Cosa significa ricostruire oggi la storia della Chiesa con un'ottica di genere? Il volume utilizza una metodologia inclusiva per interpretare le dinamiche del mondo cattolico. Attraverso una differenziata periodizzazione, che va da Gesù di Nazareth ai giorni nostri, raffronta le esperienze maschili e femminili, quasi come in un gioco di specchi, in un molteplice intreccio di livelli e di circolarità all'interno della fitta trama del tessuto spirituale, culturale e politico. Ne emerge un affresco inedito che contrappone gli aspetti legati all'esercizio del potere nella Chiesa con la presenza viva e combattiva delle donne impegnate nei tanti cammini di fede. Lo sguardo retrospettivo su queste vicende interroga il presente e, allo stesso tempo, apre a più coraggiose indicazioni di cambiamento per il futuro.
Allo stato attuale della conoscenza, l’umanità si sente pellegrina, sempre in cerca di una nuova comprensione della verità, una nuova interpretazione, una ipotesi più vera o una verità più profonda, sempre in cerca di una verità al di là del detto. E anche se abbiamo perduto la certezza che avevamo, per esempio, nel tempo del pensiero mitico, continuiamo a pensare di essere adesso più vicino alla verità …. Un’analisi disincantata, radicale a volte, eppure necessaria del linguaggio religioso e della sua semantica a cinquant’anni dal Concilio Vaticano II. In vista del suo futuro.
Le storie bibliche riguardanti i fratelli e le loro relazioni sono già state oggetto di molti studi e ricerche importanti. In questo volume gli autori, rivisitando alcuni passaggi cruciali della Bibbia - dal libro della Genesi fino al Nuovo Testamento - si propongono di aiutare le famiglie che spesso si interrogano su come porsi di fronte ai litigi e alle rivalità, grandi e piccole, tra i loro figli. Poiché dalla rivelazione biblica deriva l'idea che l'essere fratelli è la condizione di tutta l'umanità e siccome, storicamente, le tre grandi religioni monoteistiche si sono interpretate come nate da un unico padre, viene affrontato anche il rapporto tra i monoteismi e il sentimento di fratellanza generato dal sentirsi, tutti, generati dallo stesso seme.
L'opera, datata 1959 e l'ultima di Max Picard, viene qui presentata per la prima volta in italiano nel cinquantesimo della morte dell'autore. Alla luce della contemplazione di una serie di maschere funerarie di personaggi celebri, nella prima parte del saggio viene esposta una riflessione sul tema del Mehr, ovvero l'Eccedente, il Più. Nella seconda parte dell'opera l'autore, descrivendo alcuni tratti delle maschere, mostra come il Più conduca l'ultimo volto dell'uomo, irrigidito dalla scomparsa del soffio vitale, ad apparire nella sua purezza, decantato dalla contingenza terrestre e ora collocato in una dimensione superiore.
«Questo tascabile non vuole essere nulla di più che un contributo cristiano al dibattito contemporaneo.
Inizio ripercorrendo i quattro principali raggruppamenti di materiale biblico che esprimono un atteggiamento negativo nei confronti delle pratiche omosessuali, ma proseguo con l’insegnamento positivo di Genesi 1 e 2 sulla sessualità e sul matrimonio, insegnamento che anche Gesù, nostro Signore, approvava.
Poi passo ad ascoltare con attenzione le cinque argomentazioni principali che vengono avanzate a favore delle coppie dello stesso sesso e cerco di rispondere con sensibilità.»
Indice
Prefazione 7
01. Il contesto 9
02. I divieti biblici 15
03. Sessualità e matrimonio nella Bibbia 25
04. Considerazioni su argomentazioni contemporanee 33
05. L'epidemia di AIDS 47
06. Fede, speranza e amore 53
Fino a che punto è lecito operare per educare, o formare, la coscienza morale? È possibile realizzare tale processo formativo nel contesto attuale? Quale impatto – ma anche quali opportunità – presenta la sensibilità post-moderna sulla formazione della coscienza nostra e delle giovani generazioni? Quale idea di coscienza deve avere chi si occupa di educazione e in che misura gli è consentito agire entro questo fondamentale e personalissimo processo formativo? Le riflessioni di quattro docenti dello Studio teologico interdiocesano offrono a un pubblico più ampio la possibilità di avviare un dialogo interdisciplinare su questo tema.
In questa lettura della storia dei nostri giorni, il libro sembra porsi come un "oltre" e "altro", cui essere attenti per rileggere il mistero fondamentale della nostra esperienza di fede (la Trinità) e il tempo e lo spazio ove il mistero si concretizza abbracciando l'uomo nella sua interezza (la creazione).
Il volume raccoglie gli Atti del Convegno di Studio promosso dalla Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale di Milano nel febbraio 2015.
Le neuroscienze, la genetica, la bioingegneria… dischiudono nuove possibilità tecniche che lambiscono il confine di ciò che è umano, prospettando una ridefinizione dei suoi confini e della sua responsabilità. Da qui l'interrogativo radicale: ma che cosa fa dell'uomo un uomo? E dunque: chi (e come) vogliamo essere?
In questo momento "genere" è divenuta parola pericolosa, attorno alla quale si agitano diversi conflitti. Queste pagine si addentrano nel discorso allo scopo di fare chiarezza là dove la polemica impedisce la lucidità, mostrando da dove proviene questa categoria, a quali domande intende rispondere, quali intenzioni essa racchiuda e, soprattutto, che cosa accade quando la si adopera nelle diverse discipline o contesti. Si scopre così che i pensieri "di genere" non possono essere facilmente scambiati per un invito a dimenticarsi dei corpi, e che sono portatori di una domanda essenziale: quali modelli di maschilità e di femminilità abitano la nostra cultura?
Nel corso dei secoli, la Bibbia è stata spesso citata per desumere argomentazioni finalizzate a giustificare la condizione di inferiorità e di assoggettamento delle donne nella vita familiare e sociale. Su questo tema il volume sonda il testo sacro con l'intento di cogliere i tratti negativi da cui, a prima vista, non appare del tutto immune, di mettere in risalto il personalismo che attraversa l'intera Scrittura e di cogliere, attraverso i temi dell'eros dell'agàpe, le istanze del femminismo contemporaneo e dell'esegesi femminista.
Sono ormai diversi anni che ci si interroga sul nesso tra cristianesimo e violenza contro le donne. Se nella Bibbia si trovano brani ed episodi di terribile violenza contro le donne, la millenaria storia della chiesa ne mostra la reiterata connivenza con un sistema sociopolitico e simbolico che consente, quando non istiga, la violenza di cui esse sono oggetto. In questa pagine Elizabeth E. Green propone un'analisi delle Scritture e della dottrina delle chiese per comprendere come e quanto il cristianesimo abbia contribuito all'affermarsi di tale cultura violenta per affrontare la questione nell'ottica di un radicale e concreto percorso di cambiamento che veda impegnate in prima linea - insieme a donne, uomini, famiglie e comunità - le stesse chiese. "Lo stesso cristianesimo è stato terreno fertile per la cattiva pianta di leggi e tradizioni che opprimono e discriminano le donne. Alcune sue espressioni e modalità d'agire continuano a veicolare una cultura connivente con la violenza maschile contro di loro." (Elizabeth E. Green).
Uno sguardo ricognitivo sul mondo rivela come, accanto a condizioni economiche diversificate alla radice dell'identità dei vari paesi, della loro cultura e della loro politica, ha un posto importante il modo in cui si concepisce, si valuta e si vive la relazione tra uomo e donna, con i conseguenti legami e le implicazioni sociali che da essa derivano. I repentini cambiamenti sociali e l'evolversi delle forme di interazione umana, hanno portato alla odierna emergenza antropologica: conoscere l'uomo comporta oggi una ricerca più ampia di quella intrapresa da Diogene. Uomo e donna sono in cerca di identità, e la conoscenza della loro relazione è la via per affrontare una prospettiva esistenziale la cui valenza è vitale e attende ancora di essere dispiegata. Se il messaggio, nonché il senso, di tutta la rivelazione cristiana è l'amore che Dio infonde in ogni cosa creata, in una prospettiva realistica e non virtuale è necessario riconoscere alla relazione uomo-donna una centralità strutturale rispetto a tutto il creato.