Pochi mesi prima della morte, don Giovanni Moioli tenne un ciclo di conferenze in una parrocchia per introdurre e preparare alla festa del Santo Crocifisso. Alla luce della propria sofferenza, rilegge le tappe fondamentali dell'interpretazione teologica della croce di Gesù. Vi trova non l'esaltazione del dolore di Dio, non l'imposizione della sofferenza all'uomo, ma la ricerca -da parte di Dio- di un dialogo d'amore con gli uomini e la proposta del dono reciproco della vita. La croce, allora, appare non come precetto, ma come grazia: il dono gratuito dell'amore di Cristo e della vita in Lui.
Il volume raccoglie gli Atti della Tre Giorni di studio promossa dall'Associazione Chiesa del Gesù di Roma Onlus dal titolo «Il Re delle schiere» e si colloca in un programma che vuole affrontare i temi che scandiscono gli Esercizi spirituali di sant'Ignazio. In questo itinerario il cristiano è invitato, come gli apostoli, a seguire il Signore unendosi alla sua impresa, senza badare al proprio interesse. L'esercizio vuole portare l'esercitante a comprendere la prospettiva e il progetto di Gesù e a liberare la mente e il cuore dalle illusioni indirizzando il suo impegno al servizio di Dio e della Chiesa sua Sposa. La ricerca della Tre Giorni si è concentrata sulla ricerca biblica per approfondire l'annuncio del «regno di Dio», che è il cuore della predicazione di Gesù e costituisce per ogni cristiano l'oggetto su cui deve decidersi: è la grande impresa per la quale egli cerca «amici» che gli siano compagni nella vita e nella sorte.
«Il lavoro di Ettore Malnati su 'Cristologia e Vaticano II' mostra efficacemente come le varie angolature teologiche su Cristo Gesù possano ben coesistere in una riflessione cristologica saldamente ancorata al magistero conciliare e agli sviluppi del post-concilio nel pensiero e nella prassi cristiana. In tal modo questo lavoro evidenzia la fecondità della circolarità fra fede vissuta e fede pensata, fra rinnovamento ecclesiologico-pastorale e sua coscienza evangelicamente critica, a partire dal centro e cuore dell'essere cristiano che è la fede in Gesù Cristo, crocifisso e risorto, vivente nel Suo Spirito e operante nella Sua Chiesa e nel mondo. Ne risulta l'importanza della riflessione critica della fede per la testimonianza ecclesiale del Redentore dell'uomo, e al contempo la ricchezza di apporti che il vissuto credente offre a una teologia che sappia essere consapevolmente e responsabilmente militante al servizio della salvezza degli uomini. Per queste ragioni, un lavoro come quello di Ettore Malnati aiuta il popolo di Dio tutto intero a crescere nella consapevolezza di sé e della propria missione. La gratitudine del teologo si unisce perciò in me a quella del pastore vicino alla sua gente.» (dalla postfazione di Bruno Forte)
"Non basta più dire come una volta: «Dio si è fatto uomo affinché l'uomo diventi Dio» - occorre aggiungere che Dio si è fatto uomo perché l'uomo resti umano, e che essendo divinizzato, sia sempre più umano ancora". "L'ultima lezione del Verbo incarnato è stata di rifare gesti semplici e con ciò insegnare ai discepoli a non vedere più lui, ma a vedere ogni cosa in lui, e riconoscere la sua gloria ovunque affiori nel quotidiano".
Inos Biffi, insignito in Vaticano del Premio Ratzinger 2016 ha, nello stesso anno, terminato l'edizione dei volumi della sua Opera Omnia. Con il presente volume, "Il Dio che attrae l'uomo", di fatto apriamo un recipiente editoriale, «Percorsi», in cui si pubblicherà la libera ripresa di Corsi e interventi dell'autore. In Biffi c'è sempre stata l'esigenza di parlare non solo a studenti e studiosi, ma anche a chi da «laico» (basti pensare alle larghe collaborazioni con «L'Avvenire» e «L'Osservatore Romano») è interessato al metodo teologico inteso come cammino del ragionare cristiano. Questo primo volume dei «Percorsi» ci conduce al centro del mistero cristiano. Cristo «entra» nella storia in quanto è attraverso Cristo che si realizza la storia stessa (prima parte); il Dio creatore ci appare così immediatamente e indissolubilmente creatore/redentore (seconda parte). Siamo di fronte a un Dio che attrae a sé l'uomo in qualsiasi situazione si trovi e qualsiasi drammatica temperie stia attraversando.
In queste pagine Lonergan cerca di rispondere a due questioni cristologiche attorno alle quali, negli anni Sessanta del secolo scorso, ci fu una vivace discussione tra i teologi italiani: la prima riguardava la coscienza che Cristo aveva di se stesso (cioè se sapeva di essere Figlio di Dio, Messia ecc.); la seconda questione proveniva da chi riteneva che, nel linguaggio di oggi, non fosse più possibile dire che in Cristo non c'è una persona umana, perché equivarrebbe di fatto a negare la natura umana di Cristo. Con "La costituzione ontologica e psicologica di Cristo", Lonergan offre ai suoi studenti della Gregoriana un "Supplementum" alle dispense che aveva già dato e che costituivano il "De Verbo incarnato".
Descrizione
Lo scopo principale di questo libro è di indagare i tratti della riflessione presente nei Vangeli sinottici su Gesù in quanto saggio e Sapienza di Dio. Sono pochi, o manca addirittura uno studio, almeno in italiano, che metta insieme le sue menzionate tematiche che appaiono inseparabili nelle tradizioni sinottiche. Il libro è strutturato in due blocchi: nel primo viene approfondita la figura di Gesù il saggio, nel secondo quella di Gesù la Sapienza dei sinottici. La sezione su Gesù il saggio, dal canto suo, si divide in due capitoli che indagano il carattere sapienza delle azioni di Gesù e sei suoi insegnamenti, rispettivamente nei detti e nelle parabole. L'indagine su Gesù Sapienza, invece, si suddivide in due parti, che analizzano le testimonianze dirette a riguardo nei vangeli sinottici e poi le allusioni sinottiche a Gesù come Sapienza divina. Il tutto è preceduto da un capitolo di introduzione alla tematica, in cui si indaga sulla figura del saggio nella tradizione sapienza biblico-giudaica, sulla possibile attesa di un Messia necessariamente sapiente in Israele, come pure sulla formazione e lo sviluppo della figura letterario-teologica della Sapienza personificata, la quale pare raggiungere l'apice della riflessione negli scritti biblici attorno al tempo di Gesù. Il libro termina con un capitolo conclusivo, dove si offre la sintesi sulla ricerca fatta e si tenta una riflessione sulla possibile evoluzione storico-teologica del Gesù saggio al Gesù Sapienza divina.
"L'iradiddìo" è un viaggio attraverso le quattro stagioni della natura, abbinate alle quattro stagioni della vita di Cristo: l'inverno delle tre ore sul Golgota, la primavera dei trent'anni a Nazareth, l'estate dei tre anni in Galilea, l'autunno dei tre giorni a Gerusalemme. Un'intera stagione della salvezza che mai si è riusciti a misurare completamente: «Di uno come Cristo, il mondo è ancora lì a scervellarsi: "Quanto costa amare così?" L'iradiddìo». L'opera è un ritratto personale di Cristo colto nella sua allegrezza: la lotta tra Lucifero e il Creatore, la bellezza e la menzogna. È la stagione della Chiesa, l'antica storia della Salvezza ridisegnata dal passaggio di Cristo: «La partita è tutt'ora in corso: vite esagerate da una parte, vite senza aggettivi dall'altra». Sullo sfondo, impalpabile, sta all'erta Maria: un'iradiddidìo di tenerezza.
Il nostro intento è di valorizzare il Messianismo con Messia, e non un generico Messianismo, più o meno senza Messia, come si è talvolta presentato, che implica una "salvezza in genere", presente o futura, certamente presente e determinante nella Bibbia, ma che non designa il carattere messianico in qualche modo personale, e, per noi cristiani, cristologico del testo sacro.
La morte improvvisa di Vladimír Boublík avvenuta prematuramente nel 1974 non fu l'ultima parola, neppure per la sua eredità teologica. Già due anni dopo la sua morte, per la solerte sollecitudine del prof. Alessandro Maria Galuzzi (che fu anch'egli Decano della Facoltà di Teologia della Lateranense dal 1984 al 1988) vennero pubblicati cinque scritti inediti di Boublík in un libro dal titolo "Il mistero della salvezza. Saggi teologici", PUL, Roma 1976. Ultimamente sono stati scoperti altri scritti inediti e incompiuti di Boublík che per la prima volta (almeno in lingua italiana) vengono presentati in questo volume postumo: "Alla ricerca di Gesù di Nazareth" e "La storia della salvezza". Il primo saggio appare come un testo già ben congeniato anche nell'apparato critico e rilancia alcune proposte che già si trovavano nei suoi scritti. Erano passati solo pochi anni dalla chiusura del Vaticano II, eppure Boublík già aveva assorbito e recepito i temi centrali della Rivelazione come storia e del dramma dell'uomo alla ricerca della verità che è Cristo. E tutto questo nella preoccupazione che la salvezza in Cristo possa giungere ad ogni creatura sulla faccia della terra. Il secondo saggio, "La storia della salvezza", letto con gli occhi di oggi, appare quasi scontato, ma le cose non stavano così nel momento in cui fu redatto. La novità consistette nel manifestare una sensibilità storica nel considerare la Rivelazione in Cristo e nello Spirito e più in generale nel fare della storia salvifica l'asse portante per ripensare tutta la teologia fondamentale e la dogmatica.
Il volume è contestualizzato dalla Prefaione del curatore Nicola Ciola che tratteggia la figura di Boublik come "teologo post-conciliare venuto dall'est" e dalla Postfazione di Giuseppe Lorizio che fa risaltare tutta la fecondità del pensiero di Boublik fino ad oggi, per la specializzazione in Teologia Fondamentale della Facoltà di Teologia della PUL e non solo. Il rapporto virtuoso tra l'esperienza di vita drammatica e la teologia di Vladimir Boublik, è stato ricostruito magistralmente da un saggio introduttivo di Karel Skalicky, che di Buoblik fu l'immediato successore sulla medesima cattedra di Teologia Fondamentale.
Il vangelo, la buona notizia, è duplice: Dio ci ha guardati nell’uomo Gesù, e noi a nostra volta possiamo guardare come lui, assumere il suo sguardo come nostro. All’interno delle pagine del vangelo, in modo semplice e approfondito, l’autore ci porta a scoprire lo sguardo di Gesù, che rivela Dio proprio a partire dalla sua piena umanità, e che può insegnare qualcosa a chiunque di noi si riconosca partecipe dell’umanità, sia egli credente o no. La buona notizia per tutti: per chiunque voglia lasciarsi attirare e interrogare da quello sguardo.
Chi si accinge a leggere i vangeli, quale atteggiamento psicologico deve assumere?
Si trova di fronte a libri storici in senso rigoroso, oppure di fronte a romanzi?
A partire da tali domande l’autore si so fferma su punti cruciali della nostra fede in Gesù Cristo.