chi ha il dono della fede a comunicarla in ogni àmbito della società in cui è chiamato a spendersi: «Si tratta di messaggi estremamente importanti per chi nella battaglia politica e giuridica si confronta con resistenze inaudite», ha scritto Johannes Hartl nel suo invito alla lettura, sottolineando come le armi imprescindibili con cui scendere in campo siano la preghiera e il digiuno, per favorire il discernimento e il rinnovamento interiori. E poco importa se oggi la presenza cristiana è fortemente minoritaria, poiché, come evidenzia l'autrice, «i trend sociali non sono irreversibili», ma soprattutto chi abbraccia Cristo sa che Egli ha già vinto il mondo e vive, pertanto, nella prospettiva dell'eternità, preoccupandosi unicamente di ciò che davvero conta davanti a Dio.
Gli angeli - lo dice il nome - sono «messaggeri» tra Dio e gli uomini. Costituiscono una presenza viva, quotidiana cui rivolgersi per le grandi domande e per le piccole preoccupazioni di tutti i giorni. L'interesse crescente per gli angeli assume oggi svariate dimensioni, dalla «classica» (e imprescindibile) tradizione cristiana alle mescolanze più o meno sincretistiche con nuove forme di religiosità. Ma chi sono, in realtà, questi esseri luminosi? Qual è il loro rapporto con Dio e con l'uomo? Esiste davvero l'angelo custode? Come interagiscono con la nostra vita e come possiamo, a nostra volta, entrare in contatto con delle creature puramente spirituali? L'autore, che al tema ha già dedicato numerosi studi e pubblicazioni, risponde a queste e altre domande in un testo di semplice lettura e grande profondità. La trattazione è arricchita, nella seconda parte, dalle storie concrete di 35 fra santi e altre donne e uomini straordinari che hanno goduto di un rapporto privilegiato con il mondo angelico.
Tanti cristiani da sempre amano venerare e raffigurare Cristo da bambino. Questo libro è un’esplorazione nella storia del culto al Bambin Gesù.
Già ai tempi di san Girolamo la grotta di Betlemme era meta di venerazione e grandi artisti lo hanno raffigurato: da Mantegna a Guido Reni, da Zurbarán a Dalí. San Francesco si emozionava nell’evocarlo; Erasmo di Rotterdam gli dedicò un poema e sant’Alfonso Maria de’ Liguori gli compose ninne nanne. Santa Teresa di Lisieux volle chiamarsi «di Gesù Bambino»; Edith Stein lo sentiva vicino nel campo di sterminio; Padre Pio se lo vide apparire. San Josemaría Escrivá gli diceva: «Mi piace vederti piccolino, indifeso, per illudermi che tu abbia bisogno di me». E san Giovanni Paolo II: «Asciuga, Bambino Gesù, le lacrime dei fanciulli».
Che cosa collega la CIA a Timothy Leary? Gli scienziati nazisti ai rave party? Allen Ginsberg agli psichiatri militari? I Grateful Dead agli esperimenti segreti di Menlo Park? La risposta sta in unasigla: LSD. Questa potente sostanza fu scoperta dal chimico Albert Hofmann nel 1938 e si aggiunse a poche altre che stavano affascinando scienziati, rivoluzionari, filosofi, militari e agenti segreti. L'LSD sembrò la medicina meravigliosa per vincere l'alcolismo, la follia e le ingiustizie; per illuminare le menti o creare la spia perfetta. Queste sostanze furono studiate da grandi istituti di ricerca strategica e inserite nei protocolli di esperimenti top secret prima di diffondersi nelle strade, nei salotti, nella società del boom economico e oltre, in un'onda lunga che influì profondamente sulla cultura della droga dagli anni Settanta sino al XXI secolo. Da qui, la «rivoluzione psichedelica», che sedusse psichiatri, artisti e scienziati del comportamento; il suo effetto cambiò le università, dipinse i colori degli anni Sessanta, ispirò i suoni del rock e degli hippies, la rivolta di Berkeley, l'utopia di Haight-Ashbury e il Sessantotto. Ormai un classico, Rivoluzione psichedelica - qui in edizione accresciuta, arricchita, rivista - racconta fedelmente ciò cheaccadde quando trame segrete e sogni ingenui accomunarono persone che non avevano niente in comune fra loro. Un racconto di ieri ma, soprattutto, un racconto di oggi.
Sentiamo ripetere: «Siamo in una situazione di crisi» e «La crisi non accenna a finire». Sembra che in crisi sia la struttura stessa della società. Ma forse la crisi esiste fin dall'origine. Già Esiodo rimpiangeva l'età dell'oro, deplorando la stirpe del ferro della sua epoca. Tuttavia, la nostra crisi presenta tratti nuovi ed estremi che la fanno somigliare a uno stadio terminale in cui l'umano è minacciato di sterminio sotto almeno tre aspetti: tecnologico, ecologico e teocratico. È solo quando qualcosa è sul punto di sparire che ci si rivela nei suoi contorni singolari e con la sua presenza insostituibile. E allora, vale ancora la pena di dare la vita a un mortale? Su tali questioni decisive si muove la riflessione felicemente paradossale di Fabrice Hadjadj: la sua risposta è per un'alleanza di tradizione e modernità, di escatologia e cultura, di lucidità davanti alla morte ed educazione aperta alla vita.
Davvero il 3 novembre 2020 sarà eletto il Presidente degli Stati Uniti d'America? Ovviamente no. In quella data verranno votati i Grandi Elettori che il 14 del seguente dicembre effettivamente eleggeranno il Capo dello Stato USA. Ciò considerato, gli States sono la massima rappresentazione della democrazia? Un Paese nel quale i cittadini non votano direttamente per il loro Presidente ma delegano altri a farlo, lo è? È veramente il Capo dello Stato USA la persona più potente al mondo? Gerald Ford non lo pensava e ha detto che «l'unica cosa che può decidere da solo è quando andare al gabinetto!». Ma perché nel 2020 si vota il 3 novembre? E perché il Presidente verrà invece eletto il successivo 14 dicembre?
Il Diario del capitano dei bersaglieri Giuseppe De Carli inizia il 10 luglio 1943, il giorno dello sbarco in Sicilia delle truppe alleate. L’«Operazione Husky» fu colossale: circa 1.400 navi con migliaia di mezzi da sbarco e circa 150mila uomini. Contrariamente a quanto si pensa, sia lo sbarco sia l’avanzata anglo-americana non furono agevoli. Le forze tedesche e i reparti italiani opposero una tenace resistenza, impegnando gli Alleati in duri combattimenti con notevole spargimento di sangue. Questo Diario inedito racconta con cruda verità il dramma di quei giorni, manifesta con impressionante evidenza lo sconvolgimento della coscienza di un capitano dopo l’8 settembre 1943 e, estendendosi il testo sin quasi alla fine della guerra, descrive la difficile con­dizione dei militari italiani nelle mani degli angloamericani dopo l’Armistizio e la dichiarazione italiana di guerra alla Germania.
Enrico Cattaneo è un ragazzo di 19 anni chiamato a portare le armi e spedito in Grecia quando lo Stato fascista aveva già arruolato tutte le classi militari idonee e da ultimo si era visto costretto a richiamare dei ragazzi che non avevano fatto il servizio militare e la cui istruzione fu rabberciata in pochi giorni. Disperso con altri pochi nella lotta coi partigiani greci, spinto dalla fame si consegna a un reparto tedesco. Poi dopo l’otto settembre, rifiutatosi di combattere con loro come militare dell’esercito fascista della Repubblica di Salò, viene fatto prigioniero e deportato in Russia ove attraversa vicende di ogni genere fino a che, miracolosamente, riesce a tornare a casa.
L’Introduzione è di Edoardo Bressan, storico, professore ordinario di Storia contemporanea presso l’Università degli studi di Macerata.
La Presentazione del Diario di Enrico Cattaneo è di Luigi Trezzi, storico economico, professore ordinario presso l’Università degli studi di Milano Bicocca.
Le Note storiche sono di Paolo De Carli, giurista pubblicista, professore ordinario presso l’Università degli studi di Milano.
Siamo tutti bisessuali? E omosessuali si nasce, o si diventa? Mentre la propaganda omosessuale recepita dai mass media insiste col dire che l'omosessualità è una insindacabile scelta culturale, uno psicologo olandese con anni di esperienza clinica sostiene, invece, che l'omosessualità ha radici psichiche non irreformabili che vanno attentamente valutate. E tali da offrire per gli omosessuali infelici che lo desiderano una possibilità di cambiamento.
Di fronte alla grave crisi personale e sociale che attanaglia il tempo presente, due amici, discepoli di mons. Luigi Giussani, rendono pubblico il loro dialogo sull'uomo e sul bene comune che continua, anche oltre la morte, quotidianamente, col Fondatore del Movimento di CL, attraverso i suoi scritti e, grazie alla preghiera, nella comunione dei santi. Un testo che, nel suggerire un metodo per discernere la realtà e vivificarla, ripropone con speciale evidenza l'identikit del cristiano, uomo nel mondo ma non di questo mondo. Così gli spunti qui offerti si fanno invito ad approfondire l'intera opera di Giussani a cui puntualmente si riferiscono, per imparare, come lui, a pensare, amare e agire nella presenza di Cristo a ogni livello dell'esistenza, ogni istante della propria vita.
"Garibaldi seguì negli anni la vicenda Calabresi con passione civile e rigore di cronista, ne fece una battaglia di principio e di verità storica. Anche grazie a testimonianze come la sua, a Calabresi fu data dal presidente Ciampi, con trentadue anni di ritardo, la medaglia d'oro al valor civile. Un riconoscimento postumo, assai postumo, che si insinuava come una piccola parentesi nel fiume di parole, interventi, pressioni per la grazia a Sofri e Bompressi. Nell'immaginario collettivo del Paese, i martiri erano diventati loro, non Calabresi. La vicenda Calabresi resta una ferita profonda nella storia civile ma anche culturale del nostro Paese. Non possiamo dimenticare che si mobilitarono contro di lui, in un famigerato manifesto, i quattro quinti della cultura e dell'intellighentia italiana. Ottocento firmatari, l'intero establishment culturale, accademico, editoriale e giornalistico italiano, tuttora in auge, si schierarono contro di lui, lo squalificarono, lo delegittimarono. Garibaldi ripercorre in modo appassionato e incalzante, attento ai dettagli e alle sfumature, la vicenda Calabresi, preceduta dal caso Pinelli - che Garibaldi tratta col rispetto che merita - e dal caso Valpreda, con rimandi alla vicenda Tortora e al sequestro Sossi, per poi tuffarsi in quel tunnel misterioso delle stragi senza volto e senza mandante che restano come un macigno sulla coscienza civile e nella memoria divisa del nostro Paese". (Dalla Prefazione di Marcello Veneziani)
Dagli eccidi della Rivoluzione francese ai totalitarismi del XX secolo; dalle persecuzioni anticristiane alla vicenda di Eluana Englaro, attraverso la crisi delle ideologie: Vincenzo Merlo ripercorre con il rigore dello storico e la convinzione del credente alcuni passaggi chiave degli ultimi due secoli, mettendo in luce mediante l’analisi puntuale delle grandi encicliche della Chiesa cattolica le ragioni dell’umanesimo cristiano, contro i guasti della modernità laicista che si adopera, oggi come ieri, per estirpare Dio dall’orizzonte dell’uomo.
Il pantano odierno è la conseguenza di una serie di errori commessi tutti a danno dell’uomo, scrive Rosa Alberoni nella Prefazione, perché, con le parole di Henri De Lubac, «non è vero che l’uomo non possa organizzare la terra senza Dio. Quel che è vero è che, senza Dio, egli non può in fin dei conti che organizzarla contro l’uomo».
Il titolo stesso ribadisce che il Vangelo e la tradizione cristiana rimangono riferimenti certi, fari luminosi per chi ha smarrito la via nella notte del mondo.
Se si leggono le ricostruzioni che storici e giornalisti fanno degli anni di piombo, sembra che i brigatisti rossi e i loro stretti parenti siano sempre stati considerati dei folli, isolati da tutto il resto del Paese. Sembra che il progetto di una società comunista, da realizzare attraverso una rivoluzione, sia stata una pazza idea nelle menti di pochi. Ma non andò così. Per una decina d’anni, diciamo dal 1968 in poi, l’estremismo di sinistra poté godere della benevolenza, del consenso, e a volte della complicità della maggior parte dei giornali e del mondo della cultura ufficiale. Ci volle il cadavere di Moro fatto trovare a metà strada fra le sedi della Dc e del Pci per interrompere una mistificazione che i mass media conducevano dal tempo della scoperta dei primi covi delle Brigate Rosse. Per dieci anni gli italiani furono ingannati dai nove decimi della stampa nazionale, che chiamò «sedicenti» le Brigate Rosse e nascose e negò qualsiasi episodio di violenza e di estrema sinistra. Perché accadde tutto questo? Molti giornalisti agirono per fede politica. Ma molti altri, più semplicemente, si accodarono seguendo il vento, che in quel momento sembrava portare a un immancabile trionfo del marxismo. Così, legioni di cronisti «borghesi» si misero l’eskimo, confermando una vecchia battuta di Leo Longanesi, e cioè che lo stemma al centro della bandiera italiana dovrebbe essere la scritta: «Ho famiglia».
Questo libro, il cui titolo è entrato a suon di edizioni nell’immaginario collettivo come la sintesi più efficace di un dato periodo di giornalismo italiano, riporta fra virgolette che cosa scrissero i giornali sui principali episodi di violenza dell’estrema sinistra. Il lettore della presente nuova edizione rivista e aggiornata, a distanza di tanti anni dalla prima del 1990, continuerà a stupirsi, incredulo.
Settantasei personaggi del giornalismo e dello spettacolo raccontano qual è il film che ha segnato la loro vita. Ne viene una straordinaria galleria cinematografica che consente un’incursione nell’immaginario interiore dei settantasei autori, fra i quali sono annoverati Dino Risi, Carlo Verdone, Lucia Annunziata, Pierluigi Battista, Angelo Branduardi, Umberto Brindani, Toni Capuozzo, Aldo Cazzullo, Don Backy, Roberto Gervaso, Luca Goldoni, Paolo Granzotto, Aldo Grasso, Antonio Padellaro, Gian Antonio Stella, Marco Travaglio, Stefano Zecchi, Giuliano Zincone...
Ma il libro, brillantissimo, induce il lettore a verificare anche le proprie predilezioni cinematografiche, confrontandosi con le valutazioni qui inanellate.
Interventi di: Giovanni Paolo II - Benedetto XVI - Luigi Giussani - Carlo Caffarra - Eugenio Nembrini - Giorgio Pontiggia
Prefazione di Bernard Scholz - Introduzione di Marco Platania
A cura di: Compagnia delle Opere-Sport - Nicola Lovecchio - Giancarlo Ronchi
«È l’uomo la prima preoccupazione degli Autori; all’uomo essi guardano, attenti ai suoi più profondi desideri ed esigenze. Per questo si interessano allo sport, perché individuano in esso uno straordinario strumento per cogliere la passione dell’ uomo, soprattutto quando è giovane, ed arrivare così al suo “cuore”.
Da ogni intervento traspare una concezione di educazione ampia, ricca, coinvolgente; che stima la libertà del bambino o del ragazzo; che si pone come una proposta chiara con cui confrontarsi.
Bernard Scholz - Presidente Compagnia delle Opere
«CDO Sport c’è, è un fatto.
Piccolo, senz’altro, ma reale, incontrabile, verificabile.
Non una teoria, delle buone intenzioni, dei propositi a venire.
Un fatto invece, che ha il volto di chi ha incominciato a prendere sul serio gli insegnamenti che si trovano in questo libro. O meglio a seguire i Maestri che questi insegnamenti hanno espresso».
Marco Platania - Presidente CdO Sport.
«L’unica persona al mondo che possiamo cambiare siamo noi stessi: per cambiare gli altri dobbiamo cominciare da noi»: questa affermazione di John Miller permette di comprendere il senso e lo scopo di questo libro. Perché non investire su sé stessi per migliorare costantemente, guadagnare in serenità e accrescere la propria professionalità? Il modo migliore per farlo è quello di individuare i propri punti di forza e lavorare sulle aree che richiedono un perfezionamento. Per venire incontro al lettore, l’autore suddivide il mondo dell’attività professionale in capitoli coerenti con l’attuale impostazione del lavoro, partendo proprio dal senso stesso del lavoro, e offre per ognuna di queste aree non solo dei consigli per il miglioramento, ma anche strumenti efficaci e profondi per riflettere su sé stessi. Questa autovalutazione – oggi diremmo self assessment – viene proposta a partire da una serie di citazioni, utili per fornire luci sulla propria attività, tratte non solo dalla odierna letteratura di management, ma soprattutto dalle profondità della saggezza dei santi e degli uomini di spirito. Il saggio è corredato di strumenti che aiutano a rendere molto pratico il percorso di scoperta della propria «anima del leader».
Nell’attuale disgregrazione è ormai consueto riferirsi al perenne stato di «emergenza educativa». Le principali agenzie di formazione, famiglia e scuola, sembrano disorientate di fronte alla contemporaneità, segnata da violenze di ogni sorta e corrosivi relativismi etici.
Dalla sua lunga esperienza, l’autore riflette sulla missione cristiana dell’educatore, tracciandone un profilo completo, e mostrando un ricco itinerario che affronta i temi più accesi della pedagogia odierna, tra cui quello del bullismo, del pudore, della correzione e del perdono.
Nella sua Premessa così definisce il «cammino educativo»: «È lavoro di sintesi che raccoglie gli spunti delle diverse componenti dell’esistenza di un soggetto o di una comunità e traccia le direzioni verso cui condurre l’uomo alla sua completezza: una completezza equilibrata sotto il profilo umano e integrata da una visione e da una esperienza di fede».
Sposa e mamma novella? Casalinga disperata? O manager frustrata? E' questo il libro che cercavi.
Se hai perso la bussola e rimbalzi stressata tra casa e ufficio, scopri i segreti per una vita serena e di successo.
Vuoi imparare a fare la spesa in modo intelligente, a trovare la colf ideale, a farti aiutare da marito e figli? Vuoi coniugare le riunioni a scuola dei gemelli, con il consiglio di amministrazione dell'azienda? Ecco i consigli che fanno al caso tuo: le strategie per organizzare con efficacia la casa e avere molto più tempo per te.
Ogni fatto ed episodio qui narrati non sono frutto di fantasia, ma vita vera (e sudata) di ogni giorno e trasmettono fedelmente il percorso interiore compiuto dall'autrice che, chiudendo queste pagine, non si sente moglie, amante, madre, amica e professionista perfetta, ma semplicemente donna più consapevole e felice.
Fra i dubbi e i problemi posti dal quotidiano, inequivocabile, emerge una certezza: la realizzazione femminile sul lavoro e in società si fonda sul cuore e sulla responsabilità che solo una donna sa mettere e prendersi nella sfera domestica (pp. 184).
Elisabetta Tumbiolo Stefanini ha 37 anni. Vive a Roma ma è di origini siciliane. Sposata, ha quattro figli. Ha collaborato con diverse redazioni giornalistiche e ha ricoperto più volte i ruoli di addetto stampa e capo ufficio stampa. Da alcuni anni si dedica ad approfondire tematiche che riguardano la donna e la famiglia passando con regolare frequenza dalla scrivania all'asse da stiro.
Un viaggio nel pianeta ambiente e nelle sue molte contraddizioni, compiuto da un protagonista.
Un libro-intervista, raccolto da Folco Quilici, che costituisce un manifesto contro ogni ideologia e propone una rivoluzione copernicana, che ponga l'uomo, le sue esigenze ed il suo benessere al centro del sistema. Altero Matteoli prende spunto dagli anni trascorsi alla guida del Ministero, non per rivendicare i suoi meriti, ma per proporre pacatamente, com'è nell'indole di chi ha trascorso gran parte della propria avventura politica all'opposizione - a destra, nella sua Toscana, tradizionale roccaforte della sinistra - una formula capace di far superare il bagaglio di pregiudizi ideologici, che hanno fatto della questione ambientale un terreno di scontro e di sterili contrapposizioni, bloccando di fatto lo sviluppo.
La difesa dell'ambiente -sottolinea con forza Matteoli - va perseguita non come un bene in sé; non si tratta di andare alla ricerca di un'età dell'oro perduta vedendo, come Rousseau, nel progresso il veleno della società . Si tratta invece di perseguire le condizioni di vita migliori per l'uomo, attraverso la conservazione di quel contesto ambientale ad esso necessario. In questo senso la tutela dell'ambiente si trasforma in un'opportunità, per cogliere la quale tutte le posizioni politiche dovrebbero convergere (pp. 112).
Altero Matteoli è nato a Cecina, in provincia di Livorno, l'8 settembre 1940, è sposato ed è padre di due figli. Ministro dell'Ambiente nel 1994 e nel 2001, con i tre governi Berlusconi, ha salito tutti i gradini della carriera politica, da consigliere comunale a consigliere provinciale, a parlamentare nazionale, passando nelle elezioni del 2006 dalla Camera dei Deputati al Senato, dove è stato eletto Presidente dei Senatori di AN. Attualmente è anche Presidente dell'Associazione ambientalista «Ambiente e/è Vita».
Questo libro nasce dall'esperienza. Studenti che versavano in gravi se non drammatiche situazioni scolastiche, che per anni avevano esibito pagelle per le quali i genitori più benevoli a stento trattengono una smorfia di dolore, si affidano alle indicazioni dell'autore e risalgono la china colorando di segno positivo i registri di classe. E i più finiscono per appassionarsi a buona parte delle materie proposte, non vivendole come un dovere scolastico ma come strumenti di conoscenza del vero, del bello e soprattutto dell'utile. Ma qual è il segreto di una simile metamorfosi da teste di rapa (presunte) a piccoli geni pensanti e consapevoli? Nessun trucco o espediente stravagante, ma l'affermazione di un principio per il quale lo studio altro non è che una parte dell'attività lavorativa di chi lo pratica e che pertanto, come un qualunque lavoro, merita di essere retribuito. «Otto? Questo è il tuo guadagno». «Insufficiente? Mi spiace, vai in debito di tot» (pp. 240).
Fabio Di Tullio, sposato e padre di quattro figli, è laureato in Filosofia all'Università Cattolica di Milano e ha uno studio nella stessa città . Si occupa dei rapporti tra motivazione, organizzazioni, risorse umane, leadership e apprendimento. Lavora anche con docenti, studenti e famiglie sulle tematiche della metodologia dello studio e del miglioramento del rendimento scolastico. Attualmente insegna Interpersonal and intercultural skills e Psychology and management come affiliate professor presso il campus torinese della Grande Ecole Escp-Eap, oltre a svolgere consulenze sulle stesse tematiche presso varie Società.
Formare una famiglia può sembrare una pazzia, oggi. Eppure c'è chi crede che ci si possa amare onorare per sempre. Questa convinzione parte da esperienza personale, studio e riflessione. Tante domande che il lettore può porsi trovano in questo libro risposte e stimoli ad approfondire. Nelle tre parti in cui il volume è scandito, l'autrice analizza la famiglia in quanto luogo naturale generativo delle relazioni interpersonali primarie, le relazioni genitori-figli nei due versanti dell'affetto e del legame, e l'uso della libertà soprattutto nel tempo libero. «Un libro che è un efficace compagno di viaggio», scrive Armando Fumagalli nella Prefazione, «per chi vuole costruire una famiglia, per chi vuole mantenere il timone della propria vita famigliare nella giusta direzione, per chi si propone di aiutare altre famiglie a navigare in modo sicuro, evitando le secche e gli scogli che così facilmente ritrovano nel suo percorso» (pp. 192).
Il 5 settembre 1996, sul Foglio, Mauro della Porta Raffo elegantemente pignoleggiava sulle imprecisioni di Ennio Caretto e Gian Antonio Stella: da allora il suo fioretto non ha risparmiato nessuna delle grandi firme del giornalismo italiano, dalla a, come Augias, alla zeta, come Zucconi (pp. 304).
Mauro della Porta Raffo, narratore e saggista, classe 1944, svolti più o meno svogliatamente mille diversi mestieri, ha cominciato a scrivere davvero nel 1996 su sollecitazione di Giuliano Ferrara, che lo ha ribattezzato «il Gran Pignolo» per la sua curiosità onnivora, per la propensione alla cultura erudita e la precisione dimostrata. Per lo stile asciutto al servizio di un'informazione che di una notizia premia l'originalità e l'inedito, della Porta Raffo è collaboratore passato e presente di tutte le principali testate nazionali.
Ha partecipato su Rai 3 alla trasmissione E' la stampa, bellezza! ed è stato consulente al Quiz Show e a Ritorno al presente di Rai 1.
Il 13 ottobre 1998 Giovanni Terzi venne arrestato con l'accusa di corruzione, per fatti risalenti al 1994-1997 quand'era assessore all'Urbanistica al Comune di Bresso. Il 1° febbraio 2006, a oltre sette anni dall'arresto, la Cassazione ha definitivamente confermato l'assoluzione «perché il fatto non sussiste».
In queste pagine, scritte con immediatezza diaristica, rivivono i 75 giorni di carcerazione preventiva patiti da un innocente, vittima della malagiustizia. «Terzi», afferma Vittorio Feltri nella Prefazione, «non descrive le sue prigioni, ma le mie e le tue. Questo libro è una finestra aperta sulla vita di un uomo vero. I sentimenti sono a volte fragranti come il pane, altre amari come le lacrime, ma sono tutti veri. Questo libro ci migliora. Giovanni Terzi ci aiuta a tirar fuori il meglio di noi».
E Massimo Ferlini, nella Postfazione, aggiunge: «A me non basta che, alla fine, Giovanni abbia trovato una sentenza che lo assolve. C'è un'ingiustizia pagata da lui, da suo figlio, dalla sua famiglia che aspetta una risposta. Cittadino in attesa di giudizio. Quanti diritti ha già perso per questo?».
Perché George W. Bush ha vinto le elezioni contro tutti i pronostici degli intellettuali europei? Quale bilancio stilare del suo primo mandato? Perché la guerra è considerata insita nel Dna dei repubblicani e invece, alla prova dei fatti, è dichiarata pressoché sempre da presidenti democratici? Quali i rapporti sul piano della reciproca conoscenza tra Italia e Stati Uniti?
La nuova edizione de I Signori della Casa Bianca, arricchita di ben quindici capitoli, risponde a questi brucianti interrogativi. Il libro svela tutti i come e i perché del sistema elettorale e di governo americano, aiutando a capire il valore aggiunto della democrazia rispetto a ogni altra forma di organizzazione civile o sociale.
Estraneo a ogni ingenuità , ben consapevole che sono gli uomini a determinare le istituzioni, l'autore dedica un'ampia parte del saggio alla vita e all'opera degli uomini dello Studio Ovale. Passa all'appello i presidenti, muovendo con fredda ironia aneddotica il bisturi nei vizi oltre che nelle virtù, allargando la galleria ad altre personalità politiche (molte delle quali candidati sconfitti) che hanno comunque scritto la storia a stelle e strisce.
Per ricchezza di dati e di profondità di giudizio I Signori della Casa Bianca, la cui prima stesura ha ottenuto oltre cento recensioni, si pone, secondo l'autorevole parere di Ferruccio de Bortoli, come un punto di riferimento per una conoscenza oggettiva degli Stati Uniti d'America.
21 dicembre 1979. Doveva essere un Natale come gli altri. Una vita da ricostruire dopo la prima esperienza del carcere. Invece, la casa si riempì d'improvviso di poliziotti. Da un muro all'altro rimbalzò la sentenza martellante: «C'è un nuovo ordine di cattura per lei». Inizia così l'intenso racconto autobiogafico, crudo e poetico a un tempo, di Arrigo Cavallina, uno dei protagonisti degli anni di piombo. Passato per una graduale iniziazione alla «lotta armata», da «Potere Operaio» ad «Autonomia Operaia» sino ai «Proletari armati per il comunismo» (Pac), Cavallina ha partecipato a diverse azioni eversive. Tra i suoi collaboratori si ricorda il latitante Cesare Battisti recentemente tornato alla notorietà delle cronache. Nella sua testimonianza l'autore rievoca gli anni di carcere, rivivendo passo dopo passo il suo avvicinamento alla fede e la decisiva conversione. Attraverso una sofferta e profonda rivisitazione della propria esperienza, Cavallina diventa un promotore del movimento della «dissociazione» e inizia una vita da «uomo nuovo». La piccola tenda d'azzurro è uno straordinario diario che rievoca pagine di storia ancora sanguinanti. Una voce che supera le strettoie del buio nutrendosi di speranza e insegnando la forza del perdono. (pp. 336)
Finalmente qualcuno ha alzato un deciso «veto». Il polemista Franco Palmieri si è schierato dalla parte dei lettori. Con un bonario, esilarante, ma sistematico j'accuse ha smantellato pezzo dopo pezzo l'ultima fatica di Eco: il romanzo illustrato La misteriosa fiamma della regina Loana. Con la prosa estrosa e pungente che lo caratterizza Palmieri ha riletto Eco senza timori reverenziali. Inoltre, ha arricchito il suo inesorabile divertissement con una miriade di gustosissimi anagrammi capaci di decriptare i significati sottesi della misteriosa Loana. A lettura completa si potrà convenire con Palmieri: Eco non ha scritto un romanzo, ha semplicemente visitato il solaio di casa sua.(pp. 184)Finalmente qualcuno ha alzato un deciso «veto». Il polemista Franco Palmieri si è schierato dalla parte dei lettori. Con un bonario, esilarante, ma sistematico j'accuse ha smantellato pezzo dopo pezzo l'ultima fatica di Eco: il romanzo illustrato La misteriosa fiamma della regina Loana. Con la prosa estrosa e pungente che lo caratterizza Palmieri ha riletto Eco senza timori reverenziali. Inoltre, ha arricchito il suo inesorabile divertissement con una miriade di gustosissimi anagrammi capaci di decriptare i significati sottesi della misteriosa Loana. A lettura completa si potrà convenire con Palmieri: Eco non ha scritto un romanzo, ha semplicemente visitato il solaio di casa sua. Come un antico alchimista ha cercato di trasformare una moltitudine di oggetti nell'oro del romanzo. Naturalmente non ci è riuscito. (pp. 184)