
Anche la vita più piccola su questa terra ha una storia da raccontare a chi trova il tempo di ascoltarla.
Al culmine dell'intensa vicenda sacerdotale e pastorale, Michele Cipriani propone l'epifania del suo personale incontro con il proprio centro sacro; sgrana il rosario a puntate della sua sete d'infinito, della sua ricerca di dio, raccontando i chiaroscuri dell'affascinante e misteriosa sua leggenda. La silloge è divisa in tre parti: la prima scorre lungo i nastri d'asfalto e gli itinerari pietrosi dell'uomo d'oggi, messi in rapporto con i suoi luoghi dell'anima; la seconda segue l'itinerario liturgico che va dalla contemplazione della croce alla Risurrezione; l'ultima attraversa la navata del mondo, la storia globale, le sue disperazioni, i suoi sogni... Ma il tema di fondo è la fede come dono e conquista, spazio di lotta interiore nel ritmo dell'andare. La fede è matura quando è capace di sperimentare il silenzio di dio e la sua costante, fedele presenza.
"Fra le tue preghiere" è un caleidoscopio di emozioni, poesie d'amore senza riparo, friabili, di dolore, di supplica, di passioni, così intense che non si può sopravviver loro... Lo stile è nerudiano, caratterizzato da sobrietà verbale, da profondità ruvida. Poesie speziate, come se appartenessero a terre lontane eppure incredibilmente vicine. Parole che fanno pensare a brandelli di nuvole che il vento fa vagare nel cielo grigio, con sprazzi di colore della vita. Poesie lievi, delicate, dense, sanguigne, con una sorta di malinconica dolcezza che sfiora i piccoli particolari, e indugia un attimo su di essi.
L'autore attraversa con la poesia l'animo umano, i suoi abissi più reconditi, e riemerge alla vita. Per lui la poesia è introspezione dolorosa, consapevole scandaglio di una vita spesa nell'errore, alla ricerca di un amore desiderato eppure irrimediabilmente perduto.
Miscellanea di sensazioni e di esperienze vivificate dal dubbio, dall'illusione, dalla ricerca: sul significato dell'esistenza e sul valore del vivere quotidiano.
Un libro scritto dall'autrice sul periodo che la stessa ha vissuto nei pressi di Piazza San Pietro a Roma, e sulle persone che ha conosciuto. Ho vissuto nove mesi con la mia famiglia nei pressi di Piazza San Pietro a Roma. Alla vigilia del nostro rientro in Francia mi sono seduta un'ultima volta all'ombra del colonnato della piazza. Guardando verso gli appartamenti del Papa, pensavo: come mi sarebbe piaciuto parlargli di loro, delle donne che ho conosciuto e che lui poteva, ogni giorno, scorgere dalla sua finestra!
Il libro raccoglie 134 liriche di Idilio Dell'Era (Don Martino Ceccuzzi 1904-1988), in gran parte non conosciute, che furono pubblicate nel 'Giornale del Popolo di Lugano', nel periodo 1947-1967. Queste poesie sono dedicate in gran parte alla meraviglia del creato che si incarna: nelle montagne, negli alpeggi, nei torrenti ticinesi; nella natura e nei paesaggi campestri toscani; negli animali e nel mondo vegetale così armonioso e complesso.
La poesia polacca contemporanea si è imposta da tempo all'attenzione del pubblico internazionale e i suoi maggiori esponenti sono ritenuti ormai comunemente dei classici della lirica novecentesca anche al di fuori dei confini del Paese. Poco conosciuta dal grande pubblico italiano è, però, la produzione delle nuove generazioni affermatisi negli ultimi decenni. Dall'esigenza di riempire tale lacuna è nata l'idea di questo volume, che offre una selezione di componimenti di alcuni tra i maggiori poeti che hanno debuttato dopo il 1989, anno di svolta politico-culturale, e che ruotano attorno alla ricerca di nuove identità tramite una straordinaria varietà di approcci formali e tematici. Il quadro che emerge conferma il posto di primo piano che la poesia polacca occupa ormai da tempo nell'ambito della cultura europea.
Il libro raccoglie proverbi della tradizione popolare veneta; in parte ricomposti in una stesura più comprensibile, levigando le varianti che hanno diversificato abitudini e anche la parlata familiare di paesi veneti, ciascuno con la propria individualità. I testi si accompagnano a immagini reali del mondo veneto di un tempo che questo libro vuol far rivivere negli aspetti più umani e profondi. Il libro è stato scritto e curato da Bruno Caon, esperto conoscitore del linguaggio popolare della regione.