
A vent'anni dalla sua scomparsa, viene riproposto un testo di don Luigi Serenth, che fu rettore maggiore del Seminario di Milano e appassionato educatore dei giovani. Si tratta di un'introduzione alla fede cristiana, che non ha la pretesa esaustiva di un trattato teologico. Si vuole, invece, ricercare i motivi del credere, per dare ragione di una speranza messa sovente a dura prova.
Il problema della scelta cristiana, il più importante che l'uomo affronta nella propria vita, è analizzato secondo diversi possibili atteggiamenti.
Capitoli brevi ma pregnanti, frammenti di un nuovo discorso spirituale sui valori, segnatamente cristiani, per tentare di ricomporre il mosaico di una nuova e matura interiorita, per cercare di offrire acqua sorgiva alla sete" delle persone di oggi. " I paesaggi dell'anima che il libro attraversa sono i territori, spesso devastati, della psiche e dell'interiorita delle persone di oggi, viandanti smarriti" in uno scenario che non riconoscono piu, viaggiatori spaesati, senza meta, ben che vada, soltanto distratti. Per costoro il libro cerca di indicare degli orizzonti di senso, per chi e in ricerca, per chi vuole scoprire la propria personalita piu vera in un dialogo tra volti, fuori dall'anonimato frustrante di chi non ha identita. Il libro si rivolge in modo particolare a educatori e giovani. In quanto presentazione credibile e appassionata della ricerca di senso e verita per la vita delle persone di oggi, puo essere proficuamente utilizzato da parte dei catechisti e degli animatori dei gruppi giovanili. "
Una antologia di battute fulminanti, paradossali, a volte segnate dall'eccesso, ma che hanno una incisivita' straordinaria. Una raccolta di 1051 aforismi e pensieri folgoranti di due autori le cui battute sono celebri e vengono citate soprattutto per la loro forza paradossale: Oscar Wilde (1854-1900) e Nicolas Gomez Davila (1913-1994). Una antologia che aiuta a rinnovare il linguaggio nella predicazione, nella riflessione, per essere piu' incisivi e provocanti.
Uno dei temi più dibattuti nel nostro tempo e cioè il rapporto con il dolore nella fase terminale della vita e le dichiarazioni anticipate di trattamento del malato, affrontato con grande competenza e chiarezza da un professionista esperto di cure palliative. Tutte le visioni etiche sottolineano la necessità di mettere un argine al “dolore inutile” per dare qualità agli ultimi tempi della propria esistenza. Un saggio utile per capire e confrontarsi sul valore del “biotestamento”.