Poco prima di morire, nel 2003, Bernard Williams cominciò a lavorare alla scelta dei suoi saggi di storia della filosofia antica per raccoglierli in un volume che, con l'integrazione di alcuni capitoli dedicati a pensatori moderni e contemporanei, sarebbe diventato "Il senso del passato". Il libro contiene alcuni saggi ormai classici sulla filosofia antica, sull'epica e sulla tragedia greche, su Platone e Aristotele, su Descartes e Hume, su Nietzsche, Collingwood e Wittgenstein. Leggendoli, si ha l'impressione di cogliere dal vivo l'interesse centrale di Williams per la storia e per una qualche forma di genealogia. Williams aveva chiarito anni prima quale differenza assegnava alla storia della filosofia rispetto alla storia delle idee. Quest'ultima è ricostruzione ed esplorazione dei contesti storici, delle influenze e delle relazioni tra teorie e prospettive situate nel passato: il suo esercizio è contestualistico. La storia della filosofia consiste invece, secondo Williams, nella storia della filosofia fatta "filosoficamente". I problemi e i tentativi di soluzione proposti dalle nostre controparti passate restano in una dimensione di alterità che è alle nostre spalle e che solo la nostra ricerca consente di afferrare nella sua logica concettuale, esplicitandone gli assunti e finendo per rimettere in gioco le nostre stesse assunzioni.
Lo sviluppo delle tematiche antropologiche moderne converge sull’esigenza di riscoprire le relazioni interpersonali e la loro funzione nel farsi dell’identità personale. Questo comporta un allargamento dell’attenzione e del metodo filosofico stesso, per far posto all’incontro dell’altro nella sua alterità e per evidenziare l’importanza dei valori e dell’affettività nelle relazioni umane. Così si apre la ricerca circa i valori relazionali più alti e il senso ultimo della vita.
Destinatari
Opera destinata a studiosi e studenti di teologia.
Autore
Gian Luigi Brena é laureato in filosofia presso l’Università cattolica di Milano e ha conseguito il dottorato in teologia a Innsbruck. Ha pubblicato La struttura della percezione (1969), Alla ricerca del marxismo: M. Merleau-Ponty (1977), La teologia di Pannenberg. Cristianesimo e modernità (1993), Forme di verità. Introduzione all’epistemologia (1995). Ha insegnato epistemologia e antropologia filosofica per lo più presso l’Istituto Aloisianum di Padova; è segretario della Fondazione centro studi filosofici di Gallarate e collabora con la Fondazione Lanza.
Il libro
Il primo libro che prende in esame direttamente le questioni fondamentali che riguardano la mente nella prospettiva della fenomenologia.
Tra gli argomenti trattati figurano la coscienza e l’autocoscienza, incluse la percezione e l’azione, l’intenzionalità, la mente incarnata, la conoscenza delle altre menti. Un’introduzione ideale ai concetti chiave della fenomenologia, delle scienze cognitive e della filosofia della mente.
Gli autori
Shaun Gallagher è professore di Filosofia e Scienze cognitive alla University of Central Florida.
Dan Zahavi è professore di Filosofia e direttore del Center for Subjectivity Research alla University of Copenhagen.
Il libro
A cento anni dalla nascita di Gregory Bateson, studiosi di ambiti differenti si interrogano sulle molteplici sfaccettature del suo pensiero, affrontandone le varie dimensioni da più punti di vista. Il tema centrale è quanto sia possibile dare un’interpretazione “autentica” dell’opera di Bateson senza cadere nella copia o nella mistificazione.
Un testo di sicuro interesse per i molti appassionati lettori che gli scritti di Gregory Bateson hanno da sempre in Italia.
Contributi di P. Barbetta, M.C. Bateson, P. Bertrando, M. Bianciardi, L. Boscolo, C. Capello, W.F. Fry, G.M. Gilli, P. Harries-Jones, D. Lipset, G.O. Longo, G. Madonna, C. Maffei, S. Manghi, P.A. Rovatti, M. Schinco, B. Stagoll, D. Toffanetti, D. Zoletto
I curatori
Paolo Bertrando, psichiatra e psicoterapeuta sistemico, dirige il centro di psicoterapia sistemica Episteme di Torino. Nelle nostre edizioni ha pubblicato Terapia sistemica individuale (con L. Boscolo, 1996) e Storia della terapia familiare (con D. Toffanetti, 2000).
Marco Bianciardi, psicoterapeuta e formatore sistemico, è responsabile scientifico del centro Episteme di Torino.
Il libro
In questo libro uno dei maggiori filosofi viventi indaga con stile accattivante sulle circostanze in cui
siamo veramente padroni di noi stessi, mostrando come si tratti di condizioni al tempo stesso difficili da determinare, ma anche cruciali per capire chi siamo, e che cosa voglia dire essere un individuo.
Frankfurt considera la questione da differenti punti di vista, costruendo un quadro chiaro e illuminante della nostra individualità in quanto esseri umani. Le pagine di questo libro smontano molti luoghi comuni,presentando una visione nuova dell'individuo e del suo ruolo nella comunità. E l'amore – fra genitori e figli, tra uomo e donna o fra amici – non è affatto soltanto spontanea affezione, ma anche critica adesione a certi valori, e scelta consapevole di oggetti e
soggetti d'amore. E tutto questo viene da Frankfurt inserito in una visione del tutto terrena, priva di impegni di natura metafisica e religiosa. In questo libro, una via intermedia fra ragione e sentimento, tra individualismo e sfera comunitaria, viene presentata con efficacia. Il buon senso e l'equilibrio dell'analisi filosofica nella loro veste più profonda e illuminante: questo lo stile dei saggi qui raccolti, e la loro più preziosa ricchezza.
L'autore
Harry G. Frankfurt è professore emerito di filosofia presso la Princeton University. Ha insegnato alla Yale University
e alla Rockfeller University. É uno dei filosofi viventi più brillanti e controversi. I suoi interessi spaziano dalla filosofia
morale, della mente e dell'azione al razionalismo del 17 secolo. Molti dei suoi volumi sono diventati dei bestseller.
Alcune sue tesi, relative all'importanza dell'amorenella vita umana, al libero arbitrio e alla razionalità, sono tuttora oggetto di frequenti e appassionate discussioni.
Tra i suoi libri più famosi: Demons, dreamers, and madmen, The Importance of What We Care About; Necessity, Volition, and Love (1999), The Reasons of Love (2004).
C'è qualcosa di elusivo, nella stupidità - o nell'ottusità, o nella balordaggine, o comunque la si voglia chiamare. Essa si sottrae ad ogni nostra analisi cognitiva, mutandosi in una sorta di inquietante "doppio" dell'abilità - o dell'intelligenza. Pensatori della statura di Karl Marx, Friedrich Nietzsche, Gilles Deleuze hanno, fra i tanti, dedicato analisi particolareggiate a ciò che la stupidità può implicare a livello politico e sociale. Compulsiva, benché riottosa, la stupidità è il fattore critico che causa il collasso delle nostre certezze in termini politici, etici, psicoanalitici. L'enigma cui ci pone dinanzi l'oggetto specifico di tale riflessione coinvolge problemi e realtà quali l'identità nazionale, il masochismo e le politiche sessuali, così come pure la possibilità di articolare poeticamente il balbettio nel quale il fenomeno ha la sua genesi. Da Dostoevskij a Friedrich Schlegel, a Musil, a Wordsworth, "Stupidity" indaga i temi dell'ignoranza, dell'imbecillità, dei limiti della ragione, giungendo nel contempo a esaminare la prassi pervasiva dell'accanimento teoretico in connessione con analoghe forme di aggressività paranoide. Infine, all'interno di una sezione specificamente dedicata alle infermità croniche debilitanti, la trattazione viene sviluppata sino a giungere alle soglie di una vera e propria ermeneutica del corpo, "ai limiti di quanto il corpo è in grado di sapere e di esprimere".
In breve
Quali colossali cambiamenti, in Italia e nel mondo, hanno condotto negli ultimi tre decenni al declino apparentemente inarrestabile degli intellettuali? Com’è potuto accadere che il nesso politica e cultura, indissolubile in Italia fin dall’origine della storia unitaria, sia stato negli ultimi tempi polverizzato e abbia dato origine alla stagione del grande silenzio, segnata dal vuoto del pensiero critico? Più semplicemente, quale ‘catastrofe’ civile e culturale si nasconde nel nostro paese dietro il dissolvimento del ceto intellettuale, attore non innocente del declino più complessivo? Tra storia e ritratto autobiografico, parla uno dei protagonisti della cultura italiana degli ultimi cinquant’anni, un coltivatore di memoria, tramite tra passato e futuro.
Indice
Premessa - I. L’estinzione - II. Nascita e tramonto di una tribù inquieta - III. Politica e cultura - IV. La sinistra tra egemonia e catastrofe - V. La «civiltà montante» - VI. L’evo berlusconiano - VII. Scuola e università: la nuova resistenza - VIII. «A ognuno puzza questo barbaro dominio» - Nota bibliografica - Indice dei nomi
È andata a finire così. La filosofia viva, vitale, è fuggita dai libri accademici e si è rifugiata al cinema.
Chi non si è chiesto se Neo in Matrix abbia fatto bene a prendere la pillola rossa, o non avrebbe invece dovuto prendere quella blu. Chi non si è domandato se Terminator può veramente cambiare il presente saltando dal suo futuro al nostro passato. Oltre il giardino, uno dei classici del ventesimo secolo, ci ricorda con elegante violenza che non siamo padroni delle nostre parole o del nostro destino. Vorreste davvero diventare Presidenti per caso? In Ricomincio da capo un uomo è intrappolato in un presente eternamente ripetuto: solo l’amore potrà liberarlo, ma come imparare ad amare nel mondo dell’eterno ritorno? Cinque filosofi italiani – Armando Massarenti, Achille C. Varzi, Roberto Casati, Nicla Vassallo, Claudia Bianchi – affrontano alcune tra le più complesse e intriganti domande filosofiche, a partire da altrettante sceneggiature per il cinema: come fai a sapere quanto credi di sapere e che non stai invece sognando? In che modo interpreti le parole e i comportamenti degli altri e come fai a essere sicuro di aver capito cosa intendono dire davvero? È possibile cambiare il presente intervenendo sul passato? L’onniscienza renderebbe Dio un essere migliore degli uomini? I lettori sono tutti invitati ad acquistare un biglietto per una proiezione ad alta tensione mentale e accomodarsi in poltrona.
Indice
Prefazione. -1. Essere nel cast di Armando Massarenti - 2. È successo tra qualche anno di Achille C. Varzi - 3. La tragedia dell’eterno ritorno di Roberto Casati - 4. Come fai a saperlo? di Nicla Vassallo - 5. Che cosa vuoi dire? di Claudia Bianchi - Postfazione. Esercizi spirituali stramaledettamente logici di Armando Massarenti - Note
Il percorso dall’anarchia alla giustizia deve passare per l’ingiustizia. Una portata globale della giustizia si raggiungerà solo tramite sviluppi che dapprima accresceranno l’ingiustizia del mondo introducendo istituzioni efficaci ma illegittime.
Intento del volume è quello di presentare in forma sintetica il pensiero di J. Derrida.
L’aggettivo «sintetico» deve essere inteso in un duplice significato. Innanzitutto nel senso di «parziale»: di fronte ad una produzione come quella del filosofo francese (più di cinquanta volumi, centinaia di articoli, decine di interviste ed interventi vari), questo saggio sceglie di soffermarsi solo su alcuni dei termini e delle questioni che hanno impegnato la complessa opera derridiana. Tuttavia queste pagine articolano una lettura che intende essere sintetica soprattutto nel senso di «essenziale»: attraversando la riflessione che Derrida ha sviluppato attorno a concetti come quelli di scrittura, traccia, disseminazione, decostruzione, dif-ferenza,
aporia, impossibilità, ecc., il testo di Petrosino fa emergere quell’«infaticabile ed appassionata interrogazione sull’eventualità dell’evento» che rappresenta la cifra stessa del pensatore francese. In tal senso: «Che cosa significa e come è possibile essere rigorosi con un termine/concetto come quello di "evento"? O ancora più radicalmente: come il modo d’essere dell’evento obbliga a ripensare la natura stessa del logos e la forma di razionalità ad essa adeguata?»
Silvano Petrosino (1955) insegna Semiotica e Filosofia morale presso l’Università Cattolica di Milano e Piacenza. Tra le sue opere ricordiamo: La verità nomade. Introduzione a E. Lévinas (Milano 1980, Paris 1984); Visione e desiderio. Sull’essenza dell’invidia (Milano 1992); Jacques Derrida e la legge del possibile. Un’introduzione (2a ed. Milano 1997, Paris 1994); Lo stupore (Novara 1997, Madrid 2001); Il sacrificio sospeso (Milano 2000, Paris 2008); Il dono (in collaborazione con P. Gilbert, Genova 2002, Bruxelles 2003); Babele. Architettura, filosofia e linguaggio di un delirio (Genova 2003); Piccola metafisica della luce (Milano 2004); Capovolgimenti. La casa non è una tana, l’economia non è il business (Milano 2008)
Per la prima volta in un unico volume tutte le opere, i frammenti e le glosse di Esiodo. Con testo greco a fronte.
Nel processo che vedrà la sua condanna a morte, Socrate si presenta al popolo ateniese come "Il dono del dio alla città". Da allora un filo rosso collega la filosofia all'atto di donare. Anzi, la domanda classica su che cos'è la filosofia? si riverbera nell'altra, che torna a chiedersi, da Seneca a Mauss fino a Derrida, ossia dall'antichità ad oggi, che cos'è un dono? Il dono di sé e il dono anonimo: tra queste due forme del donare il libro tenta di rispondere alla domanda sull'essenza della filosofia. Vi si sostiene la tesi che il tratto distintivo della filosofia va in direzione ostinatamente contraria rispetto alla marcia del pianeta dietro il vessillo dell'utile e del profitto e alla sua immane accelerazione nel fondamentalismo economico degli ultimi decenni. Se l'utile, come ammoniva Schiller, "è il grande idolo del tempo, a cui tutte le forze debbono servire e a cui tutti i talenti debbono rendere omaggio", quello filosofico è l'atto antiidolatrico e iconoclasta per eccellenza, che interrompe il circuito dell'utile e dell'interesse, ma anche, in qualche maniera, del sapere stesso, rappresentando il modo, ogni volta diverso per stile e strumentazione concettuale, con cui la filosofia ottiene il suo scopo originario. Che non è la conquista del reale, ma la sospensione del suo assolutismo, ovvero la divisione dei poteri che ne costituiscono la presa.