
Storici della Chiesa, dell'economia e della ragioneria a confronto sui risultati delle rispettive ricerche: questo volume raccoglie gli atti di un convegno organizzato a Siena dal Centro di studi per la storia del clero e dei seminari. Il carattere multidisciplinare dell'incontro e delle relazioni discusse corrisponde alle linee che hanno nel corso di questi ultimi anni animato la vita del Centro di studi e che ne hanno guidato la trasformazione in Centro interuniversitario per la storia del clero e delle istituzioni ecclesiastiche. Seppur nella difficoltà d'incontro tra linguaggi e paradigmi differenti, le tre giornate del convegno hanno consentito di esaltare il valore della diversità di prospettive e punti di vista, nell'ambito del comune riferimento alle vicende economiche che hanno caratterizzato la storia della Chiesa e delle sue istituzioni nel corso dei secoli.
Anna Maria Partini, dopo aver studiato, principalmente dal punto di vista alchemico, il marchese Massimiliano Palombaro, Francesco Maria Santinelli, padre Athanasius Kirker, il cardinale Decio Azzolino e soprattutto la regina Cristina di Svezia, fulcro intorno a cui si riunivano questi studiosi, ha naturalmente spostato le sue ricerche sulla personalità del papa Alessandro VII (Fabio Chigi) che nel dicembre del 1655 accolse appunto la regina Cristina (venuta in Italia dopo la sua abiura al luteranesimo per abbracciare la religione cattolica). In questo breve saggio la Partini tratteggia la figura di Fabio Chigi, salito sul soglio pontificio nel 1655, un papa che diede grande impulso alla vita culturale e accademica del tempo e che s'impegnò nella ricostruzione e nell'abbellimento della città. Come risulta dai suoi codici e dai rapporti col Kircher, s'interessò delle scienze naturali e soprattutto della "scienza dei numeri", come dimostra il lavoro che il padre gesuita compilò per lui, intitolato "Diatribe Aritmetica". Nel volume anche le traduzioni italiane de "La buona filosofia" e "L'arte della salvezza" attribuite ad Alessandro VII.
Patti Lateranensi 1929: viene soppresso il Regio Economato e il papa ne annuncia la scomparsa con toni trionfalistici. Questo istituto, ormai quasi dimenticato, aveva origini che risalivano al tardo Medioevo ed era stato eretto per limitare sia le ingerenze della Chiesa negli affari di Stato sia le giurisdizioni temporali ecclesiastiche all'interno dei propri confini. Nello Stato di Milano tale istituto durante il dominio spagnolo continuò ad evolversi e a modificarsi, in modo da rispondere alle sempre nuove esigenze ed emergenze sociali, politiche e belliche. In questo modo esso, tra il '500 e il '600, riuscì a adattarsi alle trasformazioni della società in cui operava e in età moderna ebbe un ruolo di rilievo nell'affermazione del primato dello Stato nella società civile. Uffici similari erano sorti in tutta Europa e in buona parte degli antichi stati italiani; tuttavia quello operante nel ducato di Milano, dopo accurate indagini degli ufficiali sabaudi, risultò essere tra tutti quello più efficiente e di conseguenza nel XVIII secolo esso venne adottato dal regno di Sardegna e, poi, d'Italia.
I Detti e i Fatti raccontano la storia di un'amicizia tra un medico e un cappuccino, tra un uomo di scienza e un frate della cerca, tra un chiaro ingegno e un semplice che rivela le realtà nascoste. Tommaso Acerbis, noto come Tommaso da Olera, prima di essere ricevuto tra i frati della riforma (i Cappuccini) era un analfabeta, un pastore di pecore lungo i pendii del Canto Alto, la sua montagna. Quando una voce interiore lo trasse fuori dal borgo natio e lo portò sulle strade della Serenissima, della Valle dell'Adige e della Valle dell'Inn, fu per umili e potenti una benedizione quotidiana. Ippolito Guarinoni, nato a Trento e medico di Hall, discendeva da una famiglia di medici di Milano. Fu educato alla scuola dei Gesuiti in vari rami del sapere; infine a Padova si laureò in medicina. Uomo pieno di temperamento, fu benemerito per aver combattuto la peste nel Tirolo, curato i minatori nella miniera di Schwaz e, cattolico convinto, per aver diffuso e difeso la Riforma di Trento. Alla fine il volume documenta come, in nome della reciproca stima e di comuni ideali, sia nato e portato a termine un arduo progetto: la chiesa al Ponte di Volders (Tirolo), dedicata all'Immacolata.
Un'ampia ed esaustiva panoramica delle credenze religiose dell'umanità, dalle religioni della preistoria alle fedi sincretistiche del nostro tempo.
Perché papa Pio XII non andò mai al di là dei generici appelli alla pace, delle deplorazioni per le rovine e i lutti causati dalla guerra, e non parlò apertamente di ebrei e di sterminio? Quali sono i rapporti fra il tradizionale antisemitismo cattolico e il razzismo nazista? A queste domande risponde questo libro di Giovanni Miccoli, che mette in luce le intenzioni, le preoccupazioni, gli oggettivi margini di intervento e le ambiguità del papa, della curia, dei nunzi e degli episcopati nazionali. I dilemmi di fronte a cui si trovarono il papa e la Chiesa erano angosciosi. L'analisi dell'autore ricostruisce la realtà non solo dei fatti, ma degli atteggiamenti mentali che determinarono le azioni e le omissioni.
In questa ricerca Tommaso d’Aquino emerge come interlocutore di rilievo nel dibattito filosofico contemporaneo su temi di indubbio interesse, come la prospettiva gnoseologica sulla conoscenza veritativa, la tensione al bene, la libertà e l’identità umana, ragione e passioni, amore e amicizia, riconoscimento e dignità umana, felicità e fine ultimo. La vitalità della filosofia di Tommaso si riscontra non solo in quei pensatori che, nel nostro tempo, la prendono come punto di riferimento nei propri originali itinerari di ricerca (Edith Stein, Cornelio Fabro), o nelle cui posizioni si può riconoscere un’influenza tommasiana, almeno indiretta (Charles Taylor, Alasdair MacIntyre), ma anche di fronte a problemi e istanze provenienti da chi si considera su posizioni diverse o, addirittura, in radicale discontinuità rispetto all’Aquinate (Kant, Sartre, Habermas, Honneth, Ricoeur). Infatti riguardo a quei problemi è possibile, con il contributo di illustri tomisti contemporanei, rinvenire nella prospettiva tommasiana risposte non evasive.
Nato dalla collaborazione tra Carolyn Osiek e Margaret Y. MacDonald, due neotestamentariste cattoliche, il presente studio appare come uno dei più significativi punti di approdo di un filone di ricerca intensa e illuminata che si propone di approfondire la storia del cristianesimo delle origini come storia anche di donne.
Con la sobria autorevolezza di una ricostruzione rigorosamente storica, immunizzata da qualsiasi tentazione apologetica, l’opera scandaglia nei dettagli la presenza, alcuni volti e il ruolo delle donne nelle chiese domestiche, agli inizi del movimento cristiano. I vari momenti della vita (il parto, l’allattamento, l’educazione…), i ruoli sociali (l’accoglienza degli ospiti, la guida della casa, la presenza ai banchetti funerari…), le relazioni quotidiane (tra schiave e padroni, tra mogli credenti e mariti pagani, tra madri e figli…) rivelano scorci inediti di una storia che molto deve alla presenza delle donne.
Carolyn Osiek insegna Nuovo Testamento alla Bruite Divinità School (Fort Worth, Texas). Tra le sue pubblicazioni, ricordiamo: con Kevin Madigan, Ordained Women in the Early Church: A Documentary History (2005); The Shepherd of Hermas (1999); e, con Balch David L., Families in the New Testament World: Households and House Churches (1997).
Margaret Y. Macdonald insegna Nuovo Testamento alla St. Francis Xavier University (Nova Scotia, Canada). Ha pubblicato: Early Christian Women and Pagan Opinion (1996) e The Pauline Church: A Socio-Historical Study of Institutionalization (1988).
Janet H. Tullochha conseguito il dottorato in Nuovo Testamento presso l’Università di Ottawa.