"L’Autore fa rivivere Francesco con tratti di autentica poesia, senza tralasciare una rigorosa ricostruzione storica e ambientale; un ritratto fedele inserito in un ampio sfondo, simile ai dipinti più belli della scuola umbra. Pagine che fanno risuonare la voce di un uomo capace ancora oggi di trasmetterci il segreto di una vita piena, segnata dalla gioia."
Favorire il dialogo tra riflessione scientifica e spirito di comunione, considerare la collaborazione e il dialogo come strumenti privilegiati per ricercare la verità, superare l’individualismo che affligge anche gli ambienti universitari ecclesiali: a questi temi l’Istituto Francescano di Spiritualità ha dedicato la Giornata di studio 2017, organizzata nel quadro del percorso intrapreso nel 2015 per l’unificazione delle istituzioni accademiche francescane di Roma e la nascita di un’Università Francescana. Le due relazioni riportate nel testo – una sulla storia dell’università e l’altra sulla vocazione di un’Università francescana – mostrano la convenienza della vita in comune e del dialogo al fine di coltivare e comunicare le conoscenze. La tavola rotonda conclusiva, riportata alla fine del volume, presenta alcuni modelli di collaborazione accademica in spirito di comunione: le esperienze dell’Istituto Universitario Sophia, dell’Atelier Cardinal Špidlik e del Progetto San Bonaventura.
Sommario
Introduzione (A. Schmucki). Saluto del Magnifico Rettore della Pontificia Università Antonianum (M. Melone). Saluto del Preside della Facoltà Teologica San Bonaventura Seraphicum (D.A. Nhue Nguyen). Saluto del Preside dell’Istituto Francescano di Spiritualità (L. Bianchi). I. Carattere sinfonico della ricerca nell’universitas personarum et scientiarum. Sguardo storico e metodologico (L. Clavell). II. Una università francescana? Riflessioni sull’incontro tra minorità evangelica e sapienza accademica (M. Bartoli). III. L’Istituto universitario Sophia: un laboratorio accademico d’innovazione alla luce del carisma dell’unità (P. Coda). IV. L’Atelier di teologia «Card. Špidlík» del Centro Aletti (M. Campatelli). V. Il gruppo San Bonaventura: genesi, visione, sviluppo e difficoltà (G. Cesareo). VI. La ricerca della verità in un’apertura alla comunione. Spiritualità francescana e vita universitaria (S. Oppes). Conclusioni (W. Henn).
Note sull'autore
Albert Schmucki, frate minore, è professore aggiunto di Psicopedagogia della vita spirituale e vice preside dell’Istituto francescano di spiritualità della Pontificia Università Antonianum.
Luca Bianchi, frate minore cappuccino, insegna Storia della spiritualità all'Istituto Francescano di Spiritualità della Pontificia Università Antonianum, di cui è preside.
Sono qui raccolti cinque saggi di Romano Guardini sulla figura e la santità di Francesco d'Assisi, composti in un periodo di risveglio dell'interesse per la spiritualità e la mistica, compreso tra gli anni '20 e '50 del secolo scorso. Guardini ritrae san Francesco, ne contestualizza la vita, descrive le peculiarità del paesaggio umbro e della città natale che per l'autore si manifestano nella sua stessa personalità: chiaro, ben definito, brillante, un profilo marcato dalla cosiddetta "opposizione polare", una continua oscillazione tra contrari, senza mai scivolare nella contraddittorietà (presenza/lontananza, semplicità/problematicità, città/natura). Una descrizione della figura di Francesco che guida alla riflessione sul concetto di "santità" e sulla sua metamorfosi nel tempo, fino all'epoca moderna, un'era "alla fine" che richiede una crescente responsabilità del cristiano.
La “Vita breve” di Giulio Salvadori nacque come recensione critica alla “Vie de St. François d’Assise” dello storico protestante Paul Sabatier (1894), pietra miliare che segnò l’avvio, tra infiammate polemiche, di una prodigiosa rinascita degli studi francescani di cui ancor oggi non si vede il termine. La reazione del letterato cattolico, lontana da ogni spirito polemico, fu esemplare e colse con lucidità l’essenziale delle posizioni dello studioso francese, che riconobbe nello scritto del Salvadori l’intervento «più approfondito e cordiale che ho letto sul mio libro». A partire da questo libro i due rimasero legati per tutta la loro vita in una esemplare amicizia ricca di opere di impegno sociale. Questa nuova edizione della “Vita breve” è stata introdotta, curata e annotata con squisita finezza e competenza da Paolo Vian, Bibliotecario della Biblioteca Apostolica Vaticana, dove è conservato il fondo dei manoscritti di Giulio Salvadori.
Un testo che riflette sull'esperienza di povertà, vulnerabilità, miseria e fragilità vissuta da san Francesco. Nessuno più di lui ne ha afferrato il senso e l'ha vissuta come via di libertà, di realizzazione e di «perfetta letizia». Solo le nostre fragilità possono aiutarci a entrare nel nostro abisso e trovare in esso la via della vita. È questo, in sintesi, il grande messaggio che si coglie nei testi più conosciuti ed emblematici prodotti da Francesco di Assisi. Perciò l'autore ci propone una lettura di diversi passaggi delle "Ammonizioni", del racconto autobiografico della conversione fatto all'inizio del "Testamento", della "Lettera a un ministro" e della parabola della "Perfetta letizia".
La figura di san Francesco continua a interrogare l'uomo contemporaneo così come scandalizzò quello medievale. La grazia, la misericordia e la santità della sua figura parlano al cattolico, interessano il laico e sono una sfida per l'ateo. La sua rinuncia al mondo fu così radicale da rappresentare un modello per ogni futura rinuncia. Le sue scelte di essere povero tra i poveri, ultimo tra gli ultimi, in comunione intima con la natura indussero sospetti nelle gerarchie ecclesiastiche e mostrarono il volto evangelico di una Chiesa spesso severa e troppo incline al mondo. A lui si richiama continuamente papa Francesco, che ha scelto di chiamarsi così proprio in suo onore, volendo continuare l'opera del poverello di Assisi. Raccontare Francesco vuol dire sognare oggi una società migliore, solidale e aperta ai più deboli. E soprattutto sognarla nel segno della pace.
«Spero che risulti abbastanza chiaro che il centro focale di tutto non è Francesco d'Assisi, ma colui che ha riempito la sua vita e di cui egli è stato un'icona vivente, Gesù Cristo. Non saprei, diversamente, come farmi perdonare da Francesco l'aver osato aggiungere un ennesimo titolo all'immensa bibliografia su di lui». Così l'autore riassume il senso di questo ebook, che raccoglie un saggio su Francesco d'Assisi come genio religioso (inedito in lingua italiana) e diversi scritti più brevi su aspetti particolari della santità del poverello, che coprono un arco di più di quattro decenni: dall'VIII centenario della nascita del Santo, nel 1982, fino all'ascesa al soglio pontificio del cardinal Bergoglio che, per primo nella storia, ha scelto di chiamarsi con il nome del Poverello d'Assisi.
Parigi, anno 1266. Bonaventura da Bagnoregio, generale dell'Ordine francescano, impone di distruggere tutte le biografie di san Francesco, morto quarant'anni prima. In ognuno dei quasi millecinquecento conventi dell'ordine e dei quattrocento monasteri di Clarisse, le vecchie biografie vengono sostituite dalla nuova, redatta proprio da Bonaventura, chiamata Leggenda Maggiore. Monastero per monastero, convento per convento, si fanno sparire le precedenti testimonianze dagli archivi, dagli studia, dalle sale di lettura dei frati. Da quel momento l'immagine di Francesco diviene quella di un frate ingenuo e senza cultura. Solo secoli dopo, nel 1890, il pastore calvinista Paul Sabatier si mette alla ricerca dei testi scomparsi. Una ricerca testarda, durata per decenni e che, alla fine, ha successo. Chiara Mercuri ricostruisce, sulla base delle fonti non ufficiali, la vita e l'insegnamento di Francesco. Ne emerge il ritratto inedito di un uomo di profonda cultura, deciso fino alla durezza, ma amorevole verso i suoi compagni - Leone, Chiara e gli altri - che furono con lui il motore di una straordinaria stagione di rinnovamento dello spirito.
Con il Capitolo di Pentecoste del 1217 inizia la vicenda missionaria del nascente Ordine francescano. Guidati da frate Elia da Cortona, alcuni frati furono inviati "oltremare" come testimoni di fraternità e di pace per fondare una nuova Provincia francescana (l'odierna Custodia di Terra Santa). Due anni dopo, nel 1219, è lo stesso Francesco a recarsi nella città di Damietta, in Egitto, assediata dai crociati. Qui incontrerà il sultano al-Malik al-Kamil e probabilmente otterrà un salvacondotto per poter visitare per la prima volta i Luoghi Santi. Le linee guida indicate da Francesco per la missione dei frati sono semplici: prima la testimonianza di vita e poi l'annuncio esplicito del Vangelo. Da allora, fino ad oggi, seguendo queste indicazioni i frati della Custodia hanno vissuto accanto alle popolazioni di Terra Santa, aperto la strada ai pellegrini, fondato scuole e opere sociali, subendo spesso anche persecuzioni e sofferenze. Questo libro racconta la loro storia. Una storia lunga 800 anni. A cura di Giuseppe Caffulli. Contributi di: Francesco Patton ofm, Clara Maria Fusciello osc, Sergio Ferdinandi, Christian Grasso, Cesare Vaiani ofm, Filippo Sedda, Giuseppe Ligato, Giuseppe Buffon ofm, Onorato Grassi, Sara Cibin, Corrado Scardigno, Pacifico Sella ofm, Giovanni Claudio Bottini ofm.
Ormai tutti camminiamo. Per tanti motivi, e non tutti n nobili n spirituali. Alcune mete di pellegrinaggio sono ormai autentici cult: se i nostri fratelli musulmani almeno una volta nella vita devono recarsi in pellegrinaggio alla Mecca, noi non ci toccherà sgambettare fino a Compostela?
San Francesco d’Assisi e i suoi compagni sono stati indubitabilmente grandi camminatori: cosa hanno da insegnarci sull’arte di un pellegrinaggio autenticamente umano e cristiano Come possono aiutarci a vivere un’esperienza davvero profonda e non solo di moda? Ma poi, san Francesco ci è mai stato a Santiago di Compostela? E in Terra Santa?
Francesco e Chiara d’Assisi, due appassionati di Dio, ci hanno lasciato molte preghiere che sono espressioni di bellezza, speranza e passione.
I tre autori, grandi conoscitori della spiritualità francescana, ci offrono una traduzione moderna degli inni di lode dei due santi e un commento che attualizza le intuizioni originarie.
Testi antichi, carichi di vitalità e freschezza, diventano parole forti anche per l’oggi.
Fin dai primi momenti del suo ponti cato papa Francesco
ci ha abituato al tema della misericordia: già il suo motto episcopale, conservato anche una volta divenuto Papa, Miserando atque eligendo costituisce il preludio di gran parte del suo insegnamento.
Sono due gli ambiti nei quali il tema è considerato: teo-logico ed ecclesiologico. Il primo rimanda all’azione perdonante
di Dio, il secondo al compito della Chiesa in sintonia con
tale azione. Il primo si collega alla coscienza che tutti
siamo bisognosi di un intervento salvante da parte di Dio; il secondo richiama la missione della Chiesa di rendere possibile a tutti l’esperienza della misericordia di Dio. I due ambiti sono collegati all’inizio della Bolla di indizione dell’Anno santo della misericordia, Misericordiae vultus.