Misericordia et misera sono le due parole che sant'Agostino utilizza per raccontare l'incontro tra Gesù e l'adultera (cfr Gv 8,1 ? 11). Non poteva trovare espressione più bella e coerente di questa per far comprendere il mistero dell'amore di Dio quando viene incontro al peccatore: 'Rimasero soltanto loro due: la misera e la misericordia!'. Quanta pietà e giustizia divina in questo racconto! Il suo insegnamento viene a illuminare la conclusione del Giubileo Straordinario della Misericordia, mentre indica il cammino che siamo chiamati a percorrere nel futuro.
Sono trascorsi dieci anni dall'uscita dell'ultimo fascicolo di Fonti e documenti, la pubblicazione annuale del Centro studi per la storia del Modernismo, poi anche della Fondazione Romolo Murri, entrambe con sede nell'Università degli Studi di Urbino. A quella iniziativa, avviata nel 1972 da Lorenzo Bedeschi, che ne fu anche l'effervescente animatore, si collega Modernism, che vede ora la luce. Con questa nuova pubblicazione intendiamo anzitutto riproporre la centralità per gli studi storici della crisi modernista europea tra Otto e Novecento quale momento paradigmatico del nodo costituito dai rapporti tra cristianesimo e modernità.
Sezione monografica: La Bibliotheca di Fozio come archivio Luciano Bossina, Introduzione. Per una lettura della Bibliotheca di Fozio Luciano Canfora, Non esiste l'"ambasceria in Assiria" Vanna Maraglino, Genesi e propagazione di una erronea datazione del primo concilio di Nicea Anna Trento, Nilo, Proclo o Nestorio? Cinque omelie in cerca d'autore (Phot. Bibl. 276) Tommaso Braccini, Fozio e Giobio Claudio Schiano, Stefano Gobar e la controversia sul corpo risorto nella Bibliotheca di Fozio. Saggi: Emiliano Rubens Urciuoli, Un'ordinaria eccezione. Erik Peterson in- terprete di Carl Schmitt (1924-1933) Bradford A. Bouley, Roman Medicine, Papal Power and the Making of Spanish Saints Giovanni Cavagnini, Guerra e santità. Il caso di Guido Negri (19162014) a proposito di cristianesimo e culture di Franco Bolgiani Bruna Bocchini Camaiani, Franco Bolgiani, Cristianesimo e culture Fulvio De Giorgi, Su Cristianesimo e culture di Franco Bolgiani Giovanni Filoramo, Intervento in merito a Franco Bolgiani, Cristia- nesimo e culture Éric Junod, La voix chaleureuse et la curiosité généreuse de Franco Bolgiani. Interventi: Giorgio Campanini, Dino Torreggiani e la Chiesa di Reggio Emilia. Una ricerca di Sandro Spreafico.
Essere tolleranti significa che niente e nessuno può pretendere di possedere la verità? E, diametralmente all'opposto di questo relativismo, esistono soltanto il fanatismo e il fondamentalismo religioso? In questo senso, il discorso sulla libertà religiosa come si pone sul terreno della vita pubblica, della convivenza civile? La tolleranza, specialmente se si parla di religione, ha dovuto - e deve tuttora - essere conquistata superando aspre resistenze, dispute e conflitti. Ancora oggi, non è ovunque un fatto scontato. Il cardinale tedesco descrive questa lotta in prospettiva interdisciplinare: egli intende delineare una concezione profonda della tolleranza - come atteggiamento di virile resistenza, come esercizio di coraggio civile, mantenendo sempre una irriducibile tensione fra verità e libertà - in grado di confrontarsi con l'attuale autocomprensione della chiesa e con i cambiamenti radicali avvenuti di recente nella società.
Il libro ripercorre la storia della Riforma protestante, con i suoi vari esiti e articolazioni, nella società europea del XVI secolo: dalla rottura della millenaria unità cristiana alla nascita della nuova realtà religiosa, culturale, politica, sociale, economica del mondo moderno. Dottrine, idee, libri, attori, istituzioni, teorie e pratiche di tolleranza sono i protagonisti di questo ampio affresco della "rivoluzione protestante". Particolare attenzione è dedicata alla Riforma italiana.
La prima parte di questo volume è dedicata alla teologia dell'immagine, con i contributi di Franc?ois Boespflug, Le manteau des saints, ou comment le concile de Trente a placé les images sous leur protection; di Michelina Tenace, All'origine del Decreto sulle immagini di Trento, il Concilio Nicea II, e di Alessandra Bartolomei Romagnoli, Rappresentazioni della santità mistica prima e dopo il Concilio di Trento. La seconda parte riguarda, invece, l'identità e la genesi del decreto, a cominciare dal contributo di Paolo Prodi, Storia, natura e pietà: il problema della disciplina delle immagini nell'età tridentina. Altri tre saggi sono incentrati sulla presenza al concilio del teologo gesuita Diego Laínez e sul suo ruolo nella genesi del decreto sulle immagini: Paul Oberholzer SJ, Diego Laínez come teologo del Concilio e la presenza gesuita nel concetto della sua identità; Lydia Salviucci Insolera, La formulazione del Decreto sulle immagini nei manoscritti di p. Diego Laínez, e Mirella Saulini, Diego Laínez e l'elaborazione della scrittura del Decreto. La terza parte riguarda la ricezione del decreto, con alcuni esempi storici e artistici chiarificatori: Roberto Pancheri, La raffigurazione del concilio di Trento come "historia sacra"; Cristina Mandosi, Istruzione del cardinale Gabriele Paleotti per la Costruzione delle Cappelle nei Palazzi, e Anna Eleanor Signorini, Le cappelle gentilizie a Roma dalle norme tridentine ai primi trattati di fine '500: il caso dell'agostiniana Cappella Cavalletti (1603-1605). L'ultima parte è dedicata alla pala d'altare dell'Assunzione della Vergine di Scipione Pulzone nella cappella Bandini, in S. Silvestro al Quirinale, la cui iconografia deriva da una consultazione avuta dai committenti direttamente con il cardinale Gabriele Paleotti. L'analisi di questa famosa pala serve a rimarcare la complessità dell'incontro concreto tra il significato teologico dell'immagine e la sua effettiva elaborazione in un'opera d'arte. I contributi sono di Luigi Mezzadri CM, San Silvestro al Quirinale fra rinascimenti e riforme; di Lydia Salviucci Insolera, L'Assunzione della Vergine di Scipione Pulzone tra stile e teologia, e di Cristiana Bigari, Gli stucchi cinquecenteschi e la pala d'altare della cappella Bandini in S. Silvestro al Quirinale. In appendice, a cura di Mirella Saulini, le trascrizioni latine e le relative traduzioni del decreto tridentino, con una selezione di brani di p. Laínez.
La pubblicazione si distingue dalle consuete guide turistiche: non solo suggerisce la visita di luoghi caratteristici, permette di conoscere la storia della città e dei monumenti e di gustare la bellezza e il significato delle opere artistiche, ma offre anche tante occasioni di autentico arricchimento culturale e spirituale. I pellegrini troveranno contenuti dedicati alla devozione e al culto: testi per la celebrazione delle Messe, Salmi, preghiere, professione di fede e canti...
Spesso tendiamo verso qualcosa, che ci attrae e ci procura sicurezza, che ci possa far riuscire nella vita. Con questo libro Anselm Grün, monaco benedettino e tra gli autori cristiani più letti del nostro tempo, ci trasmette il coraggio e la fiducia che ci servono per affrontare le difficoltà, per superare le tempeste della vita. Infatti dobbiamo confidare in Dio per sapere che non possiamo cadere più in basso, perché Dio ci tiene per mano.
Venerdì Santo, i cristiani su tutta la terra ascoltano il racconto della passione e della morte di Gesù, il Signore. È la Croce nel cuore della liturgia, oggi, in tutte le chiese delle città e delle periferie, in ogni angolo della terra. Ora siamo nella chiesa di S. Maria della Sanità mentre risuona solenne per tre volte "il grido-canto" di fede, che convoca tutti ad adorare: Ecco il legno della croce Venite adoriamo Ecco il legno della croce. Ecco il legno della croce. La croce è lì, innalzata da un uomo del popolo e illuminata da due candelieri sorretti da due giovani missionari. È realizzata con il legno dei barconi provenienti dalle coste libanesi a Lampedusa, incrocio di mari e di popoli, terra di accoglienza e di lacrime, testimone di gente stremata dalla fame, dalle guerre, dalle violenze, dalle torture; testimone di umanità perdute nelle acque del Mediterraneo. Questa croce, graffiata, crivellata, con tre chiodi rialzati, non ha perso completamente l'azzurro-verde del cielo e del mare e il marrone della terra, da cui prorompe la storia del mondo, il racconto dei naufraghi e la loro forza di osare, il brivido di prendere il largo nel mare aperto, il fremito di speranze nuove... la morte. Qui nulla è occultato delle sofferenza di Cristo e dell'umanità. È l'epifania della violenza di cui gli uomini sono capaci. Penetra in noi la consapevolezza di appartenere "alla carne umana", che presto diventa intercessione e adorazione umile e silenziosa. In processione uno dopo l'altro ci accostiamo alla croce con le espressioni più belle dell'amore: c'è chi l'accarezza, la bacia, l'abbraccia, appoggia la fronte sul legno, s'inginocchia... Poi la croce viene distesa sulla nuda terra e giungono a piccoli gruppi o persone sole, gente di tutti i colori, di tutti i popoli, così com'è il rione Sanità, ad adorare, a immergersi e a condividere storie cariche di lacrime e dense di nostalgia. Stando appoggiati nella fede camminiamo sulle nostre strade con passi lenti e silenziosi. La grazia ispira. C'è profumo di popolo. La croce costruisce ponti di comunicazione di generazione in generazione, tra una terra e un'altra. Alla Sanità, piccolo angolo del mondo, transitano da sempre persone e popoli di culture e di fedi diverse a raccontarci resistenze, dolori, martiri, speranze e progetti. Le catacombe custodiscono le testimonianze vive dell'accoglienza di popoli africani giunti qui 15 secoli fa.
La versione della Bibbia a cura di padre Sales è tra le migliori mai realizzate, sia per traduzione (dalla "Vulgata") che per note. Le note e le spiegazioni di un teologo del livello di padre Sales ci ricordano, contro i protestanti, che la Scrittura non è così chiara da poter essere interpretata da qualsiasi fedele. Sales difatti adotta magistralmente, e magistralmente assume, 1900 anni di tradizione cattolica, asciugandoli in un commento che ha dell'incredibile per il grado di perfetta comprensibilità che può vantare. Gli "Atti apostolici" in ogni pagina del loro racconto vedono giganteggiare due straordinarie figure: s. Pietro da una parte e s. Paolo dall'altra. S. Luca - autore del terzo vangelo, di cui gli atti sono la naturale prosecuzione - al fine di dimostrare che tra i due principi della fede esisteva una perfetta identità di vedute, si studia di esaltare sia l'uno che l'altro, riferendo alcuni miracoli da loro operati che hanno parecchi punti di rassomiglianza, e narrando i principali fatti della loro vita.