La Bhagavadgita è il testo sacro dell'India più caro a Gandhi, la bibbia da cui trasse ispirazione e nutrimento nel suo agire nonviolento. Qui offriamo la lettura che ne fece Vinoba, profondo conoscitore del sanscrito e delle Sacre Scritture, i cui commenti furono esaltati dallo stesso Gandhi.
Il libro Guru and Disciple descrive l’incontro di Henri le Saux O.S.B. (Svami Abhishiktananda) con Sadguru Gñanananda al suo asram, Sri Gñanananda Tapovanam, nella seconda settimana del dicembre 1955, e il suo ritiro di due settimane con lui nel marzo 1956. Egli presenta un’immagine vivida, bella e commovente del saggio e fa emergere l’essenza del suo insegnamento. Abhishiktananda fu pienamente aperto alla Grazia del suo Guru. Scrive in proposito: «Il mio Gñanananda è completamente vero. In esso io non ho sovrapposto me al Maestro. È diverso dagli altri libri e presenta il meglio dell’esperienza indiana, senza fare comparazioni o giudizi di valore. Di tutto ciò che ho scritto, Gñanananda è quasi l’unica cosa che rimane a galla.» È per via della sua totale trasparenza e per la grande rilevanza dei suoi contenuti per i tempi moderni che questo libro è riconosciuto come uno dei migliori documenti spirituali del ventesimo secolo. «L’importanza dell’incontro di Abhishiktananda con il suo Guru Sri Gñanananda è stata adeguatamente evidenziata e apprezzata in questa edizione italiana meglio che in tutte le precedenti.
Questa edizione del libro Guru and Disciple, sarà un’aggiunta di gran valore alla letteratura spirituale in italiano, diffondendo il messaggio senza tempo delle Upanishad come è stato insegnato dal grande saggio dell’est» (dall’Introduzione di Sri Svami Nityananda Giri).
Dopo l'11 settembre 2001 si è sempre più affermata una visione che qualifica i rapporti conflittuali tra Occidente e islam in termini di "scontro di civiltà". Quello che rischiamo di non vedere è come le contrapposizioni più maligne operino "all'interno" di nazioni e paesi, fra radicalismi etnici e/o religiosi. Al di là del Medio Oriente, ad esempio, una grande democrazia come l'India appare oggi minacciata dal nazionalismo induista, che fa della "purezza" etnica e religiosa un motivo di dominio e di esclusione. Basandosi sulla sua profonda conoscenza della realtà politica e culturale indiana, Martha Nussbaum descrive la nascita dell'estremismo induista di destra, ne approfondisce la peculiarità culturale e rilegge gli eventi significativi che hanno portato il movimento alla violenza genocida. Un'occasione per riflettere sul modo in cui un'ideologia religiosa può arrivare a minacciare il pluralismo democratico e lo stesso principio di legalità. Non dimentichiamo che forme più o meno aggressive di radicalismo-localismo sono presenti anche in molte democrazie occidentali.
La figura del maestro, del guru, è assolutamente centrale nelle religioni dell’India. In mancanza di istituzioni come la Chiesa in Occidente, il guru è da sempre la guida autorevole, il punto di riferimento di ogni "tradizione" (sampradaya). Ogni indirizzo si riconosce nel magistero d’una successione ininterrotta di maestri, a partire dal fondatore. La verità riluce in una persona: la "rivelazione" (sruti) s’attualizza in un incontro, s’incarna in una relazione con chi si crede abbia sconfitto il male e la morte. Oggi come ieri, per i discepoli il guru è "Dio che parla e che cammina" (bolte calte dev), un’irruzione del divino sulla terra (avatara). Nulla è più santo del maestro, giacché il guru è colui — o colei, la gurvi — che rivela il Brahman, l’Assoluto, e conduce al fine sommo della liberazione (mokxa). Attraverso un rigoroso esame delle fonti e della letteratura specialistica, il libro offre un prezioso sguardo d’insieme sui molteplici aspetti in cui si declina la figura del maestro, sino a ricostruirne ruolo e funzioni in età moderna e contemporanea, con particolare attenzione all’incontro dell’India con il mondo occidentale. Arricchisce il volume la prima traduzione italiana della Guru-gita, celebre inno laudativo sanscrito.
In questo libro sono raccolti i metodi di Gandhi per vivere in buona salute seguendo le leggi della natura nella dieta, nell'esercizio fisico, nell'aria che si respira e nella purezza del cuore, invece di affidarsi alla medicina per rimediare ai mali della vita moderna.
«Lo scopo di questo libro è indicare qualcosa che la mente può aver tralasciato. Niente di nuovo, niente che tu possa ottenere o aggiungere a te stesso. Non è indicare le buone azioni che hai compiuto nella vita per sottolineare che persona meravigliosa devi essere. È indicare qualcosa di così semplice, di così ovvio, che, una volta indicato e visto, ci si chiede come mai possa esserci sfuggito. Com'è possibile che la mente abbia dato per scontato qualcosa di così ovvio? Come mai la mente ha gettato via con tanta leggerezza un gioiello prezioso in cambio dei suoi riflessi? Puoi essere andato in cerca dell'.autorealizzazione, dell'illuminazione, della mente di Buddha, di Dio o di qualche altro obiettivo equivalente. Puoi aver cercato per molti anni o aver appena iniziato la ricerca. Che tu stia percorrendo un sentiero da tempo, o che tu stia facendo solo i primi passi, non fa differenza. Questo libro ti invita a guardare lo spazio che è stato trascurato, a vedere ciò che è ovvio e a porre fine a quella ricerca... proprio adesso». [John Greven]
La Gita, conosciuta anche come Bhagavadgitopanisad, è un grande classico della spiritualità. Si tratta di un poema dialogato di settecento versi, in diciotto canti corrispondenti ai capitoli XXV-XLII del sesto libro dell'epopea sulla battaglia tra Pandava e Kaurava narrata nel Mahabharata. Il testo tradisce influenze diverse e non si può stabilire una datazione precisa, anche se si può ipotizzare il II o I sec. a.C. La Gita occupa un posto centrale nel pensiero indiano ed è considerata un libro sacro, come i Veda e le Upanisad. Ha il valore di un messaggio universale, in quanto parla delle lotte interiori ed esteriori dell'esistenza umana e illumina il mistero della vita. In essa si svolge il dialogo tra un uomo e un dio: tra il principe Arjuna, ufficialmente figlio di Pandu, in realtà figlio del dio Indra, e il suo auriga Krsna, che gli si rivela come dio e mostra come tutto, compresa la guerra intestina che Arjuna deve combattere, faccia parte di un disegno cosmico divino. Una delle caratteristiche più importanti di tutto il testo resta l'importanza attribuita allo yoga, l'unificazione dei sensi e del pensiero. Questa edizione della Bhagavadgita è stata pubblicata per la prima volta da Adelphi nel 1976.
Quando nel 1954, sacerdote cattolico, mi recai per la prima volta in India, la terra di mio padre, vidi che il grande problema, anche mio, era quello del rapporto tra "induismo e cristianesimo": questo fu il primo titolo del libro che aveva come sottotitolo "Il Cristo sconosciuto dell'induismo". Ricordo che fu il mio grande amico Bede Griffiths a suggerirmi di invertire il titolo con il sottotitolo e gliene sono sempre stato grato. Desidero sottolineare inoltre che il tema del libro ha costituito da sempre il problema centrale della mia vita, come mostrano le diverse date delle varie introduzioni alle differenti edizioni. Ribadisco che l'aggettivo "sconosciuto" riferito a Cristo vale anche per il cristianesimo storico. Ho suggerito ripetutamente che l'incontro delle religioni, indispensabile oggigiorno, implica una mutazione nella stessa autocomprensione delle religioni e in questo caso dello stesso cristianesimo. Dopo essere stato storicamente ancorato per quasi due millenni alle tradizioni monoteistiche originate da Abramo, il cristianesimo deve meditare sulla "kenosis" di Cristo e avere il coraggio, come nel primo Concilio di Gerusalemme, di svincolarsi dalla tradizione ebraica (il cui simbolo era la circoncisione) e dalle tradizioni romane senza rompere con esse, lasciandosi fecondare dalle altre tradizioni dell'umanità.
Sospesa fra spinte innovatici e rigurgiti fondamentalisti, l'India incarna oggi una potenza dalla ricchezza e dalle contraddizioni inaudite: forte di una tradizione millenaria tuttora viva, questo paese sembra riuscire ad affrontare le sfide imposte dall'avvento del nuovo millennio. Uno studioso inglese affronta gli aspetti più significativi della religione induista alla luce del dualismo modernità-tradizione: dal fenomeno dell'orientalismo e dei guru in Occidente alla questione femminile, dall'ascesa del nazionalismo indù all'odierno conflitto con i musulmani, il libro ricostruisce i tratti salienti di questa sterminata cultura.
L'India è la terra del distacco dal mondo e della rinuncia o quella invece della sensualità e dell'eros traboccante, come nelle coppie divine dei monumenti buddhisti e dei grandi templi hindu? Una ricerca sulle "passioni" nella cultura indiana e in alcune manifestazioni direttamente collegate, come il buddhismo del Tibet o gli attuali metodi di meditazione, appare necessaria e nasce all'insegna di una dialettica profonda interna ai diversi aspetti della civiltà indiana. Dalle "Upanishad" al tantrismo, dal "Kamasutra" agli inni in onore della Grande Dea, le passioni - l'eros innanzi tutto - sono state oggetto di contrastati dibattiti sia sul piano generale, sia nell'ambito di prospettive più definite come la religione, l'etica, la teoria della conoscenza o l'estetica. Tutte le posizioni possibili sono state rappresentate, sullo sfondo di tutte si profila il grande quesito della via che porta alla realizzazione spirituale dell'essere umano. La ricerca offerta da quest'opera si presenta nel quadro di una sperimentazione innovativa, non essendo stata mai tentata finora, nemmeno sul piano internazionale, in una forma complessiva e articolata come quella scelta qui.
Chi parla oggi dell'hinduismo (o induismo) parla di una realtà religiosa complessa e diffusa, che riguarda non soltanto la maggioranza degli abitanti del continente indiano, ma in conseguenza dei processi migratori, la maggior parte degli hindu che vivono nell'Asia sudorientale, nel Vicino Oriente, in Africa, nelle due Americhe, in Australia e, naturalmente, in Europa. Non solo: dietro il generico termine "hinduismo" sono compresi fedeli che hanno credenze animistiche, politeistiche, panteistiche, monastiche, monoteistiche, che praticano forme tradizionali di culto o che le criticano radicalmente, gli aderenti a credenze arcaiche ma anche i seguaci del neohinduismo, cioè dei movimenti di riforma sorti in conseguenza del confronto con la cultura moderna a partire dal XIX secolo. Questo volume ripercorre la storia dell'hinduismo e ne illumina per il lettore la ricca complessità, le scuole filosofiche, le pratiche ascetiche, le forme devozionali che conservano ancor oggi, per l'immaginario occidentale, un fascino misterioso.
"I discorsi e le risposte di Shri Ramana Maharshi sono tanto semplici quanto ispirati. Per questa ragione trasmettono all'uomo contemporaneo l'antico messaggio dell'India in una forma per lui più accessibile dei trattati scolastici del Vedanta e dello yoga, con la loro stilizzazione ricca di premesse e attenta a custodire il mistero, che si esprime in enigmatiche formulazioni, concise e icastiche, e in commentari felicementepolemici. È ancora una volta l'antico messaggio dell'India, lo stesso di duemilacinquecento anni fa quando il Buddha mise in movimento la miracolosa 'Ruota della Legge' che, simile al Sole, gira intornoalla Terra e la illumina il messaggio del tempo degli antichi veggenti, di molto precedente la comparsa del Buddha. È il messaggio che invita a scansare il piacere perché transitorio e perciò doloroso, e a fuggire la sofferenza perché è dolore; che invita a superare l'Io, a congedarsi dall'illusorietà del mondo, a diventare un vittorioso, uno che possiede la conoscenza salvatrice e redentrice perché divenuto cosciente dell'Assoluto, il quale costituisce la nostra più profonda e vera natura e l'unica vera realtà del mondo." Heinrich Zimmer
"Le acque salgono dal mare in forma di nuvole, scrosciano giù in basso come pioggia e si affrettano nei fiumi a tornare di nuovo nel mare; nulla le può trattenere dal fare ritorno alla loro origine. Così nasce da te l'anima individuale e non può essere trattenuta dall'unirsi di nuovo a te, anche se sul cammino verso di te deve ruotare in molti vortici. L'uccello si alza in volo da terra e si lancia nel cielo, ma in nessun luogo, nell'aria, trova dove potersi fermare: così deve tornare sulla terra. Tutti perciò devono ritrovare la via del ritorno, e quando la loro anima ritrova la strada verso la propria origine, sprofonda in te e sboccia in te, oh 'monte Aurora', tu mare di beatitudine!" Shrî Ramana Maharshi