Il volume raccoglie quattordici racconti, bozzetti, leggende, esperienze vagamente autobiografiche che, nella grande tradizione del racconto ebraico, recuperano un antico patrimonio e formano un affascinante capitolo sulla condizione umana. Dalla storia di un singolare adulterio consumato tra due coniugi da lungo tempo separati e divorziati, al racconto in cui l'anima di un peccatore defunto si incarna nel corpo di un vivente e si impossessa dei suoi gesti, della sua voce, della sua volontà, Singer si nasconde di volta in volta dietro una varietà di voci per riscrivere, sempre in prospettiva, mai in prima persona, la propria storia di autore yiddish trapiantato a New York.
Canetti appartiene a quegli scrittori che nella vecchiaia hanno raggiunto un alto grado di libertà e sovranità dello spirito. Qui applicata a ritessere ancora una volta il suo pensiero su temi che lo hanno sempre accompagnato, come la massa, la morte, il mito. Ma la forma degli "appunti", molto agile, consente a Canetti anche di puntare in tutt'altre direzioni: ammirazioni relativamente recenti e intensissime, come quella per Robert Walser; avversioni antiche che continuamente si riaccendono, come quella per Nietzsche; ricordi acuminati di persone che nella vita di Canetti molto hanno contato.
Dopo averci fatto ascoltare in Preghiera per Černobyl’ le voci delle vittime del disastro nucleare, Svetlana Aleksievič fa parlare qui i protagonisti di un’altra grande tragedia della storia sovietica: la guerra in Afghanistan tra il 1979 e il 1989. Un milione di ragazzi e ragazze partiti per sostenere la “grande causa internazionalista e patriottica”; almeno quattordicimila di loro rimpatriati chiusi nelle casse di zinco e sepolti di nascosto, nottetempo; cinquantamila feriti; mezzo milione di vittime afgane; torture, droga, atrocità, malattie, vergogna, disperazione... Gli afgancy, i ragazzi che la guerra ha trasformato in assassini, raccontano ciò che si è voluto nascondere. Accanto a loro, un’altra guerra. Quella delle infermiere e delle impiegate che partirono per avventura e patriottismo. E soprattutto le madri. Dolenti, impietose, stanche, coraggiose.
Cosa turba la serenità della diciannovenne Yayoi? Della sua vita idilliaca in seno a una "famiglia felice della classe media che sembra uscita da un film di Spielberg", dove il giardino è ben curato, gli abiti perfettamente stirati, i fiori sempre freschi sul tavolo e i genitori comprensivi e sorridenti? Forse a minacciare l'equilibrio di Yayoi è una sensibilità paranormale che le fa percepire presenze invisibili, e che contrasta con l'incapacità a ricordare gli anni dell'infanzia, stranamente cancellati dalla sua memoria. O forse il pericolo è il suo trasporto per Tetsuo che tende a superare i limiti dell'affetto fraterno.
Nel 1941, all'epoca del crollo della Jugoslavia, Branko Bokun, ventunenne, viene spedito a Roma dall'allora capo del servizio di controspionaggio dell'esercito jugoslavo, come funzionario della Croce Rossa internazionale. Scopo della missione è di ottenere l'intervento e la mediazione del Vaticano a favore dei serbi di religione ortodossa, degli ebrei e degli zingari che venivano letteralmente sterminati da gruppi di fanatici cattolici croati. Branko Bokun si ritrova coinvolto nel sottobosco della Città Eterna, nella Roma del fascismo che sta crollando, dei nazisti, dei borsari neri, un mondo popolato di avventurieri, spie, disertori, prigionieri di guerra in fuga, criminali di prim'ordine e di bassa lega, belle donne dell'aristocrazia.
Un falso paese scoperto "nelle pagine di un'enciclopedia plagiaria", Uqbar, e un pianeta immaginario, Tlön, "labirinto ordito dagli uomini" ma capace di cambiare la faccia del mondo; il "Don Chisciotte" di Menard, identico a quello di Cervantes eppure infinitamente più ricco; il mago che plasma un figlio nella materia dei sogni e scopre di essere a sua volta solo un sogno; l'infinita biblioteca di Babele, i cui scaffali "registrano tutte le possibili combinazioni dei venticinque simboli ortografici... cioè tutto ciò ch'è dato di esprimere, in tutte le lingue" e che sopravviverà all'estinzione della specie umana; il giardino dei sentieri che si biforcano; l'insonne Funes, che ha più ricordi di quanti ne avranno mai tutti gli uomini insieme.
In un non ben precisato paese dell'America Latina, Donna Costanza, alle prese con un fastidioso problema idrico, decide di modificare il naturale corso del fiume per riuscire a riempire la sua piscina. L'operazione desta non poca perplessità nei suoi compaesani che decidono di bloccare l'insano proposito. Ne nasce una vera e propria guerra che vede contrapposti agli intrepidi locali i brutali squadroni capeggiati da Capitan Rodrigo Figueras.
Il piccolo Sam trova arenata su una spiaggia deserta un cucciolo di balena ancora vivo. Cerca di confortare il piccolo con gesti e parole pieni di compassione e d'amore che sembrano recepiti. Nasce fra i due un misterioso e toccante colloquio. L'apparizione di una barca di pescatori riempie Sam di speranza, ma presto si rende conto che vogliono uccidere la balena per impadronirsi della rara dentatura, ricercatissima dai collezionisti. Ma con l'aiuto di un amico, Sam riesce a compiere quello che ormai sembrava un miracolo. Età di lettura: da 9 anni.
Bartolomé Gaite, il protagonista di questo romanzo, è un personaggio realmente esistito, ex militare ormai in pensione, che ha passato la vita a tentare di organizzare nel suo Paese, il Paraguay, una rivoluzione contro i dittatori che si sono susseguiti al potere: grandi slanci puntualmente frenati dalla mancanza di mezzi e di organizzazione. Costretto a sopportare lo scherno dei vicini, a lottare per evitare lo sfratto, a sottrarsi ai rimproveri della moglie, sempre accompagnato dalla sua vecchia e fedele bicicletta, Gaite non perde mai la speranza. La rivoluzione è la sua ossessione e dal suo esilio argentino vive nell'attesa di un segnale, di un progetto credibile che possa restituirgli il ruolo e le speranze perdute.
Pubblicato in lingua ceca nel 1631, "Il labirinto del mondo e il paradiso del cuore", qui in prima edizione e traduzione italiana, narra in chiave allegorica le singolari vicissitudini occorse al protagonista nella sua peregrinazione per il mondo, finché non arriva a comprendere che questo offre solo disordine, vanità, inganno e corruzione, e che l'unica possibilità di salvezza è data da Dio, ritrovato alfine all'interno del proprio cuore.