
Prima gli «illuminati», poi le élite sconfitte dalla storia, infine i «cuochi che prendono il controllo della nave». Per capire il grande disordine che oggi investe le nostre vite, Giulio Tremonti prende spunto da tre profezie che emergono dal profondo della storia.
Quella di Marx sulla deriva del capitalismo globale, la previsione del Faust di Goethe sul potere mefistofelico del denaro e del mondo digitale (dove al posto del vecchio cogito vale un categorico digito ergo sum!), infine l’intuizione di Leopardi sulla crisi di una civiltà che diviene cosmopolita. Tre chiavi di lettura che l’autore, testimone diretto di tanti «misteri» della storia recente, intreccia con la personale esperienza di studioso e di protagonista della politica.
La storia, che doveva essere finita, sta tornando con il carico degli interessi arretrati e la giovane «talpa» del populismo sta scavando il terreno su cui, appena caduto il muro di Berlino, è stata costruita l’utopia della globalizzazione. Oggi sembra di essere tornati agli anni ’20 di Weimar, in una società stravolta e incubatrice di virus politici estremi. Ma non tutto è perduto, per l’Italia e per l’Europa.
La «Teoria generale dell'occupazione», dell'interesse e della moneta - opera capitale del pensiero novecentesco - viene qui presentata nella traduzione di Giorgio La Malfa con un ampio commento a cura di La Malfa e Giovanni Farese che ne illumina non solo i riferimenti storici e dottrinali, ma anche i profondi legami con i maggiori intellettuali del tempo, da Virginia Woolf a T.S. Eliot, frequentati da Keynes nella fucina londinese di Bloomsbury. Il volume raccoglie inoltre una messe di scritti precedenti e successivi alla pubblicazione della «Teoria generale», ad essa strettamente correlati, incluse le prefazioni d'autore alle varie edizioni straniere nonché gli scritti con cui Keynes ha inteso difendere il valore delle sue idee.
"La verità è che in alcune circostanze, quando si parla di denaro, noi abbiamo un'unica possibilità di salvezza: quella di legarci mani e piedi. Il suono che le Sirene emettono è semplicemente troppo forte per potergli resistere." A invitarci a seguire l'esempio di Ulisse, anzi a "tenere una copia dell'Odissea sulla scrivania", è Paolo Basilico, uno dei grandi protagonisti, in Italia e non solo, della finanza e della gestione del risparmio. Dopo la laurea alla Bocconi e uno stage a Wall Street, ha cominciato a lavorare in Borsa nel 1984, in coincidenza con il primo vero boom di Piazza Affari. Entrato nella Mediobanca di Cuccia, Maranghi e Braggiotti, partecipa alla prima grande ondata di privatizzazioni. Nel 1992 passa a una start-up anglo-italiana mentre si abbatte la tempesta perfetta di Tangentopoli, crisi del debito pubblico e svalutazione della lira. Da quando diventa imprenditore in proprio fondando il Gruppo Kairos, nel 1999, i crolli peggiori (lo scoppio della bolla di internet nel 2000, la tragedia delle Torri Gemelle nel 2001, il fallimento della Lehman Brothers nel 2008, i rischi di default nel 2011...) si alternano ai rialzi più esplosivi. Questo libro è il racconto di un movimentato viaggio al centro della finanza che diventa l'occasione per spiegare con estrema chiarezza come funziona la macchina economica e finanziaria, come possiamo sfuggire alle trappole logiche e psicologiche in cui finiamo fatalmente per cadere quando dobbiamo prendere decisioni che toccano i soldi, quali sono i principi a cui attenersi per investire con successo. Perché la finanza non è quella che ci raccontano e che si autocelebra attraverso miti e finzioni, non è un laboratorio di formule o di algoritmi: è l'essenza del rapporto fra uomini, fra i loro caratteri, le loro psicologie.
Una raccolta degli interventi che sono stati oggetto di riflessione e di dibattito durante la giornata di studio organizzata dalla Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica in occasione della presentazione del nuovo documento: Economia a servizio del carisma e della missione. Orientamenti che ha avuto luogo lo scorso 6 marzo presso la Pontificia Università Antonianum. Sono presenti le considerazioni giuridico-canoniche e gestionali del prof. P. Luigi Sabbarese c.s., del prof. Andrea Perrone, del dott. Flavio Pizzini, di Sua Eccellenza mons. José Rodríguez Carballo, o.f.m., di p. Pier Luigi Nava s.m.m., di p. Sebastiano Paciolla, o.cist.; sono inoltre presenti i contributi relativi alla giornata di studio che ha avuto luogo lo scorso 11 aprile presso la Pontificia Università Urbaniana frutto della collaborazione tra la Conferenza Italiana Superiori Maggiori (CISM) e l’Unione Superiori Maggiori d’Italia (USMI). La giornata è stata finalizzata alla puntualizzazione di alcune tematiche di rilevanza inerenti al documento Economia a servizio del carisma e della missione. Per gentile concessione dei Relatori e della CISM-USMI, sono accolte all’interno del volume anche gli interventi dell’Avv. Roberto Gerosa, sulla consulta per gli affari economici negli Istituti religiosi, organismo di consultazione e collaborazione a servizio di Superiori ed Economi. Ed il profilo civilistico e canonistico del ruolo del rappresentante legale negli IVC-SVA delineato dal Prof. Mons. Alberto Perlasca, Consigliere di Nunziatura (Segreteria di Stato). Tema che riceve una certa evidenza nel documento del Dicastero.
L'economia è cura. E prendersi cura, di sé e degli altri, è il primo passo per un radicale cambio di prospettiva: la reciprocità e la dipendenza consapevole dall'altro/a sono l'antidoto più sovversivo all'individualismo. Per una vita buona. "Il passaggio da una società di mercato centrata sulla produzione di merci e sul profitto a una società di economia domestica, centrata sul bisogno e sulla libertà-in-relazione di tutti gli esseri umani, significa il cambio di paradigma decisivo della nostra epoca." Il libro "L'economia è cura" di Ina Praetorius è un invito a cambiare paradigma, a partecipare a una "care revolution" che costruisca un linguaggio e un'economia differenti, alla ricerca di una "felicità interna lorda" e di un sistema economico e sociale capace di soddisfare i bisogni di tutti, senza discriminazioni. Scrive nella postfazione il filosofo Roberto Mancini: "quando Praetorius afferma che l'economia è cura non sta semplicemente proponendo un'altra economia, ci sta richiamando a vedere il senso del modo umano di stare al mondo". Contro la logica del potere (maschile), Praetorius "ci fa riconoscere che esiste la coralità umana e dei viventi". Un libro che non solo auspica una profonda e radicale trasformazione del sistema di vita che oggi informa il mondo globalizzato, ma che ci chiede di prenderci cura?di tale transizione. Saggio introduttivo di Adriana Maestro. Prefazione di Luisa Cavaliere. Posfazione di Roberto Mancini.
«Leggendo questo ultimo lavoro di Antonello Di Mario si ha l'impressione di ripercorrere le cronache di una guerra di trincea, in cui si lotta con ogni strumento - dagli obici ai morsi - per guadagnare un palmo di terra, una cima in mezzo a una pietraia dove è impossibile nascondersi, o per difendere una posizione strategica conquistata tra mille difficoltà. Occuparsi di lavoro è difficile; difendere quello che c'è è impresa ardua, moltiplicarlo una meta che tutti vorremmo che fosse raggiunta, anche se nessuno sembra sapere come. Complesso il ruolo del sindacato, intrappolato in un presente un po' senza respiro; pressante e angosciante perché ci sono di mezzo le vite di persone concrete per le quali il lavoro è l'unica risorsa. Bisogna trovare una strada o delle strade per consentire a tutti non tanto di avere un reddito quale che sia, ma di potersi guadagnare da vivere - come si diceva una volta - e costruire su questo il proprio progetto di vita. Allargando un poco lo sguardo, come si può fare su un vasto panorama da un osservatorio che lo sovrasti, potremmo vedere e ricordare come, da almeno un paio di secoli, la lotta per il lavoro, per un lavoro giusto, ben retribuito, dignitoso, salubre, protetto sia stato l'impegno caratteristico e distintivo del nostro popolo. Dalle leghe contadine e dalle Società di mutuo soccorso in poi, la nostra coscienza democratica e civile si è sviluppata su questo terreno, coinvolgendo grandi masse di popolo in una lotta di liberazione che è anche essa - come la Resistenza e la lotta al nazifascismo - alla base della nascita della Repubblica italiana e ispirazione certa della nostra bella Costituzione. Chissà se questa storia di tutti noi, e il ruolo che ha avuto il movimento operaio e sindacale, è ancora interpretata come una forza identitaria viva, a cui attingere per guardare con rinnovata fiducia e impegno al compito inderogabile di immaginare e creare una nuova stagione del lavoro. Senza questo la vita delle persone è a rischio, e anche la nostra cultura democratica, che non è sfoggio di slogan o di idee, ma consapevolezza di essere parte di una storia difficile e bella, animata, generazione dopo generazione, da gente comune che non si è arresa di fronte a difficoltà apparentemente insormontabili e ad avversari potenti. Il libro di Antonello, così incalzante e bagnato di concretezza, ci avvisa dell'urgenza di rimetterci in marcia insieme, pensando all'oggi, al domani e al dopodomani, forti di ciò che siamo stati e che possiamo, se lo vogliamo, sempre essere.» (dal Post scriptum di Agnese Moro) Prefazione di Carmela Barbagallo. Presentazione di Paolo Pirani. Introduzione di Enrico Marro.
Perché l'economia italiana non riesce a recuperare? Secondo Carlo Cottarelli esistono alcuni ostacoli molto ingombranti. Sono i sette peccati capitali che bloccano il nostro paese: l'evasione fiscale, la corruzione, la troppa burocrazia, la lentezza della giustizia, il crollo demografico, il divario tra Nord e Sud, la difficoltà a convivere con l'euro. Quali sono le cause di questi peccati? Davvero commettiamo più errori degli altri Paesi? Ma, soprattutto, ci sono segnali di miglioramento e speranza per il futuro? Dopo un'esperienza decennale da dirigente del Fondo monetario internazionale, Cottarelli torna in Italia e risponde a queste domande con un linguaggio semplice ma rigoroso. Dimostra che se i segnali positivi sono ancora parziali e moltissimo resta da fare, la precarietà che impedisce la nostra ripresa non è legata a un destino che siamo costretti a subire. Un saggio necessario che guarda al futuro con realismo, ma anche con una consapevole fiducia. Correggere i nostri errori e smettere di peccare è ancora possibile.
Che cosa significa oggi «essere responsabili»? Se è relativamente facile rispondere quando è questione di comportamenti dei singoli, le difficoltà sorgono quando entrano in gioco azioni che riguardano la collettività. Chi è, ad esempio, responsabile delle disuguaglianze crescenti, della disoccupazione, della povertà, dei disastri climatici? E che cosa accadrà nella società dei big data e dei social network, dove le smart machine potranno «pensare» e decidere? Nel mondo iperconnesso e globalizzato ogni azione si carica di conseguenze non volute, e spesso neppure immaginate. Essere responsabili allora non è solo non fare il male - è questa la responsabilità come imputabilità - ma è agire per il bene e, nel mercato, adottare comportamenti che affermino la responsabilità come prendersi cura.
“MacIntyre e l’etica della finanza” considera la proposta di impostazione e articolazione della filosofia morale di Alasdair MacIntyre come fondamento per la costruzione di un’etica della finanza nella prospettiva della “prima persona” e basata su beni, norme e virtù. Dopo tre capitoli di profonda revisione bio-bibliografica della figura di MacIntyre, con particolare attenzione ai concetti di “pratica” e “virtù” – facilmente utilizzabili come aggiornato manuale in italiano su MacIntyre – l’Autrice fa propri gli strumenti dell’indagine filosofica macintyreana e li rende disponibili per l’analisi del complesso settore finanziario e del comportamento dei suoi agenti: il risultato è un’originale impostazione dell’indagine di etica applicata che mette a sistema beni, norme e virtù con prodotti finanziari, agenti e mercati. Il tutto si svolge nella cornice di una redefinizione del significato stesso di “finanza” alla luce del suo possibile contributo al bene comune.
In Europa occidentale la sfiducia montante nei confronti dell’Unione Europea ha una forte componente geografica e si manifesta più intensamente nelle regioni che hanno subito maggiormente gli effetti negativi della concorrenza internazionale. In queste aree si è andato affermando un voto ‘sovranista’, che vede nella chiusura al mercato internazionale e nel freno al progetto europeo la risposta più efficace alle richieste di ‘protezione’ dell’elettorato. Ma quali reali costi e benefici comporta l’essere parte dell’Unione? Che effetti economici deriverebbero da un distacco dall’Europa e chi ne subirebbe le conseguenze negative? L’Unione ci espone alla concorrenza internazionale e alla delocalizzazione del lavoro oppure ci difende? Il protezionismo può incentivare la nostra economia? Perché crescono i divari di sviluppo tra regioni europee ricche e povere se l’integrazione avrebbe dovuto ridurli? Quali effetti reali ha l’immigrazione sulle economie di tutta Europa? Gianmarco Ottaviano, tra i più autorevoli esperti di economia internazionale, fotografa la nuova geografia economica’ del Vecchio Continente.
Il volume raccoglie gli Atti del II Simposio Internazionale che ha avuto luogo a Roma dal 25 al 27 novembre 2016. Le riflessioni raccolte ruotano attorno al tema economico legato agli Istituti di vita consacrata e alle Società di vita apostolica. Lo scopo è ripensare l'economia di queste realtà secondo gli orientamenti proposti da papa Francesco: una vita di preghiera fatta di gesti concreti di accoglienza dei rifugiati, vicinanza ai poveri, creatività nella catechesi e nell'annuncio del Vangelo e, allo stesso tempo, uno snellimento delle strutture e il riutilizzo delle grandi case in favore di opere più rispondenti alle attuali esigenze dell'evangelizzazione e della carità.
Il volume raccoglie gli Atti del II Simposio Internazionale che ha avuto luogo a Roma dal 25 al 27 novembre 2016. Le riflessioni raccolte ruotano attorno al tema economico legato agli Istituti di vita consacrata e alle Società di vita apostolica. Lo scopo è ripensare l'economia di queste realtà secondo gli orientamenti proposti da papa Francesco: una vita di preghiera fatta di gesti concreti di accoglienza dei rifugiati, vicinanza ai poveri, creatività nella catechesi e nell'annuncio del Vangelo e, allo stesso tempo, uno snellimento delle strutture e il riutilizzo delle grandi case in favore di opere più rispondenti alle attuali esigenze dell'evangelizzazione e della carità.