
Nell'ultimo decennio dell'Ottocento l'Italia inizia la rincorsa dei paesi più avanzati e alla fine del ventesimo secolo raggiunge un reddito per abitante non dissimile da quello di Germania, Francia e Regno Unito. È un percorso di successo, che crea un'economia moderna. Da un quarto di secolo, tuttavia, l'economia italiana cresce assai meno della media europea. I fattori di sviluppo che avevano funzionato nel dopoguerra si sono rivelati inadatti all'economia globale. Pesano mali antichi mai curati: bassi livelli di istruzione, prassi burocratiche e giudiziarie obsolete, gestioni aziendali poco trasparenti. Il reddito perduto con la crisi del 2008-2013 non è stato ancora recuperato. La differenza tra il benessere economico degli italiani e quello degli altri europei e dei nordamericani è tornata ai livelli degli anni Sessanta. Il clima di incertezza politica, finanziaria e istituzionale scoraggia gli investimenti, crea un ambiente ostile alla crescita e rischia di provocare un awitamento dell'economia. Eppure ci sono stati momenti recenti nei quali l'Italia sembrava potesse riprendersi, segno che non è condannata a un perenne ristagno. Con questo libro, Carlo Bastasin e Gianni Toniolo ripercorrono la strada di un robusto sviluppo e indagano i motivi che l'hanno fatta smarrire per capire come fare a ritrovarla.
A partire dall’Istruzione in materia amministrativa, emanata dalla Conferenza Episcopale Italiana nel 2005, gli Economi delle diocesi di Torino, Milano, Padova, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Palermo pubblicano questo manuale per accompagnare tutte le comunità parrocchiali italiane nell’amministrazione e nella gestione dei beni ecclesiastici e delle loro attività.
L’opera redazionale è stata affidata ad esperti, collaboratori e operatori delle Curie Diocesane che, a partire dalla loro esperienza e competenza, hanno predisposto i vari capitoli, poi rivisti collegialmente dagli Economi in occasione di alcune giornate di studio.
Il testo illustra autorevolmente le questioni giuridiche (canoniche, civili e tributarie) che più interessano la parrocchia e si rivolge ai professionisti, oltre che ai parroci e ai loro collaboratori.
Quando si parla di economia non è azzardato dire che si tratti di una vera e propria religione. Come la religione anche l'economia ha le sue chiese e i suoi templi - le banche e le borse - imprese, agenti di cambio o esperti di finanza sono le sue cattedrali, i suoi prelati o profeti; la pubblicità e il marketing sono le preghiere che ne officiano la liturgia: il consumo. Non a caso secondo Serge Latouche in questo libello combattivo, sulle banconote americane troviamo fissato il motto «In God We Trust» e, se dovessimo immaginare i Dieci comandamenti del capitalismo, non sfigurerebbe la battuta fulminante del finanziere di Wall Street: «L'avidità è giusta». L'idolatria della crescita solleva, dunque, la questione della natura quasi religiosa dell'economia di mercato. Una religione secolare e materialista che disincanta il mondo, distruggendo il legame sociale e gli ecosistemi necessari per la sopravvivenza dell'umanità. «Desacralizzare» la crescita, secondo Latouche, consiste innanzitutto nel rivelare il modo in cui ha avuto luogo la sua sacralizzazione. Il progetto di una società alternativa sostenibile e amichevole, guidata dalla decrescita, mira invece a uscire dall'incubo del produttivismo e del consumismo, ma anche a reincantare il mondo e riguadagnare la nostra capacità di meravigliarci per la sua bellezza. Anche papa Bergoglio d'altra parte - con la sorprendente enciclica Laudato si' - ha annunciato che la compatibilità tra la decrescita e la religione tradizionale diventa possibile e che la decrescita contiene una dimensione etica, e persino spirituale, essenziale senza necessariamente diventare una nuova religione. Con un libro agile e in felice dialogo con la dottrina cattolica, Serge Latouche torna a occuparsi della prediletta teoria della decrescita, invitando a rovesciare e desacralizzare l'ideologia del profitto a tutti i costi. "Come reincantare il mondo" è un piccolo trattato per combattere la religione del denaro, e un appello per un nuovo modello di società.
Era la fine degli anni '80 e già allora una voce insistente lo ripeteva, quasi fosse una litania: ce lo chiede l'Europa, ce lo chiede l'Europa. In realtà qualcuno, in Italia, ci stava pensando già da un po'. Il sistema bancario italiano andava privatizzato. Stop con il controllo pubblico, via le mani dello Stato dal credito. Le banche dovevano trasformarsi in società per azioni, pronte ad aprire le loro porte ai freschi capitali europei, al mercato... Ecco la prima inchiesta sul potere delle fondazioni bancarie.
I fenomeni climatici estremi e il corona virus con i suoi effetti sul rapporto tra gli Stati e l'economia globale ma anche la fine dell'inflazione e la resistenza del sovranismo: sono questi i temi che aggiornano e il saggio di Giulio Tremonti sul grande disordine che oggi investe le nostre vite. L'autore prende spunto da tre profezie che emergono dal profondo della storia. Quella di Marx sulla deriva del capitalismo globale, la previsione del Faust di Goethe sul potere mefistofelico del denaro e del mondo digitale, infine l'intuizione di Leopardi sulla crisi di una civiltà che diviene cosmopolita. Tre chiavi di lettura che l'autore, testimone diretto di tanti «misteri» della storia recente, intreccia con la personale esperienza di studioso e di protagonista della politica. La storia, che doveva essere finita, sta tornando con il carico degli interessi arretrati e la giovane «talpa» del populismo sta scavando il terreno su cui, appena caduto il muro di Berlino, è stata costruita l'utopia della globalizzazione. Oggi sembra di essere tornati agli anni '20 di Weimar, in una società stravolta e incubatrice di virus politici estremi.
Realizzare un progetto imprenditoriale richiede attività e competenze molto disparate: occorre analizzare il mercato di sbocco e la concorrenza, definire il segmento di mercato al quale rivolgersi e il sistema di offerta, decidere come realizzare, vendere e distribuire il prodotto o il servizio, prevedere le conseguenze economico-finanziarie di tutte queste decisioni. Unendo rigore metodologico e concretezza, questo libro offre a tutti coloro che vogliono avviare un proprio business, o vogliono realizzare una nuova iniziativa all’interno di imprese già esistenti, una “scatola degli attrezzi” ricca di strumenti strategici e operativi utili per la messa a punto del progetto imprenditoriale.
Sollecitati da papa Francesco – che a marzo 2020 ha convocato ad Assisi da tutto il mondo giovani under 35, economisti, imprenditori e innovatori sociali per riflettere su un nuovo modello di sviluppo, e a maggio, a Roma, ha indetto l’evento “Ricostruire il patto educativo globale” – avvertiamo la necessità di una rivoluzione morale, sociale, culturale, economica e politica. Il nostro vivere insieme e la ricostruzione delle nostre città si rigenerano con le culture dello sviluppo sostenibile e dell’economia circolare.
L’etica del bene comune oggi recupera il nesso con la cura del creato. In questo contesto nasce il presente volume che propone riflessioni di autorevoli personalità da tempo impegnate su queste nuove frontiere.
Introdotto da Enrico Giovannini, il libro ospita un primo contributo della teologa Gaia De Vecchi, in cui è tracciata la prospettiva dell’ecologia integrale. Il demografo Alessandro Rosina affronta poi il rapporto tra la conversione ecologica e il patto tra le generazioni; all’economista Emy Zecca è affidata la presentazione dell’economia circolare e di nuovi sistemi produttivi.
L’imprenditore Marco Gualtieri tratta dell’impatto degli Obiettivi di sviluppo sostenibile, mentre alla finanza etica è dedicato il contributo di Umberto Ambrosoli.
Al consumo critico e alle diseguaglianze volge l’attenzione il saggio della sociologa Francesca Forno, mentre il diplomatico Grammenos Mastrojeni affronta la relazione tra crescita, benessere, pace e ambiente. Francesco Rutelli si concentra sulla città inclusiva, tra identità e diversità, green e digitale; infine chiude il volume il contributo di Gianni Bottalico sul patto educativo globale.
«The Economy of Francesco è un evento eccezionale e non si fermerà al 2020: papa Francesco vuole che questa congiuntura del momento sia illuminata dalla luce del tempo, dell’orizzonte più grande, dell’utopia che ci apre al futuro. Assisi 2020 non sarà ricordato come il momento in cui sono state trovate tutte le soluzioni per un nuovo modello di sviluppo economico, ma sarà l’inizio di un processo irreversibile per costruire una economia diversa e possibile, una economia che fa vivere e non uccide, include e non esclude, umanizza e non disumanizza, si prende cura del creato e non lo depreda.» Stefania Proietti (Sindaco di Assisi)
L'attività didattica e di apprendimento del corso è proposta all'interno di un ambiente digitale per lo studio, che ha l'obiettivo di completare il libro offrendo risorse didattiche fruibili in modo autonomo per assegnazione del docente.
Il codice presente sulla copertina di questo libro consente l'accesso per 18 mesi a MyLab, una piattaforma digitale interattiva specificamente pensata per accompagnare e verificare i progressi durante lo studio.
Mylab offre la possibilità di accedere al manuale online: l'edizione digitale del testo arricchita da funzionalità che permettono di personalizzarne la fruizione, attivare la lettura audio digitalizzata, inserire segnalibri anche su tablet e smartphone.
Le attività formative e valutative sono dettagliate nella pagina di catalogo dedicata al libro, consultabile all'indirizzo link.pearson.itl5BDE42D1 o tramite QR code.
Le procedure concorsuali, nelle intenzioni del legislatore, risultano disciplinate al fine di consentire il recupero delle capacità produttive dell'impresa nella quale confluiscono interessi economici e sociali ben più ampi rispetto alla realizzazione, in via esclusiva, della tutela dei creditori mediante la liquidazione dei beni. Assume particolare importanza la scelta dello strumento adeguato per una più rapida e conveniente soluzione della crisi, il tutto con coinvolgimento degli aspetti processuali, regolati attraverso un procedimento unitario. L'opera costituisce un utile strumento di studio e di immediata riflessione delle nuove disposizioni, riservato agli operatori di tale complessa disciplina (imprenditori, avvocati, dottori commercialisti e consulenti del lavoro), alla luce delle misure urgenti di crescita economica e per la risoluzione di specifiche situazioni di crisi, oggetto del d.l. 30 aprile 2019 n.34 (cd decreto crescita), conv. L. 28 giugno 2019, n. 58, di valutazione delle proposte emendative, e fornisce una lettura delle linee essenziali delle misure di immediata applicazione, in ragione della entrata in vigore differenziata, riservata alle attività preparatorie necessarie, essendo stata prevista, per la maggior parte di esse, la data del 15 agosto 2020, con delega al Governo, con legge 8 marzo 2019, n.20, per l'adozione di disposizioni integrative e correttive.
Non solo per resistere alle strumentalizzazioni o alle sfide del neoliberismo, ma anche per rispondere a una crisi economica, politica, sociale, ambientale che appare come il frutto avvelenato di una modernità costituitasi sulla rimozione della vulnerabilità e dell'interdipendenza sociale. E sulle quali paradigmaticamente continuano a insistere, e a persistere, le teorie femministe contemporanee, alle quali questo libro è dedicato. Brunella Casalini è professoressa associata in filosofia politica presso il Dipartimento di scienze politiche e sociali dell'Università di Firenze.
Papa Francesco ha recentemente invitato 500 giovani imprenditori ed economisti di tutto il mondo ad incontrarsi ad Assisi, per dialogare e confrontarsi sul sistema economico attuale, colpevole di consumare senza criterio le risorse naturali, di sfruttare i lavoratori e di accrescere il divario tra nazioni ricche e povere. Il papa ha intenzione di proporre un patto con questi imprenditori per una nuova visione di economia chiamata “The Economy of Francesco”. Ma di cosa si tratta? È possibile stabilire un legame tra una tale visione di sviluppo e il pensiero economico francescano? Grazie al contributo di un frate minore, di un terziario francescano e di esempi imprenditoriali, il testo offre piste di riflessione e strumenti utili per chiarirsi le idee su un argomento più che mai attuale.
In questo nuovo lavoro l'Autore ripercorre parte della storia dei programmi economici che si sono susseguiti in Italia dopo la fine della Seconda guerra mondiale, nati sulla scia dell'inversione di impostazione politica impressa all'intervento dello Stato nell'economia sia nel blocco occidentale, nelle forme liberiste e decentralizzate, sia in quello sovietico, nelle forme totalitarie e centralizzate. Egli ripercorre la storia dello scivolamento nell'inutilità dell'abbondanza di questi programmi, soffermandosi sulle personali esperienze, che considera parte di una storia più ampia, ancora tutta da scrivere. L'Italia aveva ereditato dal ventennio fascista un grosso nucleo di grandi imprese pubbliche e, nonostante avesse fatto la scelta di campo occidentale, non riuscì mai a conciliare l'intervento pubblico con le regole del mercato aperto. La nostra cultura sociale non ha mai gradito la libera competizione e ha coltivato invece l'assistenza pubblica; di conseguenza il settore esposto alla concorrenza è sempre rimasto di dimensione inferiore al settore non esposto, creando una condizione che si è riflessa in una produttività media più bassa del resto del mondo più avanzato. Il vincolo esterno è stato il correttivo scelto dai gruppi dirigenti del Paese per calmierarne gli effetti, senza però risolvere le cause. Il 1992, anno di firma del Trattato di Maastricht e dell'avvio dell'inchiesta della Magistratura nota come «Mani pulite», marca il punto di svolta del regime economico e politico del Paese che, incontrandosi con diversi shock geopolitici (globalizzazione, cessione della sovranità monetaria all'eurosistema e crisi finanziaria internazionale), ha invertito crescita reale e benessere sociale, con conseguenze politiche sotto i nostri occhi. Conclude definendo gli strumenti per raggiungere gli obiettivi che il Paese intende perseguire, chiedendo all'Unione Europea di collaborare per riacquisire il consenso perduto e proponendo di avviare una riforma del bilancio pubblico che stabilisca i limiti delle garanzie sociali offerte e liberi risorse per creare opportunità di reddito e di lavoro, soprattutto nel Mezzogiorno d'Italia. Avverte però che, senza la creazione di una Scuola europea di ogni ordine e grado non si riavvierà l'indispensabile processo di unificazione politica per riportare l'Europa al rango geopolitico che a essa spetta.