Docente di Sociologia generale e Sociologia dei processi migratori nella facoltà di Scienze della formazione dell'Università di Genova, Maurizio Ambrosini presenta con questo libro un'introduzione a una disciplina sempre più frequente nei curricula universitari. Pur insistendo sulla dimensione socio-economica, l'autore ha dato il necessario rilievo a quegli aspetti del problema che riguardano la famiglia, l'educazione dei minori, le politiche migratorie, i problemi della devianza e della xenofobia.
Il testo affronta i problemi dell'organizzazione, dell'azione organizzata, delle relazioni tra organizzazioni, con l'obiettivo principale di fornire al lettore strumenti di analisi relativamente semplici, che gli permettano di capire meglio non solo le organizzazioni propriamente dette, ma anche gli aspetti organizzativi degli ambiti più vari della vita sociale. È in questa prospettiva che il volume introduce agli autori, specialmente i classici, e indica i temi importanti presenti in ogni manuale o trattato (organizzazione come sistema, struttura organizzativa, cultura organizzativa, potere, cambiamento) e quelli - come le reti organizzative - di più recente acquisizione.
Il testo si basa sull'esperienza di traduzione dell'autore e dell'insegnamento della traduzione, intesa sia come pratica, sia come teoria applicativa. Il libro si propone come guida per insegnare l'arte di tradurre e come manuale di consultazione anche per il traduttore professionale. Il volume riporta un ricco glossario che, raccogliendo in ordine alfabetico i termini tecnici delle discipline pertinenti, aiuta a risolvere i principali punti critici; nel glossario sono riportate le norme redazionali di carattere generale (aggiornate alle ultime disposizioni ISO e UNI) cui attenersi per strutturare il testo tradotto.
L'idea di una possibile società multiculturale muove passioni e paure, stimola dibattiti, pone interrogativi. La discussione spesso si polarizza contrapponendo, da un lato, chi sostiene la necessità di riconoscere e valorizzare la differenza culturale delle minoranze se si vuole attuare una reale società democratica e combattere antiche forme di discriminazione; dall'altro, chi vede come una minaccia alla propria autonomia o all'unità sociale un'eccessiva tolleranza verso forme di vita diverse da quelle del gruppo maggioritario. Il libro illustra le questioni problematiche poste dalle richieste di riconoscimento della differenza e presenta in modo critico le diverse posizioni che compongono l'attuale dibattito sul multiculturalismo. Ne risulta una guida utile a chiunque voglia affrontare in modo più consapevole l'esperienza quotidiana dell'incontro con la differenza culturale.
L'economia, e con essa la società, sta attraversando una fase di cambiamento epocale. Le imprese e i mercati attuali si allontanano sempre più dal modello con il quale li abbiamo immaginati, vissuti e descritti solo fino a pochi decenni fa. In particolare, ai fini del successo delle imprese, diminuisce il peso relativo dei capitali tecnologici e finanziari e aumenta quello delle persone, del capitale sociale, civile e motivazionale e quello dei beni relazionali. In un tale contesto, la risorsa più scarsa, e quindi più fragile, diventa l'arte di tessere relazioni, la capacità di far sì che la diversità umana, dentro e fuori le imprese, non imploda nel caos e nell'anarchia, ma dia luogo a nuove sinergie. Anche per queste ragioni il libro parla soprattutto di rapporti, di persone, di motivazioni all'interno dell'economia e in particolare delle organizzazioni, e lo fa a partire da quelle nelle quali è evidente il ruolo cruciale svolto dalle persone e dalle loro motivazioni: le cosiddette Organizzazioni a Movente Ideale (OMI). Queste verranno analizzate soprattutto nei momenti di crisi relazionale e motivazionale, quando si rischia con più probabilità di perdere le persone migliori.
In questo libro l'autore tratta alcuni temi di economia di grande attualità come lo sviluppo economico italiano, la globalizzazione economica e finanziaria, il disavanzo estero statunitense, il rapporto tra l'euro e il dollaro, i diversi modelli di governo della società per azioni, la crisi dello Stato sociale, le prospettive dell'economia mondiale. L'autore si sofferma inoltre sul fenomeno della finanziarizzazione dell'economia mondiale, che origina soprattutto dall'enorme disavanzo della bilancia dei pagamenti corrente degli Stati Uniti e dalla inevitabile conseguente liberalizzazione dei movimenti di capitali, e che produce distorsioni ed effetti negativi sul sistema economico. Tale fenomeno infatti ha generato uno sviluppo abnorme dell'innovazione finanziaria e una crisi bancaria e dei mercati, che si è poi trasmessa all'economia reale.
La linguistica italiana sta acquistando nell'università uno spazio sempre crescente, in linea con il riconoscimento della sua importanza nella formazione umanistica e nella preparazione degli insegnanti. Oggi si rendono più che mai indispensabili strumenti informativi e introduttivi che consentano un primo approccio e un orientamento all'interno di un campo troppo vasto per essere trattato esaurientemente in un solo manuale. Questo volume di struttura modulare, che permette l'utilizzazione separata delle diverse parti, comprende un quadro dell'italiano contemporaneo nelle sue varietà, l'essenziale descrizione delle strutture della lingua italiana, una parte dedicata alla testualità, un profilo della storia della lingua italiana e un glossario. L'impostazione e il linguaggio del manuale lo rendono molto adatto alle esigenze didattiche dell'università, ma anche agli insegnanti e a lettori non specialisti. Un complemento di esercizi è presente alla fine di ogni capitolo e, in misura più ampia, sul sito internet della casa editrice.
Dall'Atene antica a Montesquieu, da Aristotele a Rousseau, nessuno ha mai considerato le elezioni strumento democratico per eccellenza. La migliore espressione della democrazia è stata vista, semmai, nell'estrazione a sorte, garanzia di rigorosa uguaglianza. Per converso, esiste un'irriducibile componente aristocratica nel governo rappresentativo dei moderni, in origine ritenuto sostanzialmente diverso dalla democrazia. La sua crisi di oggi, dunque, suggerisce di guardare senza nostalgia alla presunta età aurea dei partiti di massa. Le tendenze recenti, che valorizzano il ruolo dei leader e della comunicazione, rammentano a Manin la fase genetica dell'esperienza democratica, fondata sulle persone e i rapporti diretti. Alla "democrazia dei partiti" subentra così la "democrazia del pubblico", il confronto fra individui rimpiazza quello fra grandi ideologie interpretate da grandi organizzazioni. Di questo passaggio scrive Ilvo Diamanti: "Non è detto che una democrazia più tiepida, con partiti più esili, leader più forti, una pluralità di luoghi di controllo e di partecipazione più o meno informali, un cittadino scettico e anche un po' cinico ci riservi un futuro peggiore".
Il giudizio sulla scelta europea dell'Italia ha spesso oscillato fra retoriche affermazioni circa la fedeltà all'ideale e all'impegno europeisti, e la dura critica o il rammarico per la scarsa influenza esercitata nel processo di integrazione e nei rapporti con le istituzioni e i partner europei. Il volume accantona queste visioni fondate spesso su luoghi comuni. L'autore ha ricostruito, sulla base di una vasta ricerca presso archivi pubblici e privati, in Italia e all'estero, nonché sulla base della produzione storiografica esistente, l'evoluzione della scelta europea dell'Italia, dall'adesione al Piano Marshall sino ai più recenti dibattiti circa la posizione del Paese all'interno dell'Unione europea. Dallo studio condotto emerge un quadro variegato e complesso, fatto di luci e ombre. Accanto a fallimenti e ad ambizioni frustrate si situano successi e risultati. Tutti questi elementi hanno contribuito, non solo a delineare i caratteri dell'azione internazionale dell'Italia, ma anche a determinare le sorti dell'economia, a influenzare profondamente le trasformazioni della società e il dibattito interno fra le forze politiche, sia nell'ambito della "prima" repubblica, sia nel periodo successivo alla crisi dei primi anni '90.