Si può facilmente constatare come abbiamo perso, nel nostro tempo confuso, la capacità di vedere, sentire, gustare il bello: la bellezza non è il lusso ma una necessità, e certamente non appartiene al novero delle cose superflue. Cristo è la "bellezza di ogni bellezza", e per questo la Liturgia della Chiesa si offre in modo singolare come la via della Bellezza che libera e salva. Ma anche l'esperienza mistico-contemplativa dovrebbe essere riconsiderata nella Liturgia e non soltanto a partire dalla Liturgia. Questo libro cerca di cogliere le connessioni tra bellezza, liturgia ed esperienza spirituale che il credente è chiamato a vivere in modo attivo e consapevole, valorizzando quelli che la grande Tradizione chiama i "sensi spirituali".
"Il tempo che va dal Mercoledì delle Ceneri alla Domenica di Pasqua è per la Chiesa (...) il tempo della conversione. Ogni anno la liturgia ci offre un tempo in cui «ritornare» a ciò che ci appartiene di più profondo, la nostra identità battesimale, la nostra adesione al Signore. È un itinerario nel quale non siamo noi i protagonisti, ma lo Spirito che converte e rinnova i nostri cuori. (...) Questo testo può essere un utile strumento per vivere quell'ascolto della Parola che converte il nostro cuore. In particolare all'inizio del percorso sinodale, la Quaresima diventa una forte esperienza di ascolto e di conversione, permettendo allo Spirito Santo di continuare la sua costante opera di rinnovamento della nostra adesione al Vangelo." (dalla prefazione del cardinale Mario Grech).
L'ottica del libro è strettamente evangelica, e il dato di quelle fonti resta essenziale e normativo, anche se le parole e i silenzi di quei testi aprono alla possibilità di una lettura più profonda. Nel racconto evangelico del cosiddetto tradimento c'è spazio anche per la scoperta di aspetti che non possono essere trascurati, neppure riguardo al caso di Giuda, che non è solo l'archetipo e il modello dell'errata condotta tout court. A suo modo, doveva volere ancora bene a Gesù, se ne piange la sorte e si tormenta al punto da togliersi la vita. È questa la domanda che - senza voler sottrarre la figura di Giuda al suo mistero - soggiace a ogni passo del libro e ne costituisce il filo conduttore.
Una conversazione sul mistero del Natale che non ci parla solo della nascita di Gesù Bambino: è una riflessione che dal presepe arriva alla risurrezione attraverso la croce e ci fa comprendere come l’itinerario di ogni credente si intrecci con l’itinerario stesso di Gesù.
Il Vangelo di Matteo non è destinato a nutrire una curiosità. Esso invita il lettore a lasciarsi sedurre dalla persona che presenta e dalle parole che riporta; vorrebbe questa seduzione così forte da indurre a lasciare tutto per seguire Gesù e trovare in Lui la salvezza e la felicità. Colui che sedotto da Cristo entra nella sua comunità attraverso il battesimo nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, trova nel Vangelo di Matteo anche le regole della vita secondo il Regno, «un giogo dolce da portare e un fardello leggero» per chi dimora nella scuola di Gesù.
Nel Vangelo di Matteo, tra il discorso programmatico del monte (Mt 5-7) e il discorso missionario (Mt 10,1- 42), l'Evangelista inserisce la narrazione di dieci opere di Gesù (Mt 8,1-9,38). Leggendo questi due capitoli, siamo chiamati non solo a scoprire il volto autentico di Gesù, ma anche a interrogarci su come, in quanto suoi discepoli, sappiamo prolungare la sua missione e compiere le stesse opere che egli ha compiuto. Non si tratta quindi di opere prodigiose che dimostrano unicamente la divinità e la potenza di Gesù, ma di gesti di misericordia e di liberazione che dovrebbero continuare nella vita della Chiesa. Seguiamo il racconto di Matteo lasciandoci interrogare come Giovanni Battista sulla figura di Gesù (cf. Mt 11,2-3), ma anche lasciandoci toccare da lui, perché egli possa ancora oggi guarire ogni nostra infermità, dissipare la nostra cecità, farci attraversare il mare in tempesta, vincere tutto ciò che in noi è morte, per essere veramente suoi discepoli capaci di compiere le opere che egli ha compiuto.
Umilmente vive chi è consapevole di essere sempre in cammino, disponibile a imparare alla scuola permanente della vita. Questo è lo stile che emerge da un grappolo di testi nati in tanti anni di vita tra gli universitari, condividendo l’avventura di studiare. Parole dense, intrise di attenzione, per accompagnare la maturazione di personalità solide animate da spirito di servizio e dalla carità dell’intelligenza.
Informazioni sull'autore
Ivo Sinico (1927-2015), presbitero della diocesi di Padova, nel 1963 ha fondato a Padova, e accompagnato per decenni, il Collegio Universitario Gregorianum, dedicando tutta la vita all’educazione dei giovani, alla promozione della cultura, della scuola e della catechesi.
La «sezione dei pani» del Vangelo di Marco (6,6b-8,30) è costruita a scatole cinesi. Domina la grande domanda che percorre il più antico Vangelo: chi è Gesù? Si passa dalle chiacchiere alla professione di fede in lui: «Tu sei il Cristo». Successivamente, Gesù moltiplica i pani per i cinquemila (in territorio israelita) e per i quattromila (in territorio pagano): la salvezza raggiunge Israele, ma pure le genti. Infine, Gesù ridefinisce le categorie del puro e dell’impuro.
Informazioni sull'autore
Matteo Crimella è nato nel 1969. Dal 1994 è presbitero della Chiesa di Milano. Nel 2009 ha conseguito il dottorato in Scienze Bibliche presso l’École Biblique et Archéologique Française di Gerusalemme con una tesi sul Vangelo di Luca. Insegna Sacra Scrittura presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale di Milano e lo Studio Teologico del Pontificio Istituto Missioni Estere di Monza. È responsabile dell’Apostolato Biblico della diocesi di Milano. All’attività scientifica affianca il servizio pastorale.
Costruire una comunità è possibile e non solo a partire dal bene che ognuno è ma anche a partire dal male, dalle ambiguità, dalle contraddizioni che ognuno si porta dentro. Da sempre la comunità religiosa si edifica proprio a partire dalle possibilità di integrare positivo e negativo, bene e male in una continua tensione dinamica che fa della comunità religiosa un segno concreto di una speranza e di una utopia alle quali nessuno rinuncia; tentare la comunione e la condivisione, non ignorando ma accogliendo la propria e
l'altrui debolezza.
Qui e ora Gesù entra nell'infelicità, in ciò che la origina, e suggerisce cosa fare per approdare a una felicità il cui compimento è l'ingresso nella beatitudine. Vuoi? Se sì la "tua gioia sarà piena" (Gv 15,11). La via si chiama Discorso della montagna e via della Croce, di cui le beatitudini sono il compendio.
Un grappolo di testi sulla fede raccolti tra i numerosi scritti di un teologo che ha attraversato, con intraprendenza, le sfide ecclesiali e culturali del Novecento. La freschezza delle intuizioni rimane inalterata a distanza di anni e rinvigorita dal ricordo di amici e discepoli che riascoltano la voce di un maestro della rifl essione e della testimonianza cristiana.
Il Vangelo è sconcertante, soprattutto se letto dalle donne, riletto con le donne. Attente agli squarci, alle fratture, ai capovolgimenti che incontra la cerchia di quelli che lo seguono. Ieri e oggi. «Ritornare a rivedere e riascoltare i gesti e le parole di Gesù e riscoprirli sempre nuovi perché vivi: è questa la sfida che l'evangelo di Marco offre a lettrici e lettori e che Cristiana ci invita a cogliere» (dalla Presentazione di L. Maggi e A. Reginato)
Perché consolare gli afflitti se il vangelo li proclama beati? Perché essi sono innanzi tutto coloro che percepiscono l'assenza di Dio- Perciò, pur soffrendo per il mistero del male, sono felici rispetto a coloro che hanno nella propria superficialità un comodo anestetico, perché da questa lontananza può scaturire il senso della sua misericordiosa presenza. Perciò sono questi afflitti, non i giusti, che Cristo è venuto a consolare con la Buona Notizia, rendendoli a loro volta capaci di consolarsi a vicenda, perdonandosi e accettandosi gli uni gli altri con le loro ferite.
Il libro ricostruisce l'intero percorso della vita di Silone seguendo il filo del suo rapporto con il messaggio cristiano, pietra di paragone talora inconscia delle sue scelte politiche e dei suoi comportamenti morali. Al fondo di una utopia che insegue e cerca coerentemente di vivere, sta la convinzione, via via più articolata e leggibile, che lo "scandalo della Croce" e il paradosso cristiano siano le sole vie di salvezza per il mondo e per l'uomo.
Secondo la tradizione cristiana l'ultima delle sette opere di misericordia corporale è "Seppellire i morti". Compierla dovrebbe significare fare un'azione divina, diventare come Dio, "misericordiosi come il Padre". La sepoltura è un gesto obbligato, scontato, necessario è laico! Perché dovrebbe essere un gesto anche religioso? E il cristianesimo che cos'avrebbe da dire al riguardo? Ecco le domande da cui si muovono le pagine di questo libro. Comprendere la misericordia cristiana nascosta nel "seppellire i morti" può aprire la porta a una realtà nuova, addirittura a una gioia impensabile. Così, mentre gli uomini continuano a domandarsi il senso del morire, la speranza divampa.
In un dialogo serrato vengono analizzati valori monastici e problemi comuni a ogni uomo: solitudine, preghiera, vita fraterna, lavoro, ascesi, sobrietà, libertà, sessualità, inserimento nella società, ricerca di Dio? È un'occasione feconda di confronto per ogni uomo e ogni donna che intendono vivere il momento presente, quello della Evangelii gaudium e della Laudato si'.
Che cosa è la fede e che cosa significa credere? Cercheremo di risponder a questa difficile domanda leggendo la storia di Abramo narrata nel libro della Genesi. Meditando le splendide pagine bibliche si delinea il ritratto esemplare di un uomo che ha vissuto un'amicizia con Dio fra moti dubbi, difficoltà d ostacoli. Con Abramo idealmente cammineremo, con lui discorreremo con Dio, con lui ascolteremo la chiamata, con lui dubiteremo, con lui saremo colti dalla paura e ci illuminerà la grazia. Con lui cercheremo di imparare a credere, grazie a lui sapremo meglio che cosa sia la fede, nella speranza di poter anche noi cambiare e lanciarci in questa splendida avventura che è l'amicizia con Dio.
"Passi nel vangelo di Luca" sono letture scelte per accompagnare l'anno liturgico C. A partire dalle discepole, dal mio essere donna, dal dialogo con altre donne - esegete e teologhe o lavoratrici della terra, del sociale, del quotidiano - ho operato una scelta parziale consapevole. "Maestro e discepole" non esprime un criterio esclusivo. Non esistono pericopi al femminile o femministe e altre no. Tutto è più sottile. Alcuni testi commentatissimi sono stati lasciati, altri scomodi sono stati presi. Le radici sono monastiche, i frutti laici. La novità resiliente del vangelo - e delle donne - fa da filo rosso.
Il percorso prendo avvio dalla domanda: "Adamo, dove sei?". L'umano interrogato richiede una lente di ingrandimento per leggere l'umano minacciato e disegnare il cammino della generazione dell'uomo e della donna nel tempo attuale. Questa avviene in una rete di relazioni che costellano il suo cammino: con il corpo, con l'altro, con il noi sociale, con Dio, nel quadro della cura della casa comune. Fino a suscitare la responsabilità e la capacità di far vivere un umano condiviso. Il cammino trova compimento nell'"Ecce Homo!", immagine crocifissa del Dio invisibile.
L'incontro di due gridi: quello dell'angoscia umana e quello della sete divina. Tra loro, il Paraclito giovanneo, lo Spirito Consolatore che libera dai sensi di colpa. Al grido della nostra angoscia, risponde il suo: "Sei meglio di quanto tu non abbia mai osato credere e ti amo!".
Una compassione-misericordia attenta a un lebbroso, a un cieco, a un ingiusto, a un morto e a un popolo affamato di pane e di istruzione; un amore fino al pianto, fino a morirne e fino a ridare vita. Un Dio che in Cristo cerca alleati capaci di vedere, di toccare e di coinvolgersi con i poveri della terra. È questa la grande via d'uscita dal disumano per un vivere semplicemente umano, la via che ricolloca al centro del villaggio globale il povero e la compassione, via sottesa a ogni religione, politica, economia e cultura.
L'autore commenta alcune pagine del vangelo affrontando con originalità temi oggi al centro del dibattito. Si ha così la scoperta di un Cristo nuovo, umano, senza perdere nulla della sua divinità.
Un forte invito all'impegno primario dei cristiani: mettere pace nelle relazioni umane. Alimentare la speranza in un mondo più umano, più attento ai piccoli della Terra, più giusto, più amorevole. Questa la consegna dell'autore alle nuove generazioni, in un linguaggio semplice e diretto, comprensibile da tutti.
Altro che onnipotenza! Facendo dialogare esperienze di vulnerabilità umana con il vangelo di Giovanni, il fondatore dell'Arca esplora un nuovo attributo evangelico di Dio: la vulnerabilità, dalla carne alla pasqua di Gesù.
Un itinerario teologico-catechetico già sperimentato dall'autrice, che introduce il lettore attraverso la Sacra Scrittura, la narrazione di storie vere e suggerimenti pratici di preghiera a sperimentare il potere sanante dello sguardo sulle relazioni d'amore. Il punto di partenza è il principio, lo sguardo benedicente di Dio sull'uomo. Da qui, tutta la storia della salvezza è letta come un intreccio di sguardi tra Dio e l'uomo, intreccio alla luce del quale sono interpretati e sanati gli amori fondamentali della persona: a Dio, a sé, ai genitori, ai figli, al/alla fidanzato/a, al coniuge.
La forma del dialogo, un tempo così frequentata anche dalla teologia e dalla catechesi, dalla spiritualità e dalla pedagogia, oggi è piuttosto inusuale. E tuttavia nel dialogo tra un padre e i suoi f gli, fatto di domande, affermazioni, contestazioni, dubbi e chiarimenti, può emergere un prof lo inconsueto e avvincente dei sacramenti cristiani. In questo volumetto, composto da 15 dialoghi notturni, si passano in rassegna tutti e sette i sacramenti cristiani e nel chiarirli ai bambini si lancia più di un segnale verso una comprensione più adeguata da parte degli adulti, per una autentica conversione pastorale.
Informazioni sull'autore
Andrea Grillo è professore ordinario di Teologia dei sacramenti e Filosofia al Pontificio Ateneo Sant’Anselmo in Roma. Insegna Liturgia all’Istituto di Liturgia Pastorale della Abbazia di Santa Giustina in Padova e all’Istituto Augustinianum in Roma.
Che cosa è la fede e che cosa significa credere? Lo scopo di questa pubblicazione è di introdurre il lettore in una riflessione che possa dare a pensare e invitare a oltrepassare le strettoie delle solite espressioni di moda. Si cercherà di prendere spunto dal contesto culturale in cui viviamo, facendo per così dire il punto e il contrappunto a partire da una serie di riserve e problemi posti al credere nell'età moderna e postmoderna. Ne scaturisce una teologia che pensa una fede "differente", posta a debita distanza dalle enfasi di modelli interpretativi troppo rigidi e assolutistici, e che viene descritta nella sua provocante dimensione dubitante e pellegrina.
Il testo raccoglie alcuni degli editoriali scritti mensilmente dall'autore, negli ultimi sette anni, per il Messaggero di Sant'Antonio. Il titolo vuole sottolineare che nelle notizie è sempre possibile andare in cerca della Notizia; e soprattutto intende affermare che la Notizia di Dio (Il Vangelo) è una grande occasione che gli uomini hanno a disposizione per conoscere meglio se stessi e il proprio destino, per capire quali informazioni hanno anche l'indiscussa dignità di notizia e quindi sono utili per vivere meglio.
E' possibile vivere insieme senza restare intrappolati continuamente in conflitti distruttivi o è solo un sogno
La riflessione sul tema dell'ospitalità scaturisce da un confronto tra due episodi biblici, l'uno del Primo Testamento e l'altro del Vangelo. Si tratta dell'ospitalità data da Abramo e Sara ai tre visitatori che vengono a togliere la maledizione della sterilità annunciando la nascita del figlio; e della sosta di Gesù a Betania in casa di Marta e Maria. Intrecciando diversi temi, che toccano ambiti di esperienza personali e collettivi, il libro intende far emergere la struttura fondamentale delle relazioni, tra di noi e con Dio: la circolarità tra l'amare e l'essere amati. L'ospite, infatti, è sia chi ospita, sia chi viene ospitato. L'ultima parte del percorso affianca la riflessione alla visione: viene proposto un commento a cinque dipinti di differenti autori sull'episodio evangelico dell'ospitalità di Betania, in modo da far eco alle Scritture anche attraverso la mediazione artistica.
Un libro per pregare, per imparare a vivere da protagonisti la celebrazione eucaristica, per scoprire il valore di tutte le parti della Messa.
Il denaro risolve conflitti senza eliminare il conflitto, può molto e non può nulla. Se compro l'amore o la giustizia non divento nè amato nè giusto. Ma anche il denaro è rapporto e giustizia.
Un invito a ritrovare la dimensione festiva della fede.
Le nostre esperienze affettive sono fatte di fragilità e presentano ferite. Eppure l'immaginario amoroso si nutre di ideali di perfezione ed armonia. Lo scarto tra realtà vissuta e l'ideale perseguitato suscita inevitabilmente sensi di colpa e dolorose frustrazioni. Occorre riconciliarsi con le imperfezioni della relazione di coppia, poiché la vita, quella vera, è fatta anche di fragilità e fallimenti, di incomprensioni e di silenzi. E, a dispetto di quanto normalmente si pensa, la Scrittura non demonizza questo vissuto arrivando persino a tessere l'elogio dell'amore imperfetto. Rispetto al modello unico della perfezione, narrato con toni epici ed ascoltato con orecchi intransigenti, la narrazione biblica introduce il lettore in un mondo plurale, dove l'amore viene declinato nelle diverse stagioni e situazioni di vita e raccontato senza censure.
Paolo nella Lettera ai Galati (5,22-23) elenca nove manifestazioni del frutto dello Spirito. Non "nove frutti": il frutto è uno solo, la vita piena, la vita nello Spirito.
Alla luce del Dio biblico amante dell'uomo, la morte - più che il momento finale della vita - è la finestra attraverso la quale comprendere la vita.
"La malattia mentale è una grossa sfida per il nostro mondo. Oggi vogliamo essere forti, i deboli vengono schiacciati. In realtà siamo nati tutti nella debolezza e moriremo nella debolezza. La nostra parte più debole ha qualcosa da dirci. in ascolto di coloro che rifiutiamo, dei più vulnerabili, impariamo ad ascoltare anche la vulnerabilità che è in noi. Loro, essa, ci prendono per mano per portarci dalla paura alla relazione" (Jean Vanier)
"Il libretto che vi propongo non leggetelo come fosse un libretto. Vivetelo come fosse un abbraccio. Ho impiegato ottant'anni per capire che la preghiera non è fatta di parole, ma di atti d'amore; che il Padrenostro non è fatto di 36 parole, ma di trentasei abbracci; che la messa non è solo una messa ma è un matrimonio consumato con Dio. Sei voi arrivate prima di me a fare questa esperienza, il libretto ha 'trovato la giusta dimora'"
Questo piccolo volume propone un viaggio inconsueto attorno e dentro alla natura, per lasciarsi stupire dalla sua grandezza e varietà. Si tratta di un viaggio che, iniziato nella prospettiva del racconto della Creazione in Genesi, suggerisce di conciliare l'esperienza della condizione moderna con l'accoglimento della bellezza e della forza della natura, spesso trasformata dall'intervento umano in paesaggio. Poesia e sociologia, sensibilità naturalistica e spiritualità si incontrano nelle pagine del volume per offrire uno sguardo originale sull'ambiente naturale, di cui oggi si percepisce più acutamente che mai il carattere fragile e prezioso.
In queste pagine vengono presentati alcuni segni, caratteristici della vita umana, alla base dell'esperienza religiosa: affetti, relazione, desiderio, narrazione, limite, immaginazione, simbolo. Essi manifestano nel loro insieme la condizione essenzialmente corporea della relazione con Dio, espressa biblicamente dal principio dell'incarnazione. L'esplorazione di questi segni può costituire un fecondo punto di incontro tra conoscenza di sé e conoscenza di Dio. Un cammino certamente non facile, ma avvincente, la cui posta in gioco è la verità di se stessi. GIOVANNI CUCCI è laureato in Filosofia presso l'Università Cattolica di Milano. Successivamente ha ottenuto la licenza in Psicologia e il dottorato in Filosofia alla Pontificia Università Gregoriana, dove attualmente insegna. Per Cittadella Editrice ha pubblicato: Ricoeur oltre Freud. L'etica verso un'estetica (2007).
Il libro non gioca a rimpiattino con le varie maschere dell'educare e non lascia i protagonisti in balia di se stessi o di vaticini di crisi permanente. Tende a offrire un po' di ricostituente a coscienze che sembrano navigare nell'incertezza, senza bussola. «Boia chi molla», potrebbe essere l'esortazione di chi crede e investe nell'educazione e ancor più nelle risorse di persone, famiglie, istituzioni. Occorre appassionarsi al desiderio di educare e spendersi almeno un po' per trovare ogni giorno quel granello di felicità che prende vita nella relazione d'aiuto e si macera nell'interiorità di ciascuno. GIUSEPPE VICO è professore ordinario di Pedagogia generale e Direttore del Dipartimento di Pedagogia dell'Università Cattolica di Milano.
Superbia, gola, lussuria, avarizia, ira, invidia, accidia. Ma l'uomo è vizio" o "sette ovlte buono" come afferma la Bibbia? "
Un nuovo sguardo sulla vita quotidiana: tempi e spazi intermedi; esperienze al margine; mondi paralleli.
Un libro per tornare ad avere fiducia nei ragazzi. Nuova serie con una nuova veste editoriale. Un libro per interrogarsi sugli adolescenti, per sondare la galassia dei loro comportamenti, delle loro attese, del lor modo di vivere la scuola, la religione, le emozioni e il tempo libero. Un libro per comprendere le ragioni del disagio giovanile, ma anche per riflettere sulle enormi potenzialità dei ragazzi contemporanei. Un libro da leggere insieme, adulti e giovani.
La descrizione dell'esperienza personale di maternità. Il racconto di una vita sorpresa dall'esperienza di essere madre. Essere madre è fare esperienza del fatto che la vita è sorpresa da un altro. Come ogni sorpresa, anche l'arrivo di un figlio, pur se atteso e desiderato, cambia e scompiglia. A questa sorpresa rispondiamo, in modi diversi, educando ed imparando a seguire l'altro che si affaccia nella nostra vita. La sorpresa caratterizza anche le maternità non biologiche quali adozioni ed affidi.
La storia dell'uomo ritorna alla vita che comincia dalla scoperta di essere stato salvato dall'amore. Un'esperienza che ognuno di noi deve fare. Una nuova edizione completamente rivista dopo 42 anni. Riveduto e sfoltito, il libro conserva la sua validità e la sua forza di impatto con il nostro tempo. La parabola del buon Samaritano, nel dispiegarsi del racconto, offre all'autore gli spunti per spaziare sui temi che gli sono più cari: la maturità umana e cristiana, l'autonomia e la responsabilità della persona, l'integrazione tra fede e storia, la relazione creazione-uomo-donna, la sessualità, la famiglia, la politica, la Chiesa...
Un libro per tutti coloro che avvertono la necessita' di ritrovare le vie dell'interiorita'. I profondi cambiamenti culturali, in corso da molti decenni, hanno sconvolto modelli e categorie tradizionali della vita cristiana e conseguentemente della teologia. Il Concilio Vaticano II (1962-1965), prevedendo che tali sconvolgimenti avrebbero suscitato una congerie di problemi", aveva gia' sollecitato "nuove analisi e nuove sintesi". Problemi, analisi e sintesi che non riguardano solo i cattolici, e neppure solo i cristiani delle diverse denominazioni, ma anche tutti coloro che avvertono la necessita' di ritrovare, nel convulso intreccio degli attuali processi storici, le vie dell'interiorita'. Queste pagine sono nate da riflessioni proposte in diversi ambienti e dai confronti che ne sono seguiti. "
Partendo dalla concezione tridimensionale dell'essere umano - corpo,psiche, spirito - gli autori si occupano soprattutto della guarigione psichica, oltre a quella spirituale e fisica.
Riflessioni che, passo dopo passo, tracciano un cammino silenzioso sul senso della vita attraverso uno sguardo profondo sulle cose e sugli eventi. Giunge per tutti il giorno in cui la vita si fa chiara. Le apparenze si dissolvono; le cose che valgono si impongono; le speranze non si aggrappano piu alle situazioni o alle persone, ma rendono vivi i rapporti e alimentano l'interiorita. Quando questo avviene e la stagione della vita matura. La serenita resta l'orizzonte di ogni giornata. Quando ti sorprende questa stagione, la vita non ti puo piu appartenere, esige di diventare dono. I genitori la offrono ai figli, in ogni circostanza, i maestri agli alunni ad ogni pagina dei libri letti insieme, gli amici agli amici ad ogni passo della storia comune. E' di questo domani che ci parlano le pagine di Molari.
Un libro per credenti e non credenti senza distinzioni confessionali. Esso vorrebbe aiutare a recuperare la dimensione più profonda dell'essere umano. Per Panikkar la dimensione contemplativa è innata in tutti gli uomini, per questo egli considera la figura del monaco come modello originario universale. La sua semplicità, essenzialità di vita, può essere un modello anche per chi vive nel mondo. Si tratta della nuova edizione (la seconda) ampliata del volume "La sfida di scoprirsi monaco".
La salvezza e' donata ad ogni uomo che si apre al trascendente e spende la sua vita per i fratelli. Gesu' Cristo e' il termine della fede o la radice della salvezza? Il libro, steso di getto a Patmos, parte dalla suggestiva interpretazione di un versetto del Vangelo di Giovanni - Chi crede (,) in Lui sara' salvo", (Gv 3,15) - per mostrare come la "salvezza" e' donata da Gesu' Cristo ad ogni uomo che si apre al trascendente e spende se stesso al servizio dei fratelli. Una buona notizia per chi vive la "fede-amore" pur non avendo conosciuto Gesu' Cristo, ma, al tempo stesso, un monito severo per i cristiani, consapevoli che il Battesimo non costituisce un "privilegio di garanzia", semmai una ragione di responsabilita'. "
Una guida alla ricerca di una spiritualità delle beatitudiniche può essere raggiunta attraverso relazioni responsabili. Il discorso della montagna rappresenta l'identità dell'uomo, in una forma insuperabile: l'essere umano è povero per sua stessa natura, e deve vivere tale condizione usando le cose senza farne idoli che lo mantengano in schiavitù; deve dirigere la sua vita all'affermazione della giustizia sulla cui base costruire una società pacifica. L'identità è una qualità da raggiungere, la si può conquistare solo attraverso un processo creativo.
Un testo di spiritualita' sul Verbo di Dio fatto carne. Ho messo in questo libro quanto fa parte ormai del mio mondo mentale, ripetendo forse cose gia' scritte... Mi e' sembrato comunque che, alla fine, "il Verbo fatto carne" mi fosse piu' vicino, piu' presente, e mi sollecitasse, mi accompagnasse e mi sostenesse nella mia diuturna missione di pace. Dovendo dare un titolo, avevo pensato a "carne di uomo, carne di Dio"; ma... Si parla anche di "carne di donna"! Alla fine sono giunto al titolo attuale che mette in evidenza come Dio, creando il mondo in vista di Gesu' Cristo, abbia pensato alla nostra "carne", ma vivificata dallo Spirito e orientata alla pace tra gli uomini" (dalla Prefazione). "
Profonde riflessioni che invitano ad un cammino di speranza e di liberazione con Cristo alla luce del Vangelo, dalla parte dei poveri, dei diseredati e dei deboli in genere. Uno straordinario libro di spiritualita che affronta, con la forma letteraria del dialogo dell'autore con Gaudy (una donna latinoamericana), tutti i temi di un cammino per una liberazione spirituale che conduca alla costruzione di rapporti umani nuovi. Un messaggio di speranza e di liberazione attraverso un percorso che tocca fede, speranza, amore e misericordia, Dio, Cristo, Chiesa e missione, pace e giustizia.
Un possibile itinerario di ricerca dell'esperienza di Dio per il passaggio alla maturita spirituale che ogni persona e chiamata a raggiungere. Il momento culminante della vita spirituale e l'esperienza di Dio. Leonardo Boff presenta un possibile itinerario di questa esperienza. La sua ricchezza sta nel fatto che esso nasce dalla vita e descrive dal di dentro quel passaggio alla maturita psirituale che ogni persona e chiamata a raggiungere. Sperimentare Dio non implica incontrarLo come Dio ne coglierne l'azione perche nessun uomo e in grado di percepire Dio nella sua divinita. Significa, bensi, verificare la possibilita di far fiorire forme nuove di vita, di creare forme nuove di fraternita, di introdurre qualita inedite di giustizia e di pace. La riflessione di Boff si snoda in un itinerario dai tempi classici: la via negativa, che scompone le formule e le immagini comuni relative a Dio, la via positiva che guida alla sua scoperta attraverso l'esperienza della profondita della vita, la dove essa mostra un'apertura assoluta che oltrepassa tutti i limiti e che, per questo, si manifesta come il Trascendente in noi". Ma tutto questo nella consapevolezza che Dio resta sempre oltre le nostre possibilita di ogni espressione verbale. Solo nel silenzio dell'adorazione e nella gioia dello stupore si snoda l'autentica esperienza di Dio. "
L. Boff, rielaborando un suo testo precedente in forma piu divulgativa, ci spiega perche valga la pene credere nella Trinita.
Teologia e antropologia della preghiera.
Profondo ed originale libro di preghiere, preghiere umane, senza schemi, convenzionalismi, pregiudizi culturali o religiosi, espressione della variegata e concreta umanita moderna.
Acute riflessioni che invitano ad affrontare le difficolta quotidiane con serenita e amore