Il volume è stato aggiornato a tutte le ultime modifiche, soprattutto i diritti di libertà, le fonti normative, le autonomie locali
Il rapporto tra Stato e Chiesa, tra politica e mondo cattolico attraversa come un fil rouge la storia dell'Italia dall'unità (1861) ad oggi. Una storia ora di netta separazione, ora di avvicinamento e di impegno diretto. Un percorso storico che va dal "Non expedit" di Pio IX (1868) - con il quale la Chiesa invitava i cattolici all'astensione dalla vita politica italiana alla Rerum novarum di Leone XIII attenta ai problemi sociali e politici. Il volume porge un contributo importante al dibattito in corso attraverso l'esame del pensiero di Antonio Rosmini, Giuseppe Toniolo, Romolo Murri, Don Luigi Sturzo e la nascita del Partito Popolare: interclassista, non conservatore, democratico, cristiano, ma non confessionale per arrivare a De Gasperi con la DC e l'apporto fondamentale al processo di unificazione europea.
Il volume, concepito per docenti e studenti universitari di lingua e traduzione tedesca, descrive una scelta di strutture lessicali e grammaticali del tedesco di particolare rilievo per la lettura e comprensione del testo. I vari capitoli presentano una serie di mezzi linguistici e ne illustrano la funzione testuale, introducendo tecniche pratiche di lettura utili al loro riconoscimento. Viene così a svilupparsi, sulla scorta di testi campione ed esercizi, un modello didattico per la formazione universitaria di specialisti e insegnanti di tedesco come lingua straniera.
Manuale e allo stesso tempo riflessione critica sulla materia, il volume mostra che il diritto amministrativo e i suoi mutamenti sono regolati non da un ordine giuridico ipostatico, ma dalla logica dell'azione collettiva. In questa prospettiva, il diritto amministrativo, da un lato, mira ad affrontare i problemi strutturali e funzionali dell'organizzazione e dell'azione pubblica; dall'altro, è l'esito, mutevole e instabile, di interazioni ripetute tra politici, burocrati, giudici e privati. Nel testo l'analisi giuridica è integrata con quella economica e politologica: sia per evidenziare le valutazioni e i comportamenti strategici dei diversi soggetti operanti nella sfera pubblica, sia per stimare gli effetti delle regole del diritto amministrativo sul benessere collettivo.
Perché i papi, a un certo punto della storia, hanno cominciato a scrivere encicliche sociali? Prima di allora, la Chiesa non aveva un suo insegnamento in materia? È la società che rende cattivo l'uomo, o viceversa? Per rispondere a queste domande, occorre seguire, enciclica dopo enciclica e senza trascurare il Concilio Vaticano II, il tragitto del magistero pontificio rispetto alle problematiche sociali degli ultimi due secoli: ne emerge un pensiero sempre attuale, capace di interpretare i singoli momenti storici e di proporre risposte che hanno spesso anticipato le migliori acquisizioni della cultura contemporanea. L'ideale della fraternità e solidarietà tra i singoli e tra i popoli, la pace come frutto della giustizia, i diritti dell'uomo che precedono gli ordinamenti positivi degli stati, l'equità come fondamento della giustizia e della legalità, il valore del lavoro come occasione per la realizzazione di sé in senso personale e sociale, la sussidiarietà orizzontale come condizione di una soggettività sociale più ricca, il prevalere del bene comune rispetto agli interessi di parte, i diritti educativi della famiglia di fronte allo stato e l'impegno delle religioni a favore della pace perché "non agire secondo ragione è contrario alla natura di Dio" (Benedetto XVI): questi ideali fanno ormai parte del patrimonio etico di gran parte dell'umanità e sono spesso sanciti nelle convenzioni internazionali.
In un paese democratico l'indipendenza e la libertà di espressione dovrebbero essere le qualità portanti dei giornali e di tutti i media. La realtà è però un'altra: sono le forza politiche ed economiche a decidere quali notizie dovranno raggiungere il pubblico, e in che modo. Noam Chomsky e Edward S. Herman svelano come, grazie alla manipolazione delle notizie, l'opinione pubblica viene spinta a sostenere determinati interessi e punti di vista. "La fabbrica del consenso" offre un'analisi precisa su quanto siano veramente strumentalizzati i media e fornisce la chiave per interpretarne i messaggi.
Il Manuale di Istituzioni di Diritto Privato si presenta come editio minor del Trattato di diritto civile del medesimo autore, che racchiude in una veste sintetica i contenuti, i principi e il metodo propri del Trattato. In questo senso il Manuale e il Trattato possono essere concepiti come due opere che rappresentano due tappe del medesimo percorso formativo: lo studio del Manuale è volto a dare una visione completa e aggiornata degli istituti del diritto privato, il cui approfondimento è riservato allo studio del Trattato. Questo collegamento è confermato dal rinvio interno al Trattato che si trova all'inizio di ogni capitolo del Manuale, rinvio che attesta la linea di continuità tra le due opere. Caratteristica principale del Manuale è quella di fornire una visione a tutto tondo degli istituti del diritto privato con un'attenzione particolare alla dottrina e alla giurisprudenza. Della dottrina si dà conto nella summa alla fine di ogni capitolo. Alla giurisprudenza è dedicata particolare attenzione, attraverso la citazione in nota delle massime più significative delle recenti sentenze degli organi giudicanti italiani e comunitari. Altro segno peculiare dell'opera è la presenza costante di esempi che accompagnano il lettore e chiariscono gli argomenti trattati nel testo. Per le sue caratteristiche, il Manuale è rivolto sia agli studenti che devono sostenere l'esame di Istituzioni di Diritto Privato sia a coloro che, già laureati, si preparano per i concorsi di giudice, notaio e avvocato.
La nuova edizione è ricca di importanti novità. La nuova veste grafica, frutto di una riprogettazione sia della struttura del testo sia dell'aspetto estetico, migliora la fruibilità didattica del manuale. Al fine di preparare al meglio gli studenti per l'esame è stata ripensata la parte esercitativa: gli esercizi, raccolti nell'Eserciziario di fine volume, sono stati suddivisi in Esercizi avanzati ed Esercizi base, aggiunti ex novo per questa edizione per offrire agli studenti un percorso esercitativo graduale e didattico. Tutte le soluzioni sono disponibili sul sito internet dedicato al manuale: Il minuzioso lavoro di aggiornamento dei dati statistici e dei grafici, rende il testo attuale, requisito fondamentale per gli studenti delle scienze economiche e sociali. Altra importante novità è l'inserimento di riferimenti al software JMP di SAS, utilizzato in ambito sia accademico sia aziendale, che va a completare la rosa dei software già presentati e utilizzati (Excel, R e SPSS). Lo studente troverà i dati degli esempi e degli esercizi nei diversi formati, in modo da potersi esercitare autonomamente con ogni software.
Da qualche anno l'Italia ha rilanciato i suoi rapporti bilaterali con i Paesi dell'Asia centrale ex sovietica attraversati, in un tempo molto lontano, dall'antica "via della seta". Oggi questi Paesi, sia per i loro ricchi giacimenti di gas e petrolio, sia per la loro posizione geostrategica, hanno gradualmente acquisito un ruolo sempre più significativo nell'area centroasiatica. "Sulla via di Samarcanda" analizza i motivi della rinnovata attenzione dell'Italia e ricostruisce i suoi recenti e poco conosciuti rapporti politici ed economici con le cinque Repubbliche ex sovietiche.
Nel libro si propone un modello analitico basato sul concetto di stile come fenomeno olistico, elaborato grazie all'apporto della ricerca linguistica, ma anche della retorica e della psicologia cognitiva. Esso attinge in particolare a prospettive teoriche provenienti dalla linguistica di area tedesca, accolte nell'ultimo decennio anche in ambito italiano. Ampio spazio è dedicato alla parte applicativa, che tramite testi autentici appartenenti a generi testuali diversi mira a stimolare sensibilità stilistica e consapevolezza linguistico-testuale in ottica interculturale. Il volume è rivolto in primo luogo a studenti italofoni di germanistica e propone per questo un confronto ravvicinato tra il tedesco e l'italiano. L'ampiezza della prospettiva di analisi lo rende comunque un utile strumento di studio e di lavoro anche per studenti, insegnanti e studiosi di altre lingue e culture.
Nell'autunno 1969 la straordinaria partecipazione dei lavoratori all'azione negoziale condotta dai sindacati in una difficile stagione contrattuale ha segnato un crinale importante nella storia sociale e politica del nostro Paese. Il volume presenta studi e interpretazioni che animano il dibattito scientifico sulla soggettività sociale dei sindacati degli anni Sessanta, sulle suggestioni e sulle contraddizioni delle relazioni di lavoro dell'"autunno caldo", sui lasciti che quel periodo di rivendicazioni sindacali ha lasciato nelle relazioni industriali degli anni Settanta, sul complesso rapporto tra regolazione sociale e politica. Si ripercorrono, dunque, le problematiche della programmazione economica e del mutamento sociale, il sovrapporsi delle proposte "unitarie" nelle diverse prospettive sindacali, il cammino della legge "Statuto dei Lavoratori", l'articolazione della vertenzialità sindacale, la ricerca di nuovi paradigmi di relazioni industriali. Riflettendo sull'autunno del 1969, infine, si è condotti a riflettere sul percorso complessivo della storia italiana.
Come alcune intuizioni classiche anticipano, fra senso del limite, libertà e legittimazione di comportamenti individuali e collettivi c'è un rapporto stringente. Ciò conduce a ritenere che il vero ostacolo alla realizzazione del mondo comune risiede nell'interdizione progressiva della cultura del limite dai contesti di vita. Nello scenario odierno la questione è di ampia portata e si presenta con forme contraddittorie. Processi di globalizzazione e tendenze tardomoderne da una parte vanno nella direzione dell'illimitato e dall'altra procedono a ristabilire quei confini che dichiarano di voler abbattere, attraverso canalizzazioni che alimentano vie di fuga, nuovi eccessi ma anche miopie verso il problema. In un'epoca che ha voluto circoscrivere la socialità in perimetri funzionali alla gestione della complessità sociale, l'umanità rischia infatti non solo lo smarrimento del senso del limite ma anche una deriva delle proprie capacità critiche. Partendo da queste considerazioni, il volume intende recuperare il significato sociologico del limite attraverso le interpretazioni che più esplicitamente lo hanno introdotto per cogliere gli aspetti più controversi della modernità e ancor più di alcune sue declinazioni. Può essere questa una strada per riconsegnare alla sociologia l'impiego di concetti e semantiche utili ad analizzare criticamente il mondo in cui viviamo.