
L’Ave Maria è una preghiera familiare, la prima che abbiamo imparato da bambini. E’ la preghiera che spesso ricorre spontaneamente sulle nostre labbra specie nei momenti bui, più difficili, quelli in cui cerchiamo vie d’uscita nei momenti di prova, quando siamo in croce. La preghiera più semplice, eppure più soggetta al logorio dell’abitudine, in cui si impastano in maniera mirabile la fede biblica, la tradizione e la devozione della Chiesa.
L’Autore, in queste pagine, ci aiuta a cogliere la ricchezza dell’Ave Maria con lo sguardo particolare di Francesco d’Assisi, attraverso le tracce da lui lasciate nei suoi scritti o che i biografi hanno fatto risalire alla viva voce del Santo.
Dal sogno giovanile di diventare un cavaliere, passando attraverso l'amaro (e al contempo "rivelatore") incontro con i lebbrosi, l'esperienza con il Sultano, l'approvazione della Regola e la malattia, osservando la vita di Francesco d'Assisi si può affermare che l'esito più grande della sua parabola fu la creazione di un'inedita e originale fraternitas evangelica, che diventerà l'ordine dei frati Minori. Questo prezioso libro di Pietro Messa, grande esperto di storia del francescanesimo, rappresenta un'introduzione alla vita del Santo, una rilettura critica a tutto tondo dei diversi episodi (o "metamorfosi") che hanno dato forma alla storia di quest'uomo straordinario, anche oltre le letture univoche e spesso ideologiche che ne sono state fatte: «Francesco è Francesco e la cosa migliore è conoscerlo come tale».
Pubblicato per la prima volta nel 1898 come "Leggenda antichissima di san Francesco" e più tardi come "Memorie di frate Leone", lo "Specchio di perfezione" è una testimonianza preziosissima della vita del santo più amato di tutti i tempi. Un racconto eccezionale che restituisce l'immagine che di Francesco aveva frate Leone ("pecorella del Signore"), suo amico e confessore. Un incantato custode della memoria di Francesco, depositario della più autentica immagine del santo, delinea vicende, fatti e discorsi alternativi al canone agiografico ufficiale.
Il libro si propone di offrire anche ai più piccoli la possibilità di accostarsi direttamente alle parole scritte da san Francesco verso la fine della sua vita rivolgendosi «a tutti gli uomini e le donne che abitano nel mondo intero».
Nella “Lettera ai fedeli”, infatti, il santo di Assisi ha usato parole semplici e comprensibili da chiunque, ma allo stesso tempo capaci di farci uscire dalla piatta superficialità del mondo in cui viviamo.
Allo stesso modo, le tavole di sr. Chiara Amata che illustrano questo libro colpiscono per la loro spontaneità, ma offrono anche la possibilità di essere meditate e “lette” in profondità per aiutarci ad entrare in quel mondo interiore nel quale la presenza di Dio è più evidente e percepibile.
Tra cielo e terra: siamo "framezzo". Si insinua insistente la tentazione di vivere su questa strada come se fossimo in patria, ma siamo ancora in viaggio. Quando ci sembra di sprofondare nell'abisso del non senso, quando lo sconforto toglie la gioia del respiro, proprio allora la preghiera si fa «santa» perché finalmente non «pretendiamo» più né questo né quello, ma invochiamo lo splendore della Parola.
L'Altissimo non disdegna il nostro incedere faticoso.
Impariamo l'esistenza procedendo come chi non vede, con esitante toccare (At I7,27). Ma nell'Amore eternamente antico e nuovo, i passi incerti si trasfigurano in movenze di danza: avanti, indietro e di lato, in ritmo fiducioso; e le nostre pagine incompiute divengono tessere di un mosaico il cui disegno è lassù. Non c'è bisogno di correre con affanno, non di gridare. La Verità è praeexistens e come il Sole a tutti si dona sovrabbondante, se appena apriamo gli occhi.
Agli sfiduciati che si sentono precipitare nell'abisso del non-senso ricorderemo che hanno invece raggiunto il «momento opportuno» perché il cuore invochi: abyssus Abyssum invocat (Sal 42,8). Comprenderemo che la profezia è data non come ai pagani, non laccio di fuorvianti divinazioni, ma guida per il nostro oggi, lume per decidere il presente.
Oggi più che mai, in un contesto culturale e sociale in cui l'autorità e il governare sono visti in modo prevalentemente critico e sottoposti anzitutto al giudizio e al pregiudizio, si rivela necessario mostrare il volto servizievole di questo compito. L'idea dell'autorità in Francesco d'Assisi non ha nulla a che vedere con il potere, il prestigio e il dominio, tipici di una mentalità mondana. Egli stesso volle essere non un capo ma un fratello, non un maestro ma un testimone, non un padrone ma un servo. Il modo francescano di considerare il governo della fraternità e dell'Ordine è infatti incompatibile con il potere perché chi governa deve agire per puro spirito di servizio nella consapevolezza che l'autorità è un dono e non un privilegio. In questo senso lo spirito francescano del governare insiste sull'uguaglianza in fraternità in forza della professione dei voti e del Vangelo. Questo volume raccoglie gli atti del convegno «Governo fraterno. La novità di Francesco d'Assisi nella società delle relazioni liquide», svoltosi a Siracusa dal 25 al 27 settembre 2015 per iniziativa della Provincia dei Frati Minori Cappuccini.
“In queste pagine vorrei offrire un quadro d’insieme chiaro e solido sulla condizione di Francesco giovane, sui suoi turbamenti interiori, sulla sua ansia di ricerca, sulla dura lotta che seppe intraprendere con se stesso. Mi sono limitato agli anni che precedettero la sua conversione e poi ne segnarono il passaggio dal mondo a Cristo, quando decise di donare per sempre, e totalmente, la sua vita al Signore. Sono le sue scelte giovanili che qui interessano, per porle all’attenzione soprattutto di quanti oggi ne condividono l’età, nella speranza che facciano di tutta la loro vita qualcosa di bello, qualcosa di veramente grande: un dono per gli altri!”. (dalla Premessa dell’Autore)
"L’Autore fa rivivere Francesco con tratti di autentica poesia, senza tralasciare una rigorosa ricostruzione storica e ambientale; un ritratto fedele inserito in un ampio sfondo, simile ai dipinti più belli della scuola umbra. Pagine che fanno risuonare la voce di un uomo capace ancora oggi di trasmetterci il segreto di una vita piena, segnata dalla gioia."
Favorire il dialogo tra riflessione scientifica e spirito di comunione, considerare la collaborazione e il dialogo come strumenti privilegiati per ricercare la verità, superare l’individualismo che affligge anche gli ambienti universitari ecclesiali: a questi temi l’Istituto Francescano di Spiritualità ha dedicato la Giornata di studio 2017, organizzata nel quadro del percorso intrapreso nel 2015 per l’unificazione delle istituzioni accademiche francescane di Roma e la nascita di un’Università Francescana. Le due relazioni riportate nel testo – una sulla storia dell’università e l’altra sulla vocazione di un’Università francescana – mostrano la convenienza della vita in comune e del dialogo al fine di coltivare e comunicare le conoscenze. La tavola rotonda conclusiva, riportata alla fine del volume, presenta alcuni modelli di collaborazione accademica in spirito di comunione: le esperienze dell’Istituto Universitario Sophia, dell’Atelier Cardinal Špidlik e del Progetto San Bonaventura.
Sommario
Introduzione (A. Schmucki). Saluto del Magnifico Rettore della Pontificia Università Antonianum (M. Melone). Saluto del Preside della Facoltà Teologica San Bonaventura Seraphicum (D.A. Nhue Nguyen). Saluto del Preside dell’Istituto Francescano di Spiritualità (L. Bianchi). I. Carattere sinfonico della ricerca nell’universitas personarum et scientiarum. Sguardo storico e metodologico (L. Clavell). II. Una università francescana? Riflessioni sull’incontro tra minorità evangelica e sapienza accademica (M. Bartoli). III. L’Istituto universitario Sophia: un laboratorio accademico d’innovazione alla luce del carisma dell’unità (P. Coda). IV. L’Atelier di teologia «Card. Špidlík» del Centro Aletti (M. Campatelli). V. Il gruppo San Bonaventura: genesi, visione, sviluppo e difficoltà (G. Cesareo). VI. La ricerca della verità in un’apertura alla comunione. Spiritualità francescana e vita universitaria (S. Oppes). Conclusioni (W. Henn).
Note sull'autore
Albert Schmucki, frate minore, è professore aggiunto di Psicopedagogia della vita spirituale e vice preside dell’Istituto francescano di spiritualità della Pontificia Università Antonianum.
Luca Bianchi, frate minore cappuccino, insegna Storia della spiritualità all'Istituto Francescano di Spiritualità della Pontificia Università Antonianum, di cui è preside.
Sono qui raccolti cinque saggi di Romano Guardini sulla figura e la santità di Francesco d'Assisi, composti in un periodo di risveglio dell'interesse per la spiritualità e la mistica, compreso tra gli anni '20 e '50 del secolo scorso. Guardini ritrae san Francesco, ne contestualizza la vita, descrive le peculiarità del paesaggio umbro e della città natale che per l'autore si manifestano nella sua stessa personalità: chiaro, ben definito, brillante, un profilo marcato dalla cosiddetta "opposizione polare", una continua oscillazione tra contrari, senza mai scivolare nella contraddittorietà (presenza/lontananza, semplicità/problematicità, città/natura). Una descrizione della figura di Francesco che guida alla riflessione sul concetto di "santità" e sulla sua metamorfosi nel tempo, fino all'epoca moderna, un'era "alla fine" che richiede una crescente responsabilità del cristiano.
La “Vita breve” di Giulio Salvadori nacque come recensione critica alla “Vie de St. François d’Assise” dello storico protestante Paul Sabatier (1894), pietra miliare che segnò l’avvio, tra infiammate polemiche, di una prodigiosa rinascita degli studi francescani di cui ancor oggi non si vede il termine. La reazione del letterato cattolico, lontana da ogni spirito polemico, fu esemplare e colse con lucidità l’essenziale delle posizioni dello studioso francese, che riconobbe nello scritto del Salvadori l’intervento «più approfondito e cordiale che ho letto sul mio libro». A partire da questo libro i due rimasero legati per tutta la loro vita in una esemplare amicizia ricca di opere di impegno sociale. Questa nuova edizione della “Vita breve” è stata introdotta, curata e annotata con squisita finezza e competenza da Paolo Vian, Bibliotecario della Biblioteca Apostolica Vaticana, dove è conservato il fondo dei manoscritti di Giulio Salvadori.
Un testo che riflette sull'esperienza di povertà, vulnerabilità, miseria e fragilità vissuta da san Francesco. Nessuno più di lui ne ha afferrato il senso e l'ha vissuta come via di libertà, di realizzazione e di «perfetta letizia». Solo le nostre fragilità possono aiutarci a entrare nel nostro abisso e trovare in esso la via della vita. È questo, in sintesi, il grande messaggio che si coglie nei testi più conosciuti ed emblematici prodotti da Francesco di Assisi. Perciò l'autore ci propone una lettura di diversi passaggi delle "Ammonizioni", del racconto autobiografico della conversione fatto all'inizio del "Testamento", della "Lettera a un ministro" e della parabola della "Perfetta letizia".