Anche se compresa solo di recente, in forte ritardo rispetto ai fatti, la necessità di una didattica della Shoà è ormai largamente riconosciuta. Essa è necessaria per preparare la ricorrenza annuale della Giornata della memoria e ricordare così adeguatamente il genocidio del popolo ebraico, ma anche per ripensare criticamente larghe parti della nostra storia che in qualche modo l'hanno reso possibile. Questo libro è uno dei primi strumenti didattici progettati per affrontare tale difficile tema educativo. Non descrive solo i fatti del genocidio e la sua preparazione da parte del regime nazista, ma si sforza di inquadrare la distruzione degli ebrei europei nel suo contesto più ampio. Esso guarda dunque a quel che è accaduto non solo in Germania e nei campi di sterminio istituiti dal regime nazista, ma in tutta Europa, considerando i paesi occupati ma anche gli alleati, con uno sguardo particolarmente attento alle vicende italiane. Il libro ne illustra i precedenti: l'antigiudaismo cristiano, quello islamico e quello laico della modernità. Si descrivono infine i processi ai criminali nazisti, la progressiva presa di coscienza del significato della Shoà e la rinascita attuale dell'antisemitismo sotto forma di antisionismo. Una particolare attenzione è dedicata alle parole che definiscono in diversa maniera questi fenomeni storici: Shoà e Olocausto, genocidio e crimini contro l'umanità, antisemitismo e antigiudaismo. Il libro è corredato da un'ampia bibliografia ragionata.
Il dialogo nasce in Grecia e la sua polifonia è una regolata forma di lotta. Nella Bibbia non incontriamo una teoria del dialogo, ma una sua particolare pratica, non conoscitiva ma etica, tesa a interpellare l'interlocutore, chiamandolo in causa. Tuttavia, i primi dialoghi che troviamo nella Torah sono quelli con il serpente, sotto forma di seduzione, l'inquietante dialogo 'abortito' tra Caino e Abele e il celeberrimo e serrato confronto tra Dio e Abramo, un appello a un'assunzione reciproca di responsabilità. Vi è poi la forma caratteristica di dialogo strutturante l'identità ebraica: la disputa rabbinica, con discussioni, opposizioni e dissensi. Esplorando i testi antichi con uno sguardo rivolto alla tesa attualità dei nostri giorni, Ugo Volli e Vittorio Robiati Bendaud prendono per mano il lettore e lo guidano su sentieri che la contemporaneità ci impone di riscoprire e comprendere.
La comunicazione è ovunque, a un livello sub-linguistico come sovra-linguistico, nell'arte, nella politica, nelle città, nella letteratura, nel cinema. Il linguaggio è una parte, anche se certamente dominante, della comunicazione. Questo volume non affronta solo lo studio tecnico o semiotico della comunicazione e la descrizione sociologica dei suoi contesti, ma analizza come la stessa natura umana sia determinata dal nostro carattere comunicativo. Ugo Volli offre una triplice definizione della comunicazione, come tre sono i livelli del coinvolgimento comunicativo. Il primo livello, il cerchio. La nostra umanità non può realizzarsi al di fuori di una "sfera discorsiva", l'ambiente comunicativo in cui siamo inseriti. Il secondo livello: la rete. Nella sfera della comunicazione costituiamo di continuo relazioni, costruiamo scambi, assumiamo responsabilità. Ogni atto di comunicazione è per qualcuno e si traduce nel dialogo. Questo è il livello dove nascono l'etica e l'estetica. Il terzo livello, lo sguardo. La comunicazione ci impone di costruire senso, di interpretare gli atti comunicativi cui siamo esposti, dando loro prospettiva e finalità. È a questo livello che nascono le religioni, le culture, le grandi narrazioni e i meccanismi collettivi di interpretazione del reale.
Tutta la realtà umana e sociale appare oggi costruita sulla comunicazione. La politica, il mercato, l'intimità stessa delle persone si presentano come una rete sterminata e infinitamente complessa di messaggi, codici, atti linguistici che si incrociano, si sovrappongono, si determinano a vicenda. L'idea di comunicazione oscilla tra lo scambio di informazione e la seduzione, fra il dialogo e la manipolazione, tra un dominio assoluto del comunicatore e una libertà altrettanto assoluta del destinatario. La ricerca e la riflessione scientifica hanno prodotto un'imponente mole di studi specialistici e settoriali in guesto ambito: di qui l'esigenza di una comprensione unitaria e sistematica del fenomeno.
La semiotica studia tutti i fenomeni comunicativi, compresi quelli meno evidenti. I suoi metodi e concetti sono spesso applicati dandone per scontata la base teorica. Il laboratorio al contrario consente e stimola la verifica critica dei metodi acquisiti, nonché la messa a punto di nuovi strumenti. Questo volume, firmato da Ugo Volli, ordinario di Semiotica del testo all'Università di Torino, applica il laboratorio della semiotica e le sue tecniche allo studio della pubblicità e a quello dello spazio urbano e della sua organizzazione.
La pubblicità come segno, come testo complesso e seduttivo, come messaggio condizionato dai mezzi di comunicazione, come veicolo di significati e di valori: in questo libro di semiotica l'autore ne smaschera il funzionamento e ne indica le debolezze e le ragioni di forza.
Desideriamo il cibo e la persona amata, il potere e la bellezza, un gadget e la droga: oggetti reali ma soprattutto racconti, simulacri. Riportato ai suoi limiti biologici, il desiderio si fa bisogno, nella società diventa motivazione o utopia, con l'azione si costituisce in volontà. Il desiderio è l'ingrediente principale dell'industria del consumo e del consenso politico ed è la materia prima delle narrazioni e dei sogni. Ma cos'è davvero il desiderio? Come ci mobilita e ci differenzia? A partire dalla tradizione filosofica e dall'analisi semiotica questo libro delinea le figure del desiderio come forme del discorso ininterrotto che costituisce il soggetto.