L'Istituto Paolo vi di Brescia prosegue nella pubblicazione del Carteggio (1914-1933) di Giovanni Battista Montini-Paolo vi relativo all'anno 1930, quarto tomo del secondo volume dedicato agli anni fucini dal 1924 al 1933. L'iniziativa si inserisce nel solco di un progetto editoriale di lungo respiro che, avviato all'inizio di questo millennio per la cura di Xenio Toscani, si è già concretizzato nella stampa di un primo volume in due tomi riguardante gli anni dal 1914 al 19231, e di tre tomi del secondo volume per gli anni 1924-1925, 1926-1927 e 1928-19292. Il presente tomo è interamente consacrato al 1930 e accoglie un totale di 824 corrispondenze, 201 autografe di Giovanni Battista Montini e 623 di altri mittenti. Rispetto agli anni precedenti è da evidenziare una diminuzione delle lettere di Montini in rapporto a quelle ricevute, mentre l'orizzonte dei corrispondenti si dilata. Ai familiari e agli interlocutori che detengono ruoli di responsabilità nella Chiesa, nella società, nella politica e nella cultura (consiglieri nazionali della fuci, presidenti e assistenti ecclesiastici dei circoli fucini, professori delle università, intellettuali italiani e stranieri, autori di opere di grande importanza per la vita culturale e spirituale, vescovi e superiori di congregazioni religiose, esponenti della Curia romana...), si aggiunge un numero rilevante di studenti e di semplici "militanti" fucini che si rivolgono all'assistente ecclesiastico generale pur senza esigere una risposta, ma desiderosi di condividere informazioni sull'attività dei circoli locali e inviando ringraziamenti, saluti e auguri.
Giovanni XXIII si abbandonò nelle mani di Dio e si rese disponibile allo Spirito per essere strumento della sua azione. Con la convocazione del concilio Vaticano II è stato in grado di avviare un processo di riforma e rivitalizzazione della Chiesa. Nella sua figura troviamo, allora, ancora oggi un compagno di cammino, che ci incoraggia e ci conforta nel processo di rinnovamento sinodale che stiamo vivendo. Luis Marín de San Martín in questo libro, omaggio alla memoria del "Papa buono", ripercorre la vita di Angelo Roncalli ed espone dieci parole chiave della sua spiritualità attraverso le sue stesse parole, che parlano direttamente al nostro cuore. Arricchiscono l'opera tre testi fondamentali: il discorso di inaugurazione del Concilio, il discorso alla luna e il testamento.
Nei duemila anni di storia della Chiesa è esistito un solo papa inglese, Nicola Breakspear, un figlio illegittimo, un povero che, grazie allo studio, alla fede e al coraggio, nel 1154 divenne uno degli uomini più potenti del mondo, assumendo la tiara papale come Adriano IV. Operò con onore in Francia, Norvegia e Spagna, per poi dedicarsi a contenere la prepotenza di Federico Barbarossa. Pochissimo conosciuto e stimato anche in Inghilterra, questa è la prima biografia a lui dedicata, che illustra la sua grandezza.
Il modernismo è il tentativo di conciliare la teologia cattolica e la filosofia moderna. Questo libro riunisce tre documenti di papa San Pio X che, a distanza di più di un secolo dalla loro pubblicazione, rimangono - oggi forse più di ieri - pietre miliari nella difesa della fede cattolica: la Grave Allocuzione dell'aprile 1907, il decreto del Sant'Uffizio "Lamentabili sane exitu", e la lettera enciclica "Pascendi Dominici gregis". Quest'ultima è una diagnosi accurata della natura, delle cause e degli effetti del modernismo, e indica utilissimi rimedi per debellarlo dalla Chiesa. Si tratta dunque di una guida indispensabile per comprendere e contrastare il modernismo teologico e rispondere alle sfide e alle devianze del mondo contemporaneo.
Il libro racconta la transizione del papato dalla fine dell'antico regime agli ultimi tre pontificati, nuovi ma con limiti evidenti di governo. In una crisi profonda del cattolicesimo l'assolutismo papale sembra essere al suo apogeo ma non riesce a riformare la curia romana e si scontra con difficoltà serie: il rapporto con il denaro, la comunicazione, la problematica santità papale. L'eredità di Ratzinger resta fondamentale, tra l'altro, per il rapporto con l'ebraismo, per la riflessione sull'estinguersi della fede in Occidente e per l'azione lucida e determinata contro lo scandalo degli abusi, ma poco efficace è stato il suo governo. Irrisolto e contraddittorio risulta invece il pontificato di Bergoglio, caratterizzato da una decisa volontà riformatrice ma anche da scelte che hanno finito per accentuare le divisioni nella Chiesa, rendendo in questo modo urgente una riflessione sull'esercizio del potere papale e sulla collegialità episcopale.
Nell'opera sono messe a confronto due posizioni: quanto è stato imposto e tramandato dalla massoneria e l'impegno e l'attività storicamente documentate di Pio IX. La posizione della massoneria è insegnata nella scuola di Stato dal 1848 ed è la ricostruzione abituale del cosiddetto "Risorgimento". Pio IX è sempre stato presentato come una persona incapace di comprendere le novità culturali e politiche del suo tempo, mentre ha compreso profondamente la situazione dei tempi e si è comportato in modo corretto, come afferma don Bosco nella presentazione che ne fa nel Bollettino Salesiano del 1878 alla morte di Pio IX. Si tratta di rifare la storia e presentarla secondo una visione critica e documentata, superando le ideologie. Pio IX è stato contrario ad ogni forma di guerra e, di conseguenza, contro il progetto del Regno di Sardegna di conquistare ed annettere i vari Stati dell'Italia, mentre era aperto a forme confederali.
Con un ricordo personale e inedito del card. Comastri, che come collaboratore ha vissuto da vicino gli ultimi mesi della vita di Karol Wojtyla, il libro - con numerose fotografie e testi didascalici - racconta la storia umana e pastorale di san Giovanni Paolo II, dalla nascita alla canonizzazione.
Prima di abbracciare, riconoscendo la propria vocazione più autentica (già da tempo, peraltro, intravista dal suo grande protettore, il principe-arcivescovo di Cracovia, Sapieha), la carriera che lo avrebbe portato sul trono di Pietro e fatto diventare il vicario di Gesù Cristo, l'uomo che sulla Terra rappresenta il Figlio di Dio, che 'fa le veci' della seconda persona del Dio trinitario, Wojtyla è stato un fecondo drammaturgo. L'importanza del fatto non sta tanto nella circostanza che, nell'intera storia dei papi, soltanto uno prima di lui (e ben cinquecento anni prima) ha scritto per il teatro, ma nella "coincidenza dei fini" del Wojtyla autore e del Wojtyla sacerdote, cardinale e poi papa. Sarebbe cambiato soltanto lo strumento per compiere quella che, fin da giovane, Wojtyla ha sentito essere la propria ineluttabile missione. La sua produzione letteraria è importante, quindi, oltre che in sé - si tratta di opere di grande intensità poetica e di notevole forza drammatica - anche perché consente di cogliere le ragioni profonde e i sentimenti che ispirarono l'azione di questo personaggio dal quale la storia contemporanea è stata fortemente segnata.
Editoriale studi Goffredo Zanchi, Il sinodo diocesano del 1910; Documenti Giancarlo Carminati, Vicende e intrecci nel carteggio Angelo Giuseppe Roncalli - Fortunato Benzoni Vincenzo Pergolizzi, La deposizione di monsignor Angelo Giuseppe Roncalli al processo di Norimberga (giugno 1946); Archivio Juanita Schiavini Trezzi, L'Archivio personale di papa Roncalli.
Un testo dedicato a papa Paolo VI, pensato mentre ricorrono i sessant'anni dalla chiamata di Giovanni Battista Montini al ministero petrino. Raccoglie le omelie che Marcello Semeraro ha pronunciato annualmente il 6 di agosto dal 2008 al 2014 in occasione della Santa Messa nella festa della Trasfigurazione del Signore e nel ricordo del ritorno alla casa del Padre di san Paolo VI. Prefazione di papa Francesco. Postfazione di Leonardo Sapienza.
Il dibattito culturale degli anni '20 e '30 del Novecento e la sua incidenza sulla vita ecclesiale si trovano al centro dell'attenzione e rappresentano l'oggetto principale del volume che raccoglie gli Atti del XV Colloquio Internazionale dell'Istituto Paolo VI. L'intento perseguito con la scelta di questo tema è evidentemente quello di chiarire in che modo lo studio, l'avvio del ministero e lo sguardo sul mondo, dal punto di vista della Segreteria di Stato vaticana, nell'epoca dei totalitarismi, abbiano plasmato la figura di Giovanni Battista Montini e rendano ragione delle caratteristiche dell'azione pastorale e del magistero nelle successive stagioni della sua vita. Si incontra qui, nella sua radice, il tema a lungo studiato del rapporto di Giovanni Battista Montini con la modernità. Egli si forma nella stagione ecclesiale successiva al modernismo, in un contesto ecclesiale assai sensibile e, non di rado, dichiaratamente sospettoso verso ogni possibile cedimento al pensiero moderno. Negli anni '20 e '30 G.B. Montini matura uno sguardo differenziato sulla cultura moderna, che non deve essere demonizzata, ma neppure può essere assunta acriticamente. In modo più profondo, ma anche meno esplicito, si intravede negli scritti di Montini di questo periodo la convinzione che la modernità si dà in molti modi ed esige perciò capacità di discernimento e un'attitudine che si potrebbe dire di "partecipazione critica" alla vicenda della cultura del tempo.
Il volume, di 574 pagine, edito da Kappadue arti grafiche di Ramon di Loria, è articolato nello studio e nella riproduzione di un centinaio di ritratti di papa Pio X, che, durante la sua vita (1835-1914), lo hanno raffigurato come sacerdote, vescovo, patriarca e papa e che furono eseguiti sia da artisti famosi e sia da umili operatori che lo effigiarono in tele a olio, in busti in marmo, in miniature, in monumenti nei quali ne espressero il volto e le sembianze e vennero eseguiti in molti casi con pose appositamente concesse, in altri casi ripresi da semplici fotografie, che in quel periodo si andavano diffondendo in tanti ambienti ecclesiastici e civili dell'Europa, degli Stati Uniti e, anche, del Sud America. La ricerca, durata una dozzina d'anni, ha fornito utile e interessante documentazione non solo sugli artisti e sulla loro creatività espressa in opere che si ammirano in tanti musei pubblici e collezioni private, ma particolarmente sul loro incontro personale e professionale con Pio X e del quale narrarono in riviste o giornali del tempo, le sensazioni vissute, le espressioni scambiate, i risultati della propria opera artistica, contribuendo in tal modo a propagare l'immagine del Papa connotata di soavità, di dolcezza, di melanconia, di propensione all'osservatore e veicolando così la figura di un Pontefice-Pastore che entrò nel cuore dei fedeli ancor prima dell’onore che la Chiesa gli concesse degli altari.
Le quattro grandi fasi di vita di Pio X entro cui si collocano e si espongono i ritratti rinvenuti, sono preceduti da documentati profili del relativo periodo biografico del personaggio, attinti soprattutto dalle testimonianze di quanti lo frequentarono e deposero nel Processo super virtutibus svoltosi a Treviso fra il 1923 e il 1924, a neppure un decennio dalla morte del santo papa trevigiano.