Ripercorrendo allegoricamente le principali tappe della vita del Profeta, l'autore costruisce una sorta di manifesto-manuale per i milioni di musulmani che vivono in terre occidentali, esortandoli a rafforzare una propria presenza politica e culturale del tutto autonoma dalle contaminazioni della civiltà cristiana e a coinvolgersi più integralmente nelle comunità islamiche in cui si trovano a vivere. Un invito avversato da più parti politiche che mette al centro del dibattito l'esigenza di considerare un Islam non antagonista ma nemmeno collaborativo, difficilmente riconducubile alla logica occidentale della mediazione.
Le "Vite antiche di Maometto" sono formate da un intarsio di molte tradizioni dei primi secoli islamici. Nella storia del mondo non esiste, probabilmente, figura più complessa di quella di Maometto. In primo luogo, Maometto è la creatura che Dio forgia agli inizi dell'universo: composta di terra pura, immersa nelle acque del Paradiso e trasformata in perla radiosissima, che illumina gli angeli, Adamo e i profeti della Bibbia. Dopo molto tempo, nasce il Maometto "reale". Egli riceve la rivelazione divina da parte dell'angelo Gabriele, un episodio solenne che possiamo avvicinare soltanto alle grandi rivelazioni bibliche. Maometto teme di essere posseduto dai demoni: la moglie lo convince che è posseduto dalla parola di Dio. Appena Maometto, in questa nuova veste, entra nell'esistenza quotidiana, trova compagni, elabora leggi, comincia la conquista dei paesi arabi. Eppure proprio ora, mentre diventa il Profeta di un popolo, la sua figura perde l'elemento sacro che l'aveva avvolta. Ci sembra un uomo incerto, dubbioso, che cerca compromessi, sbaglia, desidera donne, governa un harem, combatte, commette razzie. Come dice meravigliosamente, "io sono soltanto un uomo con occhi che piangono e un cuore che soffre".
Mohamed Talbi è un intellettuale islamico internazionalmente conosciuto, professore onorario alla Facoltà di Scienze Umane di Tunisi, dove vive, con i suoi scritti ha contribuito alla conoscenza dell'Islam e al suo impatto sulla cultura contemporanea. Uomo di dialogo, scrisse un'opera con il filosofo ortodosso Olivier Clément. In questo breve testo presenta il Corano in ciò che ha di più universale, una parola per tutti e da cui tutti possono trarre alimento. Partendo dall'universalità del messaggio del Corano, l'autore tratteggia e mette in prospettiva i rapporti di Dio con l'uomo e l'universo. L'opera si rivolge ai credenti dell'Islam come ai non credenti o a credenti di altre religioni in un momento in cui con troppa facilità si pretende di leggere l'Islam secondo meccaniche prospettive politiche. Questo volumetto riconsegna l'uomo religioso dell'Islam, con cui ogni uomo è chiamato a mettersi in rapporto.
Comprendere è comprendersi; a partire da questa prospettiva il saggio affronta il linguaggio della morale e della spiritualità islamiche. La "scoperta" attraverso il linguaggio arabo-islamico dei valori morali e spirituali intende anche pagare il debito che il cattolicesimo deve all'islam dopo secoli non solo di disattenzione a questo patrimonio ma anche di contrapposizione rivolta a negare molti aspetti nobili della religione. Il saggio si propone di portare, mediante un primo approccio, alla conoscenza dei termini e delle formule strutturali con cui sono stati espressi interrogazioni, aspettative, orientamenti, linee di forze della virtuosità e della spiritualità della comunità e dei singoli soggetti. Due dimensioni parallele, spiritualità di base e spiritualità sufica, ma tendenti ad interagire, in quanto fondate ambedue sulle fonti coraniche e profetiche, sebbene orientate ad esperienze a diverso livello. Cogliere la specificità del linguaggio islamico significa anche prendere atto delle differenti prospettive (islamiche e cattoliche) e incrementare la volontà di ricerca degli uni verso gli altri.
L'espansione e la diffusione dell'Islam, che ha interessato tre continenti e un arco temporale di oltre un millennio, lo hanno messo in contatto con tradizioni artistiche assai diverse. Ne è conseguita una notevole varietà di scuole regionali che, nonostante le differenze, hanno mantenuto una fondamentale unità estetica che va ricercata nell'unitarietà della cultura religiosa. Il volume, corredato da un ampio apparato fotografico, fornisce alcune linee guida sulla nascita e lo sviluppo dell'arte islamica, analizzandone in particolare proprio le costanti, rintracciabili nelle strutture e nelle forme, nei vari decori calligrafici, floreali e geometrici. Ampio spazio è dedicato inoltre alla descrizione degli edifici, sacri e profani. L'architettura, infatti, volta all'esaltazione del Principe dei credenti nel suo doppio ruolo politico e religioso, è l'arte che più di ogni altra rende visibile la potenza dell'Islam.
Il sufismo è l'aspetto interiore della religione islamica, dalla quale non può essere in nessun modo distaccato e dalla quale deriva. Parte dal presupposto che la natura profonda dell'uomo non sia di questo mondo, ma appartenga alla Realtà eterna, per raggiungere la quale, anche prima del disfacimento del corpo fisico, occorre attivare quella particella di cielo che dorme nel profondo del cuore di ciascuno: e per farlo, occorre avere conoscenza della Via da percorrere e qualcuno che dispensi questa conoscenza. Questo libro vuole essere un'introduzione al sufismo, sintetica, ma esauriente per chi voglia approfondire questo fenomeno.
È dall'11 settembre 2001 che la domanda se l'Islam e la democrazia siano compatibili è divenuta di senso comune. È da quel momento che la risposta assume capitale importanza. Renzo Guolo, studioso dei fondamentalismi contemporanei, insegna Sociologia e Sociologia della religione nelle Università di Trieste e Padova.
In Italia si conosce in modo troppo superficiale il mondo islamico. Il libro di padre Gheddo nasce da questa semplice constatazione e presenta in modo comprensibile ed esauriente gli aspetti religiosi e sociali, politici e culturali dell’islam. Mezzo secolo di studi e di viaggi in quasi tutti i paesi islamici hanno permesso a padre Gheddo di produrre una sintesi del pensiero e del modo di agire dei musulmani e di come noi occidentali dobbiamo rispondere a una sfida che non è solo politica o militare, ma anche religiosa.
Il contenuto: I. ISLAM: PIÙ D’UN MILIARDO DI FEDELI - II. LE MOLTE DIFFERENZE FRA CRISTIANESIMO E ISLAM - III. LE TAPPE FONDAMENTALI DELLA STORIA ISLAMICA - IV. PER ENTRARE NEL MONDO MODERNO L’ISLAM DEVE RIFORMARSI DALL’INTERNO - V. COME RISPONDERE ALLA PROVOCAZIONE ISLAMICA? - VI. PER INCONTRARE L’ISLAM RITORNIAMO A GESÙ CRISTO.
Piero Gheddo è nato a Tronzano (Vercelli) nel 1929. Sacerdote del PIME (Pontificio istituto missioni estere) nel 1953, è stato per molti anni direttore di Mondo e Missione, di I.M. (Italia Missionaria) e fondatore dell’agenzia Asia News. Ha viaggiato molto nelle missioni di ogni continente, collabora con vari giornali, radio e televisioni. Dal 1994 è direttore dell’Ufficio storico del PIME e postulatore di varie cause di canonizzazione. Insegna nel seminario pre-teologico del PIME a Roma, ma tiene anche un ufficio aperto a Milano.
Ha scritto più di ottanta libri; quelli pubblicati dalle Ed. San Paolo: Davide e Golia. I cattolici e la sfida della globalizzazione (20022); Il testamento del capitano. Mio padre Giovanni disperso in Russia nel 1942 (20032); La missione continua. Mezzo secolo a servizio della Chiesa e del mondo (2003); Questi santi genitori. Rosetta Franzi e Giovanni Gheddo (2005). Il taglio del libro è “popolare, giornalistico”, ma l’informazione che dà l’A., esperto missionario, è ampia, buona e attendibile.
Che cosa è la religione islamica? Quali le sue origini? Quali i principi fondamentali contenuti nel Corano? Quali le sue principali contraddizioni? Chi sono i fondamentalisti islamici? Che rischio rappresenta il mondo mussulmano per le civiltà occidentali? Che cosa fare per contenere questi rischi? Quali i difetti e le carenze delle democrazie occidentali? Questi i vari quesiti a cui il presente volume cerca di dare risposta.
Nel clima di slancio e di entusiasmo per la vittoria della Lega Santa a Vienna (1683), che arrestava l'espansione dell'impero ottomano, Tirso Gonzàlez de Santalla, cattedratico a Salamanca e futuro generale della Compagnia di Gesù, diede alle stampe un "Manuale per convertire i maomettani" in cui forniva ai missionari dettagliate istruzioni e consigli sulla predicazione agli islamici, in Europa e in terra di missione. Il "Manuale", ricco di esempi tratti dall'esperienza diretta del gesuita, ebbe numerose edizioni e traduzioni. Emanuele Colombo fornisce ampi intarsi di questo fortunato libro e dei carteggi di Gonzàlez: uomo colto e illuminato, il gesuita riferisce incontri e dialoghi che approdano alla conversione, ma anche, talvolta, alla conferma di diffidenze e incomprensioni.
Libro di divulgazione utilissimo per conoscere meglio la cultura dell'Islam e dei musulmani.