La presente opera raccoglie tutti gli scritti e le ultime parole di Santa Teresa di Lisieux in unico volume. Seconda edizione aggiornata e corretta.Coedizione OCD - LEV. Dopo più di dieci anni tornano in traduzione italiana le Opere complete di S.Teresa di Gesù Bambino, curate in francia da un'equipe sotto la direzione di Mons. G. Gaucher e insignite di un premio nazionale. Questa edizione è migliorata e corretta soprattutto per la parte poetica delle Poesie e Pie Ricreazioni.
Dopo il successo dell’ultima ristampa, in libreria arriva un’edizione rivista e corretta.
Il Castello interiore è l’opera più matura di Teresa d’Avila; il simbolismo delle sue parole attraversa le pagine restituendo con la metafora del viaggio immagini evocative e suggestive. Attraverso le sette dimore del castello, Teresa descrive il percorso da intraprendere per arrivare alla preghiera, oltrepassare le fatiche, le illusioni e i rischi, sfiorando la gioia e la consolazione.
L’esperienza della Santa emerge in tutta la sua forza benché l’opera non abbia intenzioni autobiografiche; Teresa è una donna dei suoi tempi, cambiati dal suo carisma e dalla sua volontà riformatrice.
Un’antologia che raccoglie lettere indirizzate ai sacerdoti dalla Beata Elisabetta della Trinità (1880-1906) e da santa Teresa di Gesù Bambino (1873-1897).
Entrambe queste giovani carmelitane, votate al silenzio e al nascondimento nei loro monasteri di Francia, ebbero l’occasione di trasmettere a venerabili sacerdoti e vescovi la loro esperienza spirituale manifestando l’entusiasmo e la meraviglia provati davanti ai misteri della fede.
A questi messaggi si sono voluti aggiungere altri significativi testi di autori di ieri e di oggi per comprendere il sacerdozio nella Chiesa.
Quando Sylvia Leclercq - psicoterapeuta, atea, scrittrice, palese alter ego di Julia Kristeva - riprende in mano l'opera completa di Teresa d'Avila, inizia un incontro che si rivelerà capace di coinvolgerla e sconvolgerla totalmente e inaspettatamente. Teresa d'Avila, la monaca di clausura vissuta tra il 1515 e il 1582, la riformatrice dell'ordine dei carmelitani, la santa dell'estasi, si rivela agli occhi di Sylvia una donna malata d'amore e di desiderio, al pari dei pazienti in cura sul suo divano. Di pagina in pagina, scopriamo i retroscena psicanalitici dei suoi tormenti e della sua estasi, immortalata dal celebre gruppo marmoreo di Bernini. Sylvia si lascia prendere da Teresa, si fa portare in Spagna, si introduce nelle pieghe della sua scrittura, capace di restituire, dietro l'ostentata umiltà, una rivoluzionaria coscienza di sé e un'inedita capacità di elaborazione del proprio disturbo. La ricostruzione dell'universo mentale e del malessere psicofisico della santa diventa così per Julia Kristeva lo spunto per una profonda riflessione sul nostro attuale bisogno di credere. Teresa aveva riversato nella scrittura la propria esperienza per sublimare il possesso dell'Altro, dell'Amato, incorporandolo dentro di sé, fino a goderne in ogni parte del corpo. Allo stesso modo, Kristeva adotta la forma romanzo per restituire il senso di quell'esperienza, riproponendola come un capolavoro di erotismo, spiritualità, consapevolezza di sé.
Il Testo Ufficiale dei Carmelitani Scalzi del famoso libro di Santa Teresa di Lisieux.
In questa ricerca Tommaso d’Aquino emerge come interlocutore di rilievo nel dibattito filosofico contemporaneo su temi di indubbio interesse, come la prospettiva gnoseologica sulla conoscenza veritativa, la tensione al bene, la libertà e l’identità umana, ragione e passioni, amore e amicizia, riconoscimento e dignità umana, felicità e fine ultimo. La vitalità della filosofia di Tommaso si riscontra non solo in quei pensatori che, nel nostro tempo, la prendono come punto di riferimento nei propri originali itinerari di ricerca (Edith Stein, Cornelio Fabro), o nelle cui posizioni si può riconoscere un’influenza tommasiana, almeno indiretta (Charles Taylor, Alasdair MacIntyre), ma anche di fronte a problemi e istanze provenienti da chi si considera su posizioni diverse o, addirittura, in radicale discontinuità rispetto all’Aquinate (Kant, Sartre, Habermas, Honneth, Ricoeur). Infatti riguardo a quei problemi è possibile, con il contributo di illustri tomisti contemporanei, rinvenire nella prospettiva tommasiana risposte non evasive.
Tra gli scritti maggiori di santa Teresa d'Avila, il Libro della Vita costituisce ancora oggi per la teologia spirituale un costante punto di riferimento, una fonte di chiarimento per i grandi problemi dell'esperienza mistica. Teresa si rivolge a tutti i suoi confessori per sottomettere al loro giudizio le sue grazie mistiche, i suoi dubbi, le sue ansie, senza alcun intento dottrinale: scrive semplicemente per obbedienza. Il testo, curato da L. Borriello e G. della Croce, si articola in 40 capitoli. I capitoli 1-10 contengono il racconto degli anni giovanili (vita in famiglia e scelta vocazionale) e dei primi vent'anni nel monastero dell'Incarnazione di Avila. Dopo la grazia dell'Ecce Homo, questa linea viene interrotta con i capitoli 11-22, dedicati a un piccolo trattato sui quattro gradi dell'orazione. I capitoli 23-31 riprendono il racconto biografico, ma su un piano spirituale e profondo: il suo rapporto con il Cristo, segnato da sempre più frequenti apparizioni, da sublimi estasi fino ai vertici dell'esperienza affettiva mistica. Nei capitoli 32-36 si legge la storia travagliata della fondazione del primo monastero della riforma carmelitana, il monastero di San Giuseppe di Avila. Infine, gli ultimi capitoli, 37-40, riecheggiano nuovamente le sue altissime esperienze mistiche, che risalgono agli anni 1562-1565.
Poco più di un secolo fa – il 20 ottobre 1898 – apparve la prima edizione della Storia di un’anima, in cui Teresa racconta le sue gioie e le sue sofferenze, le sue ricerche e le sue scoperte, le sue certezze e le sue speranze, vissute alla presenza di un Dio d’amore e di misericordia. Da allora le edizioni e le traduzioni si sono susseguite a un ritmo crescente. Nell’edizione – “critica” – del ‘56, su cui si basarono le edizioni seguenti, i Manoscritti furono disposti in un ordine non conforme a quello originale in base a una valutazione erronea della natura di uno di essi.
Questa nuova edizione critica dei tre celebri «Manoscritti» di Teresa, con la sua «Offerta all’Amore Misericordioso», ha il vantaggio di renderci la vibrazione originale del libro, come Teresa e le sue sorelle l’hanno pensato e sentito. La lettera a Maria del Sacro Cuore vi si ritrova alla fine, cima e panorama di una sconvolgente bellezza.
Teresa di Lisieux – al secolo Maria Francesca Teresa Martin, al Carmelo Suor Teresa di Gesù Bambino e del Santo Volto – nacque ad Alençon il 2 gennaio 1873, da Luigi Martin e Zelia Guérin, ultima di nove figli. La sua breve esistenza fu segnata dalla ricerca dell’amore («la mia vocazione è l’amore!», è la sua scoperta) che si concretizzò in una vita religiosa esemplare per fedeltà e amore del sacrificio. L’illuminazione che ricevette sulla «piccola via» della fiducia illimitata nell’Amore misericordioso di Dio la portò alla vetta della santità e le meritò, grazie ai suoi scritti, il titolo di dottore della Chiesa. Morì nel Carmelo di Lisieux il 30 settembre 1897 lasciando alcuni scritti: Preghiere, Poesie, Lettere, Pie ricreazioni e soprattutto i Manoscritti A, G e M (come vengono chiamati nella presente opera), che costituiscono laStoria di un’anima che qui presentiamo quale è uscita dalle sue mani.
Conrad De Meester è nato nel 1936 a Lochristi (Fiandra, Belgio). Entrato nell’Ordine dei Carme-litani Scalzi, si è laureato in teologia presso il Teresianum di Roma. Ha pubblicato varie opere, tra cui Teresa di Lisieux. Dinamica della fiducia (San Paolo, 1996), e ha curato la Storia di un’anima ristabilita criticamente secondo la disposizione originale degli autografi (San Paolo, 2002), da cui è ricavato il testo della presente edizione.
Il celebre itinerario dell'anima nella sue 7 dimore interiori, alla ricerca dell'unione perfetta con Dio, che abita nel profondo di noi stessi. Santa Teresa D'Avila scrive per le sue consorelle e le istruisce, come una buona e paziente maestra, sulla preghiera e sulle sue difficoltà e consolazioni. L'opera spicca per la sua attualità e si propone ancora oggi ai credenti come guida sicura per una spiritualità solida e profonda. Pubblicazione adatta a tutti coloro che sono interessati ad accedere alle fonti della spiritualità cristiana e ad entrare "in dialogo" con una grande maestra.
Del 'Liber divinorum operum', ultima opera della trilogia profetica di Ildegarda di Bingen e sintesi definitiva del suo pensiero, si presenta qui la prima traduzione italiana. Essa è la prima traduzione integrale condotta sul testo dell'edizione critica, pubblicata nel 1996 a cura di Albert Derolez e Peter Dronke (vol. XCII del 'Corpus Christianorum, Continuatio Mediaevalis'), e riprodotto a fronte per gentile concessione dell'editore Brepols. Nel tradurre si sono tenuti presenti due aspetti: la stratificazione compositiva e il carattere profetico del Liber divinorum operum. Il ms. di Gent permette di ricostruire tutti i passaggi della composizione, dalle tavolette su cui Ildegarda scriveva, fino all'ultima revisione e alla suddivisione in capitula.
Il volume, curato da G. della Croce e L. Borriello, ripropone il Cammino di perfezione, così come è uscito dalla penna di Teresa, nella sua primitiva stesura del 1566, senza i tagli e gli interventi del teologo censore.
In 73 capitoli Teresa, con lo stile immediato della conversazione, presenta alle monache del monastero di S. Giuseppe i capisaldi della sua opera di riformatrice del Carmelo. In queste conversazioni ella affronta problemi scottanti: le guerre di religione, la donna e la preghiera, tema allora molto dibattuto a causa di correnti di pensiero diffidenti circa le virtù e le capacità della donna, le false pretese di persone entrate in monastero per motivi sociali...
Edizione del centenario del capolavoro della Santa di Lisieux.