
La ricostruzione postbellica, il miracolo economico, la deindustrializzazione e l'invenzione del made in Italy, il rallentamento negli anni della terza globalizzazione, la grande crisi del 2008 mai conclusasi: il libro - presentato in una nuova edizione aggiornata e ampliata - ripercorre la storia dell'economia italiana collegandola al contesto economico internazionale e al processo di integrazione europea. Viene seguita l'evoluzione dei consumi, delle specializzazioni settoriali, delle politiche economiche, del sistema di welfare.
Tra fisico e virtuale, che cosa rende oggi appagante l'esperienza di acquisto? In omaggio online: contenuti integrativi e versione digitale del testo.
Uno studio sul bilancio diocesano. Non esistendo una normativa specifica in merito, il presente lavoro intende essere un primo passo in materia economico-contabile tipizzata per l’ente ecclesiastico. La proposta tiene conto delle istanze di trasparenza del pontificato di Papa Francesco come delle esigenze dei soggetti terzi quali fedeli, benefattori ed anche del sistema bancario per la prassi amministrativa che lo caratterizza.
Prefazione di Lorenzo Infantino
Questo libro si propone di affrontare in modo rigoroso ma divulgativo i principali nodi da sciogliere dell’economia italiana. Attraverso il contributo di specialisti delle diverse materie vengono analizzati temi che sono tutti i giorni dibattuti, con più o meno competenza sui media, come i conti pubblici o la tassazione, insieme ad altri dai quali dipenderà l’assetto della struttura economica del nostro Paese come i trasporti, le liberalizzazioni, le privatizzazioni, il sistema bancario e finanziario nonché la politica industriale. Ma anche argomenti che hanno certamente un pregnante risvolto economico e una valenza sociale di primaria importanza, come la previdenza, l’università e la sanità.
Il conflitto tra politici ed economisti è più che mai acceso, lo è negli Stati Uniti, lo è in molti mercati emergenti che attraversano crisi profonde e lo è nel nostro paese, dove prevale l'ambiguità di esponenti dell'attuale governo su alcune scelte fondamentali per il paese. La volontà dei politici di soddisfare le domande crescenti degli elettori li spinge a promettere e implementare politiche che gli economisti valutano spesso come inefficaci e insostenibili. A volte sono consapevoli che quelle scelte comporteranno dei costi nel medio periodo; in altri casi sono invece realmente convinti che le politiche che vogliono adottare, ancorché criticate dagli economisti, siano corrette. C'è invece un principio fondamentale in economia che va sempre rispettato, ed è il vincolo di bilancio che determina le politiche macroeconomiche sostenibili, quelle che si possono adottare senza rischiare di scivolare verso una crisi. Liberi dalla pressione elettorale, gli economisti vedono con maggior chiarezza i rischi che scelte politiche dissennate possono comportare, e questo ai politici non piace.
Il Compendio di econometria, di AA.VV., si inserisce nella collana "I Compendi d'Autore", destinata a chi si appresta alla preparazione degli esami orali per l'università, per Avvocato, per il concorso di Magistrato e per i concorsi pubblici. Il volume fornisce una analisi completa e, tuttavia, sintetica e schematica, della disciplina, degli istituti di parte generale e speciale, con segnalazione anche della giurisprudenza più significativa illustrata in appositi Focus. Il Compendio è stato redatto per agevolare una rapida memorizzazione con l'esposizione "per punti" delle principali tesi emerse in dottrina e in giurisprudenza sulle questioni più problematiche: è frequente, inoltre, l'uso di grassetti e corsivi per i concetti-chiave di ogni singolo istituto; consente, infine, di saggiare il livello di preparazione, fornendo, per ciascun capitolo, le domande più probabili e ricorrenti su cui è utile che gli aspiranti avvocati, magistrati, funzionari e dirigenti si esercitino. Nella stessa Collana: Diritto civile, Diritto amministrativo, Diritto processuale civile, Diritto processuale penale, Diritto amministrativo. Analisi della disciplina e degli istituti- Domande formulate agli esami universitari e di Avvocato, Magistrato e ai Concorsi pubblici.
Il libro affronta dapprima il divario nord-sud come nodo cruciale e irrisolto nel nostro paese, poi l’evolvere della politica italiana negli ultimi quattro anni con i governi Renzi e Gentiloni, e quindi con quello M5S-Lega che - a giudizio dell’autore - rappresenta con la Brexit il maggior fattore di rischio della costruzione europea, fuori dalla quale l’Italia sarebbe probabilmente meno libera e meno democratica. Infine, guardando appunto all’Europa, Felice si concentra sulla crisi dell’umanesimo liberale che ne costituisce la sostanza, chiedendosi con preoccupazione se si sia spezzato quell’eccezionale colpo d’ala, nel benessere e nei diritti, che fin qui ha accompagnato l’emancipazione umana.
Emanuele Felice è professore ordinario di Politica economica nell’Università Gabriele d’Annunzio di Pescara. Con il Mulino ha pubblicato «Divari regionali e intervento pubblico. Per una rilettura dello sviluppo in Italia» (2007), «Perché il Sud è rimasto indietro» (nuova ed. 2016), «Ascesa e declino. Storia economica d’Italia» (nuova ed. 2018) e «Storia economica della felicità» (2017). È editorialista della «Repubblica».
Se riusciremo a dare un volto umano alla globalizzazione e a far sì che la democrazia continui a essere un sistema politico credibile, dipenderà da come risolveremo la questione della disuguaglianza.
Gli autori individuano i temi fondanti del dibattito economico, filosofico e politico intorno alla disuguaglianza, offrendoci un quadro del pensiero dei maggiori scienziati sociali che se ne sono occupati. Emerge chiaramente come la teoria economica abbia a lungo trascurato il fondamentale problema della distribuzione personale del reddito e come l’uso di sofisticati strumenti statistici abbia svuotato la questione della disuguaglianza dei suoi contenuti etici più profondi. Il libro dedica in seguito particolare attenzione all’analisi del complesso rapporto che intercorre tra globalizzazione, disuguaglianza e democrazia.
Per finire – e per indirizzare la riflessione sul futuro – gli autori tracciano una mappa delle più recenti proposte avanzate da importanti studiosi della disuguaglianza economica: da Anthony Atkinson a Joseph Stiglitz, fino a Thomas Piketty.
Ci sono luoghi comuni molto diffusi tra la gente – attribuire all’euro la cattiva situazione dell’economia europea o vedere nelle banche la causa di ogni male –, ma i più pericolosi allignano tra gli economisti, perché costituiscono la ‘saggezza convenzionale’ degli uomini di governo e delle grandi istituzioni internazionali. Boitani usa benissimo numeri e argomentazioni per sradicare le convinzioni errate più tenaci. Leopoldo Fabiani, “L’Espresso”
Un libro ampiamente documentato che si muove lungo due direttrici: da una parte la verifica non solo teorica ma reale dei problemi economici, dall’altra la convinzione che il Paese più che di grandi (e illusorie) svolte ha bisogno di muoversi a piccoli passi nella direzione giusta. Gianfranco Fabi, “Il Sole 24 Ore”
Andrea Boitani smonta sette luoghi comuni sull’economia che, tradotti in politiche economiche, influenzano pesantemente le nostre vite.
Tre motivi per leggerlo: perché "Prosperità" è l'esempio di una economia dal volto umano, sempre rivedibile, mai dogmatica, attenta alle persone prima che al mercato. Perché le politiche ispirate alla lezione di Keynes (investimenti pubblici, tassazione progressiva, protezione sociale) hanno risollevato l'economia in un periodo di forti contrapposizioni politiche e di crisi economica la cui affinità con il nostro tempo è evidente. Perché questo libro guarda al futuro, non solo della scienza economica ma soprattutto della società in cui viviamo. Introduzione di Francesco Saraceno.
La mattina del 15 settembre 2008 miliardi di persone in tutto il mondo si svegliavano ignare che la propria vita sarebbe notevolmente cambiata. Dall’altra parte dell’Oceano, una banca d’affari, sconosciuta ai più, dichiarava fallimento.
La Lehman Brothers non raccoglieva il denaro dei risparmiatori privati, né erogava prestiti come fanno le più note banche commerciali. Il suo principale «affare» era quello di prestare consulenza ad altre società; di aiutarle nel collocamento di azioni o di obbligazioni in borsa; di investire il proprio e l’altrui denaro al solo scopo di incrementarne il volume. In poche parole: di «utilizzare i soldi per fare più soldi».
Aver astratto il fine del mercato dalle sue implicazioni etiche (il tempio) e politiche (la città) costituisce una parte del problema, così come l’avere espulso dalla sfera dell’economico la dimensione della gratuità, della reciprocità, del bene comune, della fiducia e del capitale sociale.
Mercato, città e tempio, fin dall’antichità, sono stati uniti da uno stretto legame che la modernità ha interrotto e la post-modernità tenta di ripristinare. Quel che è certo è che ogni crisi è un tempo buono per sprigionare nuove energie, rompere vecchi schemi e crearne di nuovi.
Sommario
1. La crisi dei subprime e l’effetto farfalla. 2. Dal tempio alla basilica. 3. Le radici medievali (e francescane) dell’economia di mercato. 4. Dall’economia civile all’economia in-civile. 5. To profit or not (only) to profit! This is the problem. 6. Dalla «ricchezza delle nazioni» a quella delle multinazionali. 7. Finanza, diritto e alchimia. 8. Il capitalismo sotto assedio. Creating shared value. Conclusioni. Il rovescio della moneta. Bibliografia.
Note sull'autore
Alessandro Mazzullo, avvocato tributarista, si occupa di legislazione e politiche fiscali. Ha fatto parte del Tavolo tecnico istituito dal Governo per la Riforma del Terzo Settore (su cui ha scritto un commento pubblicato da Giappichelli). Docente in numerosi corsi di specializzazione, compresi quelli della ex Scuola Superiore di Economia e Finanze, è autore di diverse pubblicazioni scientifiche. Tra le sue pubblicazioni: Il nuovo Codice del Terzo Settore. Profili civilistici e tributari, (2017) e Diritto delle imprese sociali (2019), entrambi pubblicati da Giappichelli.
La quarta rivoluzione industriale è già qui. L'innovazione tecnologica e la velocità sempre maggiore con cui si verifica il cambiamento comportano una trasformazione radicale del nostro mondo conosciuto. Robotica avanzata, Intelligenza artificiale, big data, blockchain sono solo alcuni dei fattori che, combinati e integrati tra loro, stanno incidendo sulla sfera del lavoro, sulla società nel suo complesso, sulla vita quotidiana di ognuno di noi. Come reagire? Non certo, sostiene Marco Bentivogli, col catastrofismo dei tecnofobi, di chi predica che «le macchine» semplicemente cancelleranno occupazione e che l'innovazione debba essere fermata. Serve, al contrario, un cambio di paradigma, di prospettiva e di senso; è necessario «anticipare, pensare e progettare la trasformazione», fare in modo che il nuovo che nasce compensi e superi ciò che muore. È possibile, e dove si sono prese le giuste misure si è riusciti a portare crescita economica, benessere, e a far aumentare l'occupazione, migliorare la qualità del lavoro e la sostenibilità ambientale dei modelli produttivi. L'industria 4.0, di cui questo libro offre una guida pratica, è un'occasione che un Paese come l'Italia non può e non deve lasciarsi sfuggire. Occorre ripartire, e subito, da un approccio competente e positivo all'innovazione tecnologica, da un rilancio dell'istruzione scolastica e della formazione in ambiente di lavoro; da nuovi corpi intermedi, come il sindacato «smart», che sappiano guidare e orientare il mutamento in corso. Le forze politiche, in particolare quelle che si dichiarano progressiste, hanno il dovere di abbandonare il velleitarismo di chi vuole «fermare il progresso con le mani», di guarire dalla miopia e dall'afonia con cui partecipano al discorso pubblico, di parlare di futuro delle persone e non di paure. È l'unica strada percorribile per interrompere il degrado civile del Paese e sconfiggere le ricette populiste.