I quattro volumi della Storia del cristianesimo rendono conto, insieme, della straordinaria ricchezza di un fenomeno religioso che permea duemila anni di storia ma possono anche esser letti ciascuno come opera a sé stante. L'interazione del cristianesimo con i diversi ambiti culturali è oggetto di particolare attenzione: alcuni capitoli sono dedicati alle arti, all'economia, alle scienze, alla filosofia, in prospettiva interdisciplinare. Il volume ripercorre il passaggio, che si realizza tra la fine del Settecento e il presente, da un cristianesimo erede delle società di antico regime ed eurocentrico all'attuale Global Christianity: un cristianesimo a diffusione mondiale, che conta la sua maggiore presenza nel sud del pianeta e che è segnato da quello straordinario processo della recente storia dell'umanità costituito dall'emancipazione delle donne. Fenomeni che, insieme al confronto con la modernità più avanzata, ma anche con lo sviluppo dei fondamentalismi religiosi, hanno innescato un profondo ripensamento di dottrine e pratiche.
A ottant'anni Manlio Simonetti iniziò a scrivere sui giornali. Dal 2006 infatti tenne per un anno su Avvenire una rubrica settimanale, i cui brevissimi testi furono subito raccolti in Classici e cristiani. Poco dopo, nell'autunno del 2007, cominciò a collaborare con il quotidiano della Santa Sede, L'Osservatore Romano, dove scrisse per un intero decennio sull'antico mondo cristiano, fino a pochi mesi prima della morte (1° novembre 2017), ormai novantunenne. In questo libro, il quarto di Simonetti nei Sussidi Patristici, sono raccolti tutti i suoi articoli pubblicati sul foglio vaticano. Chi conosca la sua attività scientifica non faticherà a riconoscerlo in questi "scritti minori", giornalistici per la scioltezza e l'essenzialità della scrittura, scientifici per la sicurezza e la solidità della dottrina: riflessioni sulla storia degli studi, su questioni di metodo e su nodi storiografici rilevanti, profili di studiosi, recensioni e le novità su Origene e Agostino.
"Voi avete davanti un uomo come voi; egli è vostro fratello [...] Oh! Voi sapete chi siamo; e, qualunque sia l'opinione che voi avete sul pontefice di Roma, voi conoscete la nostra missione; siamo portatori d'un messaggio per tutta l'umanità". In queste parole di G. B. Montini nel discorso alle Nazioni Unite c'è tutto l'uomo e il cristiano divenuto papa. Ma chi era il pontefice che scelse per sé il nome di san Paolo? Abituato a riflettere su se stesso, Montini scrisse sempre moltissimo, anche da papa: appunti personali, lettere, articoli, discorsi. All'interiorità e alla vicenda esteriore dell'uomo e del cristiano introduce questa scelta di scritti che si estendono con un'impressionante coerenza, anche stilistica, per oltre un sessantennio.
Singolarissimo giornale: così Giovanni Battista Montini, il futuro Paolo VI, definì nel 1961 «L'Osservatore Romano» in un celebre articolo scritto in occasione del centenario e dedicato alle difficoltà del quotidiano della Santa Sede: «Ma, a bene esaminare le cose, sono queste stesse difficoltà - scriveva il cardinale arcivescovo di Milano, che dal 1937 al 1954 aveva esercitato l'alta direzione sul foglio vaticano - che gli conferiscono tanta dignità nella funzione propria della stampa periodica, tanta autorità e tanta forza. Ne feci io stesso l'esperimento nel triste e drammatico periodo dell'ultima guerra, quando la stampa italiana era imbavagliata da una spietata censura e imbevuta di materiale artefatto. «L'Osservatore» ebbe allora una funzione meravigliosa, non già perché si fosse arrogato compiti nuovi e profittatori, ma perché continuò impavido il suo ufficio d'informatore onesto e libero. Avvenne come quando in una sala si spengono tutte le luci, e ne rimane accesa una sola: tutti gli sguardi si dirigono verso quella rimasta accesa; e per fortuna questa era la luce vaticana, la luce tranquilla e fiammante, alimentata da quella apostolica di Pietro. «L'Osservatore» apparve allora quello che, in sostanza, è sempre: un faro orientatore». Questo libro - curato dall'Ambasciata d'Italia presso la Santa Sede e dal giornale vaticano - vuole presentare, attraverso dodici contributi, alcuni aspetti della storia del quotidiano che sta per compiere un secolo e mezzo di vita.
Dall’autunno del 2007 «L’Osservatore Romano» ha intrapreso un rinnovamento radicale, divenendo una presenza più netta e interessante nel panorama giornalistico e culturale, italiano e non solo. Soprattutto, seguendo il desiderio del suo editore, il Papa, ha ampliato il suo respiro con una larga apertura alle questioni internazionali, che segue con logiche diverse da quelle degli altri media, spesso grazie a fonti privilegiate o addirittura uniche.
Nel centocinquantesimo anniversario del giornale (che uscì per la prima volta con la data del 1° luglio 1861), si raccolgono qui, in ordine cronologico e con le titolazioni originali, cento editoriali pubblicati in questi ultimi quattro anni, scelti sia perché costituiscono uno specchio del giornale nel commentare l’attività della Santa Sede e del Papa, sia perché rivelano un nuovo modo di affrontare i problemi che la Chiesa ha incontrato, dalla discussione sul fine-vita al rapporto tra scienza e interessi economici, dall’irruzione di Internet nella vita quotidiana fino allo scandalo della pedofilia.
La complessità e la ricchezza con cui la Chiesa cattolica vive la sua presenza culturale nel mondo risaltano anche nelle firme degli editoriali, tra cui compaiono molti non cattolici – cristiani di altre confessioni, esponenti dell’ebraismo e dell’islam, intellettuali laici – a testimonianza di un confronto chiaro e pacato con le questioni della contemporaneità e secondo una linea di fedeltà alla tradizione cattolica, senza rinunciare alla vivacità di un dibattito culturale aperto.
«Poco dopo il centenario del quotidiano, fu Montini – nel 1963 divenuto Papa con il nome di Paolo VI – ad avviarne un primo rinnovamento, in qualche modo invocato da un celebre romanzo d’ambiente vaticano di Morris West. Proprio in quell’anno apparve infatti The Shoes of the Fisherman (in italiano Nei panni di Pietro), che un quindicennio prima dell’inizio del pontificato di Giovanni Paolo II racconta la storia dell’elezione di un Papa slavo, Kiril I: “Appena possibile bisogna che io mi occupi dell’Osservatore: se la mia voce dev’essere udita nel mondo, è bene che gli giunga nei suoi toni autentici”, scrive in un memoriale il nuovo pontefice, appena liberato dalla prigionia sovietica ed evidentemente non tanto soddisfatto del suo quotidiano, sul quale dimostra però di avere idee piuttosto chiare. E se sul giornale il romanzo non aggiunge altro, nel mezzo secolo trascorso da quella efficace annotazione “L’Osservatore Romano”, che resta difficilissimo e singolarissimo, si è forse avvicinato al desiderio di quel Papa, immaginario ma non troppo».
(dall’Introduzione di Giovanni Maria Vian)
Il volume ricostruisce la storia culturale di un mondo, cristiano e pagano, nel periodo che va dall'antichità al Medioevo, concluso dall'espansione militare islamica e dalla reazione e dalla rinascita carolingie. Sullo sfondo, l'estraniamento progressivo tra Oriente bizantino e Occidente latino, la separazione dell'Africa romana dall'impero, con l'invasione vandala ariana, e dalla latinità e dal mondo cristiano, a causa della conquista islamica, le guerre interminabili che flagellano l'Italia, le ondate barbariche che dilagano in Gallia e nella penisola iberica anch'essa presto islamizzata, la nascita in Irlanda e Britannia di una particolare cultura cristiana che migra poi nel continente per evangelizzarlo.
Cos'è il Nuovo Testamento? Da chi e quando è stato scritto? Come s'è formato e ha assunto importanza questo complesso di ventisette libri destinati a esercitare una straordinaria influenza? A queste domande risponde il volume di Theissen. Suo scopo principale è fornire un'informazione essenziale sul nucleo fondamentale delle Scritture sacre cristiane, che insieme a quelle giudaiche formano la Bibbia. Il libro, semplice e aggiornato, ha la caratteristica e il merito di descrivere il Nuovo Testamento - raccolta di testi famosi ma in realtà poco conosciuti - da un punto di vista storico, con l'intento di permettere al lettore di seguire l'origine e la formazione dei primi scritti cristiani sulla base dei più recenti dibattiti e studi critici.