La personalità poliedrica di Luigi ix di Francia – re e poi santo nel 1297, poco dopo la morte – viene indagata nei dieci saggi che compongono il volume. Dalla sua partecipazione alle crociate all'atteggiamento verso gli ebrei, dai rapporti con i francescani al destino delle sue spoglie contese emerge il ruolo assunto nella storia di Francia e dell’Europa. Dell’apporto dato alla vita temporale e spirituale del suo tempo sono testimonianza l’iconografia nell'arte italiana dal Medioevo all'Ottocento e la diffusione del suo culto in Sicilia tra il xvi e il xix secolo così come, nella letteratura francese, la cronaca a carattere biografico del contemporaneo Joinville e i componimenti dedicatigli da Claudel.
Don Bosco è uno dei santi più celebri e più fraintesi della storia della Chiesa. Anche se di certo non mancano i libri che parlano di lui, raramente la sua figura e, soprattutto, la sua spiritualità sono presentate in modo corretto e completo. Come Cristina Siccardi dimostra attingendo alle ricchissime fonti primigenie - le più attendibili in assoluto -, egli visse sempre di "sogni", cioè fu continuamente visitato dal Divino, perché chiamato a realizzare un grande progetto nel quale la dimensione soprannaturale e quella naturale dovevano toccarsi e che avrebbe condotto i ragazzi "peggiori" a divenire degli "onesti cittadini e dei buoni cristiani" (nel senso in cui il Santo intendeva tali qualità e che il libro svela fino in fondo). Quello che emerge da queste pagine non è dunque il "santo sociale" ideologicamente impostato, non è il "manager" così in voga negli anni '70 e '80, non è il precursore della moderna psicologia, né tanto meno del Concilio Vaticano II, ma un uomo fatto di cielo e di carità, che si adopera per instaurare il Regno di Dio sulla terra. Uno straordinario sacerdote che lottò indefessamente, seguendo gli indirizzi della Tradizione e usando gli strumenti della dialettica e della carta stampata, contro errori ed eresie, contro il liberalismo e la Massoneria, difendendo con coraggio, passione e determinazione la fede cattolica e la sua Chiesa.
Il 16 aprile 1879 moriva Bernadette Soubirous. Chi era? La figlia di un mugnaio sfrattato, una pastorella, una testimone di un fatto sconvolgente che la superò da ogni lato; una ragazza che decise di scomparire dopo i giorni delle apparizioni, facendosi suora e infermiera; una ragazza che, ancora giovanissima, si ammalò gravemente di un male che la portò alla morte. Molto è stato detto di lei, ma la verità si cela in queste pagine, scritte ormai da quasi cinquant’anni, ma che restano le più decisive sul senso e il destino della piccola veggente di Lourdes e sulla profezia della Vergine della Grotta di Massabielle. Dopo una lunghissima indagine sulle pagine lasciate da Bernadette e dai testimoni, René Laurentin – il maggiore studioso della storia delle visioni mariane – ci ripresenta tutte le parole di Bernadette, trasparenti e semplici come lei stessa, dal suo letto di morte, volle che fossero tramandate, quando disse: «Quanto più semplice si scrive, tanto meglio; infiorare le cose vuol dire snaturarle».
RENÉ LAURENTIN (19-10-1917) è uno degli specialisti più noti di mariologia; consultore delle commissioni preparatorie e poi esperto durante lo svolgimento del Concilio Vaticano Il, è stato l’interprete, il mediatore, l’arbitro di tutti i dibattiti e delle conseguenti decisioni che sono state prese in merito allo sviluppo della dottrina e della pietà su Maria negli ultimi 70 anni.
Sesto volume del progetto-laboratorio pastorale sulle figure degli Apostoli, che ha già interessato opere dedicate alle figure di Giuda, Pietro, Tommaso, Bartolomeo e Giacomo. Nella figura di questo Apostolo, così come in tutto il Vangelo, ci è proposto il grande paradosso: "chi è apparentemente più lontano dalla santità può diventare persino un modello di accoglienza della misericordia di Dio e lasciarne intravedere i meravigliosi effetti nella propria esistenza" (Papa Benedetto XVI - 30 agosto 2006). "Quando alloggiavo in via della Scrofa, mi piaceva andare a San Luigi dei Francesi per guardare il Caravaggio, La conversione di Matteo: lui aggrappato ai soldi e Gesù che con il dito lo indica. Lui attaccato ai soldi. E Gesù sceglie lui. Invita a pranzo tutta la 'cricca', traditori della patria, i pubblicani. Vedendo ciò, i farisei, che si credevano giusti, giudicavano tutti e dicevano: 'Ma come mai il vostro maestro ha questa compagnia?'. Gesù dice: 'Io sono venuto a chiamare non i giusti, ma i peccatori'. Questo mi consola tanto, perché penso che Gesù è venuto per me. Perché tutti siamo peccatori. Tutti. Tutti abbiamo questa 'laurea'." (Papa Francesco - 7 luglio 2017)
La corrispondenza tra Giorgio La Pira e Paolo VI mostra il quadro di un intenso rapporto di amicizia, iniziato negli anni Trenta del Novecento quando monsignor Giovanni Battista Montini è assistente ecclesiastico della Federazione degli Universitari Cattolici Italiani. L’intero carteggio – quasi un migliaio di lettere – è riportato nel CD, accompagnato da due importanti contributi proposti nel volume a stampa: nel primo Augusto D’Angelo fa una presentazione complessiva dell’epistolario, mentre il secondo è il testo della conferenza che Giorgio La Pira tenne a Brescia nel 1970 concludendo le manifestazioni per il cinquantesimo anniversario dell’ordinazione sacerdotale di Montini.
Frate Francesco si dichiarava “ignorante e illetterato”, eppure ci ha lasciato oltre una ventina di scritti, alcuni di notevole dimensione e tutti densi di concetti e valori tratti dal messaggio evangelico.
Tra i pensatori antichi Agostino è senza dubbio quello più presente nel dibattito filosofico e teologico contemporaneo. Anche autori non credenti e distanti da qualsiasi dimensione religiosa non esitano, infatti, a riconoscere nell’opera del Vescovo di Ippona un punto di riferimento essenziale e imprescindibile per una riflessione non ideologica sull’uomo e sulla sua vicenda esistenziale.
Negli anni successivi alla sua esistenza terrena e sempre con maggiore intensità e freschezza, Alfonso de' Liguori ha assunto le dimensioni di un gigante nella storia del cristianesimo e della Chiesa. Di ciò si è tentato di dare documentata dimostrazione, ripercorrendo la vita, le opere, il pensiero e l'impegno nel quotidiano di questo straordinario santo, al quale si deve tra l'altro anche un'efficace riscoperta del culto popolare verso la Vergine Maria.
Una raccolta di preghiere, alcune scritte di proprio pugno da san Francesco, altre a lui attribuite, altre ancora forse non pronunciate dalla viva voce del santo, ma comunque a lui riferibili e rivelatrici della sua pietà. Tutti i testi sono tratti dalle biografie e i racconti più antichi contenuti nelle Fonti Francescane.
È questo il secondo dei due volumi che raccolgono in edizione latino-italiana i sermoni de diversis di San Bonaventura, espressione con cui si designano quei sermoni del ciclo temporale e santorale che non appartengono a una collezione omogenea ma si trovano dispersi in diversi manoscritti sotto forma di reportationes, cioè di redazioni fatte da un uditore sulla base di note prese durante l'ascolto ai piedi del pulpito. In questo primo volume vengono presentati i sermoni del ciclo temporale, disposti secondo l'ordine del calendario liturgico francescano. La traduzione, rispettosa della vivacità tecnica ed espressiva della predicazione bonaventuriana, è posta a fronte di un testo latino tratto dall'edizione critica di Bougerol ma significativamente rivisto ed emendato sulla base della tradizione manoscritta.
Passare da Wittgenstein per arrivare a san Tommaso non è un percorso a ritroso, filosoficamente parlando. Lo sostengono importanti pensatori britannici della tradizione post-analitica come Peter Geach, Elizabeth Anscombe e Anthony Kenny, i quali propongono una lettura molto originale del Dottor Angelico e dell'autore delle Ricerche filosofiche. Roger Pouivet ricostruisce in "Dopo Wittgenstein, san Tommaso" i percorsi di una nuova e provocatoria corrente filosofica che ha preso il nome di "tomismo analitico" ed è una delle più coraggiose frontiere filosofiche di oggi.
Vincenzo Ferreri nacque a Valencia nel 1350. Giovanissimo, entrò nell'ordine domenicano, dedicandosi soprattutto alla predicazione, per la quale divenne molto conosciuto e seguito, mantenendo però sempre uno stile di vita austero. Si adoperò in modo particolare per la composizione dello scisma d'Occidente e fu autore di numerosi trattati. A diffonderne la fama dopo la sua morte furono soprattutto i numerosissimi prodigi operati per sua intercessione, tanto che la sua canonizzazione avvenne con il riconoscimento di ben oltre ottanta miracoli e secondo i suoi biografi "era un miracolo quando non faceva miracoli".