
Negli ultimi anni un'attenzione anche mediatica senza precedenti si è concentrata sulla giustizia vaticana, trovatasi alle prese con un caso dalle dimensioni altrettanto inedite per il minuscolo stato d'Oltretevere. Oltre all'identità dei suoi imputati, a catalizzare un simile interesse hanno contribuito altresì criticità macroscopiche nella gestione del processo, su cui commentatori ed esperti non hanno potuto fare a meno di interrogarsi. Quali gli effetti dei rescritti pontifici che hanno investito la vicenda processuale? Quale il rapporto tra diritto vaticano e diritto canonico? Quale l'impatto della sentenza nell'ordinamento italiano, ma anche sul piano europeo e internazionale? A tali quesiti la presente «analisi critica» mira a fornire risposte.
Gli "occhiali" del diritto con i quali, in questo libro, vengono analizzati i primi milletrecento anni della storia della Chiesa cattolica si rivelano particolarmente penetranti per illustrare la straordinaria evoluzione dell'ordinamento canonico e comprendere tematiche oggi vivacemente dibattute (il ruolo dei laici e quello delle donne, il celibato ecclesiastico, la qualificazione contrattuale e sacramentale del matrimonio...). Ma con quegli stessi occhiali si possono esplorare le radici di numerosi istituti di cui ancora oggi i sistemi normativi statuali si avvalgono e gli sviluppi sociali, politici e del pensiero di cui sono stati il frutto, oppure la causa. Aprendo agli studenti universitari di scienze giuridiche, ma anche ai lettori non esperti di diritto, squarci suggestivi su aspetti fondamentali e spesso poco noti della formazione dell'Occidente cristiano.
Il volume prende in esame il delicato argomento della beatificazione e canonizzazione di un militare, vale a dire se un combattente, nonostante il divieto ecclesiastico della "effusio sanguinis", possa essere indicato dalla stessa Chiesa come modello da imitare per tutti i fedeli. L'autrice, una valente canonista bolognese, analizza la questione proponendo dei puntuali riferimenti a diversi temi altrettanto problematici che affliggono i giorni nostri, come la legittimità del ricorso alla guerra, la distinzione tra guerra giusta e ingiusta, il discernimento tra pacifismo e pacificazione, il potenziale distruttivo dei moderni arsenali militari. Ne scaturisce dunque uno studio di grande attualità, che, alla luce delle fonti canonistiche e delle acquisizioni del Vaticano II sul concetto di santità, ribadisce l'antico convincimento della Chiesa secondo cui "militare non est peccatum".
L'approccio allo studio del diritto canonico esige oggi una consapevolezza assai diversa da quella che ne animava le esplorazioni sino a qualche anno fa. Lo stesso impianto della manualistica del Novecento rifletteva, in generale, una fissità che veniva di lontano - da una sedimentazione indiscussa, cioè, dello ius Ecclesiae - per movimentarsi poi, bruscamente, sulla faglia improvvisa del Concilio Vaticano II, al quale ci si riferiva per misurare le invarianze tra vecchio e nuovo diritto canonico. Come se la realtà non cambiasse al di fuori di questo orizzonte e non ponesse domande nuove, quando non sollevasse anche l'interrogativo, carico di inquietudine, sulla stessa sopravvivenza del sacro nel contesto post-moderno.