
Questa piccola opera raccoglie alcune riflessioni che don Julian Carron – attualmente alla guida del movimento di Comunione e Liberazione – ha rivolto ai giovani, in particolare a coloro che, avendo terminato le scuole superiori, si apprestano a compiere scelte importanti come quella dell’università e della professione e più avanti, in prospettiva, la scelta di uno stato di vita: la famiglia o, per alcuni, la strada della vita consacrata. Al fondo di ogni scelta, sta il desiderio profondo di realizzazione di sé. Quindi la decisione sulla strada da intraprendere – afferma Carron – non può prescindere da un serio confronto con le domande fondamentali sull’esistenza: Ma io perché sono al mondo? A che vale la pena vivere? Fino alla scoperta che la vita è vocazione, cioè la chiamata alla realizzazione del regno di Dio sulla terra.
«Esistono molte cose nella vita che catturano lo sguardo, ma poche catturano il tuo cuore: segui quelle». Un'affermazione di Winston Churchill, che ben si adatta a questo volume, scritto per «catturare» il cuore dei giovani e incoraggiarli ad aprirsi ai meravigliosi, e spesso inattesi, progetti di Dio. Il libro raccoglie testimonianze di vita cristiana nella quotidianità del matrimonio e del lavoro di personaggi famosi e non (Miss Italia come Giusy Buscemi, popstar come Nek, imprenditori, sportivi, avvocati, dirigenti d'azienda, insegnanti, poliziotti, educatori, persino ex criminali...), uomini e donne «normali» oppure «straordinari», come, ad esempio, la vergine consacrata a Baghdad o chi nasce senza le braccia e riesce a dedicarsi alla pittura e alla danza; senza dimenticare chi è chiamato al sacerdozio o alla vita monastica. Sono voci, gesti e parole che risvegliano il desiderio di santità, soprattutto tra i giovani, perché come ha scritto Antoine de Saint-Exupéry, «se vuoi costruire una barca, non radunare uomini per tagliare legna, dividere i compiti e impartire ordini, ma insegna loro la nostalgia per il mare vasto ed infinito». In tal senso anche Papa Francesco ha esortato le ragazze e i ragazzi del nostro tempo: «Noi cristiani non siamo scelti dal Signore per cosine piccole, andate sempre al di là, verso le cose grandi. Giocatevi la vita per grandi ideali!»
23 marzo 1975, domenica delle Palme. Dopo aver "personalmente pregato in silenzio", Paolo VI invita i giovani del mondo a ritrovarsi in Piazza San Pietro per esprimere e testimoniare "fede e gioia", e per celebrare "Cristo amico della nostra vita". A ragione si può credere che quel primo incontro di giovani con il Papa, nell'Anno Santo del 1975, ha portato poi Giovanni Paolo II ad istituire la Giornata mondiale della gioventù che, da un altro Anno Santo, quello del 1985, si celebra nella domenica delle Palme. Paolo VI ha amato i giovani. E certamente è stato il primo Papa a parlare in numerosi interventi al loro cuore; ad incontrarli; ad invitarli ad uscire dalla mediocrità, per fare della vita qualcosa di grande. In vista del Sinodo dei Vescovi, che nell'autunno del 2018 Papa Francesco ha voluto dedicare ai giovani, abbiamo voluto estrarre dai numerosi discorsi di Paolo VI ai giovani, 137 pensieri più significativi, per aiutare la riflessione e la preparazione del Sinodo.
In un tempo nel quale si avverte l’emergenza educativa e la comunità cristiana è impegnata a riflettere sul grande tema della educazione, è necessario mettersi in ascolto della Parola di Dio, che è il massimo esperto di questo campo. La Bibbia non propone una teoria dell’educazione né offre le indicazioni metodologiche che spettano alle scienze dell’educazione, ma è ricca di una saggezza pedagogica, che sarebbe un peccato trascurare.
Questo libro presenta cinque percorsi biblici. Il primo delinea come, secondo le Scritture del Primo Testamento, “Dio educa il suo popolo”. Il secondo è dedicato ai maestri di sapienza, il cui insegnamento è trasmesso negli scritti detti appunto “sapienziali”. Il terzo invita a guardare a Maria e Giuseppe “educatori” di Gesù. Nel quarto osserviamo il cammino educativo che Gesù maestro fa compiere ai discepoli. Il quinto capitolo è dedicato a san Paolo, pastore ed educatore delle giovani comunità che ha fondato.
Preghiere davanti all’Eucaristia nate «spigolando» il vangelo di san Giovanni.
Come per spigolare ci si inchina fino a terra, così la Parola va letta in ginocchio, in adorazione, come davanti all’Eucaristia.
Tutta la Parola è riscoperta e richiamata per formare un “pane” robusto e nutriente.
Queste pagine sono soltanto un esempio, una proposta per coloro che vogliono lasciarsi plasmare della Parola di Dio; sono una strada che conduce ad adorare Gesù Eucaristia, con una lettura amorosa e meditata della sua Parola.
Il testo accoglie l’:invito di Papa Francesco in vista del Sinodo dei giovani dell'ottobre 2018. Gli autori, attraverso un pensiero semplice e concreto, dal tono ":sapienziale": e pastorale, desiderano condividere le speranze e le inquietudini della nuova generazione, per accompagnarla nel discernere e decifrare i sogni che Dio semina nei cuori di ciascuno. Nonostante il fragile legame tra i giovani, la fede e la Chiesa, una cosa è: certa: la fede conserva ancora il fascino di un ideale di esistenza buona, bella e vera, presenza del dono preveniente di un amore personale che richiede più: di ogni altra cosa di essere riconosciuto, accolto e scelto.
Mollare tutto e seguire il Signore, giocarsi la vita per Lui, credere all’intuizione di quella chiamata che attira irresistibilmente ma al contempo mette i brividi. Una scelta a partire dalla quale iniziano lotte, s de, gioie e speranze. Queste pagine sono un incoraggiamento, uno sprone per chi avverte nel cuore la chiamata vocazionale, ma anche un incoraggiamento a chi già questa strada l’ha intrapresa da tempo e ne avverte il peso della fatica quotidiana. Non si è soli in questa avventura. C’è una Chiesa che prega. C’è una Chiesa che, nei suoi consacrati, quotidianamente lotta, si impegna, fatica, consuma le proprie energie per il bene dei suoi figli.
Ripresa e rilancio degli interventi dell’Assemblea degli Oratori 2017 dal titolo “Qua ci si gioca“.
La scoperta di sé come dono, vocazione e missione si realizza in un processo educativo che inizia subito. Immaginiamo che ogni oratorio, a certe condizioni, possa diventare il contesto in cui scoprire che la vita è un mistero di libertà.
L’oratorio, quindi, esiste per permettere la scoperta di questo mistero. L’oratorio esiste per la vocazione di ciascuno.
Uscire da un certo pessimismo sui giovani e cambiare lo sguardo su di loro: questa è forse oggi la priorità. Riuscire a guardare davvero ai giovani e con i giovani al loro mondo, oltre la superficie di apparente aridità e "mancanza di valori" alla quale spesso ci fermiamo. Ci sorprenderà scoprire che, in verità, ricca è la loro ricerca di spiritualità, autentico il loro desiderio di vita e sincero il loro interesse per la fede. Dopo una lucida analisi, frutto di una seria ricerca sociologica, ci vengono suggeriti passi concreti per imparare a guardare ai giovani senza giudicarli, ma cercando con loro nuove parole di salvezza.
Trovare, dopo aver speso tempo ed energie per cercare, è il sogno di ogni uomo. Ogni giovane si definisce come creatura capace di desiderare, come domanda aperta, portatore di un sogno di felicità e di pienezza di vita… una ricerca il cui oggetto, alla fine, non è una cosa ma una Persona.
Questa ansia, questa ricerca è riletta dall’Autore alla luce di personaggi biblici, come Abramo, Geremia, il Discepolo amato, Maria di Nazaret. Tutti sono sollecitati da domande a cui non ci sono risposte preconfezionate. Proprio questo li stimola a mettersi in cammino e incontrare la gioia del Vangelo.
Attraverso una lettura sapiente dei testi biblici l’Autore mostra quanto sia fondamentale favorire un dialogo personale dei giovani con Gesù, per aiutarli a fermarsi con Lui, a dimorare con Lui, offrendo occasioni per ascoltare il proprio cuore e per specchiarsi nella Scrittura.
Ne risulta che la Parola può ispirare nuovi percorsi per accompagnare i giovani a tale incontro, passo dopo passo, perché come il Discepolo amato ogni giovane giunga a posare il capo sopra il cuore di Gesù e lì trovare risposta alle sue domande.
Con scrittura scorrevole e taglio agile, dieci autori commentano i passi del Vangelo nei quali i giovani sono protagonisti e al contempo destinatari.
Il volume, 68 pagine, brossurato e a colori, raccoglie gli scritti di: Domenico Messina, Maria Fina e Ignazio Tabone, Maria Pina Fadale, Maria e Martin Milone, Paolo Curtaz, Tiago Gurgel, Adriana Sorci, Enza Maria Mortellaro.
Chiara si pone in modo coraggioso di fronte al grido inascoltato di molti giovani: coglie tutta la devastazione della loro disperata fame di amore, della loro solitudine, dei mille illusori messaggi di libertà che li imprigionano nelle peggiori dipendenze. E inizia la sua sfida: annunciare proprio a loro che la felicità è possibile grazie a un percorso di conoscenza di sé e guarigione del cuore alla scuola di Colui che è la Vita! Ora, gli stessi ragazzi di Nuovi Orizzonti continuano l'opera da lei iniziata: dalle loro esperienze di dolore e di rinascita, dall'immersione nella vita di comunità e di famiglia, trovano la gioia di portare a tutti l'unica Parola che può rispondere a quel grido, quello stesso Amore che ha dischiuso loro nuovi meravigliosi orizzonti di Gioia e di Vita. Chiara, alla luce della sua esperienza trentennale accanto a ragazzi in situazioni di grave disagio, sintetizza in questo libro alcune delle nuove povertà, spesso invisibili ma assolutamente drammatiche e dei "veleni" da cui scaturiscono, che caratterizzano oggi il mondo giovanile e che ci interpellano tutti in prima persona.