La personalità di Emmanuel Mounier (1905-1950) è ormai considerata di prima grandezza nella storia civile e religiosa del Novecento, sia per l’apporto teorico offerto al movimento personalista, sia per le forti sollecitazioni che dal suo pensiero religioso sono venute al movimento di idee che ha preparato il Concilio Vaticano II. Questo volume, frutto di una lunga ricerca, mette a fuoco alcuni degli aspetti centrali del pensiero mounieriano, con particolare riferimento al suo progetto di una “società personalista e comunitaria” che ponga al suo centro l’uomo e l’umano, contro il rischio ricorrente della deriva tecnocratica e consumistica di un Occidente troppo spesso dimentico delle sue radici.
Giorgio Campanini, per lunghi anni professore di Storia delle dottrine politiche (Università di Parma), di Etica sociale (Università di Lugano) e di Teologia del laicato (Pontificia Università Lateranense), conclude con questa monografia il suo “ lungo viaggio” attorno a Mounier, avviato nel 1968 con un volume (La rivoluzione cristiana. Il pensiero politico di E. Mounier, Morcelliana, Brescia) e continuato con una serie di studi, incentrati soprattutto sulla proposta politica del personalismo. A questa proposta è stata presentata una particolare attenzione – in relazione al rapporto fra politica e morale e fra cristianesimo e storia – nel volume Testimoni nel mondo. Per una spiritualità della politica (2010), pubblicato dalle Edizioni Studium.
Per conoscere Emmanuel Lévinas e imparare ad amarlo, niente è più utile di queste interviste radiofoniche con Philippe Nemo, attraverso cui il pensiero di uno dei maggiori filosofi francesi dell'era contemporanea, uno dei pochi ad aver cercato la formulazione di una morale strutturata per il tempo presente, ci viene rivelato nella massima chiarezza. Lévinas, senza cedere al compromesso del mezzo radiofonico, si è impegnato qui a semplificare la forma espressiva dei suoi argomenti per raggiungere un pubblico più vasto che non quello della stretta cerchia di addetti ai lavori. Il corpo teorico di "Etica e Infinito" è in certo modo rivoluzionario, ci rivela un autore che, nonostante una reputazione di ermetico, è ansioso di farsi capire. I temi toccati da Lévinas sono i più disparati, la Bibbia, Heidegger, il compito della filosofia, i doveri dei filosofi. Le "digressioni controllate", le provocazioni, i paradossi che ci costringe a considerare rappresentano uno dei più stimolanti luoghi del pensiero che il Novecento abbia saputo produrre. Nelle ultime righe di questo testo il filosofo evoca "l'amore del prossimo". Esso equivale a una "vita veramente umana", che "non può rimanere soddisfatta nella sua uguaglianza all'essere, vita priva di inquietudine", senza che "si risvegli all'altro", senza "disubriacarsi", perché per l'umano "l'essere non è mai - contrariamente a quanto affermano tante tradizioni rassicuranti - la sua propria ragion d'essere".
In questo ampio saggio storico e problematico Pierpaolo Antonello ricostruisce nel dettaglio, ma sulla scorta di un ampio respiro filosofico ed epistemologico, i rapporti obliqui intrattenuti dai nostri apparati intellettuali con il pubblico e l'ideologia, i riti di una certa maniera di fare filosofia in senso reattivo più che propositivo, gli ambivalenti complessi nutriti insomma dalla nostra cultura. Viene così alla luce un fitto reticolo di immagini, metafore e ideologemi che hanno caratterizzato il Novecento italiano e attraverso i quali la scienza è stata pensata e raccontata.
Qui pubblicato per la prima volta in anteprima internazionale, il Diario raccoglie appunti e annotazioni del giovane Kojève a partire dal 1917 sino al 1923. Pensieri, progetti di scritti futuri, riflessioni a venire, ma anche momenti di vita vissuta, consegnati a quattro taccuini manoscritti, redatti in russo, poi ritrovati fra le carte del filosofo e rimasti finora inediti.
La comunicazione si presta alle più diverse declinazioni disciplinari, dalla psicologia, alla semiotica, alla sociologia. Meno battuta è la strada che questo libro si propone di percorrere: la comunicazione come oggetto di analisi della filosofia, in rapporto ai processi del pensiero, alle mosse cognitive che entrano nelle relazioni personali e sociali, alle grandi correnti filosofico-scientifiche della contemporaneità.
Questo volume presenta scritti tutti già pubblicati ma che l'autore ha riunito per testimoniare della sua continua attenzione alla filosofia, all'estetica, alla semiotica medievale, sin dall'inizio dei suoi interessi storiografici degli anni universitari. Raccoglie così le ricerche sull'estetica medievale e in particolare quella di Tommaso d'Aquino, gli studi di semantica sull'arbor porphyriana e sulla fortuna medievale della nozione aristotelica di metafora, esplorazioni varie sul linguaggio animale, sulla falsificazione, sulle tecniche di riciclo nell'Età Media, sui testi di Beato di Liebana e della letteratura apocalittica, di Dante, di Lullo e del lullismo, su interpretazioni moderne dell'estetica tomista, compresi i testi giovanili di Joyce. Una seconda sezione raccoglie scritti meno accademicamente impegnativi ma che tuttavia possono fornire anche al lettore non specialista idee sul pensiero medievale e sui suoi vari ritorni in tempi moderni, con riflessioni sugli embrioni secondo Tommaso, l'estetica della luce nel paradiso dantesco, il Milione di Marco Polo, la miniatura irlandese e quella del tardo Medioevo, documentate visivamente in una succinta raccolta di immagini. Pur conservando a questi scritti, che coprono un arco di sessant'anni, la loro natura originale, l'autore li ha uniformati dal punto di vista bibliografico e redazionale, eliminando, seppure non del tutto, alcune riprese e ripetizioni.
È un'intervista trasmessa nel 1981 dalla televisione tedesca, per la prima volta pubblicata in questa edizione. In essa Lévinas, incalzato da Casper, precisa alcuni temi chiave della sua riflessione matura, chiarisce il suo rapporto con la filosofia precedente, definisce il proprio essere ebreo, nonché il rapporto tra ebraismo e cristianesimo. Per questo motivo il volumetto risulta una vera e propria introduzione ai concetti fondamentali della filosofia di Lévinas, fatta da Lévinas stesso.
"Le verità del corpo" costituisce una analisi profonda ma divulgativa in cui Natoli, attraverso vari richiami alla storia della filosofia, da Platone e Cartesio, da Spinoza a Nietzsche, si confronta con il tema della corporeità.
In questo libro si narra la vicenda della nascita della filosofia: il suo fiorire nel bacino del Mediterraneo e lo sviluppo di idee che avrebbero dato forma all'intera parabola del pensiero occidentale, nell'arco di tempo che va dal sorgere delle scuole presocratiche della Ionia e dell'Italia meridionale alla conversione di Agostino al cristianesimo. Al centro del racconto, come nella celebre raffigurazione della Scuola di Atene di Raffaello, si stagliano le due grandi figure di Platone e Aristotele: i due giganti che hanno posto le basi per il pensiero dei millenni successivi, e la cui influenza, nella mentalità e nella società odierne, si rivela ancora molto profonda. Questo primo volume della Nuova storia della filosofia occidentale è il frutto della lunga e approfondita attività di studioso del suo autore. Nella prima parte del libro (capp. I-II) Kenny colloca le figure dei filosofi nel loro contesto storico, spiegando la genesi del pensiero e l'onda d'urto esercitata da quelle idee. Nella seconda (capp. III-IX), la storia del pensiero antico è ricostruita attraverso una presentazione dei principali temi che lo hanno caratterizzato, e che sono alle radici della nostra civiltà.