Un invito alla lettura continua del Vangelo di Matteo, soffermandosi in modo particolare su otto episodi e lasciandosi guidare, giorno dopo giorno, in un’esperienza spirituale della durata di una settimana. Una formula ritorna continuamente in questo vangelo: «Compiere le Scritture». Quest’espressione testimonia anzitutto un uomo, Gesù di Nazaret, la cui parola incarna quella di Dio. Nel corso della lettura, appare chiaramente che questo compimento non è chiuso.
Autore
Isabelle Graesslé è dottore in teologia e pastora a Ginevra. Ha diretto il Centro protestante di studi ed è stata responsabile del Servizio di formazione degli adulti della Chiesa protestante. Dal 2001 al 2004 è stata la prima donna moderatrice della Compagnia dei pastori e dei diaconi. Dirige il Museo internazionale della Riforma a Ginevra.
Paolo, apostolo, maestro, ma soprattutto testimone: "Per me vivere è Cristo" (Fil 1,21). "Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me. Questa vita che vivo nella carne io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e dato se stesso per me" (Gal 2,20). Paolo, che contempla colui che è "immagine del Dio invisibile" (Col 1,15), dimora di "tutta la pienezza della divinità" (Col 2,9). Paolo, scelto, predestinato, chiamato, giustificato, glorificato (cf. Rm 8,28-30), in Cristo, che inneggia al suo amore: "Chi ci libererà dall'amore di Cristo? Forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada?" Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di colui che ci ha amati (Rm 8,35.37). Era inevitabile che la scrutatio esegetica dell'Epistolario di Paolo, condivisa con studenti teologi, approdasse alla contemplatio della sua "esperienza spirituale", proposta all'imitazione del popolo santo di Dio. Da tale contemplatio, la selezione di alcune linee teologico-sapienziali del suo vissuto credente, tra le quali: "La vita in Cristo e nello Spirito"; "La trasformazione dell'uomo redento"; "Giustizia di Dio e fede in Cristo Gesù"; "La comunione ecclesiale in Cristo Signore".
Quanto sappiamo effettivamente su Gesù di Nazaret? Quanto sono attendibili i Vangeli e le altre fonti, e in quale misura gli storici e i teologi concordano su tali dati? Qual è l’effettivo valore delle prove documentarie?
In questo libro destinato al grande pubblico, John Dickson, docente universitario e conduttore di documentari, si propone di rispondere a simili interrogativi. Passando in rassegna la documentazione antica, intervistando gli esperti di spicco e facendo ricorso a un efficace metodo storico, egli definisce con chiarezza l’affidabilità o la non affidabilità delle varie fonti, interpretazioni e argomenti.
Il cristianesimo si definisce con orgoglio religione storica. John Dickson sottopone quest’affermazione a una verifica serrata e mette in luce, nello stesso tempo, quanto essa sia significativa e come Gesù fosse diverso rispetto ai modi nei quali spesso lo si raffigura oggi.
Destinatari
Un libro divulgativo destinato a un ampio pubblico, che potrà avvalersi del supporto di utili box esplicativi.
L'autore
John dickson è Senior Research Fellow (docente e ricercatore) presso il dipartimento di storia antica della Macquarie University (Sydney) e direttore dell’Australia’s Centre for Public Christianity, un’organizzazione indipendente di ricerca e comunicazione che promuove la comprensione della fede cristiana. Autore di oltre una dozzina di libri di ampia diffusione, è oratore di successo, conferenziere e opinionista sul tema del significato contemporaneo della storia del cristianesimo.
Chi sono i principali avversari di Gesù? Forse gli scribi e i farisei, come indicano sostanzialmente i vangeli canonici? Oppure i sommi sacerdoti – sadducei –, come sostiene quasi sempre la ricerca attuale? O, infine, i romani?
Da chi è stato denunciato Gesù? Chi erano, a Gerusalemme, i suoi principali avversari? La ricerca attuale li individua nei sommi sacerdoti, tutt’al più coadiuvati dai romani; esclude invece i farisei.
Questo per quanto riguarda le autorità giudaiche. Ma la condanna a morte di Gesù è stata infine pronunciata ed eseguita dall’autorità romana. È il prefetto romano l’unico detentore, secondo la testimonianza di Flavio Giuseppe, del “potere di uccidere” nel regime di occupazione della Giudea. Egli decide della sorte finale di Gesù. È di Ponzio Pilato la responsabilità ultima della condanna.
Destinatari
Sacerdoti, catechisti, laici impegnati, che attraverso un linguaggio semplice e accessibile affronteranno un tema in grado di destare l’attenzione.
L'autore
Giorgio Jossa (Napoli, 1938) è un accademico e storico italiano. Nei suoi studi si è dedicato alle origini del cristianesimo, alla figura storica di Gesù e alla nascita della cristologia. Le sue ricerche indagano ogni possibile testimonianza, canonica o apocrifa, letteraria o archeologica, religiosa o profana, che possa gettar luce sulle origini cristiane. I suoi contributi si inseriscono dunque nella complessa ricerca dei rapporti tra storia e fede.Tra le sue opere: Dal Messia al Cristo. Le origini della cristologia (Paideia, Brescia 2000), Il cristianesimo ha tradito Gesù? (Carocci, Roma 2008), La condanna del Messia (Paideia, Brescia 2010).
Questi saggi sono «apocalittici» in quanto rivelano uno stesso processo, un’unica direzione, un unico senso evolutivo dentro tutte le crisi che abbiamo attraversato lungo il XX secolo e che continuano a rendere la nostra esistenza molto fluida e incerta: la crisi delle identità individuali, nazionali e religiose; la crisi della politica e dei partiti; la crisi esistenziale e morale; la crisi del corpo e i suoi ritmi; la crisi della cultura e della comunicazione di massa; la crisi della Chiesa e della famiglia; la crisi della scuola e dell’università.
Un’unica crisi di crescita si sta manifestando nello sfacelo del mondo artistico, culturale e della comunicazione di massa, nelle psicopatologie ormai endemiche come nelle paralisi e nelle degenerazioni del progetto democratico. È tempo di riconoscere in tutte queste crisi la faticosa emersione di un’unica e straordinaria opportunità di liberazione a ogni livello, e di uscire così definitivamente dalla fase depressiva del ciclo trasformativo.
Destinatari
Pubblico di cultura medio-alta, interessato agli aspetti antropologici, sociali e culturali delle trasformazioni in atto nella società attuale.
Autore
Marco Guzzi (1955), poeta e filosofo, è sposato e ha tre figli. Dal 1985 al 1998 ha condotto alcune delle principali trasmissioni di dialogo con il pubblico di Radio-Rai, quali Dentro la sera, 3131, Sognando il giorno. Dal 1985 al 2002 ha diretto i seminari poetici e filosofici del Centro Internazionale Eugenio Montale di Roma. Dal 1999 ha avviato, presso l’Università Salesiana di Roma, una ricerca sperimentale con gruppi di autotrasformazione, nell’orizzonte di una riconiugazione tra fede cristiana e modernità. Dal 2005 insegna presso il Claretianum, Istituto di Teologia della Vita Consacrata dell’Università Lateranense. Dal 2008 è professore invitato della facoltà di scienze dell’educazione dell’Università Pontificia Salesiana. Nel 2009 Benedetto XVI lo ha nominato membro della Pontificia Accademia di BelleArti e Lettere deiVirtuosi al Pantheon.Tra le sue pubblicazioni, in ambito poetico: Preparativi alla vita terrena (2002), Nella mia storia Dio (2005); in ambito teorico: L’Uomo Nascente (1997), La profezia dei poeti (2002). Con Paoline ha pubblicato, tra l’altro: Darsi pace (20052), La nuova umanità (2005), Per donarsi (2007, con cd), Yoga e preghiera cristiana (2009).
Il Vangelo di Giovanni è un testo complesso, e si presta a più letture: una, più immediata, riguarda direttamente la vita di Gesù, l'altra da voce a un simbolismo che rinvia alla riflessione teologica del redattore stesso. Ma questa molteplicità di significati permea il Vangelo con metodo, diventa il veicolo delle diverse visioni del mondo in esso contenute - di Gesù, dei discepoli, della comunità e dei "giudici" in primo luogo...
«La Passione, assieme all'Incarnazione, costituisce il vero centro teologico del Quarto Vangelo. Giovanni, nel suo racconto della vita di Gesù, attraverso la fede nei segni vuole condurre il lettore verso la fede anche senza i segni visibili, secondo quello che dice il Gesù giovanneo dopo la sua risurrezione a Tommaso: "Beati quelli che pur non avendo visto crederanno" (Gv 20,29)» (dall'Introduzione). La croce è il culmine della rivelazione iniziata fin dalla prima pagina del vangelo di Giovanni. Il discepolo-testimone non ha infatti bisogno, come Tommaso, di aspettare un'apparizione del Risorto per affermare la sua divinità. Già nella Passione egli riconosce il Signore in quanto Figlio di Dio, il Cristo, re universale e supremo.
L'autore affronta il racconto giovanneo servendosi dell'analisi retorica, un approccio esegetico che mette in luce l'architettura del testo biblico ai diversi livelli della sua organizzazione. La composizione apre la porta al senso e conduce il lettore a scoprire la ricchezza del racconto, non solo a livello di singole parole e frasi, ma anche nelle grandi sezioni dell'intero edificio letterario. Il volume è strutturato secondo la composizione del racconto e guida il lettore attraverso le tre grandi sequenze della passione di Gesù: l'arresto, il processo e l'esecuzione.
Sommario
Introduzione. Lessico dei termini tecnici. I. L'ARRESTO (Gv 18,1-28). A. Gesù tra i discepoli (Gv 18,1-12). B. La profezia di Caifa (Gv 18,13-14). C. Gesù tra i Giudei (Gv 18,15-28). D. L'arresto (Gv 18,1-28). II. IL PROCESSO (Gv 18,29-19,16). A. Gesù, il re dei Giudei (Gv 18,29-19,1). B. Il re dei Giudei incoronato (Gv 19,2-3). C. Gesù il re rivelato ai Giudei (Gv 19,4-16). D. Il processo (Gv 18,29-19,16). III. L'ESECUZIONE (Gv 19,17-42). A. Gesù vivo regna dalla Croce (Gv 19,17-24). B. «Tutto è compiuto» (Gv 19,25-30). C. Gesù morto sorgente della vita (Gv 19,31-42). D. L'esecuzione di Gesù (Gv 19,17-42). IV. LA PASSIONE DEL SIGNORE SECONDO GIOVANNI (Gv 18-19). Conclusione. Sigle e abbreviazioni. Bibliografia. Indici.
Note sull'autore
JACEK ONISZCZUK, nato in Polonia nel 1966, è entrato nella Compagnia di Gesù nel 1988. Ha conseguito la licenza (2001) e il dottorato (2006) in teologia biblica a Roma presso la Pontificia Università Gregoriana, dove dal 2006 insegna teologia biblica. Per le EDB ha pubblicato La Prima lettera di Giovanni (2009) e, insieme a Roland Meynet, Retorica biblica e semitica 1 (2009).
Tra i Vangeli sinottici, "Matteo" appare come il più polemico verso il popolo ebraico.
Fin dove è possibile, e lecito, attribuire certe espressioni a Gesù? E se fossero invece il riflesso delle problematiche vissute dalla comunità matteana?
L'Autore, al fine di smontare gli ostacoli al dialogo con l'ebraismo - e con ogni espressione religiosa, dal buddhismo al candomblé - ci offre un prezioso strumento di interpretazione socio-spirituale di Matteo. Lo fa con rigore, "masticando" per noi le conoscenze attuali dell'esegesi e della storia, ma con un linguaggio discorsivo e "affettivo".
Si può immaginare un commento di Gesù alle parole di Paolo? Storicamente la domanda fa sorridere, ma Aristide Fumagalli lo ha percepito a proposito di un celebre testo paolino, l’Inno alla carità (1 Corinzi 13). In esso, e in particolare nei vv. 4-8, la carità o l’amore cristiano è condensato in una serie di atteggiamenti dietro ai quali si intravvede un “ritratto di Gesù”. Nella lettura di alcune parabole evangeliche l’autore ha colto come un’eco amplificata delle parole di Paolo o, se si vuole, un ampio contesto che le illumina. Così, attraverso le parabole, è la voce stessa di Cristo a delineare il volto autentico dell’amore.
Destinatari
Un ampio pubblico, particolarmente indicato per le coppie.
L’autore
Aristide Fumagalli, sacerdote dal 1991, ha conseguito il Dottorato in Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma. Insegna Teologia morale presso il Seminario Arcivescovile di Milano e la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale. Per le Edizioni San Paolo ha pubblicato, tra gli altri: Parlava loro in parabole. Pagine evangeliche per la coppia e la famiglia (2007), Come lui ha amato. L’Eros di Gesù (2010), Il cuore ferito. Perdere un amore restare nell’amore. Tre prospettive cristiane sui matrimoni falliti (2010).
Una Lectio divina popolare dedicata al primo dei quattro vangeli. Il concetto di fede cristiana, sostenuto da Matteo con il suo racconto, è originale e si basa su tre scelte che conferiscono a questo testo un profilo caratteristico e unico nell'ambito del Nuovo Testamento: il riferimento forte e insistente al Cristo storico, al Gesù terreno; l'accento etico conferito al suo racconto con un Gesù che propone una nuova relazione con Dio; il costante ricorso all'Antico Testamento. Con queste tre scelte, Matteo ha dato alla chiesa di tutti i tempi uno strumento per impostare un'esistenza di fede autentica. L'autore ha strutturato l'analisi del testo in tre momenti fondamentali: 1. Leggere: in questa fase si sofferma sull'aspetto letterario e testuale del brano; 2. Interpretare: questo passaggio è dedicato alla comprensione del testo; 3. Applicare: vengono proposte riflessioni, ma sarà soprattutto il lettore, con la sua ricchezza personale, a completare e tradurre nella vita questo momento.
Destinatari
Gruppi biblici e di ascolto della Parola di Dio, movimenti e associazioni ecclesiali.
Autore
GASTONE BOSCOLO, presbitero della diocesi di Padova, è docente di Sacra Scrittura presso la Facoltà Teologica del Triveneto (Padova). Collabora con alcune riviste: «Servizio della Parola», «Parole di Vita», «Credereoggi». Ha curato l’edizione italiana dell’Introduzione al Nuovo Testamento di R. Brown (Brescia 2001), ha pubblicato: La Bibbia nella storia. Introduzione generale alla Sacra Scrittura (Padova 2009); Chi è Gesù per Matteo? Una risposta attraverso il verbo greco «prosérchomai» (Padova 2009). Ha tradotto e curato l’adattamento alla lingua italiana del volume di Maximilian Zerwick, Il greco del Nuovo Testamento, Roma - Padova 2010.
L'opera raccoglie gli articoli che l'autore ha scritto per la rivista Viator in occasione dell'anno paolino (28 giugno 2008 - 28 giugno 2009) indetto da papa Bendetto XVI per celebrare il bimillenario della nascita di Paolo.
In essi l'autore fa parlare il grande apostolo attraverso immaginari dialoghi e raffinati apologhi. Al lettore attento non sfuggirà l'atmosfera che echeggia il ritorno alla chiesa delle origini, quella che diffondeva la bella notizia di casa in casa e affermava l'importanza della totale gratuità dell'annuncio.