
"Quando ho incontrato l'opera di Levinas, una questione si è posta naturalmente: questa aveva qualcosa da apportare alla riflessione sulla politica o bisognava collocarla, al contrario, come si tendeva a fare, solo dalla parte dell'etica, considerando anche che vi era in questo filosofo, se non un disprezzo, almeno una mancanza di considerazione della politica? Molto presto, quest'ultima posizione mi è apparsa del tutto inesatta. Sono rimasto infatti impressionato dal testo che Levinas aveva dedicato alla critica dell'hitlerismo nel 1934 nella rivista Esprit, "Alcune riflessioni sulla filosofia dell'hitlerismo". Mi aveva colpito il fatto che questo filosofo, che si diceva essere estraneo o indifferente ai problemi politici, aveva visto le cose con molta più perspicacia e precisione rispetto a dei pensatori che si consideravano specialisti della politica o delle lotte sociali e che, in realtà, non avevano assolutamente misurato ciò che rappresentava l'hitlerismo. Presto, dunque, il respiro e il gesto di quest'opera mi sono apparsi non solamente nella loro aspirazione utopica, ma nel loro tentativo di pensare la politica secondo un altro paradigma rispetto a quelli classici."
Si può "venire alla luce" grazie a un libro? È quello che l'autrice, scegliendo la forma del breve racconto filosofico, si domanda e fa in questo suo esordio letterario. Con un interessante esercizio di metaletteratura, ci accompagna attraverso la sua nascita come persona, evento che si delinea nel momento in cui viene descritto (attraverso le parole) dall'autrice stessa. Un saggio introspettivo che si sofferma sull'esperienza della "nascita" per tutti gli esseri umani.
Achenbach è il fondatore della "Philosophische Praxis", forma principale di consulenza filosofica. Il volume raccoglie i saggi fondamentali, in cui ha presentato il suo lavoro e ne ha discusso finalità e modalità. Per Achenbach la consulenza filosofica "non si occupa dei sistemi filosofici, non prescrive alcun filosofema, non costruisce alcuna filosofia, non somministra alcuna visione filosofica, ma mette in movimento il pensiero: filosofa", quindi deve riflettere produttivamente su casi concreti. Insomma: l'aiuto che il consulente filosofico può dare a chi lo consulta non sta nel "curarlo" o nel fornirgli una "verità" preconfezionata, ma nel metterlo in grado di pensare, nel dialogo con altri.
In questo inizio di terzo millennio una grande trasformazione ha investito la vita delle collettività organizzate - che la modernità aveva regolato attraverso il monopolio normativo degli Stati nazionali - fino a mettere in crisi uno dei caratteri ritenuti essenziali del diritto: la dimensione territoriale della produzione normativa e delle funzioni giurisdizionali. I fenomeni che hanno accompagnato la crisi della sovranità statale hanno fatto rinascere gli interrogativi sui problemi dell'universa-lizzazione del diritto e dei diritti, influendo anche sulla politica e sull'esercizio stesso della democrazia e delle sue ragioni, e riproponendo i problemi della fondazione etica delle regole di convivenza collettiva. Facendo tesoro della lezione anticipatrice che viene da due maestri della filosofia giuridica e morale del Novecento, Pietro Piovani e Giuseppe Capograssi, il volume ripercorre le questioni fondamentali che si presentano al centrale intreccio fra etica, diritto e politica nel nostro tempo, mostrando la convinzione che nell'epoca della globalizzazione possano felicemente riprendere vigore le realtà intermedie in grado di consentire lo svolgimento di una dimensione autenticamente sociale della vita comune, creando un ponte fra le ragioni dell'individuo e le ragioni dell'organizzazione collettiva.
Il volume nasce dall'esigenza di qualificare sempre più la formazione degli assistenti sociali all'interno dei corsi di studio universitari e con l'intento di introdurre il lettore e lo studente ai problemi teorico-pratici dell'etica nel servizio sociale.
Un libertino che ha giocato un ruolo fondamentale nell'evoluzione della cultura europea, un irriducibile ribelle per le sue idee politiche, filosofiche e religiose. Nella ricorrenza del 450° anniversario della nascita, Luca Addante ribalta le interpretazioni dominanti sul filosofo, raccontando Tommaso Campanella attraverso le sue rappresentazioni e smascherando l'incredibile stratificazione di miti e di usi politici e apologetici della sua figura, che ne hanno stravolto le originarie fattezze.
Un libertino che ha giocato un ruolo fondamentale nell'evoluzione della cultura europea, un irriducibile ribelle per le sue idee politiche, filosofiche e religiose. Nella ricorrenza del 450° anniversario della nascita, Luca Addante ribalta le interpretazioni dominanti sul filosofo, raccontando Tommaso Campanella attraverso le sue rappresentazioni e smascherando l'incredibile stratificazione di miti e di usi politici e apologetici della sua figura, che ne hanno stravolto le originarie fattezze.
Il libro indaga le possibilità di espressione dell'uomo, sul piano della sensibilità e su quello della ragione, ponendo a confronto i due sistemi espressivi. Se la Ragione è stata oggetto di ampia e dettagliata analisi filosofica, sin dall'antichità, il piano della Sensibilità è rimasto invece in ombra, forse perché ritenuto di minor importanza rispetto alla prima. Eppure è spesso proprio dalla sensibilità che traggono origine i comportamenti umani, che la Ragione subentra solo a posteriori a giustificare ed a motivare.