
Concetti fondamentali della filosofia di Rafael Ferber intende offrire agli studenti di filosofia come al pubblico piú in generale una piccola e originale scuola di pensiero filosofico.
Questo primo volume introduce il lettore, in un linguaggio accessibile ma sempre rigoroso, alle parole-chiave dell'universo filosofico quali Filosofia, Linguaggio, Conoscenza, Verità, Essere e Bene.
I contenuti, i metodi e le ambizioni della disciplina vengono presentati e discussi filosoficamente in modo da condurre il lettore in un'ideale passeggiata filosofica in compagnia dei principali esponenti delle varie epoche e attraverso le piú importanti correnti della storia del pensiero.
Il libro cerca di dire l'essenziale in modo chiaro, semplice e non gergale. Tuttavia l'autore non si è astenuto dal prendere anche una propria posizione. Soprattutto i capitoli sulla conoscenza, la verità e il bene offrono spunti che possono interessare anche i filosofi di professione
Concetti fondamentali della filosofia di Rafael Ferber intende offrire agli studenti di filosofia come al pubblico piú in generale una piccola e originale scuola di pensiero filosofico.
Questo secondo volume circoscrive e analizza le cinque parole-chiave dell'antropologia filosofica: Uomo, Coscienza, Corpo e Anima, Libero arbitrio e Morte.
Scritto in uno stile limpido e semplice, ma di livello teoretico sempre elevato, il libro si confronta con le problematiche filosofiche connesse a questi concetti fondamentali, riservando una particolare attenzione ai temi di dibattito piú caratteristici della nostra epoca e disegnando un quadro filosofico d'insieme dell'essenza dell'uomo.
Anche in questo volume, l'autore non si è astenuto dall'esprimere una propria posizione filosofica, riconducibile da un lato alla filosofia analitica, ma ancor piú profondamente legata alla tradizione della filosofia occidentale, la cui immagine dell'uomo contiene una irriducibile componente spirituale.
Vi è mai capitato di stare svegli tutta la notte, assillati da pensieri del tipo: come facciamo ad essere sicuri della realtà del mondo esterno? Forse non siamo altro che cervelli senza corpo, fluttuanti in una vasca, in balìa dei capricci di qualche scienziato pazzo… Questo tormentoso interrogativo e i tanti altri ad esso simili – dal problema dell’esistenza di altre menti alla nave di Teseo, dal rasoio di Ockham al paradosso del barbiere – sono stati oggetto di riflessione e congetture filosofiche da Platone a Putnam. Attraverso 50 brevi saggi, accessibili nel con tenuto e brillanti nella scrittura, Ben Dupré introduce e spiega questioni cruciali relative a co noscen za, coscienza, identità, etica, giustizia, lin guag gio, senso ed estetica: si tratta di questioni che hanno sempre animato il dibattito filosofico, dagli antichi Greci ad oggi.
Il manuale di base si propone come testo fondamentale per coloro che si avvicinano per la prima volta alla storia della filosofia. La prima parte presenta gli autori della filosofia classica, cristiana e moderna che ogni studente deve conoscere. L'esposizione del contesto e l'analisi delle opere principali è pensata in modo da consentire l'individuazione dei nuclei principali della riflessione filosofica e far entrare il lettore a diretto contatto con i testi. La seconda parte è dedicata invece agli indirizzi e ai problemi più rilevanti della filosofia contemporanea, ordinati entrambi per lemma, dall'epistemologia all'utilitarismo, dalla bioetica alla globalizzazione alla neurobiologia. Un'introduzione aggiornata alla filosofia che si avvale del contributo di alcuni tra i più importanti esponenti del panorama filosofico italiano.
In breve
Tutto è per sempre. Oggi tutto è scritto, tutto si può ritrovare. L’esplosione della scrittura svela l’essenza del legame sociale, la documentalità. Perché è necessario lasciar tracce: altrimenti non ci sarà niente nessuno in nessun luogo mai.
Questo libro parla di oggetti come i soldi e le opere d’arte, i matrimoni, i divorzi e gli affidi congiunti, gli anni di galera e i mutui, il costo del petrolio e i codici fiscali, il Tribunale di Norimberga e le crisi finanziarie. Sono gli oggetti sociali, cioè le iscrizioni che affollano il nostro mondo decidendo se saremo felici o infelici. Queste scartoffie le detestiamo eppure facciamo la fila per averle, e si accumulano nelle nostre tasche, nei portafogli, nei cassetti, nei telefonini, nei computer e negli archivi di ogni sorta che ci circondano, nel mondo reale e in quello virtuale. Ecco il motivo per cui questa teoria del mondo sociale si intitola Documentalità: la società della comunicazione è in realtà una società della registrazione e della iscrizione. Lo è sempre stata, ma lo è a maggior ragione oggi, con l’esplosione della scrittura e degli strumenti di registrazione, che svela come meglio non si potrebbe l’essenza del mondo sociale. Un mondo in cui persino i media, quelli che dovrebbero darti la vita in diretta, sono i massimi produttori di spettralità. Un mondo in cui la profezia di Warhol secondo cui un giorno ognuno di noi avrà i suoi quindici minuti di notorietà significa anzitutto: ognuno di noi sarà uno spettro per almeno quindici minuti, su YouTube o da qualche altra parte.
Indice
Matrimoni e anni di galera - Istruzioni per l’uso - 1. Catalogo del mondo 1.1. Esemplari - 1.2. Soggetti - 1.3. Oggetti - 2. Ontologia ed epistemologia 2.0. Dagli atomi alle multe - 2.1. Fallacia trascendentale - 2.2. Differenze ontologiche - 2.3. Teoria dell’esperienza - 3. Oggetti sociali 3.0. Testualismo e oggetti sociali - 3.1. Epistemologia sociale - 3.2. Realismo e testualismo - 3.3. Oggetti, atti, iscrizioni - 4. Icnologia - 4.0. Sulle tracce dello spirito - 4.1. Registrazione e imitazione - 4.2. Scrittura, archiscrittura, pensiero - 4.3. Genesi e struttura delle iscrizioni - 5. Documentalità - 5.0. Scienze della lettera - 5.1. Documenti - 5.2. Opere - 5.3. Fenomenologia della lettera - 6. Idiomi - 6.0. Lasciar tracce - 6.1. Che cosa significa una firma? - 6.2. Le style c’est l’homme - 6.3. Epilogo: undici tesi - Note - Nota al testo - Indice dei nomi
La condizione dell'uomo della società postmoderna è segnata da alcuni elementi di fondo: ripiegamento su di sé e su quel che, per sé, nel presente si può ottenere; atteggiamento di semplice spettatore nei confronti del male del mondo; crisi dell'idea di doveri assoluti verso se stessi e verso gli altri; riduzione dell'altruismo a gesto sporadico e non impegnativo; precarizzazione e frammentazione delle condizioni di esistenza e di lavoro e conseguente difficoltà di definire momenti comuni di lotta contro le ingiustizie e le disuguaglianze esistenti; attenuazione o blocco della coscienza critica per effetto dell'azione dei mezzi di comunicazione di massa orientati da ben determinate forze economiche e sociali; progressivo venir meno delle tutele e garanzie dello Stato sociale ecc. In questa stessa società si affacciano, tuttavia, processi e movimenti, sia teorici che pratici, in controtendenza rispetto al carattere dominante dell'epoca: una certa ripresa dell'impegno politico o, in ogni caso, di interesse per le questioni pubbliche, movimenti ecologisti e animalisti, crescita del volontariato, iniziative dell'economia solidale ecc. Essi ripropongono, in particolare, il tema della responsabilità dell'uomo verso l'altro, intendendosi, questa volta, per "altro", non solo l'altro uomo, ma anche - e si tratta di un mutamento epocale dal punto di vista etico - il mondo naturale non umano.
«Quando il pensiero, chiamato da una questione, la segue, durante il cammino può accadergli di mutare. Per questo è consigliabile, qui di seguito, prestare attenzione alla via, e meno al contenuto». Con queste parole si apre il primo dei testi raccolti in Identità e differenza, preziose testimonianze di due conferenze tenute nel 1957, in cui Heidegger dà alla propria speculazione una forma meno didattica che nei corsi universitari, ma anche meno esoterica che nei trattati. Nel celebre Il principio di identità viene indicata l'opportunità di «staccarsi dall'atteggiamento del pensiero rappresentativo», compiendo un «salto» al di fuori del principio di identità e della metafisica che su di esso si fonda per lanciarsi nell'abisso dell'Evento, in cui uomo ed essere coappartengono. In La struttura onto-teo-logica della metafisica, attraverso un serrato colloquio con Hegel, ed esperendo «nella loro autentica importanza termini ormai usurati come “ontologia”, “teologia”, “onto-teologia”», Heidegger esorta a fare il «passo indietro» che ci trasferisca «dalla metafisica all'essenza della metafisica». Un passo indietro che preparerebbe quel contromovimento di pensiero in grado di sottrarre l'uomo al nichilismo della tecnica: «Ciò che è stato detto lo si è detto in un seminario. Come indica la parola, un seminario è un luogo e un'occasione per spargere qua e là un seme, un granello di pensiero meditativo che prima o poi, una volta o l'altra, a modo suo, potrà schiudersi e dare frutti».
Ceruti M.
Il vincolo e la possibilità
Presentazione di Heinz von Foerster
Il libro
Un classico della filosofia della scienza, tradotto in molte lingue e ora riproposto con una nuova introduzione dell’autore.
Il vincolo e la possibilità è il testo che più ha contribuito a riformulare i linguaggi di numerose scienze umane in una prospettiva sistemica e complessa: dalla psicologia alla psicoterapia, dalle scienze della formazione alla pedagogia, dalla bioetica alla biologia, dalla sociologia all’urbanistica.
L'autore
Mauro Ceruti, uno dei protagonisti del pensiero della complessità, è professore ordinario di Filosofia della scienza all’Università di Bergamo. Tra i suoi libri pubblicati nelle nostre edizioni, Solidarietà o barbarie (con G. Bocchi, 1994) e Educazione e globalizzazione (con G. Bocchi, 2004).
Un classico del pensiero filosofico contemporaneo, sia per il significato epocale degli interrogativi estetici, religiosi e filosofici che pone, sia per il suo originale carattere teoretico. Bloch affronta in queste pagine la dimensione utopica del pensiero, delineando una "ontologia del non ancora" segnata dal marxismo e dalle avanguardie artistiche del Novecento. Dall'incontro con il sé al valore dell'ornamento, dalla filosofia della musica alla forma "incostruibile" dei problemi, si sviluppa una sorprendente concezione della storia contemporanea. E chiamando a raccolta gli antichi maestri, da Kant a Marx, da Schelling a Hòlderlin, individua nella forza della tradizione una possibilità ancora tutta da realizzare.
L’opera costituisce uno degli ultimi lavori filosofici di Sestov, e vide la luce prima in traduzione francese che in lingua originale. Essa è dedicata a una interpretazione dei motivi fondamentali della riflessione di Kierkegaard, autore che Sestov scoprì e studiò in età già avanzata su calda esortazione dell’amico Edmund Husserl; e secondo il giudizio di alcuni rappresenterebbe il libro migliore e più puntuale del pensatore russo. Tutte le categorie del pensiero kierkegaardiano vengono qui a trovare una specifica collocazione come modalità di espressione dell’unico e medesimo compito che fu fatto proprio anche da Sestov: la lotta contro la ragione e le sue verità. Se non è possibile rivalutare il senso dell’esistenzialità umana rimanendo sul terreno della necessità razionale, che per sé esige solo sottomissione, non resta che la lotta per l’Assurdo e per il paradosso; per ciò che precisamente definendosi come suprema “assenza-di-senso” può assicurare il senso della vita a una creatura libera.
Glauco Tiengo (Casale Monferrato, 1971) – specialista del pensiero filosofico-religioso ed esistenzialista russo del Novecento e in particolare di P. Florenskij, L. Sestov e V. Solov’ëv, già assegnista di ricerca presso l’Università “Roma III”, collabora con diverse Università e prestigiose Istituzioni sia in Italia che all’estero.
Enrico Macchetti (Biella, 1981) – dottore in filosofia presso l’Università del Piemonte Orientale “A. Avogadro” e cultore della tradizione filosofica russa, è attualmente impegnato in un approfondimento dello studio del legame tra senso dell’umanità e trascendenza nel pensiero russo tra Otto e Novecento. Entrambi, nella collana Bompiani “Il Pensiero Occidentale” hanno curato l’edizione di L. Sestov, Potestas clavium (2009).
A cura di Paola Premoli De Marchi
Testo tedesco a fronte
“Desidero sinceramente elevare il mio sguardo spirituale
al di sopra delle tempeste e delle burrasche di questo tempo –
in un’atmosfera più pura, e dirigerlo a ciò per cui l’uomo è uomo,
vale a dire ciò per cui egli partecipa dell’eterno.”
Il volume che viene presentato al pubblico italiano in una nuova traduzione è la principale opera di filosofia della religione di uno dei filosofi più geniali e influenti della filosofia tedesca contemporanea. Fin dalla pubblicazione (1921) suscitò uno straordinario scalpore, tanto da essere considerato una svolta nella teologia cattolica (Pryzwara), ma anche diverse critiche per l’impostazione rivoluzionaria rispetto alla tradizione scolastica. Nell’Eterno nell’uomo Scheler vuole restituire alla dimensione religiosa il suo ruolo di sfera più essenziale e decisiva per l’uomo: l’uomo è uomo perché partecipa dell’eterno. Egli si richiama ad Agostino e alla centralità del contatto immediato dell’anima con Dio, però applica a questa prospettiva gli strumenti della fenomenologia nata sulle fondamenta delle Ricerche Logiche di Husserl. Da questo consegue che la teologia naturale non sia più equivalente alla metafisica, ma abbia come oggetto proprio i fenomeni originari di ogni esperienza religiosa, dei quali la filosofia deve cogliere l’essenza e le leggi necessarie che ne regolano i rapporti. La riflessione filosofica su Dio diventa allora una “teologia dell’esperienza essenziale del divino”, che parte dalla riflessione sugli atti religiosi: “Nell’atto religioso si vede e si sente una presenza di Dio nella creatura, analogamente al modo in cui l’artista può essere visto e sentito nell’opera d’arte”. Così, “insegnare a trovare Dio è qualcosa di fondamentalmente differente e più eccelso che provare la sua esistenza. Solo chi ha trovato Dio può sentire la necessità di dimostrarne l’esistenza”. Questa è la tesi centrale dell’opera più ponderosa del volume, i Problemi di religione. I quattro più brevi saggi che lo completano, invece, illustrano la natura della filosofia (Essenza della filosofia) e il ruolo centrale della religione, in particolare del cristianesimo, nella società, nella storia e nella cultura. Seppure assai influenzati dal momento in cui furono scritti, e soprattutto dalla tragica esperienza della Prima Guerra Mondiale, assai profondo è il valore profetico di questi saggi per l’uomo contemporaneo che ha vissuto quanto Scheler aveva previsto e si trova ancora immerso nella crisi della cultura europea che in questo volume è tanto acutamente descritta.
Paola Premoli De Marchi ha conseguito il dottorato e la libera docenza presso l’“Internationale Akademie für Philosophie” del Principato del Liechtenstein, centro di ricerca internazionale che si ispira alla fenomenologia realista, di cui Max Scheler è uno dei padri fondatori. Tra le sue pubblicazioni vi sono Uomo e relazione. L’antropologia filosofica di D. von Hildebrand (Franco Angeli 1998), Etica dell’assenso (Franco Angeli 2002), Uomo né angelo né bestia, argomenti a favore dell’immortalità dell’anima (Ed. Art 2005) e Chi è il filosofo? Platone e la questione del dialogo mancante (Franco Angeli 2008), vincitore ex aequo del Premio “Mario di Nola” 2009 conferito dall’“Accademia Nazionale dei Lincei”. Per la Bompiani ha curato anche la traduzione di due opere di D. von Hildebrand: Che cos’è la Filosofia? (2001, con M. Pasquini) e Essenza dell’amore (2003). Attualmente è docente di Etica presso la facoltà di Medicina, Chirurgia e Scienze della Salute dell’Università del Piemonte Orientale A. Avogadro (Novara) e presso il Master in Bioetica ed Etica Applicata della facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Torino.