Da oltre tremila anni, nel cuore nero dell'Africa pulsa uno straordinario mistero, nato dalla mente e dalle mani di un uomo e poi sottratto agli altri uomini grazie al letale abbraccio di un fiume indomabile e di una natura brutalmente ostile. Quel mistero è la tomba del faraone Mamose, concepita dallo scriba Taita per celebrare la potenza del suo sovrano e per conservarne in eterno le immense ricchezze. Orgogliosamente convinto che nessuno riuscirà mai a violare il maestoso sepolcro, Taita ha lanciato la sua sfida ai posteri, lasciando una traccia di enigmatiche indicazioni, vergate su un papiro, che illuminano i segreti della tomba e indicano la via per raggiungerla. E l'appassionante sfida è ancora aperta per chiunque sia tanto coraggioso da volersi cimentare con i tenebrosi fantasmi di un remoto passato: per lo spregiudicato Nicholas Quenton-Harper diventa una eccitante scommessa; per l'avido collezionista Gotthold von Schiller un anelito all'immortalità; per l'affascinante archeologa Royan Al Simma un'orgogliosa conferma della grandezza del popolo egizio. Un tornado di bramosia e di desiderio investe allora la tomba del faraone, ne fa scattare le trappole mortali, scatena gli istinti più oscuri e feroci, imprigiona colpevoli e innocenti in un inebriante vortice di possesso. E ben presto tutti scopriranno che il nemico vero è proprio lui, Taita, che pare aver atteso trenta secoli poter infine scatenare una caccia al tesoro tanto pericolosa quanto travolgente.
Tre capitoli analizzano i risultati della neoavanguardia nella poesia, nel romanzo e nel dibattito teorico-critico; un quarto capitolo segue gli sviluppi dei protagonisti e delle idee della neoavanguardia dopo che il gruppo ebbe cessato di esistere. Per la poesia Barilli prende in esame i "Novissimi": Giuliani, Pagliarani, Sanguineti, Porta, Balestrini; per il romanzo il discorso si allarga alle prime forzature della barriera naturalistica in Pavese e Vittorini, agli esiti di Bassani, Cassola, Pratolini, Moravia e al caso Gadda, per rintracciare l'impronta del "nuovo romanzo italiano". Il capitolo sulla riflessione teorica fa parte dell'estetica fenomenologica di Anceschi che con il "Verri" è tra i padri spirituali della neoavanguardia.
Venti racconti sull'oggi in Italia. Un carosello dei vizi dei vincitori, tutto il costume dell'Italia vincente e i suoi annessi, personaggi emergenti, politici rampanti, cantanti di successo, scrittori brillanti... La prosa di Benni colpisce di nuovo in un momento di difficili definizioni e di grandi incertezze.
"Un cavaliere" è uno dei primi racconti dell'autore e ondeggia tra pathos e ironia nello sfalsamento dei piani narrativi, fra attualità e romantica inattualità. Il protagonista del racconto, vecchio gentiluomo o moderno Don Chisciotte che muore in duello in difesa dell'onore di una donna, pare aver tracciato la sua vita di erranza cavalleresca alla ricerca di quella "perfectio virtutis" che sta non tanto nell'inattingibile meta, ma nella strada, nel percorso verso di essa.
Tra i massimi esponenti del Gruppo '63, Antonio Porta (Milano 1935-Roma 1989) è una delle voci più alte della poesia italiana d'oggi. "Non sono un poeta-ciotolo / come Beckett / non interrogo i cieli di carta / pesta del teatro / vi concesso che non so / interpretare le costellazioni / né stare lì a guardarle dal buco / del cortile a meraviglia / ma uso quelle delle parole a / mosaico compongo e / ricompongono / per parlarla insieme questa / lingua questi linguaggi / solleviamola la lingua a / vedere che c'è sotto / parliamola la parola svelata / con le radici senza pudore / (questo biglietto vi consegno a / futura memoria). Antonio Porta da "L'Aria della fine".
Nella "Morte di Matusalemme", scrive Singer, "ho raccontato al lettore, e forse a me stesso, la storia dell'arte cosmica e umana. Un'arte che non deve essere esclusivamente ribellione e spregio: essa può anche comportare la possibilità di edificare e correggere. E persino, pur con tutte le sue limitazioni, tentare di porre rimedio agli errori del costruttore eterno, a immagine del quale è stato creato l'uomo." Attingendo allo sterminato patrimonio di tradizioni orali, favole e aneddoti del mondo ebraico dell'Europa orientale, Singer ha dato innumerevoli prove della sua capacità di raccontare storie di ogni genere.