Parlare di misericordia porta con sé il rischio della riduzione a una comprensione del tema puramente spirituale, interiore, morale, quasi si trattasse di un generico atteggiamento di bontà un po' ingenua.
Questo volume si propone, al contrario, di mostrare come la misericordia sia, nel solco del magistero di papa Francesco, una categoria profondamente significativa e operativa da[ punto di vista teologico e di immagine e forma della Chiesa. Una categoria che impone ripensamenti strutturali oltre che personali e che può essere la linea guida della riforma ecclesiale e della vita cristiana che molti si augurano.
Il volume raccoglie testi di varia natura, scritti nel corso dell'attività del card. Lajolo come Nunzio Apostolico in Germania, come Segretario per i Rapporti con gli Stati e come Presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano. Tra i moltissimi interventi, lo stesso Card. Lajolo ha scelto quelli a suo giudizio più interessanti ed ancora attuali. I temi sono focalizzati su esigenze della società, di diversa natura ma tutte molto concrete, alle quali la Chiesa cerca di rispondere infondendo, in forma diretta o indiretta a seconda dell'opportunità, il fermento evangelico.
Presentazione di Luigi Sartori.
Il presente volume raccoglie gli articoli e i contributi apparti su "L'Osservatore Romano" che, come si apprende dal titolo, offrono al lettore un valido aiuto per avvicinarsi alle tradizioni cristiane d'Oriente sia nella loro dimensione costitutiva che nel loro presente. La raccolta è divisa in capitoli e segue un ordine tematico. Il primo capitolo comprende alcuni commenti a testi liturgici e patristici, articoli di carattere miscellaneo come il "Cherubino ed il Buon Ladrone", pubblicato in occasione della Pasqua 2008. Il secondo capitolo è incentrato su temi di attualità; il terzo contiene alcuni articoli collegati al ministero di Papa Benedetto XVI; il quarto riprende e commenta fatti ed eventi ecclesiali in rapporto con l'Oriente cristiano; il quinto capitolo "raccoglie le note necrologiche di due sacerdoti vincolati lungo tutta la loro vita all'Oriente cristiano e al Pontificio Collegio Greco di Roma: monsignor Eleuterio Fortino, e l'archimandrita p. Oliver Raquez osb".
Quale posto hanno, per la vita consacrata, i monaci, i frati e le suore nella Chiesa oggi? Quale sarà il loro ruolo e quale forma assumerà la loro presenza nel futuro? Nella Evangelii gaudium (n. 76) Papa Francesco dice che è un «dovere di giustizia» il riconoscere il bene enorme che i religiosi hanno portato e portano alla Chiesa. Questo libro intende dimostrare, attraverso un’inedita analisi storica, come la presenza della vita consacrata appartenga fin dai primordi all’essenza della Chiesa; leggendo i testi del Concilio Vaticano II (1962-1965) e del Codice del 1983, evidenzia, poi, il cambio di prospettiva ecclesiale attuato dalla legislazione canonica da un’«esenzione» verso una «giusta autonomia» dei religiosi nei confronti della Chiesa locale. Infine, si sottolinea la ricchezza che i religiosi e le religiose costituiscono per l’intera Chiesa, quasi che, se essi non ci fossero, mancherebbe alla Chiesa stessa una sua nota peculiare: la «cattolicità».uf
II concilio Vaticano Il ha posto irrevocabilmente la Chiesa cattolica nel cammino ecumenico, segnando questo percorso con la Lumen gentium e l'Unitatis redintegratio, il Direttorio del ~993 e l'enciclica di Giovanni Paolo Il Ut unum sint.
Prendendo in esame i dialoghi ufficiali bilaterali tra Chiesa cattolica, comunità ecclesiali (cattoliche e luterane) e Chiese ortodosse, questo volume offre una sintesi del cammino compiuto localizzando l'attenzione sul ministero episcopale e la comunione ecclesiale.
In particolare, il libro approfondisce l'esercizio ecumenico del primato petrino in un contesto di sinodalità e mette in evidenza i risultati e le conseguenze dei dialoghi in merito alla questione ecclesiologica del subsistit in, facendo notare alcune aporie che in passato non sono state attentamente tenute presenti ed esaminate. Per evidenziarle l'autore analizza i documenti emanati dalla Congregazione per la dottrina della fede in merito alla questione ecumenica, mostrando i lati positivi ma anche quelli irrisolti.
PAOLO GAMBERINI, associate professor all'University of San Francisco (California, USA), fa parte del Consiglio di presidenza dell'Associazione teologi italiani ed è rappresentante per l'Italia dell'Associazione europea di teologia cattolica. Collaboratore de La Civiltà Cattolica, dal 2oo8 al 2o14 ha diretto Rassegna di teologia. Per EDB ha pubblicato Questo Gesù (At 2,32). Pensare la singolarità di Gesù Cristo (20o5).
Il "Dialogo sul papa eretico" costituisce il primo trattato, l'unico integralmente compiuto, del "Dialogus", la più ricca e complessa opera politica di Guglielmo di Occam. In esso un maestro e un discepolo, attraverso un confronto serrato, indagano sull'eresia, che si è annidata nel vertice della chiesa, e cercano i rimedi legittimi per liberare la società dal potere tirannico di un papato corrotto. Dotato di un'esemplare struttura organica e animato dal rigore logico tipico del francescano inglese, il "Dialogo sul papa eretico" è uno dei testi-chiave per comprendere la travagliata epoca di transizione dal Medioevo all'età moderna.
Il tema della riforma della Chiesa è tornato ad essere di grande attualità e urgenza in questi anni. Per la sua realizzazione, senza facili retoriche, è però indispensabile domandarsi che cosa sia e debba essere la Chiesa nel progetto di Dio rivelato in Cristo. Oggi si parla molto della chiesa, anche perché sono avvenuti e stanno continuando ad accadere mutamenti che toccano, in modo radicale, i modi tradizionali con cui essa si è pensata e strutturata per diversi secoli. Non sempre, però, al molto parlare di chiesa corrisponde un'altrettanto lucida consapevolezza di che cosa essa sia o debba essere. Il testo rappresenta il tentativo di chiarificare, alla luce della Rivelazione di Dio attestata dalla Scrittura e trasmessa nella lunga vicenda ecclesiale, che cosa sia stato e che cosa sia sotteso al termine chiesa. L'auspicio è che questo scritto possa sostenere il desiderio espresso da papa Francesco e corrispondente anche alle attese di "tutti i cristiani di buona volontà", di "una scelta missionaria capace di trasformare ogni cosa" della realtà ecclesiale.
Il rinnovato interesse per la relazione che intercorre tra ecclesiologia e liturgia, tra la vita della chiesa e il modo in cui nella celebrazione essa esprime se stessa, ha visto nel dopo-concilio moltiplicarsi gli studi ecclesiologico-liturgici, anche se l'influsso della liturgia sulla produzione ecclesiologica non è molto rilevante, fatte salve le debite eccezioni. Di qui la necessità di colmare questo vuoto riprendendo lo studio di quello che fu il primo documento del Vaticano II. L'analisi critica si conclude offrendo alcuni stimoli affinché la dimensione cultuale della chiesa possa essere maggiormente esplicitata e sviluppata anche in vista di implicazioni pratiche per la vita della chiesa stessa.
"La comunità che di fatto si raduna attorno a Gesù ha funzione di segno nei confronti dell'insieme di Israele, deve rappresentare ciò che Israele è chiamato a diventare? Gesù esige una società alternativa, dove si viva diversamente dal mondo ambiente e i rapporti vicendevoli contrastino con quelli comunemente recepiti? E la chiesa di oggi dovrebbe configurarsi come una controsocietà di Dio nel mondo, come popolo di Dio nel quale il Regno e la presenza del Risorto esercitino un fascino sconfinato. Siamo dunque lontani dall'ideologia, che è penetrata in alcuni ambienti in tempi recenti, di una chiesa quasi del tutto invisibile, immersa nella società da rinunciare alla propria identità. Il pericolo che oggi, nel tentativo di reagire ai trionfalismi passati, corre la chiesa, è di adattarsi acriticamente alla società, finendo col non essere più la città sul monte, la lampada sul moggio, il sale della terra? Questo volume ha riscosso un notevole successo nei paesi di lingua tedesca; è un testo dal quale si apprendono molte cose e si ricevono decisivi impulsi per un rilancio ecclesiale." (Franco Ardusso)