Quali sono gli itinerari psicologici, ambientali, biologici che conducono a comportamenti devianti e antisociali? È possibile un intervento e su quali basi? Partendo da queste domande, gli autori trattano una delle aree più complesse della clinica. Seguendo le moderne teorie della psicopatologia evolutiva, si sottolinea il concetto di fattori di rischio e fattori protettivi, analizzando temi clinici e sociali di particolare rilevanza: la scuola e il bullismo, l'area giuridica, le sostanze d'abuso, le indicazioni al trattamento.
Ognuno di noi è il risultato di un corpo ricevuto per eredità biologica e di stampi anonimi (lingua, cultura, istituzioni), le cui impronte rielabora in forma inconfondibilmente personale. A lungo, in Occidente, questi processi d'individuazione sono stati garantiti dalla fede nel loro inamovibile fondamento: l'anima immortale. Con la progressiva erosione di tale sostegno, ha inizio la consapevole costruzione dell'individualità mediante gli strumenti artificiali della politica e dei saperi scientifici. Attraverso tecniche di ingegneria umana, il potere, interiorizzandosi, rende il singolo più facilmente plasmabile, invadendone la coscienza. Nello stesso tempo, la disarticolazione e la scissione del presunto carattere monolitico della personalità permettono una sua diversa ricomposizione entro inediti orizzonti di libertà. Il libro analizza storicamente e teoricamente tali vicende avendo come sfondo il periodo che va dalla fine del Seicento alle soglie del presente, ma come primo piano la fase politica d'incubazione e di sviluppo dei fascismi e quella filosofica, scientifica e letteraria del fiorire di progetti di potenziamento o di negazione dell'individualità e di sviluppo delle scienze della vita.
Dalle grandi rivoluzioni di fine Settecento alla Prima Guerra mondiale: è la periodizzazione di questo volume pensato esplicitamente per la didattica universitaria. Una periodizzazione che vede l'Ottocento come un "secolo lungo" - dalla rivoluzione americana ai primi anni del secolo - e che è non solo largamente invalsa a livello storiografico, ma anche consacrata dai programmi scolastici e fatta propria dai nuovi ordinamenti universitari e dalla logica modulare che li contraddistingue.
"Prendete una parola, prendetene due/fatele cuocere come se fossero uova/ scaldatele a fuoco lento/versate la salsa enigmatica/spolverate con qualche stella mettete pepe/e fatele andare a vela". (Raymond Queneau). "L'albero delle parole" nasce dalla certezza che i bambini fanno rima con la poesia, anche quando è quella dei versi senza rime dei grandi poeti del Novecento. Bambini e poesia sono imprevedibili. Entrambi appartengono a un regno sul quale hanno potere il gioco, l'intuizione, la fantasia. Donatella Bisutti raccoglie e racconta 73 poeti italiani e stranieri. Una dopo l'altra 138 poesie raccontano la cultura poetica del Novecento. Età di lettura: da 11 anni.
Con questo terzo volume si conclude la prima parte di un'ampia e non ancora ultimata ricerca collettiva (coordinata dalla Cattedra di Storia delle relazioni internazionali della Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Napoli Federico II) volta a ricostruire alcuni poco conosciuti aspetti e momenti della politica mediterranea nel secondo dopoguerra. Gli autori dei saggi qui pubblicati fanno parte di un affiatato e stabile gruppo di lavoro, nel quale esperti ricercatori di già comprovata esperienza e riconosciuta professionalità, per scelta condivisa, sono affiancati da giovani promettenti studiosi che incominciano a muovere i loro primi passi nel mondo della ricerca scientifica. Sulla base di minuziose e approfondite indagini dirette in archivi in larga parte inesplorati, gli autori di questo volume dimostrano con estrema chiarezza come l'Italia, nei limiti delle sue possibilità, fosse realmente in grado di svolgere in maniera concreta quella funzione di "ponte" fra Occidente e Oriente arabo, che da tempo la nostra diplomazia rivendicava nelle varie sedi internazionali.
Un’insegnante, da molti anni impegnata a sperimentare con i bambini della scuola primaria l’urgenza della domanda di senso presente nei loro percorsi di vita, ma anche attraversata dalla passione della ricerca, s’interroga con intelligenza critica sugli scenari che presiedono al rapporto tra infanzia e filosofia. Ne viene un’indagine rigorosa e accattivante che ci restituisce il significato di un duplice orizzonte tematico. Da una parte, e per la prima volta in Italia, un quadro completo delle diverse interpretazioni che, nel mondo, hanno ispirato per tutto il secondo Novecento il lavoro didattico attorno alle domande inquietanti dell’infanzia. Dall’altra una documentazione fresca, non retorica, e spesso rivelativa, di quanta potenziale ricchezza emerga dalla messa in questione del mondo che il bambino, con la propria esperienza vissuta, solleva tramite quel suo domandare. Il volume si rivolge in primo luogo agli insegnanti della scuola primaria, ma più in generale, a studenti e studiosi universitari di discipline pedagogiche e filosofiche, oltreché a tutti i lettori colti che nel testo vedono messi in discussione molti luoghi comuni della nostra esperienza culturale.