
Quando nel 1378, dopo settant’anni di papato ad Avignone, i cardinali francesi elessero il semplice arcivescovo Bartolomeo Prignano al soglio pontificio, ritennero di avere compiuto un piccolo capolavoro. Prignano era italiano, come chiedevano i romani, ma anche un uomo di curia, quindi facilmente manovrabile. Si ingannarono.
Infatti, appena eletto, Urbano VI iniziò un’opera di demolizione del loro strapotere che ben presto li indusse a cercarsi un altro papa, provocando lo Scisma d’Occidente. Inoltre quest’uomo, noto per essere dottissimo e di costumi irreprensibili, si rivelò col tempo un sovrano dispotico, vendicativo e perfino sanguinario. Tra battaglie, assedi, fughe precipitose, intrighi e misteriosi omicidi di cardinali, la sua è la vicenda di un papa eletto per errore, forse non del tutto sano di mente; in lui, tuttavia, uno spirito impetuoso e puro come quello di Caterina da Siena non smise mai di riconoscere il vicario di Cristo sulla terra. Perché dunque ridurre tutto a criteri terreni? Forse non è il modo migliore per giudicare la storia. Lo dimostrano gli anni avventurosi e terribili del pontificato di Urbano VI: il papa che non avrebbe dovuto essere eletto.
Questa raccolta di pensieri e di preghiere di Papa Giovanni XXIII è la testimonianza della sua devozione mariana. Ciò che emerge dalla lettura e dalla meditazione di questi pensieri, è l'aspetto classico e tradizionale della pietà mariana del Papa buono. Recitava ogni giorno la corona, parlava spesso con fervore della Vergine, con semplicità, senza astrattismi. Quel suo modo di presentare la persona e la missione di Maria Santissima non cessa di stupire. Questo volume può essere utilizzato quasi come un manuale per la recita "meditata" del Rosario, e come base di partenza per una riflessione profonda sulla presenza di Maria nella nostra vita.
Con questo volume il lettore ha la possibilità di conoscere la bellezza e gli alti contenuti teologici e spirituali della poesia wojtyliana che è anzitutto un singolare colloquio dell'autore con se stesso, con Dio e con l'uomo. È una testimonianza intima ed attenta della sua propria ricerca di Dio, del desiderio ardente di incontrarlo per unirsi sempre più profondamente con lui.
Introduzioni
Giorgio Cracco, Dal Veneto al mondo: davvero (p. 11-20)
Giovanni Vian, Albino Luciani: dalla memoria alla storia (p. 21-31)
I. Attraverso una vita
Loris Serafini, Preti e modelli di prete nel Bellunese negli «anni di Luciani» (p. 35-52)
Patrizia Luciani, II primo ministero (p. 53-66)
Valentina Ciciliot, L’episcopato di Albino Luciani a Vittorio Veneto (1959-1970) (p. 67-91)
Marcello Malpensa, Il ministero a Vittorio Veneto nelle lettere pastorali (p. 93-119)
Giovanni Vian, L’episcopato veneziano di Albino Luciani (p. 121-167)
Gianni Bernardi, II patriarca Luciani e la formazione, ad sacerdoti (p. 169-182)
Enrico Galavotti, «Solo una specie di famiglia». Albino Luciani e la Conferenza Episcopale Italiana (p. 183-224)
Giorgio Fedalto, Un ecclesiastico veneto tra concilio e post-concilio. Dalle montagne alla laguna (p. 225-239)
II. Temi e problemi aperti
Cosimo Damiano Fonseca, Albino Luciani e la «Chiesa parrocchiale» (p. 243-256)
Fulvio De Giorgi, Le prospettive della catechesi nell’Italia della prima metà del Novecento e l’opera di Albino Luciani (p. 257-295)
Giancarlo Zizola, Luciani e i media (p. 297-310)
Annibale Zambarbieri, Albino Luciani tra «vecchia» e «nuova» teologia. Appunti su una difficile transizione (p. 311-354)
Massimo Faggioli, Per un «centrismo conciliare». Albino Luciani e il conci lio Vaticano II (p. 355-383)
Roberto Morozzo della Rocca, L’orizzonte missionario di Albino Luciani (p. 385-395)
Gianni La Bella, Luciani e la povertà (p. 397-409)
Maurizio Pegrari, La finanza bianca e il vescovo Luciani (p. 411-440)
III. Trentatré giorni
Giorgio Cracco, Modelli di papi e idee sul papato negli scritti di Albino Luciani (p. 443-472)
Philippe Chenaux, Luciani e Montini (p. 473-481)
Alberto Melloni, Luciani e il 1978 (p. 483-490)
Nicla Buonasorte, L’enigma Luciani e il conclave (p. 491-503)
Cesare Alzati, Giovanni Paolo I. Una svolta dedsiva per il pontificato romano di fine Novecento (p. 505-508)
Federico Ruozzi, «Un papa più mostrato che dato?». Albino Luciani e le fonti televisive (p. 509-560)
Testimonianza
Card. Angelo Scola, Patriarca di Venezia (p. 563-570)
Strumenti
Scheda biografica di Albino Luciani (p. 573)
Notizie sugli autori (p. 575-579)
Tavola delle abbreviazioni (p. 581-582)
Indice dei nomi, a cura di Franco Scarmoncin (p. 583-599)
Si tratta delle lettere che il "Papa Buono" scrisse negli anni del suo soggiorno tra i cristiani d'Oriente; lettere che denotano già i punti chiave della sua mentalità e della sua missione nella Chiesa: la riforma, l'unità e la pace. Da questo punto di vista il suo pontificato si rivela come il risultato coerente di un cammino iniziato già decenni prima dell'elezione.
Dopo aver realizzato la biografia "Vita di Giovanni Paolo II", gli autori intendono coinvolgere i fedeli del Papa "venuto da lontano", in un cammino di preghiera e meditazione. Ogni giorno è possibile lasciarsi guidare dalla forza e dalla fede di Karol Wojtyla in un itinerario di speranza. Il testo è infatti pensato come guida spirituale per scandire i momenti della vita quotidiana, in compagnia di un amico, Giovanni Paolo II, attraverso pensieri, encicliche e preghiere.
Destinatari
Associazioni, gruppi di preghiera dedicati a Giovanni Paolo II, ma anche a singoli devoti.
Autore
NATALINO MONOPOLI (1977), nato a Bisceglie (BA), laureato in lettere presso l’Università di Bari, docente di lettere e appassionato studioso di iconografia sacra e agiografia, è fondatore e presidente dell’Associazione Giovanni Paolo II in Bisceglie. Insieme a Padre Piccolomini ha pubblicato: Santa Rita da Cascia. Il respiro del perdono (2004); L’attualità di Agostino ( 2005); Preghiere a Santa Rita da Cascia (2006); Tre percorsi di santità (2007); Vita di Giovanni Paolo II (2008); San Nicola da Tolentino il sorriso dell'umiltà (2008). REMO PICCOLOMINI, sacerdote agostiniano, ha insegnato filosofia e storia per molti anni nei licei. Da 20 anni ricopre la carica di direttore della Nuova biblioteca agostiniana. Tra le sue pubblicazioni, oltre a quelle sopra citate, ricordiamo Santa Monica (2010).
Questo libro rappresenta una significativa novità nel panorama degli Maurizio Gattoni studi sulla Storia della Chiesa e, in particolare, sui Pontificati di Sisto IV e di Innocenzo VIII, la cui politica estera è stata sinora poco meditata dalla storiografia; grazie ad una vasta documentazione archivistica ed una aggiornata bibliografia, l’autore riesce a coniugare la comparazione delle fonti con una nuova interpretazione dell’azione di Sisto IV, l’iniziatore della fase matura del Rinascimento per lo Stato Pontificio.
La cronaca avvincente delle battaglie e delle congiure è corredata dalle schede biografiche dei protagonisti e dalla descrizione delle magistrature; di notevole interesse l’analisi delle bolle pontificie dirette contro Lorenzo de’ Medici e delle fonti dottrinali cui si ispirarono. La disamina dell’evoluzione della politica estera si accompagna così allo studio delle complesse vicende istituzionali dei singoli Stati italiani.
Passioni civili, lussi cortigiani e intrepidi condottieri: la miglior Storia, il Rinascimento, rivive in questo appassionante volume.
Maurizio Gattoni (Genova, 1971) ha conseguito la laurea in Storia degli Antichi Stati Italiani presso l’Università degli Studi di Siena nel 1994. Due anni dopo ha iniziato l’attività di ricerca e collaborazione presso l’Archivio Segreto Vaticano da cui sono nati i volumi: Pandolfo Petrucci e la Repubblica di Siena (1487-1512), Siena 1997, Leone X e la geopolitica dello Stato Pontificio (1513-1521), Collectanea Archivi Vaticani, 47, 2000, Clemente VII e la geopolitica dello Stato Pontificio (1523-1534), Collectanea Archivi Vaticani, 49, 2002.
Con Studium ha pubblicato nel 2006 il volume Pio V e la politica iberica dello Stato Pontificio (1566-1572), 2006 e, nel 2007, il volume Gregorio XIII e la politica iberica dello Stato Pontificio (1572-1585), entrambi frutto degli studi svolti presso la Torre do Tombo di Lisbona e l’Archivo General de Simancas. È inoltre autore de La Titanomachia. L’età dei Nove e dei Petrucci a Siena e le guerre d’Italia (1477-1524), Siena 2010 e Palio e Contrade nel Rinascimento. I cavalli dei Gonzaga, Marchesi di Mantova al Palio di Siena, Siena 2010.
Papa del Concilio, Papa della pace, ma anche Papa del «discorso alla luna» o della «carezza ai bambini » (in riferimento al memorabile saluto rivolto ai fedeli in piazza San Pietro, la sera dell’apertura dei lavori conciliari, l’11 ottobre 1962), Angelo Giuseppe Roncalli (1881-1963), proclamato Beato dalla Chiesa il 3 settembre 2000, nella sua vita lunga e ricca di esperienze ha riempito migliaia di fogli di note, riflessioni , meditazioni . Questi ci mostrano un uomo istruito da Dio mentre descrive i l suo cammino spirituale, ma raccontano anche gran parte del Ventesimo secolo visto da Bergamo e da Roma, da Sofia e da Istanbul, da Parigi e da Venezia, infine dal Vaticano. Qui abbiamo raccolto 400 «perle», le pagine più belle e significative: messaggi di amore e di pace che costituiscono una testimonianza e un insegnamento di fede cristiana, al contempo universale e acutamente calata nel nostro tempo. Arricchiscono il volume due contributi inediti di Marco Roncalli, pronipote e importante biografo, e di monsignor Loris F. Capovilla, segretario particolare del Papa buono.
Dall'Arcivescovo Metropolita di L'Aquila una riflessione sulla Perdonanza di san Celestino.
Ad oltre quarant'anni dalla sua prima edizione questo epistolario mantiene intatta la sua nitidezza riflettendo come in uno specchio una duplice storia. Quella di una famiglia rurale lombarda a cavallo fra il XIX e il XX secolo, con le sue difficoltà, i suoi momenti di dolore e di gioia, i suoi limiti e le sue virtù, la sua fede, e, al tempo stesso, quella di una vocazione sacerdotale che dal Seminario Romano,dopo numerose tappe nel segno del binomio "oboedientia et pax" - dalla Bulgaria alla Turchia, dalla Francia alla laguna veneta, arriva sulla cattedra di Pietro e sulle soglie del Concilio Vaticano II. Un epistolario che custodisce nelle sue pagine cariche di pietas, sensus fidei, humanitas, il segreto di Giovanni XXIII dentro quello delle sue radici.
L'atteggiamento di papa Pio XII nei confronti del genocidio nazista del popolo ebraico ha dato origine a un vasto e complesso dibattito che ha superato l'ambito propriamente storiografico, per coinvolgere ampia parte dell'opinione pubblica. Era il papa a conoscenza di quanto stava avvenendo nei campi di concentramento? Ha denunciato pubblicamente lo sterminio in atto? Sul tragico sfondo della Seconda guerra mondiale, un pontefice di indubbia levatura morale e intellettuale, nonché dotato di grande esperienza diplomatica, come Eugenio Pacelli, si trova di fronte a un angoscioso dilemma: denunciare apertamente, come molti chiedevano, lo sterminio degli Ebrei, anche a rischio di aggravarne ulteriormente la sorte, o evitare un intervento pubblico, senza tralasciare di soccorrere nel silenzio e generosamente i perseguitati? Quando le situazioni concrete si fanno complesse, diventa inevitabile, anche per un papa, compiere una scelta che difficilmente potrà raccogliere il consenso di tutti. Una scelta comunque legittima, operata secondo il proprio discernimento, pur nella prospettiva di alternative altrettanto plausibili.
«Hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi»: è ben più che una massima evangelica, è il programma di vita di ogni cristiano che non voglia tradire la sua vocazione. Perciò, quando il 19 aprile 2005 fu eletto papa, il cardinale Joseph Ratzinger immaginava sicuramente tutti gli attacchi odiosi e maramaldeschi che avrebbe dovuto subire. Entrato in conclave dichiarando guerra al mondo relativista e a un cattolicesimo pavido e malaticcio, non contava certo di evitare lo scontro. Tanto più che dimostrò subito di voler fare ciò che il mondo relativista e il cattolicesimo malaticcio proprio non possono tollerare: ridare vigore a Roma e al Papato. Un programma assolutamente imperdonabile all’alba del terzo millennio. Così si spiegano le aggressioni iniziate il giorno stesso dell’elezione, di cui le vicende legate ai casi di pedofilia tra i sacerdoti cattolici sono solo uno degli esempi più eclatanti. Magari, Benedetto XVI non ha incontrato tanto apprezzamento tra i colleghi teologi e intellettuali, però è riuscito in un’operazione molto più cattolica: portare dopo tanto tempo i cattolici in piazza San Pietro a gridare orgogliosamente «Viva il Papa».
Gli autori:
Alessandro Gnocchi, studioso delle tematiche religiose nella letteratura moderna e contemporanea, e Mario Palmaro, filosofo del diritto, sono due tra le firme più conosciute e più battagliere del panorama cattolico. Collaborano con varie testate, tra cui «il Foglio», «Libero» e la rivista di apologetica «Il Timone». Tra i libri che hanno scritto insieme: Cattivi maestri. Inchiesta sui nemici della Verità; Cronache da Babele. Viaggio nella crisi della modernità; Contro il logorio del laicismo moderno; Io speriamo che resto cattolico; Giovannino Guareschi: c’era una volta il padre di don Camillo e Peppone; Tradizione, il vero volto; Rapporto sulla tradizione.