In breve
La crisi globale ci ha colti nuovamente in controtempo. Quale sorte tocca all’Italia? Dipende. Dalla volontà di ritrovare il tempo.
Nel concerto dei paesi avanzati, l’Italia e la sua economia suonano in controtempo da molti anni. All’avanzare della globalizzazione siamo rimasti attardati in una specializzazione del lavoro obsoleta. Mentre gli altri sfruttavano la rivoluzione tecnologica, noi abbiamo stentato a mantenere l’efficienza e il tenore di vita medi. Quando nel mondo spirava il vento delle liberalizzazioni e delle privatizzazioni, noi abbiamo indugiato. La crisi ha rimesso in discussione nel mondo principi e politiche verso cui l’Italia stava invece faticosamente muovendo per recuperare i suoi ritardi. È l’ennesimo caso di controtempo, ma stavolta dobbiamo servircene a nostro vantaggio. Alcune caratteristiche antiche del sistema italiano – il ruolo del sindacato, la cultura giuridica – sono di freno. Solo se proseguiremo nel recupero dei veri valori del liberalismo, mantenendo il controtempo ancora per una battuta, alla fine ritroveremo il tempo del progresso.
Indice
Prefazione - LA MUTAZIONE DEL MONDO: I. Prima della crisi - II. La crisi - L’ECONOMIA ITALIANA: PREPARARSI AL DOPO-CRISI: III. Le imprese - IV. La finanza - DUE PASSAGGI OBBLIGATI: V. Il ruolo del sindacato - VI. La cultura giuridica - RITROVARE IL TEMPO GIUSTO - Bibliografia
La crescita del grado di finanziarizzazione assunta dalle borse del petrolio crea l'esigenza di comprendere chi sono i nuovi protagonisti e quali le nuove dinamiche che concorrono a formare il prezzo del barile. Un fattore così importante che si ripercuote sul tenore di vita di tutti noi, si propaga e assume nuovi e più complessi connotati, in un mercato dove i punti di riferimento tradizionali hanno sempre minore importanza. Questo lavoro, unico testo italiano nel suo genere, illustra quali sono i nuovi scenari e chi sono gli odierni protagonisti dell'oro nero. Consente pertanto di capire i fattori che spingono verso continui nuovi record il prezzo del barile, le nuove interrelazioni (come quella col mercato alimentare attraverso i biocarburanti) e quali strumenti finanziari utilizzare per mitigare o sfruttare la volatilità dei prezzi.
La crisi globale è ormai un dato di fatto: dall'ambito della finanza si è estesa all'economia reale, determinando implicazioni sociali, politiche, geostrategiche, ambientali che condizionano seriamente le misure adottate dai governi e le prospettive degli individui. Riconoscere e analizzare la complessità dei fattori che hanno contribuito a delineare lo scenario attuale è solo la prima tappa di questo Rapporto: esso infatti si propone di comprendere le lezioni che la recessione globale insegna, le riflessioni che impone, gli scenari di evoluzione possibile, leggendo la crisi come una "scuola" da cui trarre insegnamenti utili per il futuro. Una prima lezione è che l'epoca della "finanza globale" è tramontata, ma quella del "coordinamento globale" degli stati sovrani non è ancora sorta. I paesi occidentali sono alle prese con l'esplosione dei debiti pubblici e con l'acuirsi delle tensioni in settori strategici quali l'aerospazio e l'energia, rispetto ai quali si registra uno spostamento del baricentro del pianeta da Ovest verso Est. Su questo sfondo tumultuoso, ciascun paese può far conto su quello che ha: l'Italia mette in gioco i consistenti risparmi delle sue famiglie e la minor debolezza delle sue banche, mentre l'indebitamento pubblico è nettamente superiore a quello degli altri paesi avanzati. La lezione più importante è che le difficoltà che oggi accomunano il mondo offrono all'Italia un'occasione per recuperare il troppo tempo perduto.
Questa crisi non e uguale per tutti.
Molti sono stati lasciati indietro.
Ma e proprio in tempo di crisi che
si possono fare riforme ambiziose,
per non rassegnarsi
al declino del nostro paese.
Perché l’Italia è entrata prima degli altri Paesi nella recessione? E perché, nonostante non abbia subito il fallimento di grandi banche e l’esplosione della bolla immobiliare, sta vivendo la crisi peggio di altri Stati? Cosa ci attende quando finalmente il mondo ripartirà? Sapremo uscire non solo dalla recessione, ma anche dalla stagnazione in cui ci dibattiamo da oltre quindici anni?
Sono interrogativi di cui oggi nessuno discute in Italia. La politica economica sembra scomparsa dall’agenda nazionale. Non riappare neanche in autunno, consueto momento di confronto sulla Finanziaria, in cui un governo dovrebbe spiegare le iniziative che intende prendere e un’opposizione formulare le proprie critiche. Niente di tutto ciò: solo il vuoto. Amplificato da un’informazione sempre più reticente ad affrontare i nodi spinosi dei rapporti fra politica economica e sistema bancario.
In questo libro Tito Boeri passa in rassegna quel poco che è stato fatto e l’enorme mole di ciò che non è stato fatto per fronteggiare la crisi in Italia. Esplora temi diversi come la proliferazione di nuove tasse (dalla Robin tax alla Padania tax), il federalismo zoppo e inconcludente, le occasioni mancate nel riformare scuola e università e le contraddizioni insite nell’unica riforma varata sin qui da questo governo — quella della pubblica amministrazione. Numerosi sono gli episodi rievocati, dall’incredibile vicenda Telecom all’eterno tormentone Alitalia, passando per i meandri di Calciopoli, tutti emblematici del modo in cui opera la classe dirigente italiana. Ma nel testo di Boeri non c’è solo denuncia: ci sono anche proposte concrete, che riguardano soprattutto le azioni da intraprendere per evitare che questa crisi comporti, come precedenti recessioni, un forte incremento delle disuguaglianze e della povertà.
Indossando di volta in volta i panni dell'avidità, della cupidigia, dell'usura, della concupiscenza, della taccagneria o della grettezza, la vocazione camaleontica dell'avarizia è tale che essa può talvolta assumere anche le sembianze della virtù. E' il vizio più "economico" dei sette ed è un economista ad indagare le ragioni per le quali nel corso del tempo, a partire dalla tarda antichità, esso sia andato soggetto ad una pluralità di slittamenti semantici, secondo un'alternanza che non trova riscontro in nessuno degli altri vizi capitali. Da radice di tutti i mali e quindi primo dei vizi, l'avarizia diverrà seconda alla superbia durante l'alto Medioevo, per ritornare al primo posto all'epoca della Rivoluzione commerciale, e trasformarsi poi nell'Umanesimo civile - con un altro mutamento di prospettiva - in impulso alla prosperità. Nell'ultimo quarto di secolo, l'avarizia è tornata ad essere vizio, quello che più di ogni altro è cresciuto in maniera spettacolare. L'avaro di oggi è posseduto dalle cose, accumula e conserva ma non usa, possiede ma non condivide. La sua infelicità è un fallimento della volontà o della ragione?
Stefano Zamagni insegna Economia politica nell'Università di Bologna e alla Johns Hopkins University di Bologna. E' presidente dell'Agenzia per le Onlus. Tra le sue pubblicazioni per il Mulino "Economia civile" (con L. Bruni, 2004), "Teoria economica e relazioni interpersonali" (con P.L. Sacco, 2006), "La cooperazione" (con V. Zamagni, 2008), "Laicità e relativismo nella società post-secolare" (con A. Guarnieri, 2009).
Cosa succede quando un sistema - politico, economico, imprenditoriale - si blocca? Dove attingere idee ed esperienze in grado di innovare il sistema? Tutto ha avuto inizio col punk. Una cultura giovanile che ha fatto del riuso "non autorizzato" delle immagini e della musica preesistenti la propria cifra stilistica. In rapida successione hip-hop, rave, graffiti e industria dei videogame, in combinato con la facilità d'uso degli strumenti digitali, hanno diffuso su un altro piano le idee portanti che stavano alla base del punk. In modo coinvolgente, Punk capitalismo ci racconta come le culture giovanili in questi ultimi trent'anni hanno cambiato il modo in cui il mondo lavora e funziona, offrendoci una diversa prospettiva della pirateria, vista come un'opportunità per il sistema e un altro modo di fare business. Oggi, molte imprese si trovano a dover fare i conti con un dilemma sempre più lacerante. Se la pirateria continua a terremotare il modo in cui usiamo l'informazione, come dobbiamo rapportarci? Dobbiamo reprimerla, trattandola come un problema, o al contrario come una soluzione? Forse la pirateria dovrebbe essere letta più semplicemente come un nuovo e vincente modello di business.
Innovare il management significa aprirsi verso il futuro. Le organizzazioni hanno bisogno di re-immaginare il loro assetto strategico per sopravvivere nel caos. Con questo libro l'Autore affronta un tema di assoluta attualità: l'arte di dirigere in un contesto instabile. Attraverso un approccio particolare, che abbina l'esame di casi concreti con citazioni e richiami storici, nonché utilizzando esempi etnografici, Gentili ci espone le sfide del nuovo management: intraprendenza, dinamismo e flessibilità, ma anche cooperazione e adesione a valori collettivi.
Michael Maloney, esperto negli investimenti sui metalli preziosi e storico, fondatore della Gold & Silver Inc. e della GoldSilver.com, spiega nel suo libro:
La storia dei cicli economici che hanno reso l’oro e l’argento l’ultimo riferimento monetario
Come il governo degli Stati Uniti guidi l’inflazione diluendo il rifornimento di denaro e indebolendo il potere d’acquisto della popolazione
Perché i metalli preziosi siano uno degli investimenti più vantaggiosi, facili e sicuri che si possano fare
Dove, quando e come investire il proprio denaro e realizzare i massimi profitti, indipendentemente dallo stato dell’economia
I consigli fondamentali per avere il controllo del proprio destino finanziario negli investimenti diretti
“Hai il privilegio di avere tra le mani una bussola sicura per navigare in questa tempesta economica. Leggi questo libro attentamente e imparalo bene. Ti prometto che sarai contento di averlo fatto” (Robert Kiyosaki).
In questo volume, con un approccio antropologico e socio-politico gli esperti analizzano il tema di grande attualità dello sviluppo tecnologico.
Attraverso tre direttrici - voci teoriche, esperienze e personaggi (studiosi, operatori e imprenditori) - il Dizionario intende dare "voce" alla dimensione civile dell'economia. Partendo dalla convinzione che il mercato, l'impresa e l'economico sono in sé luoghi anche di gratuità e fraternità, l'economia civile propone un umanesimo a più dimensioni, in cui il mercato non è combattuto, ma vissuto come luogo aperto anche ai principi di reciprocità e di solidarietà e perciò capace di costruire la città. Una scienza e prassi economica che fanno posto al principio del dono dentro (non a latere) la teoria economica.
La gestione efficace ed efficiente dei dati contabili mediante strumenti informatici è una delle sfide che le aziende devono accettare e governare. I problemi da affrontare in questo campo sono numerosi: dalla definizione di modelli condivisi per la gestione del processo informativo e per l'elaborazione dei dati, alla loro trasposizione e integrazione in un ambiente informatico, dalla valutazione e la scelta del supporto tecnologico più adatto, alla capacità di comprenderne e sfruttarne tutte le potenzialità. Il volume esamina le diverse fasi del processo informativo-decisionale: la selezione e l'acquisizione dei dati contabili mediante strumenti software gestionali integrati; l'analisi dei dati consuntivi mediante strumenti software per la gestione delle basi di dati; l'elaborazione dei dati per la costruzione e il controllo di scenari prospettici mediante i programmi software di gestione dei fogli elettronici.
Gli economisti più stimati hanno a lungo sostenuto che in economia la sperimentazione non fosse possibile, e che proprio questo valesse a distinguerla dalle scienze applicate. Oggi invece il metodo sperimentale è accettato in tutti i campi dell'analisi economica. Con l'esperimento si possono testare le predizioni enunciate dalle teorie e dai modelli e, quando i dati contraddicono le teorie, si può aprire un dialogo costruttivo su nuove basi. Non solo, la sperimentazione può avere un ruolo importante quando la teoria è assente o carente, e può contribuire al processo decisionale: si possono simulare strategie di mercato e dimostrare l'efficacia delle politiche. Questo libro, molto chiaro nell'esposizione, vuole presentare al lettore la ricchezza dell'economia sperimentale, offrendo una sintesi dei principali risultati di laboratorio.
Nicolas Eber è professore di Scienze economiche all'IEP di Strasburgo e membro di LARGE (Laboratoire de recherche en gestion et économie). Marc Willinger è professore di Scienze economiche nell'Università di Montpellier-I, e dirige il laboratorio sperimentale LEEM.