In una disciplina segnata con sempre maggior vigore da orientamenti diversi e in netta contrapposizione tra loro, l'approccio etico della cura si pone come tentativo di offrire alla bioetica un linguaggio comune per un'etica pubblica condivisa. Partendo dall'analisi storico-filosofica del concetto di cura, il lavoro presenta la proposta di una bioetica che, liberata dai rigidi schemi del deduttivismo e dell'imparzialità, si radichi nella vulnerabilità, nella relazionalità e nella dignità personale come elementi in grado di realizzare un orizzonte normativo di base che promuova il rispetto della vita e la crescita globale di ogni essere umano. L'etica della cura considera, infatti, moralmente rilevante non tanto la singola azione posta in essere da un individuo, ma l'impegno di ciascuno a protendersi verso l'altro. Inoltre, la cura non si pone il problema di delineare principi astratti validi per tutti in ogni luogo e in ogni momento della storia, ma considera ogni individuo e ogni problema morale nella sua unicità e irrepetibilità storica ed etica. L'ultimo capitolo cerca di applicare il nuovo paradigma bioetico alle dichiarazioni anticipate di trattamento, presentate come un "patto di cura" capace di ridare protagonismo al paziente in un'ampia cornice relazionale.
L?Autore, un magistrato che per anni si è occupato dell?ordinamento penitenziario, verifica il trattamento penitenziario dello straniero in Italia. Ne emerge il dramma dell?uomo, il carcerato e il giudice, l?uno che subisce e l?altro che vorrebbe riversare nelle sue decisioni tutta la forza della fede. Il testo non è solo la presa di coscienza di una realtà carceraria di rispettare la dignità del detenuto (in particolar modo straniero). È soprattutto una analisi che connette il diritto con la morale e la morale cristiana, tra gli addetti ai lavori e che vuole connettere, tra quegli addetti ai lavori, la fiducia in uno Stato di diritto e la fiducia in uno Stato non confessionale, ove tutti abbiano diritto di cittadinanza.
Il Convegno nazionale: "Il mercato giusto per umanizzare l'economia", era stato concepito nel cuore e nella mente del Prof. Mario Signore, che da diversi anni, quale docente invitato dell'ISSR di Lecce per il corso Teologia ed Economia, ha messo a disposizione degli Allievi dell'Istituto la sua vasta e ricca conoscenza ed esperienza di filosofo e di esperto in umanità. Insieme con lui e il prof. Cucurachi, abbiamo affinato l'ambizioso progetto: aprire all'interno delle attività dell'ISSR di Lecce anche un ambito dove la Teologia si confrontasse con le varie scienze, fra cui l'economia. Nostra pretesa era quella di vedere come è possibile coniugare insieme, l'homo faber, con l'homo orans, e questi con l'homo oeconomicus. Avevamo vagheggiato l'idea di un convegno annuo, per coniugare le diverse dimensioni che rientrano nell'umano: anzitutto quella economica, nei prossimi anni quella etica, religiosa e cosi via, per capire meglio la bellezza e la pregnanza del versetto del Salmo: «Chi è l'uomo perché te ne curi?» e trasformare tale versetto in una sorta di "guida satellitare" nel viaggio di esplorazione di quelle che sono le potenzialità dell'essere umano, quale costruttore di comunità. Il Convegno ha visto inoltre la partecipazione della Fondazione Centro Studi Filosofici di Gallarate, dell'Istituto Universitario "Sophia" di Loppiano e dell'Associazione "Sumphilosophein", ed ha ottenuto il patrocinio della Facoltà Teologica Pugliese e della Facoltà di Economia dell'Università del Salento.
Il libro raccoglie vari articoli che sono stati pubblicati nel corso degli anni sulla rivista accademica Studia Moralia. Essi sviluppano il concetto di giustizia e misericordia come dono di Dio, arrivando a delineare il giusto comportamento morale a cui è tenuto ogni uomo. L'opera, nel suo insieme, raccoglie pluralità di pensiero, frutto dello studio di diversi autori in tempi e in contesti sociali differenti. A seguire, si è analizzato il rapporto tra giustizia e misericordia alla luce del pensiero di Sant'Alfonso, una rilettura più che mai appropriata per i giorni nostri.
La Morale nel Pensiero di Dio e La Morale nelle opere sono le due grandi sezioni in cui si articola questo volume, la cui pubblicazione quasi alla fine della chiusura del Giubileo della Misericordia, non è sicuramente casuale. L’Autore, noto filosofo e teologo – personalmente impegnato nella pastorale ci propone di ripercorrere la lettura dei Comandamenti quale Parola di dio nella “divina condiscendenza”, così come dice la Dei Verbum al n. 13, e, dunque, quale espressione grandissima dell’Amore di Dio per i suoi figli: ogni buon genitore educa i propri figli proponendo una strada da seguire, e la correzione non è solo un dovere ma è una volta espressione di un amore grandissimo. A maggior ragione quanto è vero questo per il Padre che è nei Cieli! La lotta al "mi piace", anzi, al "faccio quel che mi pare", trova in queste pagine una splendida esortazione ad approfondire la Legge di Dio, e ci incita a recuperare la dimensione di armonia che il nostro mondo apparente ha smarrito. Per porci di fronte alle nostre scelte, dinanzi alle proposte del Padre, l'esame viene affrontato anche alla luce di "dialoghi immaginari": ne è esempio nel nostro percorso storico la conversazione tra un uomo qualsiasi e un grande Padre della Chiesa quale Sant'Agostino, o quella tra un giovane e il suo pastore. A noi riflettere su quanto proposto.
Dopo secoli di sacralizzazione o di diffidenza, la sessualità rischia oggi di perdere di significato. I modelli culturali dominanti non valorizzano veramente il corpo. Il cristianesimo, che fu spesso fiancheggiatore del suo disprezzo, tuttavia partecipa in sommo grado alla sua valorizzazione.La religione dell'incarnazione, dell'eucaristia e della risurrezione chiama al superamento di ogni dualismo e osa affermare la vocazione del corpo alla gloria. In questa luce si possono riesaminare i fondamenti di un'etica cristiana della sessualità. L'affinità fra l'unione dei corpi e l'unione dei desideri ne è il fulcro. Il mistero cristiano riunisce qui i significati ai quali è riconducibile una fenomenologia della tenerezza.L'attenzione al linguaggio del corpo prepara a comprendere la sessualità come luogo del dono reciproco. A tal fine l'arte e la poesia offrono un importante contributo.
In una società liquida che sembra rinunciare ai tradizionali punti di riferimento l'etica può essere considerata un'arca di Noè costruita attorno alla fraternità, al bene comune e alla cura.La bussola per la navigazione è offerta da papa Francesco nell'esortazione apostolica Evangelii gaudium, dove si ricorda che l'unità «prevale sul conflitto», che il tutto «è superiore alla parte», che «il tempo è superiore allo spazio» e che la realtà «è più importante dell'idea».Il volume offre due piste di riflessione: una fa riferimento ai fondamenti etici della vita sociale e l'altra analizza alcuni temi su cui si misura il cambiamento d'epoca in atto. La convivenza, sostiene l'autore, va rifondata a partire da alcuni snodi concreti: un nuovo rapporto tra la coscienza morale e le leggi, una fraternità vissuta a partire dai beni comuni e dalla condivisione, una pace «giusta» e, da ultimo, stili di vita capaci di incarnarsi concretamente nella realtà.
La teologia morale di oggi è certamente plurale e regionale, rispetto a quella monolitica preconciliare, che a livello filosofico e teologico adottava quasi esclusivamente categorie scolastiche. Oggi assistiamo a teologie di contesto culturale che si confrontano e riflettono a partire dalle problematiche locali emergenti, per esempio le teologie della liberazione e quelle del dialogo interreligioso. All'interno della stessa teologia interagiscono filosofie che declinano in modo diverso il dato morale e sono presenti opzioni diverse e alternative riguardo ad alcune tematiche e alle loro modalità.Alla luce di queste osservazioni, questo manuale si propone di offrire un'informazione di base esauriente e completa, per poi dare ragione di alcune scelte e di alcune conclusioni emerse nella riflessione teologico-morale contemporanea.
"Persona", "corpo" e "natura" sono i tre pilastri che possono sostenere un progetto etico che recupera il proprio fondamento senza ricorrere per questo a istanze metafisiche anacronistiche, ma anche senza incorrere in una prospettiva relativistica. Si tratta di categorie che, collocandosi al punto di convergenza fra soggettività e oggettività, da un lato forniscono all'etica un solido ancoraggio valoriale e, dall'altro, le assicurano la necessaria duttilità per affrontare correttamente - e concretamente - le varie e complesse questioni oggi emergenti. Il modello che viene in tal modo affermandosi è quello di un'etica "situata" che, pur appoggiandosi a strutture portanti ineludibili, non esita a misurarsi con i limiti propri della condizione umana. In questo saggio sono pertanto offerte le chiavi interpretative di una proposta morale che, facendo appello alla dignità della persona, è in grado di intrecciare aspetto soggettivo e aspetto oggettivo dell'agire umano, conferendo a quest'ultimo il vero significato.
È normale affermare (anche all'interno della Chiesa) che le azioni degli imprenditori hanno effetti negativi sulla società: in questo saggio Padre Robert A. Sirico spiega invece che la professione imprenditoriale non solo è legittima, ma anche degna di lode, tanto da essere una vera e propria “vocazione” e una forma di evangelizzazione. Contribuendo a creare benessere per la società, questa vocazione è messa in relazione con il più profondo messaggio cristiano, la dignità dell'uomo e la santificazione del mondo attraverso il lavoro. Introduce il volume Ettore Gotti Tedeschi che immagina un'allocuzione indirizzata agli imprenditori scritta da un Papa di questo secolo.
I grandi problemi, che oggi assillano l’umanità, dalla terza guerra mondiale a pezzi, denunciata da Papa Francesco, al terrorismo sempre incombente, dalla produzione incontrollata di armamenti all’ineguale distribuzione della ricchezza mondiale, dalla miseria e dalla fame ampiamente diffuse agli esodi biblici di intere popolazioni, dalla distruzione dell’ambiente naturale all’aggressione feroce, scagliata contro i fondamentali diritti dell’uomo e della famiglia, a incominciare dal diritto dei diritti, quello alla vita, sono, nel loro fondamento, problemi di natura morale e vanno affrontati e risolti prima di tutto sul piano morale. Ora, nessuno più e meglio di san Tommaso d’Aquino ha proposto, descrivendolo nei suoi particolari, un sistema morale in grado di offrire risposte e soluzioni definitive ai grandi problemi che angosciano il tempo presente. Non per nulla, la “perenne” attualità del pensiero di san Tommaso è stata sempre riconosciuta dalla Chiesa cattolica e, ultimamente, da san Giovanni Paolo II. Questo primo volume, dedicato alla vita morale secondo san Tommaso, incomincia col delineare i fondamenti, sui quali viene innalzato un possente edificio filosofico e teologico. Per renderlo più facilmente accessibile, si è seguita una metodologia espositiva, tesa a facilitare la lettura e l’acquisizione dei concetti.
Il trattato di teologia morale fondamentale delinea una triplice prospettiva. La prima riguarda l'immagine di Dio che si rivela come Padre, amore, misericordia. La seconda esplora l'identità dell'essere umano, che in Gesù conosce «la sua altissima vocazione»: essere e agire da figlio di Dio. La terza tocca la relazione interumana, caratterizzata dalla fraternità e capace di trasformare i figli dello stesso padre in fratelli e sorelle.Le tre prospettive, distinte e coordinate, tracciano il contesto entro il quale può e deve essere trasmesso il messaggio morale del Vangelo, se si vuole evitare che la morale cristiana diventi acefala e incomprensibile. Si ha un deficit comunicativo quando la pastorale, di fatto o in teoria, dimentica che la «morale, senza essere secondaria, è seconda». Prima viene l'iniziativa di Dio, che si è manifestata in pienezza in Gesù Cristo; la morale «viene dopo» come risposta di amore all'amore ricevuto per dono. Presentazione di Luigi Lorenzetti.