
La legge è malata, e in modo grave. Di più: questa malattia ha ormai messo in crisi il rapporto fra le istituzioni e i cittadini, alimentando un sentimento di diffidenza e di ripulsa verso tutto ciò che è pubblico, di tutti. Mentre la crisi della giustizia si acuisce, mentre entra in crisi lo stesso sentimento della legalità, Michele Ainis fa il punto sulla qualità e la quantità delle leggi italiane.
L’opera complessiva si propone come uno strumento pensato per fornireuna conoscenza analitica, ampia e aggiornata, delle regole che disciplinano irapporti tra privati e dei sistemi concettuali in cui esse si organizzano secondola tradizione; svolgendo una trattazione che già nella sua organizzazione e nellemodalità dell’esposizione tende a facilitare la comprensione dell’insieme,fornendo una chiara indicazione del metodo proposto e dei percorsi logici necessariper individuare la normativa applicabile al caso concreto.
Con questo volume Pietro Zanchi riesce a fare tornare nella percezione comune la consapevolezza che l'avvocato è un professionista che svolge un servizio di elevata utilità sociale, ed al tempo stesso ribadisce agli stessi legali, che per fare questo "mestiere", occorre essere animati da una autentica vocazione.
Edizione aggiornata con le nuove disposizioni di legge e le sentenze della Corte costituzionale. In particolare si segnalano le più recenti modifiche o innovazioni legislative: codice civile, codice di procedura civile, codice penale e codice di procedura penale.
Una conoscenza sicura ed un corretto uso degli atti amministrativi sono garanzia per la giusta applicazione delle norme di legge. La certezza nell’applicazione delle leggi è tutela per la giustizia e la verità: di qui l’importanza di approfondire questa materia.
In una Chiesa che è entrata nel terzo millennio lo studio di norme dal carattere tecnico-giuridico s’impone, perché è anche attraverso gli atti amministrativi generali che la Chiesa si rende presente all’uomo d’oggi, nelle situazioni concrete in cui questi si viene a trovare. Nella pratica questi atti servono ad attuare i principi espressi dal Concilio Vaticano II, dal Codice di Diritto Canonico e dalle leggi che sono al presente emanate.
Le sostanziali modifiche apportate dal Trattato di Lisbona in vigore dal 1 °dicembre 2009 sono alla base di questa edizione del volume. Il nuovo Trattato opera un profondo rinnovamento nell'assetto politico ed istituzionale dell'ordinamento giuridico europeo, provocando una quasi integrale riscrittura degli atti sui quali si fondavano le Comunità europee. Tra i principali interventi della riforma si sottolinea: la definitiva scomparsa della Comunità europea ormai assorbita dall'Unione europea, dotata di personalità giuridica esclusiva; l'inserimento tra le istituzioni del Consiglio europeo, al cui Presidente viene assegnato un ruolo determinante e di maggiore continuità (con un mandato di due anni e mezzo), e della Banca centrale europea; il valore giuridico vincolante della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea e la previsione dell'adesione dell'Unione alla Convenzione europea per i diritti umani (CEDU); l'assegnazione di una maggiore centralità al cittadino europeo a cui è attribuito un potere di iniziativa legislativa; la facoltà di recesso dall'Unione. Il testo, nell'incorporare la vastità delle riforme intervenute, è stato rivisitato completamente nella struttura e nei suoi contenuti continuando a proporre una trattazione esaustiva degli aspetti istituzionali e delle politiche europee, di particolare utilità sia per quanti devono preparare esami e concorsi sia per l'aggiornamento professionale.
La Storia del diritto romano è oggi una disciplina di particolare attualità perché consente di cogliere le origini illustri del nostro ordinamento e di quelli di derivazione latino-germanica, compreso quello dell'Unione europea. Lo studio di questa materia, soprattutto relativamente all'analisi dei rapporti di forza tra gli organi dello Stato nei diversi periodi storici dell'antica Roma, si rivela molto formativo, offrendo numerosi spunti di riflessione e di confronto con l'attualità. Nella "Respublica", ad esempio, vigevano regole etiche non scritte come la dignitas che, riferita soprattutto alle alte cariche dello Stato, escludeva dal cursus honorum tutti gli individui che, ricoprendole, si rendevano responsabili di comportamenti non esemplari nella gestione della cosa pubblica. Questa III edizione, arricchita ed ampliata, offre un panorama d'insieme della storia dell'ordinamento giuridico romano dalle origini di Roma (753 a.C. ca.) fino a Giustiniano I (565 d.C.) e tiene conto delle difficoltà che uno studente, privo di dimestichezza con il latino e la storia antica, può incontrare: per questo motivo viene utilizzato un linguaggio semplice e lineare. In appendice viene riportato un glossario degli istituti, dei protagonisti e dei loci storici che caratterizzano la storia del diritto pubblico romano.
Con la carta delle Nazioni Unite (1945) e la Dichiarazione universale dei diritti umani (1948) si è aperta una nuova era nella storia dell'umanità. Il principio secondo cui "il riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti, eguali e inalienabili, costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo" prende il posto del principio di sovranità degli stati. Ha così inizio una rivoluzione copernicana nell'ordinamento internazionale: la dignità umana come il sole al centro del sistema, l'etica universale recepita dalla norma giuridica che se ne fa traghettatrice nei vari campi, a cominciare da quello della politica. La globalizzazione dei diritti ha preceduto la globalizzazione in atto nei vari campi, esiste quindi la "bussola globalizzata" per rispondere, in corretto rapporto di scala, alle sfide del governo della globalizzazione. Quanto proclamato dalla Dichiarazione universale è il risultato di un processo carsico della civiltà del diritto: i vari percorsi costituzionali, separatamente realizzati dagli stati nel corso dei secoli, sono emersi in superficie confluendo nell'alveo di un nuovo diritto internazionale che esalta la vita delle persone e l'eguaglianza dei diritti fondamentali. La Dichiarazione universale è all'origine di un folto gruppo di convenzioni giuridiche e protocolli che costituiscono il corpus organico del vigente diritto panumano.