
L'Autore tratta dei rapporti reciproci tra il regime sovietico e la religione nell'Ucraina sovietica, poi indipendente, durante gli anni 1919-2000.
L’opera affronta il tema del diritto di difesa nel processo penale extragiudiziale canonico. Dopo aver definito la difesa come “funzione” e non già come insieme di attività processuali, nella specificità propria del processo penale, la trattazione si incentra sulle problematiche poste dall’uso del decreto penale extragiudiziale, indicando le possibili prospettive comparatistiche, in particolar modo con il sistema penale vigente in Italia. Vengono approfonditi gli aspetti fondanti dei due Ordinamenti, formulando alcune proposte de iure condendo. Proprio la comparazione costituisce una positiva occasione di apertura a nuove concrete prospettive.
Giuseppe Puntillo
è laureato in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Bari; è avvocato penalista. Ha conseguito il dottorato in diritto canonico presso la Pontificia Università Lateranense. È iscritto all’Albo degli Avvocati del Tribunale Ecclesiastico Regionale Pugliese. Ha pubblicato su Rivista Trimestrale di Diritto Penale dell’Economia una nota a sentenza del Tribunale di Foggia in tema di concussione commessa da esercente la professione medica (CEDAM, gennaio-giugno 2005).
Il presente lavoro si prefigge di identificare la rilevanza giuridica del consenso matrimoniale. L’autore, attraverso l’analisi del matrimonio sacramento, rileva quando è celebrato in maniera valida, quando si verificano lo scioglimento e la dichiarazione di nullità del matrimonio e quali sono gli effetti civili del matrimonio concordatario, l’effetto delle sentenze dei Tribunali Ecclesiastici nell’ordinamento civile Italiano. L’opera si rivolge a tutti coloro che sono ogni giorno a contatto con la materia del matrimonio, parroci, operatori dei Tribunali Ecclesiastici, esperti del Diritto Canonico. Il testo è, dunque, una sorta di vademecum che aiuta ad avere una chiara ed immediata comprensione di aspetti del matrimonio sacramento che, per chi non è esperto del diritto, potrebbe risultare materia ardua da interpretare.
Il 19 volume (nono della nuova serie) della pubblicazione periodica del Tribunale della Sacra Rota Romana, relativo all'attività dell'anno 2009.
«C’è un tempo per nascere e un tempo per morire». Il suo fisiologico svolgersi è segnato, rispettivamente, dall’atto del primo respiro autonomo e dalla cessazione delle principali funzioni vitali.Tuttavia, non di rado – complice una scienza che ne sovverte i princìpi – si assiste all’innaturale prolungamento della vita biologica dell’uomo. Le moderne tecniche di rianimazione, l’idratazione e la nutrizione mediante sondino naso-gastrico assicurano, infatti, possibilità di sopravvivenza precluse fino a qualche anno addietro e, ancorché l’esistere venga poi proiettato e vissuto in una dimensione «artificiale», impediscono la dichiarazione di morte clinica della persona.A venire in discussione è, in tali eventualità, non soltanto il significato ultimo dell’«essere vivi», ma altresì la natura e i limiti, soggettivi e oggettivi, del diritto alla vita. Finalità del lavoro è così d’indagare, alla luce dell’attuale dibattito sul testamento biologico e dei disegni di legge in materia, se e in quale misura possa ancora oggi discorrersi di (in)disponibilità del bene «vita».
destinatari
Un libro che per la sua tematica interesserà un ampio pubblico, in particolare: giuristi, medici e studenti.
gli autori
Pasquale Stanzione è professore ordinario di Istituzioni di diritto privato. Già preside della Facoltà di giurisprudenza dell’università di Salerno, coordina il dottorato di ricerca in «Comparazione e diritti della persona». È membro di vari comitati scientifici di riviste, nonché di associazioni culturali. Presiede l’Unione giuristi cattolici dell’arcidiocesi di Salerno. È autore di numerose monografie, saggi, voci enciclopediche, note a sentenze e commenti alla legislazione.
Gelsomina Salito è ricercatrice di diritto privato nella Facoltà di giurisprudenza dell’università di Salerno. È autrice di saggi, note a sentenza, commenti alla legislazione e contributi in materia di diritto civile e comparato, nonché di uno studio monografico.
In nessun Paese europeo come in Italia la regola è sentita come sofferenza, anzi come un limite, qualcosa che sottrae piuttosto che aggiungere.
Gherardo Colombo insiste nei suoi testi su due categorie di regole: le regole formali, nelle quali l’uguaglianza è valore costituzionale, e le regole occulte, che cambiano arbitrariamente a seconda della volontà del soggetto (corruzione negli appalti, corruzione nella causa civile, corruzione per non pagare una multa, corruzione per l'immondizia, corruzione per l'università, corruzione...). Le prime fortificano la comunità, le seconde la annullano.
La regola, la legge, ciò che costituisce il piano su cui ognuno "risponde" (cioè la responsabilità di ognuno verso gli altri), è in Italia tollerata, sopportata, sofferta. L'uguaglianza la si patisce come piatta livella. La necessità di educare se stessi alla ricerca della regola responsabile nello stare con sé e con gli altri è urgente. E fondamentale.
Il volume muove da un sincero apprezzamento per la vita claustrale: si tratta di uno studio del canone 614 del Codice di diritto canonico, che regola l'associazione dei monasteri di monache con l'istituto maschile. In particolare i monasteri - detti oggi di vita integralmente contemplativa con clausola papale - associati agli Ordini mendicanti. Sono monasteri sorti dai fondatori di questi Ordini e da donne che, affascinate dall'avventura evangelica more apostolorum, hanno iniziato a vivere accanto ad essa, "al modo di Maria".
Dapprima viene tratteggiato un percorso storico-giuridico […]. Dopo averne percorse le tappe essenziali fino al vigente Codice, l'obiettivo si concentra sul canone 614: un canone breve ma ben sintonizzato con lo spirito conciliare, che ha voluto riconoscere una giusta autonomia di vita e di governo anche ai monasteri di monache e abolire le ingiuste discriminazioni tra istituti maschili e femminili. […]
(Dalla Presentazione del Card. Franc Rodè, Prefetto della CIVCSVA)
Chi sono e cosa fanno i giudici che giudicano i minorenni? Di tanto in tanto si parla di loro, e non sempre in senso favorevole. Talvolta li si accusa di tutto e del contrario di tutto: troppo lassisti quando scarcerano la piccola nomade borseggiatrice; insensibili e crudeli quando allontanano da casa il bambino vittima di gravi abusi; pigri burocrati quando non trovano bambini da adottare. Il volume ripercorre l'evoluzione della giustizia minorile in Italia, dalle origini fino alle riforme dei nostri giorni, attraverso le turbolenze del mondo giovanile e la lenta, progressiva affermazione dei diritti del minore.
Luigi Fadiga è stato per molti anni presidente del Tribunale per i minorenni di Roma, e della Sezione per i minorenni di quella Corte d'appello. Attualmente insegna Diritto minorile nell'Università Lumsa di Roma. In questa stessa collana ha pubblicato "L'adozione" (II ed. 2003).
I giuristi medievali che si confrontarono con il problema della personalità dell'università o del collegium fecero degli ospedali, degli ospizi, dei ricoveri per i pellegrini un'occasione per sperimentare nuove soluzioni e nuovi istituti giuridici, attingendo ad una contemporanea riflessione filosofica di grandissimo valore.
Fu un incontro tra i più fecondi, fra i fatti e il pensiero, fra la ragione e la storia in una reciproca e continua sollecitazione grazie alla quale la scienti iris - le due anime dell'utrumque ius, così fortemente legate alla propria matrice e vincolate ad un preciso quadro politico - poté condurre il fatto oltre la soglia del diritto e dare esistenza giuridica alle realtà assistenziali (le piae causae) fino ad elaborare il concetto di persona giuridica verso il quale l'attuale impianto giuridico è tuttora debitore.
Questo volume raccoglie oltre duemila regole del diritto romano. Ordinate per argomento esse offrono la possibilità di verificare la citazione latina e di avere la corrispondente traduzione in italiano. Per ogni citazione viene indicata la fonte latina. Completano l'opera un capitolo che racconta per brevi cenni le nozioni fondamentali del diritto romano. Il volume, di facile consultazione, è considerato un classico nel mondo forense.