Avete rimandato di nuovo quel lavoro importante? Siete andati su tutte le furie e avete litigato come dei matti con il vicino? Non riuscite a staccare mai e vi sentite sull'orlo di una crisi di nervi? Non riuscite proprio a rinunciare a un bicchierino di vino tutte le sere? Vi ripetete "vorrei, ma..." e alla fine non osate mai? Probabilmente vi starete chiedendo se sia normale tutto ciò o se avete effettivamente qualcosa che non va. In quanto psicologa, Kristina Fisser è costantemente in contatto con persone che sembrano avere perso il controllo su alcuni aspetti della loro vita. Ma lei lo sa bene: il confine tra normalità e patologia, tra sano e malato, non è così netto come si pensa. Anche noi "normali", infatti, ogni tanto entriamo in paranoia, abbiamo qualche fissa o perdiamo la testa. È normalissimo dubitare di sé, a volte arrivare pure a disperarsi. Non dobbiamo tuttavia ignorare questo nostro atteggiamento, bensì vederlo per quello che realmente è: un segnale che ci mette in guardia e ci ricorda che non possiamo andare avanti così, anche se ciò non significa dovere entrare in terapia il giorno dopo. L'importante è capire cosa fare, una volta che ne abbiamo preso atto. Con un approccio chiaro e pragmatico, esercizi pratici e consigli, Kristina Fisser ci riappacifica con la parte di noi un po' fuori dalle righe e ci indica inoltre come riprendere il controllo della situazione o quando, invece, sia il caso veramente di preoccuparci della nostra salute psichica e rivolgerci a un terapeuta.
A volte esplodono in crisi di rabbia, disobbediscono o sono eccessivamente remissivi, oppure incontrano difficoltà a farsi degli amici e nell'adattarsi alla vita scolastica; talvolta sono iperattivi, ipersensibili, o precoci... Quando i bambini manifestano comportamenti problematici, mandano in crisi gli equilibri dell'intera famiglia, ma possono anche mettere in luce le falle al suo interno. Infatti, un bambino che "non entra nello stampo", e non risponde alle aspettative, molto spesso è sintomo di disfunzioni che non sono necessariamente personali, ma sono piuttosto espressione di conflitti familiari inconsci. Dietro un bambino che soffre può nascondersi talvolta anche un bambino "terapeuta", che cerca di curare il dolore di uno dei suoi genitori, a costo di ammalarsi lui stesso. È quindi essenziale, al di là delle etichette di una diagnosi, prestare ascolto alle sofferenze di ciascuno. Quali sono i non detti della storia dei genitori che bussano alla porta? Liberare la parola attorno a queste questioni e ripensarle insieme aiuta ad allentare le tensioni e col tempo permette di vedere il problema scomparire. Ridando un significato al dolore, decodificando ciò che vuole trasmettere, comprendendo le interdipendenze sistemiche o transgenerazionali, il sintomo del bambino può essere un'opportunità per una famiglia di crescere e per tutti di trovare il proprio posto.
Essere genitori non è mai stato facile, ma mai come oggi pare essere una "Mission Impossible". I cambiamenti epocali che ci hanno travolto hanno reso fragili e insicuri anche noi adulti. I nostri figli, senza più veri modelli e forti solo delle "sirene" che li richiamano costantemente da Internet e dai social media, finiscono per assorbirne le nuove regole, le quali esautorano tutte le figure educative di riferimento, genitori e insegnanti in primis. Ma l'aggressività dei nostri figli, diversamente da quanto avvenne anche solo con la generazione precedente, è solo sintomo di un grande disorientamento, che li rende permeabili e vulnerabili a nuove e pericolose minacce, dell'oggi e del domani. La vita che li aspetta, come e più di un collegio, dove almeno tutto è moderatamente prevedibile, sarà ricca di complessità, di imprevisti, di frustrazioni e di fatica. Molti genitori, di fronte agli insuccessi dei figli, finiscono per ergersi a prescindere in loro difesa, finendo così per minare l'autorevolezza degli insegnanti e per accrescere le debolezze dei ragazzi. È quindi quanto mai urgente ridare importanza alle regole, che sono necessarie per aiutare i nostri figli a costruirsi una coscienza di sé, a superare smarrimenti e frustrazioni, così da renderli capaci di affrontare con coraggio le sfide che la vita porrà loro. Ecco il merito di questo volume del professor Andrea Maggi: un decalogo essenziale, per far riscoprire ai ragazzi il valore delle regole e di quelle scelte consapevoli che un domani li renderanno cittadini responsabili, sicuri di sé e, soprattutto, donne e uomini felici.
La filosofia è un'attività naturale. Ci accompagna in ogni nostro gesto e decisione. Se esistesse un contapassi filosofico, ci direbbe che c'è filosofia anche nella scelta di uno spazzolino da denti, di un cibo o di una vacanza, nel tragitto che affrontiamo per raggiungere il posto di lavoro e nella cerchia di amici che decidiamo di frequentare. Il problema dunque non è "se filosofare", bensì "quanto e come filosofare". Ognuno di noi lo fa tutti i giorni, sebbene non consapevolmente e con metodo. Ciascuno ha un identikit filosofico che lascia le sue tracce in ogni circostanza che ci troviamo a vivere: qual è il vostro? Scopritelo grazie alle schede di autovalutazione che l'autrice vi propone. Con esempi tratti dalla realtà, e accompagnati dagli insegnamenti dei grandi maestri del pensiero, emergerà la vostra filosofia di vita dominante, e non potrete più fare a meno di esercitare la mente in senso filosofico e trarne vantaggio. La filosofia infatti è riflessione, consolazione, speranza, perfino gioco. Ci insegna a controllare i nostri impulsi e a calmare le angosce; ci porta a conoscerci meglio, diventare più forti, dominare il nostro orizzonte mentale e affinare le nostre capacità spirituali e intellettuali. Ci guida al rispetto della nostra umanità e di quella degli altri, a saperci adattare ai fatti e agli eventi, e a interpretarli rettamente. E infine ci insegna che tra le tante scelte a nostra disposizione ce n'è sempre una "più giusta".
Lo sguardo di Domenico Barrilà, da sempre attentissimo all'influenza dei fenomeni sociali sulla psiche, si posa sui nostri "figli digitali", persi negli schermi dei loro cellulari e apparentemente vivi solo attraverso di essi. Vi scopre una generazione fragile, che oggi più che mai ha bisogno di adulti solidi, che non confondano l'"informazione" con l'"educazione". Si tratta di ragazzi che nella rete e nell'ansia di voler essere costantemente "connessi" trasferiscono - magari distorcendolo - il bisogno di "legami" che è proprio dell'uomo da sempre. Barrilà guarda in faccia la rivoluzione digitale e gli effetti da essa prodotti nel delicato recinto che ospita educatori, genitori, bambini e ragazzi, portandoci a ragionare senza isterie e a misurarci con i riflessi dei cambiamenti, positivi e negativi, generati da vecchie e nuove realtà. Alla fine, sperimenteremo la piacevole sensazione di essere tornati in gioco, con le idee più chiare e con qualcosa di concreto da dire e da fare, ma soprattutto con la certezza che niente è più forte del legame educativo, a patto che si abbia voglia di tenerlo in vita. Una lettura su come la tecnologia ha provato a scipparci i nostri figli, riconfigurando i rapporti fra noi e loro. Un contributo per conoscere i punti di forza e di debolezza dell'ospite digitale, che ci aiuta a superare la fase delle recriminazioni per riavvicinare le generazioni.
Harriet Lerner ha studiato per più di due decenni cosa c'è dietro il chiedere scusa e perché alcune persone non lo fanno mai. Oggi è in grado di farci comprendere l'enorme potere che si sprigiona nell'esprimere il nostro rincrescimento per un errore, un'offesa o una scortesia, anche se involontari. Ammesso che lo si faccia, siamo certi di farlo nel modo giusto? In questo libro impareremo come sanare i legami con un sincero "mi dispiace" e come evitare scuse che, al contrario, rendono più profonda la ferita originale. Capiremo ciò che ci spinge a non scusarci e ciò che invece ci porta a un eccesso di scuse. Non ci nasconderemo più dietro i "se" e i "ma" di scuse false o maldestre e banali giustificazioni. L'autrice, con piglio deciso e senso dell'umorismo, affronta anche i bisogni insopprimibili della parte lesa, di chi è stato ferito da qualcuno che non si scuserà, non dirà la verità o non sentirà rimorso; lo aiuterà persino a resistere all'impulso di perdonare troppo facilmente, sfidando la nozione popolare che il perdono sia l'unica via per la pace della mente. Lerner offre una prospettiva unica, una guida salutare e persino gioiosa per raggiungere una vera riconciliazione.
Perché a volte riusciamo a condizionare gli altri e a volte invece veniamo ignorati? Che cosa succede nel nostro cervello quando ascoltiamo l'opinione di un'altra persona? Che cosa determina il fatto che altri modifichino ciò in cui crediamo e come ci comportiamo? Che cosa alimenta la fiducia reciproca? Ogni giorno - dalle mura di casa all'aula scolastica, dalla sala riunioni ai social media - tutti cerchiamo di influenzare chi ci circonda. Tuttavia, molto di ciò che mettiamo in atto per condizionare gli altri è privo di efficacia, se non controproducente, perché non è compatibile con il modo in cui funziona la nostra mente. Tali Sharot, basandosi sui risultati delle ultime ricerche in neuroscienze, economia comportamentale e psicologia, scava sotto la superficie dei principi che comunemente guidano la nostra attività di influenzamento, ne dimostra l'infondatezza e ci dà una nuova comprensione del comportamento umano. Finalmente, svelando le insidie e le potenzialità che si nascondono nel nostro cervello, ci metterà al riparo dai pifferai magici in giro per il mondo.
Un libro dedicato a tutte le donne stanche di essere trattate come Cenerentola o la Bella Addormentata, perché la vita ci racconta tutta un'altra storia, ben lontana dalla fiaba: le donne sono autentiche guerriere. E lo sono da sempre: creature apparentemente delicate, tuttavia capaci di generare figli, gestire la famiglia, accudire malati e anziani, studiare ai più alti livelli, guidare aziende e colossi, spaccarsi la schiena in lavori pesanti. E occuparsi di affetti e incombenze pratiche contemporaneamente. Il multitasking è il nostro modus operandi. Senza nulla togliere agli uomini, di fatto la sensibilità femminile in alcuni campi ci spinge a dover lottare ancora più tenacemente. Questo libro raccoglie parole profonde, che ci giungono da una tradizione che di guerrieri ne ha forgiati tanti. Si tratta di una raccolta di aforismi estrapolati dalla letteratura samurai, intrisa di valori in cui ci rispecchiamo ancora oggi. Le loro parole possono diventare preziose indicazioni per spronarci a migliorare e a superare le innumerevoli prove cui siamo sottoposte nello svolgimento dei nostri innumerevoli ruoli. Non un libro per sole donne, ma una raccolta che possiamo finalmente condividere con gli uomini della nostra vita.
Alcune delle nostre decisioni sono così folli se guardate in retrospettiva che difficilmente possiamo credere di averle mai prese davvero. Eppure sì, l'abbiamo fatto... I dubbi tormentano: scegliere "di pancia" o "di testa"? Delegare o controllare? Cambiare lavoro o restare? E se le opzioni sono troppe? Jochen Mai ci guida attraverso i risultati più recenti della psicologia cognitiva, dell'economia comportamentale e degli studi sul cervello, per svelarci i meccanismi nascosti che si attivano ogni qual volta prendiamo una decisione. Offre inoltre consigli pratici, presenta diverse tecniche decisionali, fornisce esempi concreti per affrontare le nostre prossime decisioni più consapevolmente. Identificando gli errori di ragionamento più classici in cui cadiamo e i dilemmi in cui ci ritroviamo incastrati di volta in volta, Jochen Mai ci dice come migliorare le nostre capacità decisionali, rendendoci più autonomi, meno influenzabili e più soddisfatti. Cosa influenza le nostre decisioni? Come arriviamo a maturarle? Perché oggi decidiamo una cosa e domani qualcosa di completamente diverso? Cosa distingue gli uomini dalle donne in fatto di decisioni? Cosa guida le nostre scelte in famiglia e con il partner? E al lavoro? E al supermercato? Una sola decisione buona o cattiva può cambiare il corso della nostra vita per sempre. Questa guida completa alla scienza della decisione ci insegnerà a valutare, ponderare, prendere una direzione anziché un'altra, e ci farà aprire gli occhi sulle trappole lungo il percorso che porta a una scelta, senza dovercene così pentire subito dopo.
Saltacode. Mezzecalzette supponenti. Aggressivi passivi. Spintonatori professionisti. Insozzatori senza vergogna. Idioti che parlano #perdire. Che vivono di #chissenefrega, danno colpe ad altri e meriti a se stessi. E ancora: impiegati indolenti, autisti irascibili, cameriere rabbiose... Siamo tutti preda della maleducazione e siamo diventati più maleducati che mai. E allora, è arrivato il momento della rivoluzione anti-maleducazione! Danny Wallace traccia un'indagine scientifica, minuziosa ed esilarante sulla maleducazione e ne fa il manifesto per un mondo più gentile. Indaga l'incredibile ondata di inciviltà e cafonaggine che stiamo vivendo. Interroga psicologi, psichiatri, ricercatori; interpella facchini, netturbini, avvocati, tassisti. Arriva persino ad affrontare il proprio bullo personale. Wallace mette a nudo così le cause della maleducazione e il modo in cui si diffonde, esamina azioni e reazioni dell'essere umano, apre gli occhi su come un solo comportamento sgarbato possa degenerare in un disastro, con effetti inattesi, potenti e dannosi per ciascuno e per tutti noi collettivamente. Infine, però, la buona notizia: se è vero che la maleducazione è contagiosa, anche la buona educazione lo è.
Non ci sono ricette sicure per trovare il vero amore: amare ed essere amati, così come amare senza essere ricambiati, dipendono in buona misura dalla sorte. E, tuttavia, non è utile restare passivi di fronte alla sorte, soprattutto quando ciò che porta non rende felici.
È necessario, piuttosto, guardare in faccia il sentimento che vi ha reso immuni al senso di realtà!
Montse Barderi, con grande senso pratico e un punto di vista originale che mescola psicologia e filosofia, vi porterà a ragionare con lucidità sulla relazione che state vivendo e a sbarazzarvi di ciò che vi spinge a perpetuare rapporti nocivi. Troverete un nuovo modo di interagire con voi stessi così da poter costruire legami di coppia sani e duraturi.
Lasciarsi alle spalle un cattivo amore, se è necessario, è l’occasione per iniziare una nuova vita e crescere come individui.
A volte, non solo non ci rendiamo conto di essere manovrati, ma non siamo neppure consapevoli che noi stessi adottiamo strategie per influenzare ed esercitare un controllo sugli altri per persuaderli, in modo più o meno trasparente, a pensare o fare ciò che vogliamo, magari senza cattive intenzioni o senza essere machiavellici. Perdiamo di vista che, nel gioco delle parti, carnefici, vittime e salvatori si alimentano e sostengono a vicenda.
Lo spiega bene Christophe Carré, uno dei maggiori esperti di questi temi, il quale, senza demonizzazioni e con grande perspicacia, esplora qui le dinamiche e le modalità manipolatorie che ciascuno di noi – chi più, chi meno – sperimenta nel lavoro, nei rapporti di amicizia, in amore e nella relazione con i figli. Lo fa integrando molteplici contributi delle scienze umane e della psicologia sociale, grazie ai quali suggerisce come riconoscere e scardinare il gioco della manipolazione, usarne con intelligenza gli strumenti e imparare a comunicare e agire senza barare.
• Perché ci lasciamo facilmente influenzare?
• Perché finiamo col dire di sì?
• Quali sono le strategie più ingannevoli?
• Chi sono i manipolatori più pericolosi?
• Come evitare di cadere nella loro rete?
E se anche noi, senza rendercene conto, lo fossimo?
Per interesse, perversione o per errore, ma a volte semplicemente a fin di bene, la manipolazione è ovunque. Perché tutti, in fondo, manipolano tutti!
Immagina di fare un lavoro che ti gratifichi sia come persona sia come professionista, un lavoro che ti dia la possibilità di crescere e imparare, che ti permetta di diventare la miglior versione di te stesso.
Questo lavoro esiste, ma né lo trovi né lo perdi: te lo devi inventare. E questo è il momento giusto!
Ma come si fa a inventarsi il lavoro?
All’interno di questo libro Jacopo Perfetti propone un percorso pratico e originale per creare la propria professione attraverso centinaia di strumenti e consigli che l’autore ha appreso dalla sua esperienza di imprenditore e docente universitario, dai suoi stessi errori e dalla storia illuminante di personaggi che hanno elaborato grandi pensieri e fatto cose incredibili.
In quest’epoca di turbolenza e cambiamento, meglio non perdere tempo a inseguire sogni di carriera che non esistono più, meglio abbracciare l’incertezza e trasformarla in un’occasione per investire sui tuoi sogni, non su quelli di qualcun altro.
Alla fine, “You’re fired! Sei licenziato!”, non farà più paura.
“Il lavoro non si trova, il lavoro non si perde, il lavoro si inventa”
“Saremo tutti licenziati!”, “Non trovo lavoro!”, “Non avrò mai più un contratto a tempo indeterminato!”, “Centinaia di curriculum e… zero risposte!”, “L’azienda per cui lavoro è fallita!”, “Il lavoro mi deprime e il mio capo è un incubo!”, “Un robot mi ruberà il lavoro!”, “La mia carriera è bloccata!”
C’è una soluzione a tutte le tue preoccupazioni professionali: inventati il lavoro! E sii tu il cambiamento che vuoi vedere nella tua vita.
“Il libro che ti spingerà definitivamente a cambiare datore di lavoro. Quello nuovo sarai tu!”
– Marco Porcaro, imprenditore seriale e fondatore di Cortilia
Le compulsioni - così si definiscono tecnicamente gli impulsi, spesso irrefrenabili, a fare qualcosa - si dispongono lungo un continuum molto ampio sia per tipologia, sia per intensità. All'estremità opposta delle forme più lievi, che appartengono più o meno a tutti - per quanto declinate in modo diverso -, si collocano disturbi che rischiano di trasformarsi in vere e proprie dipendenze distruttive, i cui effetti negativi ricadono sulla nostra vita e persino sulle nostre relazioni. Il libro di Sharon Begley, frutto di ricerche meticolose, è il primo del suo genere a esaminare tutti questi comportamenti, al tempo stesso leggeri ed estremi (compulsioni all'accumulo, all'ordine, a svolgere attività fisica, persino a fare del bene); li analizza insieme, come è giusto che sia, perché, sebbene le forme ossessivo-compulsive possano sembrare incredibilmente diverse, sono in realtà tutte risposte a vari livelli di ansia. Focalizzandosi sulle storie personali di decine di persone, Begley fornisce un contesto alle loro difficoltà, esplora il ruolo della compulsione nella nostra cultura dai ritmi accelerati, ma soprattutto, con rara capacità di divulgazione e appoggiandosi alle conoscenze prodotte dalle neuroscienze, approfondisce la natura di queste strane manifestazioni del comportamento, ci porta a osservarle con occhi nuovi e ad affrontarle con le strategie più efficaci. Che si tratti di fare shopping con rigore militare, di disporre i tovaglioli proprio in quel modo, di lavarsi di continuo le mani o controllare ripetutamente di aver chiuso il gas, la maggior parte di noi è stata protagonista o testimone nella vita quotidiana di quel genere di comportamenti che talvolta etichettiamo come "ossessioni", particolari "rituali" o, per l'esattezza, "compulsioni". Non riesco a farne a meno li rende finalmente comprensibili ed esplora come possiamo realisticamente affrontarli, in noi stessi e nelle persone che amiamo.
Chi non ha conosciuto la delusione? Tutti ne abbiamo assaporato l'amarezza, di fronte al crollo di nostre aspettative o convinzioni. A volte sono le persone a deluderci, a volte le circostanze, e sembra che la vita si prenda gioco di noi. Eppure possiamo attraversare con successo questa esperienza dolorosa e uscirne vincenti. Questo libro vi porterà a smontare i meccanismi della delusione e a ricomporli, perché non facciano più male. In breve: Smascherare l'inganno e sfuggire all'autoinganno; Uscire dalla dipendenza affettiva; Riconoscere i profili "ad alto rischio" di deludere; Destreggiarsi fra le sette fasi della delusione; Trovare il coraggio di deludere; Spezzare la catena delle delusioni; Superare frustrazioni e disillusioni; Riscoprire lucidità ed equilibrio.
Ci stressiamo per superare una temuta invisibilità o al contrario ci nascondiamo per evitare un'altrettanto temuta visibilità. La competitività ci induce a misurare gli altri e noi stessi in base a quanto fruttiamo, a confrontarci su ciò che otteniamo. Invidiamo i successi altrui e ci perdiamo i nostri sogni. Paghiamo con una grande stanchezza l'immane sforzo di essere conformi agli standard. Se falliamo, proviamo vergogna e ci sentiamo esclusi, se abbiamo successo, ci accorgiamo di aver bisogno di altro: di ritrovare le tracce della nostra anima, la capacità di amare più persone e cose possibili. In ogni momento, invece, è possibile scegliere l'arte della riconoscenza, il piacere di trovare le tracce preziose di chi siamo e cosa possiamo raggiungere. È possibile iniziare a guardarci e guardare attorno con occhi nuovi ed empatia. Essere visti e sentiti, vedere e sentire gli altri. Possiamo interessarci alla nostra vita, perché diventi interessante; aprirci al lampo di genio che ci attraversa quando superiamo l'apparente contraddizione fra accettarci e migliorarci.
Una vita senza problemi! E chi non la vorrebbe? Da un lato è utopia, si sa. Eppure la nostra vita potrebbe essere meno problematica di quanto non ci appaia ora. Ciò che ci impedisce di risolvere grattacapi, difficoltà e seccature di varia natura è il fatto che solitamente ne cerchiamo la soluzione sulla base di un'analisi ingannevole, fondata su una cattiva comprensione e lettura delle circostanze o del contesto. Ma c'è di più: siamo abituati a concentrarci sulla ricerca delle spiegazioni (perché ho questo problema?) anziché delle soluzioni (come posso risolverlo?). La chiave per trasformare la nostra vita, e stare meglio, consiste piuttosto nel cambiare il punto di vista e porre fine ai nostri comportamenti limitanti, alle abitudini di pensiero insidiose e ai ragionamenti illusori. Grazie agli spunti e ai consigli chiari e sintetici che l'autore propone, ci accorgeremo di come e in quale misura noi stessi creiamo e alimentiamo i nostri problemi nel tentativo di risolverli, e saremo orientati verso un percorso semplice ed efficace che ci porterà a soluzioni durature.
E voi? Non ne avete abbastanza di dover rispondere all"'obbligo della felicità"? Di dover sempre puntare a trarre il meglio da voi stessi? Vorreste piuttosto riuscire a perdonarvi gli errori compiuti, non vivere di rimpianti? Impegnarvi in ciò che vi conviene davvero? Ebbene, se la risposta è sì, siete sulla buona strada, perché questo è il punto di partenza della contentezza permanente, che si oppone con un no deciso alla fugace felicità. Sulla base delle ricerche scientifiche più recenti e autorevoli, richiamando racconti di casi reali, Christina Berndt illustra ciò che distingue la contentezza dalla felicità, cosa accade a livello neurologico e fisiologico, chiarisce le dinamiche psicologiche in gioco e quali sono le influenze genetiche fin qui emerse sul nostro stato di soddisfazione. Vi porterà a scoprire da soli, con test e un programma di esercizi, su cosa vale la pena investire, come acquisire un maggiore distacco da ciò che non serve o assorbe inutili energie, fino ad arrivare a dirsi, finalmente e irrevocabilmente, contenti e soddisfatti!
"II troppo stroppia" dicevano i nostri nonni. Eppure, oggi siamo imbrigliati in vite dove è proprio il troppo a dominare; troppo di tutto: troppi oggetti, troppi impegni, troppi incarichi, troppi doveri, sia per noi, sia per i nostri bambini. Gli inglesi propongono una nuova parola d'ordine: "declutterinq", liberarsi dal superfluo per vivere meglio. Non basta però liberarsi dalle cose che invadono i nostri spazi, bisogna puntare a liberare il nostro tempo. Ma come conciliare questa esigenza con lo stile di vita di oggi che, tra casa e lavoro, parla di fretta, velocità, risultati? Persino la tecnologia, invece di alleggerirci, ci ha fatti ubriacare di iperattività ed efficienza. Si finisce con il non saper riposare, neppure quando pensiamo di farlo. La sbornia, pur apparentemente piacevole, porta con sé postumi sgradevoli, e quella da iperattività non è da meno. II punto è che non siamo semplicemente più nervosi e insoddisfatti, ma diventiamo anche più "incapaci"; la mancanza di riposo infatti, agendo a livello cerebrale, inibisce a riduce facoltà importanti come la creatività, la capacità di trovare soluzioni originali, di progettare, di risolvere problemi, di relazionarci, di agire cooperando. Gli antichi romani già avevano capito l'importanza dell'otium; oggi per noi è fondamentale non solo riscoprirlo, ma reimpararlo. Marcella Danon vi rieducherà al riposo e a servirvi del suo straordinario potere.
Come fare a superare i muri di gomma che ci dividono? Basta iniziare. È un'opportunità che si offre a tutte le coppie, nonostante la difficoltà iniziale; l'unico prerequisito necessario è che entrambi i partner siano realmente disponibili a intraprendere questo percorso. Con l'aiuto di numerosi suggerimenti pratici, calibrati su esempi di dialogo ipotetici ma molto reali, questo manuale offre ai partner uno spazio in cui conoscere di nuovo se stessi e l'altro, li guida nel confronto sulle questioni più spinose: dai soldi all'educazione dei figli, dall'intimità alle ferite emotive, dai personali bisogni e desideri ai condizionamenti esterni. Insegna come eliminare dagli schemi comunicativi adottati quei dettagli apparentemente innocui e che invece veicolano critica, sarcasmo, recriminazione, rifiuto della responsabilità, chiusura emotiva, ciò che catapulta cioè verso la conclusione irrevocabile di un ciclo affettivo.
Commenti pungenti, ringraziamenti mancati, scarsa considerazione, aspri litigi possono colpirci tanto quanto un licenziamento inaspettato, una separazione, persino un lutto o un evento tragico. L'intensità del dolore non corrisponde sempre alla gravità reale di ciò che ci colpisce, ma da come vi si reagisce. Spesso, anche se apparentemente continuiamo a "funzionare", dentro di noi soffriamo. Rolf Sellin, con la concretezza "ingegneristica" che lo contraddistingue, insegna come far valere i nostri punti di forza e superare la sofferenza. Con il suo aiuto troverete le risposte a mille domande: Far finta di niente e dimenticare? Mostrare il dolore? È sempre utile parlarne? Cosa è rimasto intatto? Come guardare in faccia il dolore? Perdonare?
"Cosa posso fare per i miei figli?", "Qual è il meglio che posso offrire loro?" A queste domande, che sintetizzano le mille preoccupazioni dei genitori nei confronti dei figli, Alain Braconnier dà una risposta univoca e chiara: l'ottimismo! Più dei prestigiosi percorsi formativi, dei tanti corsi "di qualcosa", delle amorevoli cure e attenzioni perché siano sempre ben nutriti, ben vestiti, ben educati, in salute, in forma, istruiti, protetti, e chi più ne ha più ne metta, ciò che serve davvero ai nostri figli è una buona dose di ottimismo. Alain Braconnier ci spiega come trasmettergliela e fare in modo che gli appartenga per tutta la vita, anche se siamo noi per primi perdutamente pessimisti. Con semplicità e interessanti spunti pratici, Braconnier offre il frutto di un'esperienza trentennale di supporto psicologico a bambini e adolescenti: identifica con chiarezza i legami che sussistono fra l'ottimismo, le speranze e i risultati scolastici; mostra a genitori e insegnanti come aiutare un bambino a credere in se stesso, come instillare in lui questa forza basilare che lo renderà più motivato, più fiducioso, più capace e positivo nei confronti della vita, anche nelle avversità. In breve, insegna come renderlo un uomo più felice. E, a chi vede il bicchiere sempre mezzo vuoto, spiega come evitare il "contagio del pessimismo" che può avvelenare la vita dei figli.
Scegliere e decidere è all'ordine del giorno, però spesso è così difficile e pure inevitabile. Tanto peggio poi se abbiamo la responsabilità di dover prendere decisioni che riverberano il loro esito non solo su noi stessi, ma anche su altri, familiari o sottoposti. Tuttavia, per fortuna, persino quando sembra di non avere scelta, abbiamo la facoltà di scegliere come affrontare situazioni non volute, imparando a fare la differenza tra ciò che dobbiamo accettare e ciò che possiamo influenzare. Il problema, che si tratti di questioni insignificanti o importanti, non è tanto cosa scegliere, ma come scegliere lucidamente ciò che ci renderà felici e soddisfatti, ciò che porterà davvero benefici, senza essere influenzati dal peso dell'educazione, dalle convenzioni sociali, dalle aspettative familiari o dal desiderio di piacere agli altri, sentimenti che molto spesso ci orientano verso la decisione sbagliata, quella che forse rimpiangeremo a vita. Con un approccio concreto ed esercizi pratici, le autrici ci guidano verso una migliore conoscenza di noi stessi, ci illustrano come fare la scelta giusta e, una volta presa, come agire coerentemente per arrivare a costruire una vita ricca e soddisfacente, in sintonia con ciò che desideriamo davvero o con gli obiettivi che intendiamo raggiungere.
Siete alle prese con capi egocentrici o poco rispettosi? Con manager preoccupati di mettersi in bella mostra e di mantenere, senza riguardo, la loro posizione di potere? E che dire di colleghi o sottoposti che, più o meno subdolamente, avvelenano la vita lavorativa esaltando se stessi, mettendo gli altri in difficoltà o svilendoli? I narcisisti popolano la nostra sfera lavorativa e, di volta in volta, si mostrano adulatori, megalomani, egocentrici, supponenti, prepotenti, irascibili, subdoli, egoisti, bugiardi, insensibili, colpevolizzanti: in una parola, stronzi! Dover lavorare con soggetti simili è una vera sfida, non solo perché possono avere effetti deleteri su colleghi e collaboratori, ma anche, e soprattutto, perché avere a che fare con loro obbliga a confrontarsi con le ferite personali, con i bisogni, i vuoti e le insicurezze che si vorrebbero tenere nascosti, soprattutto in ufficio. Scovare e comprendere i narcisisti è il primo passo per neutralizzarli. Bärbel Wardetzki, in questo saggi, ci spiega come.
Mettendo in evidenza i danni prodotti dalla "pretesa" della perfezione nei più diversi ambiti - con se stessi, nell'amore, nell'amicizia, nella professione, in famiglia e in generale nella vita sociale - Alessandro Chelo ci scorta verso un autentico percorso di sviluppo personale, che presuppone il rifiuto dell'adesione a questo o quel "modello vincente" e l'accettazione e valorizzazione dei personalissimi talloni d'Achille che ciascuno di noi possiede. Pretendere il cambiamento attraverso l'eliminazione dei limiti si rivela infatti non solo illusorio ma anche un viatico per una vita infelice: le persone non diventano come vorremmo che fossero, ma possono diventare il meglio di ciò che sono. Vale per gli altri, vale per noi stessi. Quante volte osservandoci allo specchio, o guardandoci dentro, non ci piacciamo affatto? E quante volte rimproveriamo agli altri difetti e imperfezioni? Vorremmo avere una speciale gomma per cancellarli magicamente, i "difetti", immersi come siamo in un contesto in cui essere "perfetti" e rispondere alle aspettative altrui sono le chiavi del successo nel lavoro e nella vita. Alessandro Chelo sovverte questa idea: la ricerca della perfezione non indica la via per il miglioramento e per la realizzazione personale e professionale; al contrario, gli individui esprimono il meglio di sé dando luce alle proprie ombre.
La gentilezza custodisce il segreto per instaurare relazioni solide, autentiche, di fiducia, che ci aiutano a conseguire i risultati desiderati in tutti gli ambiti della nostra esistenza privata e sociale. Non ha niente a che vedere con la manipolazione né con l'essere ben educati o manierosi. La gentilezza è un bene complesso e potentissimo, che appartiene a ciascuno di noi, ma che va riscoperto e praticato quotidianamente, perché porti i suoi frutti migliori.
Nella vita di ogni donna, scandita da tappe biologicamente e culturalmente prestabilite, le occasioni di ripensamento e di svolta si presentano a scadenze più o meno regolari, e bisogna accettare le perdite e gli svantaggi che le alternative fatalmente comportano. Tuttavia, è alla soglia della maturità che si arriva a un bivio decisivo: effettuato un consuntivo globale, dobbiamo guardare in faccia la realtà e interrogarci sulle scelte fatte in amore, lavoro, famiglia, maternità, amicizia... Nella migliore delle ipotesi le confermeremo, nonostante qualche insuccesso o delusione, oppure saremo chiamate a rivedere la pianificazione del nostro futuro, confidando nella benignità dell'istinto che ci suggerisce la deviazione. In ogni caso, scegliere consapevolmente diventa un imperativo non procrastinabile da porsi su ogni fronte, fosse anche per scegliere, alla fine, di accettare. Ivana Castoldi ci accompagna in questo percorso con la sua acuta capacità di riflettere e far riflettere. Il libro è punteggiato dalle storie di donne intraprendenti che hanno saputo usare le tre parole chiave dei bilanci della vita: consapevolezza, coraggio e cambiamento, per affrontare un indispensabile esame di realtà e trarne le dovute conseguenze. Il "premio" consiste in un meritato incremento del benessere psicologico personale e relazionale. Se non ora, quando?
Un pregiudizio è un errore che si ripete all'infinito, e i ragazzi ne sono le vittime preferite. La psicologia, spesso inconsapevolmente, si è resa complice di questa deriva, contribuendo al loro inscatolamento all'interno di categorie remote, create quando si andava ancora con la carrozza a cavalli e la speranza di vita non superava i cinquant'anni. Basterebbero queste affermazioni per renderci prudenti sulla pretesa di risolvere tutto con un libro: il rischio di rimanere delusi è dietro l'angolo, perché troppi cancelli, pesanti, si sono chiusi nel frattempo intorno ai ragazzi. Occorre fare di più, per evitare questo rischio. Ricordare, innanzitutto, che i ragazzi non sono una categoria sociale ma individui, quindi se smettiamo di identificarli con il "voi", pensandoli come gruppo indistinto, e passiamo al "tu", facendone delle persone, siamo sulla buona strada. Possiamo, o forse dobbiamo, rifare il percorso cancellando tutti i cartelli indicatori che ci portano fuori strada e piantandone di nuovi. Non è difficile: basta capire dove volgere lo sguardo, e così si potranno fare scoperte sorprendenti e finalmente incontrare i nostri figli per quello che sono davvero e non per quello che ci siamo messi in mente da prima che nascessero. Un libro per sfuggire al pregiudizio che deforma gli sguardi di noi adulti e trasforma i nostri figli in oggetti misteriosi, spesso in estranei.
Oggi, almeno una volta nella vita, ci si trova di fronte a prolungati periodi di "singletudine". A volte si è sole da sempre, altre si è reduci da storie importanti, altre ancora ci si accontenta di incontri magari frequenti, ma di poco conto. A un certo punto, però, è inevitabile mettersi in discussione: "Perché sono sola?", "Perché non riesco a trovare la persona giusta per me?". Interrogativi che possono rivelarsi straordinariamente utili se ben canalizzati. E invece spesso si rischia di reagire al vuoto affettivo nel modo sbagliato, mettendo a tacere i propri bisogni affettivi e trincerandosi dietro una solitudine solo apparentemente protettiva, oppure riprovandoci con una persona non adatta a noi. Questo libro si rivolge a chi vuole chiudere questa fase di "singletudine" non a qualsiasi prezzo, ma cercando piuttosto di farne una grande opportunità di crescita e cambiamento. Conoscersi a fondo avrà, infatti, un impatto decisivo sui nuovi percorsi affettivi. L'autoesplorazione che questo agile testo propone vi guiderà a comprendere meglio la vostra storia, a scoprire le convinzioni ripetitive e limitanti che vi impediscono di accettare, prima, e di superare, poi, la situazione di single. Con una nuova consapevolezza di ciò che siete e cosa realmente desiderate, riuscirete infine a intraprendere la ricerca di un partner con cui costruire una relazione solida per aprirvi, finalmente, all'incontro e all'amore con la A maiuscola.
Molto di quello che chiamiamo disordine è solamente un ordine più profondo che si manifesta secondo schemi non matematicamente prevedibili, né logicamente programmabili. La vita stessa, nella sua complessità, rientra in questa categoria. E la felicità implica sintonizzarsi sulle sue leggi: sviluppare la capacità di convivere con l'incertezza e il caos, tollerare punti di vista molteplici, perseguire la creatività, apprezzare la bellezza che si esprime in forme non necessariamente regolari, riconoscere la diversità vitalizzante, pensare fuori dagli schemi, accogliere il peso della libertà, imparare ad agire con gli altri. La felicità è pertanto una conquista interiore, è sentirsi in sinergia con l'esistenza, è fluire col Tao della vita, il Tao del disordine, suo migliore alleato. Ecco allora un manuale pratico per disordinati che hanno bisogno di riconoscere il valore, il pregio e i vantaggi del loro modo di affrontare le cose, e di prevenirne quegli eccessi che invece nuocerebbero al proprio - e altrui - benessere. Ma anche un manuale pratico per ordinati che vogliono imparare a far zampillare nella loro quotidianità l'energia della vita, oltre i limiti del senso di rassicurazione e controllo dati dal troppo ordine. Tutti vi potranno cogliere gli strumenti per tradurre e consolidare in piccoli e grandi gesti, nella vita quotidiana, un diverso tipo di ordine, interiore, dinamico, vitale, più profondamente proprio, oltre le apparenze.
Oggi i nostri bambini hanno una vita semplificata. Possono ottenere al volo da Google una risposta a qualsiasi domanda. Non sanno più leggere una mappa, perché per essere guidati basta un navigatore. Se dimenticano a casa i compiti, non devono far altro che impugnare il cellulare, chiamare la mamma o il papà, che li recapitano a scuola all'istante. Così, perfettamente adattata al rapido passo delle tecnologie, la generazione della Gratificazione istantanea non solo si aspetta una soluzione immediata a tutti i problemi, ma si rivela sempre più dipendente dagli adulti. Darlene Sweetland e Ron Stolberg fanno chiarezza sulle sfide sociali, emotive e neurologiche tipiche di questa generazione. Identificano cinque trappole in cui tende a cadere la maggior parte dei genitori e che finiscono con l'alimentare il bisogno di gratificazione istantanea dei figli e con l'inibire le competenze fondamentali per affrontare la vita adulta. Gli autori mostrano quindi, ancorandosi a situazioni quotidiane e con un approccio molto pratico, una strada per educare ragazzi con una sana autostima, decisi, indipendenti e riflessivi.
La meditazione, che è alla base della mindfulness, svolge un ruolo fondamentale nell'assicurarci un benessere psicofisico globale ed è priva di effetti collaterali, anzi! Le più recenti ricerche scientifiche hanno dimostrato che meditare con regolarità ha effetti incredibili sul nostro cervello e sulla nostra mente, portando, tra l'altro, a rilassamento fisico, tranquillità mentale, umore migliore, più gioia, più presenza mentale, una maggiore attenzione e focalizzazione, un'elevata capacità di gestire le situazioni difficili e il dolore e, infine, meritati sonni ristoratori. Nel libro, dopo una parte introduttiva ed esplicativa, sono presentate diverse meditazioni guidate, appositamente studiate per "principianti" e non, ciascuna in grado di apportare un beneficio particolare, oltre a quelli comuni a ogni pratica meditativa. Provare a meditare è un regalo che facciamo a noi stessi, perché la meditazione non ci fa essere qualcuno, ma semplicemente - e finalmente - ci fa essere chi siamo.
Dubitare di noi stessi: tutti conosciamo questo stato d'animo che ci rende talvolta così insicuri. "Sono in grado di fare questa cosa?" "Mi è permesso farlo?" "È giusto che io lo faccia?" "Sono stato abbastanza bravo?" Ogni persona sana di mente sa che cosa significa avere dei dubbi. Fa parte del bagaglio emotivo di ogni essere umano esitare in determinate situazioni, non sapere precisamente cosa sia meglio fare oppure essere in conflitto con i propri sentimenti e desideri. Quando però si esagera, i dubbi finiscono per indebolire il nostro senso di autostima e minano la fiducia in noi stessi e anche negli altri. Bärbel Wardetzki, esperta psicoterapeuta, mostra come sia possibile imparare ad avere un rapporto più sereno con le nostre insicurezze. Scoprendo da dove derivano gli attacchi alla nostra autostima, impareremo a riprendere in mano le redini della nostra vita e sapremo così affrontare nuove situazioni senza autosabotarci. L'autrice ci aiuterà a ritrovare la stima in noi stessi, a fidarci delle nostre sensazioni e ad apprezzarci semplicemente per quello che siamo.
"Un terrestre che abita quotidianamente sul pianeta Terra, ma con le caratteristiche di Spock, non sarebbe affatto una persona più lucida e acuta, ma un essere meno intelligente e per di più con l'incoercibile tendenza a rendersi insopportabile e a cacciarsi in un mare di guai. Sarebbe cioè qualcuno con una menomazione, con qualcosa di mancante. E dunque cos'è che gli mancherebbe? Ecco la risposta: 'Gli mancherebbero le emozioni'." Gianfranco Damico ci trasporta attraverso ciò che le neuroscienze e la biologia molecolare, la Mindfulness, la PNL e l'Educazione razionale-emotiva ci dicono a proposito delle nostre emozioni. Descrive lo stretto legame che unisce emozioni e ragione e che rende l'intelligenza non prerogativa del pensiero, ma di tutto il nostro corpo biologico. Di fatto, non può esistere intelligenza senza emozioni. E pertanto, così come nutriamo ed educhiamo fin da piccoli il pensiero razionale, siamo invitati a occuparci con la stessa dedizione della nostra parte emotiva. A tale scopo, nella seconda parte del libro, Damico ci insegna concretamente a governare le nostre emozioni, in modo tale da averle sempre come alleate, mai come nemiche. E lo fa proponendo un appassionante lavoro su se stessi in 25 esercizi e simulando un'intervista finale a una guida inaspettata e indimenticabile, Heidi. Grazie a essi, vedremo crescere, pagina dopo pagina, la capacità di sentire la magia dell'esistenza e di costruirci un destino, anziché subirlo.
I cambiamenti disorientano sempre, e la vita ce ne offre di continuo. Molti accadono senza che ce ne accorgiamo e sono così impercettibili da produrre effetti trascurabili. In altri casi, invece, i loro effetti sono radicali e potenzialmente dirompenti. Di frequente preferiamo rimuoverli o ignorarli. Talvolta, invece, vorremmo tanto cambiare, uscire da una situazione insoddisfacente e inseguire un sogno. Ma non ne siamo capaci, perché, per cambiare, non bastano i sogni. Spesso, infatti, sull'impulso al cambiamento vitale prevale il desiderio di lasciare tutto com'è per non dover affrontare la paura del nuovo, dell'incerto, di perdere l'amore o l'approvazione da parte dei nostri cari o di chi ci sta vicino. Così si finisce con il restare fossilizzati in situazioni che non amiamo o, al contrario, con lo sprecare energie alla ricerca di strategie introvabili per impedire che le novità irrompano nella nostra vita, anziché accoglierle. "Sfruttare la creatività volontaria per avere un'esistenza appagante": questo è l'obiettivo che l'autrice si prefigge e che definisce le tappe dello straordinario percorso in cui ci guida, mescolando consigli pratici e concreti con riflessioni che vanno in profondità e che ei impediscono di nasconderei a noi stessi. Per imparare ad accettare, o finalmente a osare, qualcosa di nuovo.
Ogni giorno i genitori si trovano a fare i conti con situazioni potenzialmente conflittuali che coinvolgono loro stessi e i propri figli e che cambiano man mano che i figli crescono: dalla suddivisione delle faccende domestiche al tempo da dedicare a televisione, computer e videogame, dall'uso delle parolacce agli scatti di rabbia o di insofferenza. Per non parlare poi degli infiniti litigi tra fratelli. In questo libro di facile lettura, ricco di esempi e consigli concreti, sarà facile riportare la calma in famiglia, comunicare con i figli in età scolare e adolescenziale e dare loro le competenze sociali di cui avranno bisogno da adulti per avere relazioni sane e gratificanti. I motivi di discussione con i figli sono all'ordine del giorno. Quale genitore può dire il contrario? La vera sfida, però, è come affrontarli per trasformarli in occasioni di crescita per i figli e perché le relazioni familiari ne escano rinsaldate anziché minate. Rita Steininger insegna ai genitori a creare all'interno della famiglia un terreno fertile per favorire il rispetto reciproco tra i membri della famiglia, senza ricorrere a grida e punizioni per risolvere problemi gestibili, al contrario, con calma e competenza.
Innamorati di se stessi, i narcisisti vogliono l'elogio degli altri, cercano attenzione, si preoccupano del loro aspetto. Talvolta, i loro comportamenti sono meno decifrabili, ma, in ogni caso, il mondo deve ruotare attorno a loro. In realtà, lungo la scala che va dall'altruismo assoluto, anch'esso espressione del narcisismo, all'arroganza totale, estremi entrambi pericolosi, si collocano forme salutari e, anzi, preziose, di narcisismo. È essenziale dunque sapersi spostare lungo quella scala. Basandosi sulla propria ricerca e sulle ultime scoperte in psicologia, Malkin insegna strategie concrete per fronteggiare i narcisisti nel modo giusto, o per prevenire e combattere in noi le derive più pericolose e conflittuali del narcisismo. Nello stesso tempo, aiuta a dotarsi di una sana autostima anche chi, al contrario, non si sente abbastanza speciale, perché trovi il coraggio di far sentire la sua voce e viva una vita più ricca e appagante. Dimenticate tutti i cliché e fatevi guidare da Malkin nel cogliere il meglio dal bisogno di sentirsi speciali e nell'affrontare consapevolmente la tendenza a essere assorbiti da se stessi. Che siate narcisisti o, al contrario, siate alle prese con qualcuno che lo è, in questo libro troverete molte verità che sfidano le conoscenze convenzionali sul narcisismo.
"L'ipersensibilità non è una malattia, né una carenza, né un difetto. Nessun terapeuta è in grado di 'eliminare' l'ipersensibilità di un bambino. L'ipersensibilità è una caratteristica ereditata, un elemento distintivo e, più propriamente, un talento." Dopo "Le persone sensibili hanno una marcia in più" e "Le persone sensibili sanno dire no", Rolf Sellin torna con un nuovo libro per comprendere a fondo l'ipersensibilità nell'infanzia e dare a genitori e insegnanti le chiavi per farne un eccezionale punto di forza. Tra i temi trattati: riconoscere quando un bambino è ipersensibile, evitare gli errori tipici con i bambini sensibili, definire limiti, regole e aspettative per trasformare la sensibilità in un vantaggio, scegliere la scuola più adatta a un bambino ipersensibile.
Avete sempre pensato che la riuscita di un rapporto di coppia dipendesse dalla fortuna, dal caso o dal destino? Che "all'amore non si comanda" e via discorrendo? Beh, in parte avete ragione: la felicità di coppia è un obiettivo che non si può ottenere individuando e imponendo un metodo universalmente valido. Werner Bartens, infatti, non ha la pretesa di fornire formule magiche per una convivenza idilliaca, ma raccoglie informazioni, indicazioni e consigli avvallati dalla ricerca in ambito scientifico che, se tenuti in considerazione, possono aumentare la probabilità di successo nella ricerca della persona adatta a sé e nella costruzione di un rapporto di coppia equilibrato, sereno e che duri il più a lungo possibile. Quasi tutti sognano di avere una relazione che regge nel tempo, tanti ci provano, molti falliscono. Perché alcuni ci riescono e altri no? Quali sono i segreti dei rapporti decennali? L'amore? L'abitudine? La tolleranza? O cos'altro? In questo libro Werner Bartens presenta ciò che le più recenti scoperte in psicologia, medicina e ricerca comportamentale hanno fatto emergere sulle relazioni di coppia e su ciò che aiuta a garantirne la tenuta nel tempo. Dopo la sua lettura, l'ambita conclusione "e vissero tutti felici e contenti" sarà un po' più vicina, anche per voi.
Nelle più disparate situazioni della nostra esistenza lasciamo che di volta in volta parti diverse della nostra personalità operino liberamente. Ma spesso il loro comportamento abituale può metterci in difficoltà: la loro reazione agli eventi può essere controproducente, inopportuna o, addirittura, del tutto sbagliata. Il gioco delle parti descrive il nostro mondo psicologico interiore, con il supporto di disegni talvolta evocativi, stimolanti, divertenti e spesso pungenti. Mostra come possiamo allontanarci da certi modelli consolidati che sono soliti crearci dei problemi e offre suggerimenti più efficaci per dare risalto al nostro specifico talento e al nostro personalissimo stile per vivere una vita più piena. Attraverso esempi pratici e storie di esperienze cliniche, il libro ci invita a ritrovare il nostro Sé più autentico, migliorando così anche il nostro rapporto con gli altri.
Ognuno di noi si racconta una storia tutta sua, a volte senza lieto fine: la vittima della sfortuna, il guerriero sempre sconfitto, la donna invisibile. Sembra un destino senza alternative, che la nostra vita finisce col confermare ogni giorno. Infatti, ci intrappola una trama fatta di convinzioni basate spesso su presupposti falsi, di prigioni più mentali che reali, di abitudini acquisite in modo irriflesso. La struttura a spirale che domina il circolo vizioso fa sì che le nostre premesse errate si automantengano ricorsivamente. Non è facile riuscire a guardare fuori e rompere gli schemi. Non immaginiamo che la vita reale abbia per noi una storia più bella. Il nostro piccolo delirio privato è una proiezione distorta, molto credibile, che ci impedisce di contattare il vero sé, la parte più profonda e luminosa di noi, che ha il coraggio e i mezzi per farci uscire da percorsi costruiti dall'abitudine, dai pregiudizi o dalle aspettative altrui. Che ha il potere di farci vivere davvero felici e presenti, seguendo la meravigliosa spirale evolutiva del circolo virtuoso.
Che cosa provochiamo quando reprimiamo i comportamenti aggressivi? Quanto è importante permettere loro di manifestarsi e come riuscire a gestirli nelle situazioni di ogni giorno? Con consigli pratici e numerosi esempi Jesper Juul insegna a decifrare e interpretare l'aggressività dei bambini, sia che si esprima in modo esplicito o che si celi dietro atteggiamenti di isolamento e chiusura, offrendo ai genitori ed educatori gli strumenti utili a sviluppare nei nostri ragazzi una sana autostima, indispensabile per risolvere davvero la questione. Dopo questo libro non guarderete più all'aggressività dei bambini nello stesso modo. Tutti noi vorremmo avere bambini buoni ed educati: bambini che non picchiano, non urlano, obbediscono e fanno "i bravi a scuola". Invece, non di rado siamo alle prese con bambini "con le spine": ostili, irascibili, insofferenti alle regole, diffidenti, chiusi. Noi, genitori ed educatori, finiamo con l'etichettarli semplicemente come "problematici". Li sanzioniamo o al contrario li giustifichiamo, senza renderci conto che le stesse spine che mostrano all'esterno sono profonde e li feriscono dentro. Per Jesper Juul, famoso e affermato terapeuta familiare danese, l'aggressività è un'emozione legittima e non va considerata un tabù: reprimerla, senza comprenderla, potrebbe rivelarsi fatale per il sano sviluppo del bambino.
Situazioni offensive, atteggiamenti sgarbati e pretese eccessive: ognuno di noi li conosce bene. Li viviamo ogni giorno e spesso li richiamiamo alla mente più e più volte ingigantendoli. Purtroppo è quasi impossibile stare alla larga da quanto ci disturba. In quei casi tornerebbe estremamente utile possedere una solida corazza, una sorta di airbag che ci permetta di mantenere la calma quando non resta altro da fare, se non accettare le cose come stanno e affrontarle al meglio. Come dotarsi, però, di questa preziosa protezione? Barbara Berckhan ce lo spiega, dandoci tutte le indicazioni necessarie per valorizzare le nostre energie ed esprimere le nostre risorse interiori che ci possono rendere più forti e, in qualche modo, invulnerabili. Dall'autrice di "Piccolo manuale di autodifesa verbale" una nuova guida pratica per gestire con sicurezza e tranquillità situazioni e persone irritanti. Vi prendete a cuore qualsiasi problema? Faticate a mantenere la calma se qualcosa o qualcuno non si comporta come vorreste? Siete facilmente irritabili o ipercritici nei confronti di voi stessi e degli altri? Barbara Berckhan presenta tecniche facili ed efficaci di cui armarci per affrontare le situazioni quotidiane sgradevoli e trasformare la nostra vulnerabilità in forza ed equilibrio.
Il burnout può diventare patologico, se non si interviene in tempo. E i primi a doverlo fare siete proprio voi! Non è facile, certo, anche perché chi si trova in questa situazione è simile a un individuo affetto da una forma di dipendenza, che si rende conto del suo problema solo dopo averlo negato per lungo tempo. Jörg Fengler, spiega quali sono i fattori che scatenano il burnout, tra i quali, sorprendentemente, il carico lavorativo non è il più rilevante, e propone venticinque trucchi antistress da adottare ovunque, a costo zero (o quasi) e con il minimo sforzo. Ordina le sue strategie cronologicamente, seguendo lo svolgersi della giornata, dal risveglio fino alla sera, cosicché ognuno possa decidere cosa fare e quando per riconquistare l'equilibrio e il controllo sulla propria vita. Vi sentite sfiniti? Il vostro rendimento lavorativo è in calo, nonostante l'impegno? Siete insoddisfatti del vostro ruolo, dei colleghi o della struttura in cui operate? Pretendete troppo da voi stessi e non riuscite mai a staccare del tutto? E, intanto, vi capita anche di fare cose "strane", come mettere le chiavi nel frigorifero, o sbagliare strada mentre tornate a casa? Potreste essere a rischio burnout; in altre parole, siete sul punto di esplodere per lo stress. Meglio fermarsi e riconoscere che avete un problema!
"L'amore è non avere alcun segreto l'uno per l'altra", "chi ama legge negli occhi dell'amato", "l'amore è un'eterna simbiosi": i luoghi comuni che influenzano le nostre relazioni sono innumerevoli e ci portano a idee e comportamenti fuorvianti, con risultati spesso disastrosi. Gli autori mettono a nudo i meccanismi essenziali e molto reali che portano a distruggere senza grandi sforzi la vita di coppia. Naturalmente, i loro consigli possono essere letti nella prospettiva opposta, ossia come chiave per analizzare e comprendere le difficoltà che si incontrano nelle relazioni, non solo con il partner, individuare gli errori più comuni che le minano, e modificare di conseguenza per il meglio i propri comportamenti. Attenzione: questa "guida alla rovescia" può sostenere le coppie e favorire le relazioni profonde. Chi desidera rovinare in modo rapido ed efficace le proprie relazioni troverà nei suggerimenti di Rainer e Claudia Sachse quello che cerca. Tuttavia, utilizzando la tecnica del paradosso, gli autori indicano contemporaneamente la via per costruire legami solidi e ad alto tasso di empatia, per tutti coloro che, nonostante i fallimenti passati, non abbiano smesso di credere che una vita affettivamente appagante sia possibile. Basta conoscere gli errori da evitare.
Le rassicurazioni razionali spesso falliscono di fronte alla logica della paura: il risultato sono genitori frustrati, perché si sentono incapaci di aiutare i loro figli, e preoccupati, perché non fanno che interrogarsi sul futuro dei loro bambini. Attraverso la connessione, il gioco e l'empatia, Lawrence J. Cohen guida i genitori a insegnare ai loro figli a gestire adeguatamente il "sistema di sicurezza" di cui sono dotati, a far crescere la loro soglia di tolleranza delle situazioni che generano incertezza o disagio, ad allentare la tensione e favorire la calma nei momenti difficili. "Ho conosciuto quasi tutte le fonti di ansia che un bambino può incontrare. Questo è il libro che avrei voluto che i miei genitori avessero letto quando ero un ragazzino." Bambini che hanno paura dell'acqua, del buio o di sbagliare; bambini riluttanti a provare qualcosa di nuovo, insicuri nelle scelte, che temono di stare da soli o di stare con altri: le paure dei bambini hanno volti diversi. E, sia che prendano le sembianze di un mostro nell'armadio o nascano da nuove situazioni sociali, con gli amichetti, a scuola o nelle competizioni, l'ansia che li assale è esasperante. Lawrence J. Cohen, pedagogista statunitense ideatore del metodo Playful Parenting, improntato sull'educazione giocosa, offre speciali strumenti e strategie estremamente efficaci per superare le ansie e le paure dei bambini.
Il nostro approccio all'affettività può risentire favorevolmente del tentativo di rivisitare parole suggestive come speranza, rimpianto, istinto, attesa, lontananza... Infatti, il modo in cui parliamo di ciò che sentiamo e sperimentiamo - stati d'animo, slanci del cuore, relazioni, paure - ci porta a seguire modelli stereotipati, trasmessi o dati per scontati. Riflettere sulle parole può, al contrario, produrre inedite e promettenti implicazioni nella nostra esistenza. E ricercare nelle parole significati più autentici, oltre i confini del conformismo e del banale, può aiutarci a vivere più profondamente la realtà in cui siamo calati. È questa la sfida raccolta da Ivana Castoldi, che in questo nuovo libro compone, una parola dopo l'altra, un piccolo dizionario per rimetterci in discussione, per pensare a soluzioni e per riconsiderare le nostre relazioni con gli altri, con i nostri figli, con noi stessi.
Per quanto siamo immersi in una situazione di relativo benessere, il mostro della spirale delle prestazioni, del non potercela fare, di non riuscire a far fronte alle avversità della vita, è costantemente in agguato nella nostra quotidianità domestica e lavorativa. E, quando sembra che la sorte si accanisca contro di noi o, semplicemente, che le nostre aspettative vengano deluse, sarebbe bello avere una specie di callo sull'anima! Un modo di affrontare la vita che direzioni sempre lo sguardo verso il futuro e che riposi sulla capacità di "lasciar andare" e sulla fiducia in se stessi. Ci sono persone che possono contare su questa forza, solo apparentemente fuori dal comune: molti infatti ne sono dotati, ma molti altri possono apprenderla. Christina Berndt descrive ciò che neurobiologi, genetisti e psicologi hanno di recente scoperto su questa capacità di resistenza, e, dopo aver svelato cosa c'è davvero alla sua base, offre numerosi consigli pratici perché tutti possano fortificarla e avvalersene. Certo, di norma le fondamenta della resilienza si gettano nella prima infanzia, ma si può recuperarle anche più avanti negli anni, con le strategie giuste.
Jörn Klare, figlio di una settantenne colpita da demenza senile, racconta la sua esperienza alternando voci diverse e appartenenti a diversi momenti: i suoi pensieri su una realtà, certamente per lui inedita, faticosa, ma non priva di squarci di luce; i ricordi della madre, registrati prima che si ammalasse; infine, gli approfondimenti con esperti di vari settori, medici, geriatri, assistenti alla cura, filosofi, sociologi, che, con grande ricchezza informativa, affrontano questioni molto concrete. Restituisce così una prospettiva molteplice che offre al lettore un valido accompagnamento lungo un percorso difficile da accettare.
Sì, anche i bambini sono sotto stress! E spesso lo traducono diventando essi stessi fonte di stress per gli adulti che se ne occupano. I bambini di oggi appaiono agitati, dispersivi, con problemi di attenzione e di concentrazione, ansiosi o insicuri, difficilmente rilassati. La meditazione però può aiutarci a crescerli più sereni e presenti e a far sbocciare le loro potenzialità. Con semplicità, questo libro illustra le diverse tecniche meditative, i processi fisiologici e neurologici implicati e i vantaggi che ne derivano. Nella seconda parte, la teoria si fa concreta e tutti gli interrogativi pratici trovano una risposta. Un ricco capitolo conclusivo propone meditazioni guidate originali e appositamente concepite per fasce d'età e problematiche (iperattività, ansia, sviluppo della creatività e così via), rispettose dei tempi dei bambini, facili da insegnare, adatte al nostro mondo occidentale, piacevoli da fare e "pronte all'uso". Che siate genitori, zii, nonni, insegnanti, educatori o terapeuti dell'infanzia, avrete a disposizione uno strumento semplice eppure efficace, privo di controindicazioni, che ha dato risultati straordinari e riconosciuti anche dal mondo scientifico e permetterà una qualità di vita migliore a voi e ai vostri bambini! In questo libro, il lettore viene guidato un passo alla volta ad apprendere come accompagnare i bambini nell'esperienza della meditazione, trovando risposta a numerose domande.
Un'offesa è come un ceffone in pieno viso, uno schiaffo per l'anima. Colpisce direttamente la nostra autostima. Ci sentiamo insultati, sottovalutati e incompresi. A volte ci rinchiudiamo in noi stessi con la sensazione di essere vittime di ingiustizie o fraintendimenti, a volte ci scateniamo in discussioni accese e inconcludenti. Normalmente, infatti, le emozioni come l'umiliazione, il rancore, l'indignazione, la collera distruttiva e la disperazione provocano solo un inasprimento del conflitto, la rottura del rapporto e uno stato di solitudine e discordia, ma non servono mai a trovare una soluzione. La nota psicoterapeuta tedesca Bärbel Wardetzki dimostra che non siamo impotenti di fronte a situazioni di questo genere, perché dipende in gran parte da noi cosa consideriamo un'offesa e in che misura ci sentiamo feriti. Più siamo consapevoli di cosa ci offende, di quali nuove ferite riaprono le vecchie e di quali possibilità abbiamo per difenderci, e meno soffriremo a causa delle critiche. Come cadiamo nelle trappole dell'offesa, e come possiamo uscirne? Che cosa ci spinge a sminuire il prossimo? Affrontando il problema dal punto di vista dell'offeso, ma anche di chi offende, troveremo le risposte essenziali per far fronte ai perversi meccanismi che si innescano.
È facile dire o sentirsi dire: "Stabilisci dei limiti!", ma farlo non lo è affatto, soprattutto se si è persone sensibili e attente ai bisogni degli altri. Rolf Sellin, apprezzato autore di "Le persone sensibili hanno una marcia in più", spiega finalmente le ragioni per cui spesso non riusciamo a riconoscere i nostri limiti e a fissare giusti confini nella pratica: farlo, infatti, non è solo questione di volontà. Richiede allenamento! È una convinzione: "Buone recinzioni fanno buoni vicini". Sellin propone metodi concreti e di comprovata efficacia, a livello mentale, comunicativo, fisico e soprattutto energetico, che aiutano a sviluppare la nostra capacità di autodeterminazione senza sensi di colpa. Perché rispettare i nostri limiti e saper dire no serve a noi, ma spesso anche agli altri.
I cani si riconoscono quando si vedono allo specchio? Capiscono che cosa appare sullo schermo del televisore? Sono più intelligenti dei gatti? Perché alcuni di loro sono ansiosi o timorosi? Sono molte le domande che ci si pone per curiosità (così come molti sono i malintesi) su come i cani pensano, agiscono e percepiscono il mondo. Molti si interrogano anche sulla vita sociale ed emotiva dei cani. Stanley Coren, riportando innumerevoli esperimenti e ricerche condotte sui cani, propone un'esplorazione senza precedenti nella vita interiore dei nostri compagni canini e sfata molti miti diffusi. Prendendo spunto dagli interrogativi che i padroni di cani gli hanno rivolto nel corso della sua cinquantennale carriera di ricercatore, riesce a unire l'autorevolezza dell'esperto alla leggerezza di una curiosa chiacchierata fra amici.
Come consideriamo i nostri bambini? Come li educhiamo? Come coltiviamo le doti che possiedono da sempre, fin da quando sono neonati? Sappiamo riconoscerle, o lasciamo che siano le nostre personali ambizioni a determinare ciò su cui vale la pena "investire"? Forse, noi stessi non siamo minimamente diventati quello che volevamo diventare. E, allo stesso modo, presi dalla frenesia e dall'ansia da prestazione che caratterizza la nostra società, rischiamo di non vedere e non rispettare i talenti presenti nei nostri bambini, o di "fraintenderli", fuorviati da un'idea sbagliata di talento e intelligenza. Sulla base di questa riflessione, i due autori invitano a superare modelli educativi obsoleti e criteri di selezione che tendono a confondere le predisposizioni e i talenti con i voti alti in pagella. Oggi, fatichiamo, imbrigliati come siamo in schemi educativi vetusti e in un'idea di successo superficiale, ad apprezzare l'iniziativa e il carattere individuale del bambino. Ci limitiamo a esprimere un giudizio di valore in base a come svolge i compiti affidatigli o le informazioni che immagazzina, senza riconoscere e valorizzare il suo reale potenziale. Tuttavia, anche la ricerca neuroscientifica oggi conferma che il bambino, ogni bambino, è già competente, è "dotato", fin dalla nascita. Pertanto la questione non è come educarlo, bensì scoprire, e portarlo a scoprire, i suoi "tesori nascosti".
La paura delle malattie esiste da sempre, poiché la malattia è indissolubilmente legata alla vita, ma mai come oggi si è consapevoli dell'importanza della salute, alla quale dedichiamo attenzioni a volte persino eccessive. Certo, tutti ci preoccupiamo di condurre uno stile di vita sano, quando però è la paura di ammalarsi a prendere il sopravvento, allora può facilmente degenerare in un disturbo psichico. E lo fa in modo subdolo, assumendo due forme apparentemente contrarie. Esistono infatti i "sani che si credono malati" e i "malati che si credono sani". Da un lato, l'ipocondriaco manifesta la tendenza a voler spiegare ogni minimo sintomo sottoponendosi a continui esami diagnostici; sul fronte opposto il patofobico esprime la sua paura negando ogni sintomatologia, rifiutando consulti medici per il timore di trovarsi faccia a faccia con lo stato inaccettabile di "ammalato". Due volti, dunque, che però sono espressione di un medesimo problema in grado di avvelenare la vita di chi ne soffre e anche delle persone che gli sono vicine. Ecco allora l'importanza di questo manuale d'aiuto che, scandagliando la paura della malattia a trecentosessanta gradi, la fa prima comprendere per poi aiutare a vincerla.
La vostra vita è una favola? In tal caso, dovete assolutamente porre fine a questo monotono stato di cose. Dopotutto, non è poi così difficile votarsi all'infelicità! In questa "guida al rovescio" l'autore, anziché suggerire ai lettori cosa fare per migliorare la propria vita, evidenzia gli errori più comuni in cui quasi tutti noi incappiamo e che ci proiettano inesorabilmente verso l'infelicità e l'insoddisfazione. L'autore mette in luce quali sono i meccanismi psicologici più efficaci, e spesso subdoli, perché inconsci che ci fanno progredire a passo serrato verso la catastrofe esistenziale. Non restarne prigionieri è la chiave di volta che aprirà la porta verso una piena serenità interiore, relazioni equilibrate e armoniose, successi privati e professionali, in una parola verso la felicità.
Come la nave dei folli lanciata verso il maelström, il mitico gorgo abissale che simboleggia il potere distruttivo delle nostre illusioni, sembriamo destinati a una realtà dominata dall'avidità, dall'incuria verso ciò che ci circonda e dall'iniquità. È inevitabile tutto ciò? Possiamo ripensare noi stessi calati in un contesto dove le idee di amore, giustizia e verità facciano assumere un significato diverso all'"essere o al diventare ricchi"? La risposta emerge ripercorrendo gli insegnamenti di tutte le guide spirituali dell'umanità e nella riscoperta del patrimonio perduto delle antiche saggezze che hanno esaltato l'ideale concreto della "ricchezza naturale": un'immensa tradizione, religiosa e filosofica, che è oggi quanto mai attuale e che costituisce l'unica reale speranza per un futuro più giusto per tutti. Come infatti già premontano le grandi veggenti del secolo scorso, Etty Hillesum e Simone Weil, quello che veramente occorre è una rivoluzione nello spirito dell'uomo. Non basta parlare di diritti e di persona. Occorre tendere ancora più in alto. E ciò che cerca di fare Massimo Jevolella nel racconto di questo drammatico e coinvolgente confronto tra un povero e un professore di economia, invitando a considerare, come fa Simone Weil nel suo saggio La persona e il sacro, che: "Solo ciò che proviene dal cielo è in grado di imprimere realmente un marchio sulla terra".
Tra interrogazioni, compiti in classe, piani ministeriali che dettano l'agenda scolastica come se fosse la tabella di produzione di una catena di montaggio, disinteresse, svogliatezza o eccessiva esuberanza, pianti, urla, frustrazioni e disillusioni, la scuola sembra talvolta distribuire più sofferenza di conoscenza. Perché? E come uscirne vivi, prima che un'esperienza scolastica negativa marchi indelebilmente il percorso di apprendimento e di formazione, e quindi di vita, dei nostri ragazzi, fino a indurli alla sfiducia, magari all'abbandono scolastico e, con esso talvolta, alla rinuncia ai loro sogni per il futuro? L'autore propone un singolare viaggio alla scoperta dei motivi reali che si celano dietro tante difficoltà e alla ricerca di una scuola di qualità, rigorosa, accogliente e da vivere con passione e tanta curiosità. Un obiettivo che si delinea attraverso il racconto delle storie, dei desideri, delle preoccupazioni che caratterizzano l'esperienza quotidiana degli adolescenti, dei genitori e degli insegnanti. Un obiettivo che si realizza in una scuola, quasi, alla rovescia: la scuola di Lucignolo.
Noi genitori amiamo i nostri bambini, ma non sempre il loro comportamento. E talvolta neppure la nostra reazione al loro comportamento. Così ci sforziamo di trovare modi o strategie per far sì che facciano esattamente ciò che ci aspettiamo, o desideriamo o riteniamo più giusto per loro, spesso con risultati scarsi o nulli, o a costo di conflitti e sensi di colpa. E se il problema fosse che, per riuscire a disciplinare i nostri bambini, fossimo noi per primi a dover imparare autodisciplina e autocontrollo? A dover modificare il nostro comportamento nei loro confronti? È quanto sostiene la dottoressa Bailey, che, con il suo inusuale approccio all'educazione dei bambini fino all'età scolare, ha reso migliaia di famiglie più felici e più sane. Attraverso il racconto di aneddoti divertenti, numerosi esempi pratici, situazioni concrete e quotidiane, Bailey mostra quanto sia controproducente tentare di disciplinare un bambino attraverso la logica della punizione e della ricompensa o, al contrario, del permissivismo senza regole, proponendo l'alternativa di una "guida amorevole", che i genitori devono prima fare propria per poterla esercitare. Basato su oltre 25 anni di lavoro con bambini di tutte le età, "Facili da amare, difficili da educare" aiuta per primi noi genitori a diventare consapevoli di come ci comportiamo e quale linguaggio usiamo, poiché il modo in cui esercitiamo disciplina su noi stessi trova corrispondenza in come educhiamo i nostri bambini.
Il Libro dello Zohar (Libro della Luce) è uno dei testi più misteriosi e incompresi che mai siano stati scritti. Questo libro contiene i segreti di tutta la Creazione. Finalmente oggi lo Zohar può rivelare apertamente la sua saggezza a tutto il mondo. A questo scopo il più grande kabbalista del XX secolo, Rav Yehuda Ashlag (1884-1954), meglio conosciuto come Baal ha-Sulam, ha aperto agli uomini di oggi una nuova strada verso la comprensione, percorrendo la quale i segreti dello Zohar possono disvelarsi. Sulle orme di Baal ha-Sulam, "Lo Zohar rivelato" è un invito a intraprendere un viaggio verso un mondo più elevato. Michael Laitman, autore del libro, ci introduce alle rivelazioni del commentario Sulam e dello Zohar. Sotto la sua guida, saremo aiutati a mettere a punto i nostri pensieri, per massimizzare il beneficio spirituale derivato dalla lettura dello Zohar. All'ampia parte dedicata a introdurre e spiegare il Libro e i doni di sapienza che contiene, fanno seguito corpose appendici che riportano la traduzione dell'introduzione allo Zohar di Baal ha-Sulam e di una selezione di brani dello Zohar, restituiti e compilati per favorire una facile lettura e la piena comprensione di questo testo.
Di rado si parla dei problemi che emergono con figli grandi, e ancor meno dei sentimenti dei genitori quando, con la crescita dei figli, si trovano ad affrontare cambiamenti o vere e proprie "ristrutturazioni" familiari. Come impostare il rapporto con figli adulti, o quasi? Come ripensare alla nuova relazione con il figlio o la figlia ormai fuori dal nido? Cosa fare del tempo libero ritrovato? Quali nuove regole bisogna darsi per vivere serenamente questa nuova vita? E, infine, quale sarà il modo più giusto di essere nonni? Con questo libro l'autrice si rivolge in particolare ai genitori di figli cresciuti, dalla fine dell'adolescenza in su, che abbandonano il nido o che, al contrario, stentano ad andarsene dall'hotel Mamma anche quando potrebbero ormai camminare con le loro gambe. Riconosce il merito di chi ha figli pronti a "spiccare il volo", poiché è riuscito ad assolvere al compito genitoriale più importante: quello di rendere i figli autonomi. Tuttavia, si rende conto di quanto possa essere faticoso questo momento per un genitore, alle prese da un lato con sentimenti e atteggiamenti contrastanti nei confronti del figlio per la separazione e dall'altro con una nuova libertà che va accettata e gestita rivedendo le priorità e riconfigurando di conseguenza la propria vita individuale o di coppia. A questo scopo, Felicitas Römer si mette a fianco dei genitori, per sostenerli e guidarli nell'attraversare questa peculiare situazione, che necessita di nuovi equilibri e nuovi comportamenti.
Un buon riposo notturno può essere difficile da ottenere e, a volte, la mattina ci alziamo ancora più stanchi della sera precedente. Perché? Non si tratta poi solo di sentirci privi di energie. I disturbi del sonno infatti spesso vanno di pari passo con il cattivo umore - dalla semplice svogliatezza alla depressione vera e propria - determinando un circolo vizioso per uscire dal quale gli psicofarmaci sembrano rappresentare la soluzione più semplice e a portata di mano. Oggi però la cronobiologia, cioè lo studio dei ritmi circadiani e della loro regolazione in base alla luce e all'oscurità, ha chiarito che questi problemi si basano sul funzionamento dell'orologio interno del cervello. Basato su decenni di ricerca medica, questo libro divulgativo spiega con grande semplicità le complesse dinamiche che regolano i nostri ritmi di sonno e veglia e mostra come si possa riequilibrarli con alcuni semplici rimedi, tra i quali un uso calibrato della fototerapia, l'esposizione controllata alla luce, la simulazione in interni dell'alba e del crepuscolo, l'assunzione di integratori alimentari naturali e la pianificazione del sonno. Con l'aiuto di questa preziosa guida, impareremo a ridare alla nostra vita nuova energia e vigore, ritrovando buona salute e serenità lungo tutte le sue fasi, dai primi anni alla vecchiaia. E scopriremo come ottenere esattamente il tipo di sonno di cui il nostro corpo ha bisogno.
Ragazzine a dieta per essere esili e ragazzi perennemente in palestra, o al contrario, adolescenti con chili di troppo, che solo in apparenza sembrano non curarsene, ma che in realtà, tra uno snack e l'altro, vivono la sofferenza di sentirsi orribili e goffi. Sono ragazzi che cercano se stessi in profondità e ci parlano con il corpo - con la loro attenzione o disattenzione all'estetica - delle loro scoperte. Adolescenti che si guardano per capire chi sono, nella tempesta sconvolgente degli innumerevoli cambiamenti dell'età tanto desiderati e ora così difficili da vivere. Gli adulti che fanno parte del loro mondo genitori, insegnanti, allenatori sportivi - sono coinvolti e altrettanto disorientati da questo processo di crescita. Spesso spaventati per i loro nuovi comportamenti potenzialmente rischiosi, primi fra tutti quelli per modellare il corpo, come diete e attività fisica smodate o assenti. Qual è il limite di sicurezza oltre il quale è in pericolo la salute? Come prevenire e riconoscere l'anoressia, la bulimia e gli altri disturbi del comportamento alimentare? Quando preoccuparsi per il sovrappeso o il desiderio di magrezza? Come accompagnare i ragazzi in questa loro fase di crescita e trasformazione fisica? Come intervenire quando emergono i segnali di comportamenti a rischio? Nel libro si trovano spunti per capire e suggerimenti per accompagnare figli e allievi attraverso i disagi estetici nel periodo forse più atteso, più temuto e più fertile della vita.
Niente sgomitate o urla: far volere le proprie ragioni e non essere messi all'angolo è un'arte, e Barbara Berckhan ne è la maestra. Il suo metodo "dolce", che prevede tuttavia una certa fermezza, permette di mostrarsi fieri, riuscire a dire di no, rimanere coerenti con le proprie idee, non farsi ignorare, avanzare chiaramente le proprie richieste, trovare ascolto. Tutto questo condito con un pizzico di humor e senza forzare l'indole di ciascuno. Ogni capitolo infatti affronta una delle cinque tecniche suggerite e fornisce numerosi consigli pratici su come adottarla; ma si tratta di spunti, non di regole, che ognuno può riadattare al proprio stile personale con semplicità ed efficacia. Così facendo, il modo per farsi valere non risulterà artificioso o dettato dall'esterno, ma diventerà parte della personalità di ciascuno. Un vero Coaching individuale per acquisire sicurezza ed esprimere se stessi e le proprie opinioni in modo efficace.
Funziona attraverso un cammino che si snoda in due tappe. Nella prima il lettore è accompagnato in un viaggio dove i puntuali e sorprendenti riferimenti scientifici - in particolare alle neuroscienze e alla biologia le suggestioni filosofiche e le immagini utilizzate costruiscono una comprensione profonda del fenomeno relazionale e fanno emergere quella "capacità empatica", che parte dal cervello prima che dal cuore, imprescindibile per una relazione di qualità. La seconda entra potentemente nella dinamica concreta, quella che viviamo nella vita di tutti i giorni in famiglia, sul posto di lavoro o anche solo con uno sconosciuto incontrato sul treno. Qui accompagna il lettore a costruirsi una mappa per muoversi con precisione verso la creazione di legami straordinari e per far crescere dentro di essi ciò che sta a cuore, in un'ottica di vittoria comune.
Ansia da prestazione, spinta al successo, perfezionismo: tutti sintomi della nostra epoca. Sempre più persone temono di non essere all'altezza delle crescenti richieste in ambito professionale e privato. La paura di fallire annienta il loro senso di autostima e le priva della gioia di vivere. Cosa ci può aiutare a limitare la paura di non riuscire in quello che facciamo? Come possiamo gestire in modo più adeguato le aspettative che gli altri nutrono nei nostri confronti? E cosa ci insegna a modulare le richieste che facciamo a noi stessi? In questo manuale l'esperto psicoterapeuta Hans Morschitzky illustra cosa si nasconde dietro le paure più frequenti di fallire e ci incoraggia a essere più consapevoli delle capacità e dei punti di forza, ma anche dei difetti e delle debolezze che ci contraddistinguono. A differenza di altri terapeuti, non invita a negare la paura, ma ad affrontarla e accettarla, senza dimenticare che a volte è proprio lei l'ingrediente segreto per risultati eccezionali. Dopo aver raccontato la «biologia» della paura, i quattro livelli (del pensiero, delle emozioni, fisico e dell'azione) su cui essa agisce, i blocchi da essa provocati e le varie modalità con le quali si manifesta, Morschitzky affronta nello specifico la paura dell'insuccesso, analizzandone le origini e le conseguenze (tendenza a prorogare o a evitare, perfezionismo, sviluppo di dipendenze, disturbi psicosomatici, sindrome del burn-out e depressioni).
Che ne sarebbe di una famiglia se a reggerne le redini fossero i figli, anziché i genitori? Cosa accadrebbe se fossero loro i responsabili del menage domestico e di decidere ciò che i genitori devono fare? Quali regole adeguerebbero a proprio piacimento? E quanto si dimostrerebbero coerenti i genitori costretti al ruolo di figli? Ecco un libro che racconta di frigoriferi vuoti, pance che brontolano e auto rimaste a secco; ma anche di libertà, responsabilità e fiducia. Jochen Metzger, assieme a moglie e figli, si avventura in un singolare esperimento in prima persona. Per un mese il comando della sua famiglia passa nelle mani della figlia Lara, 13 anni, e del figlio Jonny, 10. Spetta a loro gestire la cassa di famiglia, decidere cosa si mangia a pranzo, quando i genitori possono guardare la tv e a che ora devono andare a letto. Papà Jochen e mamma Helga non possono né imporre loro divieti o regole, né ribellarsi. Persino marinare la scuola è permesso. L'autore e la moglie non sono né hippy, né sostenitori di sistemi antiautoritari, tantomeno convinti che i bambini debbano essere i detentori del potere in famiglia. Si mettono alla prova, e mettono alla prova i loro figli. Giorno dopo giorno, viene raccontata ogni esperienza e ogni reazione ai vari problemi via via incontrati. L'obiettivo è di capovolgere l'idea che spesso i figli hanno dei genitori, facendo loro capire che anche gli adulti si trovano ad affrontare difficoltà e insicurezze, che gestire una famiglia è un compito arduo...
I capitoli di questo libro sono tratti da una serie di discorsi tenuti da Osho a Pune, in India, a una platea di amici e cercatori. Originariamente proposti con il titolo "Dio è morto, ora lo Zen è l'unica verità vivente", essi rappresentano, insieme agli altri tenuti verso la fine della sua vita, l'apice di più di trent'anni di discorsi pubblici. In questo libro, dedicato a Nietzsche, Osho riconosce che l'essere umano ha la tendenza a trovare un significato anche, e soprattutto, là dove non ne esiste nessuno. È un'abitudine - oppure un bisogno primario - così radicata che neppure viene messa in discussione, a meno di non volerlo fare veramente. La proposta esistenziale di Osho è un invito a vivere liberi da valori, appartenenze, illusioni religiose o metafisiche. Forte della sua esperienza personale, egli apre alla dimensione della libertà dello spirito, sostenendo che è l'unica possibilità di vivere una vita davvero piena e realizzata. Questo di Osho è quindi un invito a essere totalmente scettici, a essere sempre alla ricerca della verità.
Quando giocano, i bambini sono concentrati, cooperativi e creativi. Il gioco è il modo in cui essi s'impadroniscono del mondo, lo esplorano, apprendono dalle nuove esperienze e si riprendono dalle loro piccole o grandi sofferenze. Tuttavia, giocare non sempre è facile per noi adulti, poiché abbiamo dimenticato tanto. E a volte ci sentiamo incapaci di entrare in contatto con i nostri figli, perché da troppo tempo non siamo più bambini. Eppure, sostiene Lawrence Cohen, se noi adulti adottassimo un approccio giocoso all'educazione, se reimparassimo le "regole del gioco", alle quali i bambini fanno ricorso costantemente per esprimersi, comunicare, creare e imparare a diventare grandi, potremmo più facilmente entrare in sintonia con loro, evitare rimproveri e sgridate, non degenerare in conflitti e discussioni e raggiungeremmo molto prima e senza tensioni gli obiettivi educativi che ci prefiggiamo. Non si tratta semplicemente di spegnere la tv e dedicare un po' di tempo a giocare con i bambini, si tratta piuttosto di adottare il gioco come modalità con cui ci si relaziona con loro. Cohen declina le varie modalità di partecipazione e di intervento sul gioco, considerando i modi attraverso i quali favorire l'autostima, disinnescare le "prese in giro" dei compagni, considerare le differenze e i punti di contatto fra maschi e femmine mentre giocano, fino a valorizzare anche il gioco "duro". Aiuta a gestire l'inversione dei ruoli nel gioco e a veicolare in tal modo contenuti profondi.
Una traduzione letterale del testo arabo. Un commento originale che apre il Corano oltre i confini dell’Islàm. Un saggio che indaga le radici degli stereotipi occidentali sul Profeta Maometto e sul mondo islamico.
Questa edizione antologica del libro sacro dell’Islàm propone una chiave di lettura lontana dagli schemi dogmatici e dottrinali, tesa piuttosto a mettere in risalto gli aspetti profondi e la vitalità universale del suo messaggio. Racchiude una selezione di oltre duecento brani suddivisi in nove capitoli tematici e poi riproposti nella successione tradizionale delle “sure” coraniche.
La traduzione, spogliata il più possibile dalle “infrastrutture” interpretative culturali e religiose, è caratterizzata da una rigorosa adesione alla lettera del testo arabo; rinuncia così sia alla fascinazione di una versione “poetica”, sia alla tentazione di una versione “interpretativa”, pur cercando sempre di evitare l’aridità letteraria.
Le note a commento, oltre alle informazioni necessarie per collocare temporalmente e culturalmente il testo, allargano il discorso in una direzione innovativa, che mira a cogliere le contaminazioni e i reciproci arricchimenti intercorsi tra Islàm e Occidente. Offre così gli spunti per una riflessione “ecumenica” o interculturale, che abbraccia molteplici ambiti storici e spirituali del mondo orientale e occidentale: dal pensiero cristiano alla filosofia moderna, dalla mistica sufi alle idee della scienza contemporanea, con riferimenti a Sant’Agostino, Kierkegaard o Albert Einstein.
Chiude il volume un saggio illuminante che ricostruisce le origini storiche e culturali delle false convinzioni maturate in Occidente sull’Islàm e il Profeta Maometto, ancora oggi alla base di tensioni e conflitti di stretta attualità.
Massimo Jevolella studia da oltre trent’anni la cultura islamica medievale. Ha tradotto dall’arabo e curato Il libro dei cerchi di Ibn as-Sid (1984) e l’Alchimia della felicità di Ibn ‘Arabı (1996). È autore di numerosi saggi, tra i quali ricordiamo Non nominare il nome di Allah invano (2004), Le radici islamiche dell’Europa (2005), Saladino, eroe dell’Islàm (2006), e Rawa (2008). Per Urra ha tradotto dall’arabo e curato Il collare della colomba di Ibn H.azm (2010).
La crescita di un individuo non è tanto riconducibile al suo cambiamento; la crescita di un individuo consiste semmai nel suo progressivo allineamento con la sua più intima identità. Solo ricercando noi stessi possiamo quindi esprimerci davvero e partecipare con gioia al mondo. Per fare ciò è necessario superare l'idea che sviluppo personale consista nel migliorare le proprie carenze, passa piuttosto attraverso la ricerca dei talenti che si celano in ogni parte di sé. Non serve dunque adottare questo o quel modello di successo, anzi è proprio nel distacco dai ruoli e dai comportamenti stereotipati che germoglia l'autenticità, quell'autenticità limpida che ci fa superare la retorica del "dire ciò che si pensa" e ci mette in contatto con un atteggiamento ben più sfidante e autentico: "pensare ciò che si dice". Nello stesso modo, si farà evidente che non esistono persone di talento e persone prive di talento: chiunque possiede almeno un talento. Solo questa consapevolezza ci consente di superare la tentazione dei facili giudizi e scegliere invece di metterci alla ricerca del talento in ciascuno, a partire dal proprio, consapevoli che ogni persona è molto più di ciò che fa e delle etichette che ne possono conseguire. discrimine fra gli individui non è dunque fra chi ha talento e chi no; neppure fra chi è consapevole del proprio talento e chi no. Il vero discrimine è fra chi sceglie di mettersi alla ricerca delle proprie possibilità e chi ne ha invece paura.
Nei colloqui con genitori di famiglie diverse, Jesper Juul offre la sua esperienza di consulente familiare per aiutare i bambini e gli adulti a crescere e stare meglio insieme, affrontando le sfide più comuni nelle famiglie di oggi. La consulente familiare Pernille W. Lauritsen ha assistito per cinque anni agli incontri di Jesper Juul con oltre cento famiglie, seguendone il follow up per qualche tempo. "Parliamone in famiglia" è basato sulle conversazioni tra Juul e sedici di queste cento famiglie. Si tratta di sedici spaccati di vita quotidiana in cui la maggior parte delle persone si può facilmente riconoscere. Ogni capitolo si apre con una lettera dei genitori sulla propria famiglia e il problema per il quale chiedono aiuto. Segue un accurato resoconto del dialogo tra i genitori e Juul, seguito dal commento scritto dalla famiglia nei mesi successivi al colloquio, da cui emerge come si è evoluta la loro situazione. Jesper Juul non dà soluzioni "brevettate", ma le fa emergere tra le pieghe delle conversazioni, inducendo i genitori a mettere in discussione e a confronto i propri valori e i propri metodi educativi. Infatti, come ogni valida ricetta è apprezzata davvero quando diventa la ricetta di casa nostra, così ogni famiglia deve poter trovare e accogliere le soluzioni più adatte per sé e per i suoi obiettivi. Chiude i capitoli una sintesi per punti delle proposte di Juul per problemi analoghi a quello analizzato...
Quando c'è una depressione in corso, a soffrirne non è solo il diretto interessato, ma anche i familiari ne risentono notevolmente e spesso rischiano di crollare di fronte all'enorme stress psichico cui sono sottoposti. Ulrike Borst, esperta terapeuta familiare e di coppia, ci spiega la malattia, presenta le varie tipologie di cura e, soprattutto, fornisce ai familiari di persone depresse utili consigli per tutelare la propria salute psicofisica e per fornire, al contempo, il miglior sostegno possibile al partner nel corso della guarigione. L'autrice illustra i segnali rivelatori della malattia, nei suoi vari stadi di gravità, svela le modalità di pensiero e le emozioni della persona depressa, l'influsso che egli esercita sulle persone che gli stanno accanto. Poi affronta ogni aspetto della convivenza con una persona depressa: dall'atteggiamento più consono da adottare nei suoi confronti, a come dialogare con lui e come organizzare le giornate. Attenzione non secondaria è dedicata a come proteggere i figli dalle ricadute che la malattia può avere su di loro e a come riprendere una vita di coppia, inevitabilmente minata dalla depressione. Infatti, muovendosi in bilico tra il ruolo di "sostenitore/sostenitrice della terapia" e quello di partner con personali bisogni ed esigenze, chi vive accanto a una persona depressa sperimenta a sua volta sentimenti contrastanti, che meritano considerazione e devono essere riconosciuti.
La Scienza si è illusa di aver già compreso la natura della realtà: le questioni fondamentali hanno già trovato risposta, lasciando solo i dettagli da definire. Rupert Sheldrake, uno degli scienziati più innovativi ed esponente di quello che viene definito un approccio «organicista», pensa invece che le scienze stiano attraversando una impasse determinata proprio da ipotesi date regolarmente per sottintese, mai messe in dubbio, accettate come un articolo di fede. Egli sostiene che la «visione scientifica», ancorandosi ai suoi assunti trasformati in dogmi, sia diventata un sistema di credenze: tutta la realtà è o materiale o fisica, il mondo è una macchina, e la materia è priva di coscienza, il libero arbitrio è illusorio, le leggi di natura sono costanti e la natura è senza finalità, la coscienza non è altro che l'attività fisica del cervello e Dio vive solo come un'idea nella mente umana, la medicina meccanicistica è l'unica che funziona veramente, e così via. Sheldrake individua dieci «dogmi» del materialismo, trasforma ciascuno di essi in una domanda e a ciascuno dedica uno dei capitoli del libro, in cui sottopone a esame la sua credibilità, i problemi e le anomalie che possono metterlo in crisi, le ricadute nella pratica della vita e della ricerca dell'atteggiamento fideistico che lo supporta. Aprendo nuovi possibili percorsi di indagine, svincolandosi da tali dogmi, la scienza sarebbe migliore: più libera, più interessante, più divertente.
Avere un bambino è un magnifico progetto che, quando inizia a farsi strada già solo nella mente, segna in modo irreversibile la donna, portando con sé cambiamenti, enormi gioie, ma anche dubbi e preoccupazioni. Ecco allora un libro che accompagna la donna in questo percorso di formazione e trasformazione. Qui, "la mamma che verrà" troverà una guida esperta che la aiuterà ad affrontare, assieme ai cambiamenti del corpo, anche i mutamenti dell'anima, con le inevitabili paure, le emozioni altalenanti, le nuove configurazioni dell'identità materna. Si disegna allora un percorso che comincia ancor prima del concepimento, quando il figlio è solo un desiderio che inizia ad affacciarsi nella mente della mamma, e si snoda per otto capitoli fino al parto e ai primi giorni di vita del bambino, quando anche la donna chiude il cerchio e rinasce come mamma. Coerente a questo approccio olistico, che vede corpo e mente procedere uniti, il libro dedica una particolare attenzione alle medicine integrate - dall'omeopatia alla fitoterapia, dall'agopuntura alle tecniche dolci - che, con grande rispetto e nessuna violenza, possono essere di aiuto alla futura madre, anche durante il travaglio.
Contare qualcosa per qualcuno: un elementare programma per la vita, il cui perseguimento determina la qualità delle nostre giornate. L'affettività è la risorsa principale di ciascuno, poiché una persona senza legami o con legami logori, si indebolisce, trasformandosi in una tossina per sé e per il gruppo sociale cui appartiene. L'autore mette a nudo i meccanismi che stanno alla base della nostra capacità di costruire relazioni stabili, vitali e non distruttive. Ci porta a riconoscere e a correggere le impronte negative che la nostra storia personale lascia sulle relazioni e viceversa. Identifica ciò che, del nostro mondo interiore, minaccia le nostre relazioni e suggerisce come intervenire su di esse aprendosi al cambiamento dei propri schemi ricorsivi. Chiarisce il ruolo dell'interazione tra la volontà di potenza e il sentimento sociale insito in ciascuno di noi: se queste due istanze fondamentali non trovano un equilibrio, ogni relazione è destinata al fallimento, creando turbolenze rovinose nella vita di chi ci è vicino. Tra essi, i figli soprattutto, che, pur non partecipando al deterioramento delle relazioni ma subendolo, portano con sé, e nei loro futuri legami, i condizionamenti dell'esperienza negativa dell'affettività. Infine, l'autore riconosce nella debolezza della sfera relazionale la spia della deriva sociale in atto, ma anche il punto di partenza per ridare slancio non solo all'individuo, ma anche alla collettività.
Prendendosi cura di suo figlio, trasmettendogli valori, schemi psicologici e un modo di intendere il mondo, ma anche semplicemente mettendolo al mondo, la madre segna la propria impronta sul figlio per tutta la vita. Quali sono i peculiari meccanismi, consci e più spesso inconsci, che delineano il rapporto tra una mamma e il figlio maschio? Cosa accade al figlio se è bersaglio di troppo amore, o troppo poco? Quali sono le ripercussioni sui legami di coppia del figlio una volta cresciuto? La madre può essere responsabile dell'omosessualità di suo figlio? Come può riuscire, lei, una donna, a "farne un uomo" e renderlo libero, anche e prima di tutto da se stessa? Come supplire alla mancanza di una figura paterna? Su cosa impostare il rapporto suocera/nuora, perché il figlio non ne diventi, suo malgrado, la posta in gioco? Queste sono solo alcune delle domande cruciali affrontate dall'autrice, che offre le sue riflessioni su questioni spinose che preoccupano tanto le madri, quanto le nuore, che spesso di questo legame sperimentano le conseguenze! Il libro indaga infatti tutte le complicate sfaccettature del rapporto che si instaura fra madre e figlio, dalla nascita all'adolescenza, al matrimonio fino alla morte della madre. Tratta la normalità, ma anche le deviazioni e gli eccessi di tale legame costruendo una rassegna di ritratti-tipo: dal figlio unico al figlio di una famiglia numerosa, dal figlio che fugge l'intimità a quello affetto da "sindrome dell'abbandono"...
Bambini insonni? La dottoressa Rankl aiuta i genitori a comprendere le cause dei problemi di sonno del loro bambino per individuare la soluzione più efficace. Quali sono i presupposti che la famiglia deve garantire per favorire un buon sonno al bambino? Tante spiegazioni e consigli pratici portano a una reale e completa comprensione del problema, facendo chiarezza anche sulle cause che possono esserne all'origine: fattori organici (malattie, fasi di sviluppo), fattori legati ad abitudini scorrette del sonno (per esempio rituali ormai inadeguati all'età) e fattori psichici (riguardanti non solo il bambino, ma ogni componente della famiglia). Inoltre - ricorda Rankl - è necessario rafforzare la competenza di autoregolazione del bambino, in modo da permettergli di sviluppare appieno la sua capacità di addormentarsi e di affrontare la separazione. A questo proposito non basta che i genitori operino sul piano dell'azione (ciò che si fa concretamente), ma è indispensabile che agiscano anche sul piano della relazione (ciò che gli si trasmette a livello emotivo). L'autrice indirizza così il genitore verso una maggiore comprensione del mondo emozionale del bambino, nonché dei propri desideri e delle proprie aspettative, così da cercare di armonizzare le esigenze dell'uno e degli altri.
La predisposizione innata a percepire gli stimoli in modo più differenziato e intenso rispetto alla media è spesso un vantaggio, ma di frequente è vissuto con disagio. Anche perché non sempre questo dono viene apprezzato dagli altri e, nonostante l'ipersensibile tenda a rinunciare a se stesso adeguandosi alle esigenze degli altri, non mancano i rimproveri: "Devi sempre essere così emotivo?" Molti, così, soffrono per questo loro aspetto caratteriale: sono più vulnerabili, più soggetti allo stress e spesso insicuri. L'autore affronta qui questo problema, ancora ampiamente ignorato e poco trattato, aiutando gli ipersensibili a capire il motivo del loro "sentirsi diversi". Invita e guida i lettori verso l'adozione di un nuovo atteggiamento che permetta loro di contenere gli effetti più negativi dell'ipersensibilità, insegna a smettere di acconsentire a richieste eccessive o di risentire dei troppi stimoli esterni, imparando a porre confini più netti tra sé e il mondo. Permette di valorizzare la capacità di empatia, senza esserne sopraffatti. Gli spunti di riflessione, i numerosi suggerimenti sono utili a chi vuole imparare a gestire da solo e in modo costruttivo la propria sensibilità, sia nella vita privata sia professionale, e a proteggersi in modo più efficace a livello mentale ed energetico, così che l'ipersensibilità possa tornare a essere quello che realmente è: un'incomparabile risorsa interiore.
Capita a tutti di rimanere senza parole quando qualcuno si rivolge in modo villano. I commenti personali e le osservazioni arroganti possono provocare ferite profonde che spesso restano inespresse, e quindi fanno ancora più male, oppure, al contrario, possono scatenare reazioni rabbiose, alla fine altrettanto dannose. Barbara Berckhan, autrice molto nota in Germania per i suoi numerosi libri dedicati alla comunicazione interpersonale, spiega come agire in queste situazioni, illustrando tecniche di autodifesa verbale che permettono di mettere al tappeto qualsiasi avversario in modo elegante e inoffensivo. L'autrice suggerisce metodi pratici per controbattere agli attacchi verbali (aggressioni, insulti, osservazioni assurde, prese in giro), traendo ispirazione dalle arti marziali.