La teoria dell'agire comunicativo, che J Habermas completa con l'etica del discorso, nei suoi risvolti etici, politici e culturali risulta essere una salutare provocazione per la teologia morale fondamentale e consente di rileggere la recente riflessione nel campo etico-teologico a proposito di coscienze, strutture e rapporti interumani all'interno della società. La dimensione dell'intersoggettività, che è quella della comunicazione interpersonale e del confronto argomentativo, è l'unica che può portare alla verità, purché gli interlocutori, al di là di ogni razionalità strategica, portino nel confronto le tesi che ritengono effettivamente vere. La teoria della verità elaborata da Habermas sollecita la teologia morale a non ridurre il confronto intersoggettivo alla semplice riaffermazione del rispetto per l'altro e le sue opinioni e a tenere alto l'impegno per la sovrabbondanza della verità.
Negli anni immediatamente seguiti al Concilio Vaticano II si è scritto e parlato molto della povertà della e nella Chiesa, magari confondendo a volte la povertà con il pauperismo e identificandosi con posizioni ideologiche. Ma ormai da parecchi anni non se ne parla quasi più. Eppure il problema del potere e del denaro si presenta ancora identico alla Chiesa all’inizio del terzo millennio. La povertà della e nella Chiesa non è un aspetto accessorio, ma è un tratto qualificante la sua stessa identità, ne tocca l’essenza, dovrebbe essere il segno distintivo. Non è questione della sua generosità, ma appunto della sua identità. In queste pagine, con un approccio corale e rigoroso ma altrettanto franco, si parla della povertà della Chiesa nel suo insieme: nelle strutture che si dà, nel modo di porsi tra gli uomini, nell’immagine di sé che coltiva, nelle scelte pastorali, nei mezzi che predilige e nel modo con cui li usa. È in gioco la coerenza con se stessa, con quello che dice di rappresentare, con il messaggio di Gesù che assume come progetto di vita. Troppo forte, infatti, è lo scarto tra come appare e l’amore e la speranza che dovrebbe comunicare: non solo a parole, ma attraverso segni di rifiuto della “gloria della terra” e della tentazione idolatrica di identificare la propria gloria con quella di Dio. Non è una condanna delle intenzioni, ma la constatazione che le persone cui si rivolge sempre più la percepiscono così.
La strutturazione di una disciplina scientifica, come la teologia morale, non può mai dirsi compiuta e definitiva. L’esigenza di tentare un nuovo trattato è motivata da vari fattori: i profondi mutamenti culturali e sociali intervenuti; la considerazione dell’esposizione sistematica postconciliare e delle varie fasi del rinnovamento della teologia morale fino a oggi; le nuove ricerche biblico-teologiche e le conseguenti implicazioni che attendono di tradursi in una riflessione organica a livello sia di morale fondamentale sia di morale speciale; l’opzione cristocentrica che, voluta dal concilio Vaticano II, raggiunge nell’enciclica Veritatis splendor (1993) una forte impostazione suscettibile di ulteriori approfondimenti.
Il titolo del volume esplicita come la trattazione trovi il proprio centro attorno al mistero della nostra adozione filiale.
Sommario
Presentazione. Perché un nuovo trattato di teologia morale fondamentale? (L. Lorenzetti). Introduzione generale (R. Tremblay). I. Breve rilettura della tradizione morale cristiana in prospettiva filiale. 1. La morale filiale dell’Antico Testamento (A.-M. Jerumanis). 2. La morale filiale del Nuovo Testamento (A.-M. Jerumanis). 3. Alcune tappe significative della tradizione morale cristiana fino al concilio Vaticano II (M. Doldi). 4. Il concilio Vaticano II e la riflessione morale contemporanea (M. Doldi). II. Radicati nel Figlio. Fondamenti cristologici e antropologia filiale. 5. La croce gloriosa, rivelazione del Dio che è amore (A. Chendi). 6. Il Dio trinitario e il suo disegno (A. Chendi). 7. La croce gloriosa, realizzazione e fondamento del disegno divino di filiazione (R. Tremblay). 8. Dalla persona umana capax Dei in Filio alla persona filiale (R. Tremblay). III. Il dinamismo etico dell’antropologia filiale. 9. L’agire morale filiale (A.-M. Jerumanis). 10. La libertà filiale, corrispondenza dello Spirito all’amore del Padre (P. Laird). 11. La coscienza morale filiale (F. Maceri). 12. Doni dello Spirito per l’agire filiale (A.-M.-Z. Igirukwayo). 13. Le virtù per l’agire filiale (A.-M.-Z. Igirukwayo). 14. La legge di Dio per i figli (A.-M. Jerumanis). 15. Allontanamento e ritorno alla casa del Padre: peccato e conversione (S. Zamboni). IV. La vita filiale. 16. Il battesimo e la cresima: porta d’entrata nella filiazione (C. Cannizzaro). 17. L’eucaristia, approfondimento e sviluppo della vita filiale (R. Tremblay). 18. La vita ecclesiale: fratellanza, sponsalità e maternità dei figli (J. Mimeault). 19. Alcuni tratti della vita filiale (S. Zamboni). 20. Figli sempre di nuovo (R. Tremblay). Indici.
Note sui curatori
Réal Tremblay (1941), redentorista canadese, ha conseguito il dottorato a Regensburg (1975) sotto la direzione dell’allora prof. J. Ratzinger. È ordinario di teologia morale fondamentale all’Accademia Alfonsiana e incaricato alla Pontificia Università Lateranense (specializzazione dogmatica, indirizzo cristologico). Ha pubblicato: La manifestation et la vision de Dieu selon s. Irénée de Lyon (Münster 1978), Irénée de Lyon. «L’empreinte des doigts de Dieu» (Roma 1979) e L’«Homme» qui divinise. Pour une interprétation christocentrique de l’existence (Montréal-Paris 1993); presso le Edizioni Dehoniane (Roma): Cristo e la morale in alcuni documenti del Magistero (1996) e Radicati e fondati nel Figlio. Contributi per una morale filiale (1997); presso le EDB: Voi, luce del mondo... La vita morale dei cristiani: Dio fra gli uomini (2003) e «Ma io vi dico...». L’agire eccellente, specifico della morale cristiana (2005).
Stefano Zamboni (Trento 1974) è sacerdote dehoniano. Ha conseguito la laurea in filosofia presso l’Università di Bologna e il dottorato in teologia morale presso l’Accademia Alfonsiana (Roma). Presso le EDB ha pubblicato «Chiamati a seguire l’Agnello». Il martirio, compimento della vita morale (2007).
In un contesto caratterizzato dal pluralismo e dalla globalizzazione, l'Autore sottolinea l'importanza e l'urgenza di ripensare la dialettica tra la fede e la dimensione umana della coscienza: l'evento della fede alla luce della decisione della coscienza morale e la decisione della coscienza morale alla luce della fede. Il primo testimonia una molteplicità di tradizioni morali e religiose, la seconda ci costringe a confrontarci con esse. Roccia o farfalla? provoca a scoprire questa continuità tra umano e spirituale e ad individuare l'aiuto che il credente riceve da Cristo, analizzando il rapporto tra grazia e coscienza, tra verità morale e verità salvifica, tra obbedienza alla legge e libertà.
Uno studio sulla figura e l'opera di Tommaso Campanella, individuato come uno snodo fondamentale del passaggio tra la filosofia classica, soprattutto tomistica, e la filosofia dell'età moderna. Prefazione di Mons. Luigi Negri. La carattestica forse più importante dell'opera di Tommaso Campanella è stata il recupero della tradizione cristiana ed il confronto con il cosiddetto mondo nuovo", il mondo della ricerca filologica, che egli compì senza alcuna mediazione ideale. Un uomo che affrontò l'umanesimo ed il rinascimento proponendosi come apologeta del cristianesimo, un cristianesimo vissuto con radicalità ed integrità proprio di fronte adun mondo che incominciava il suo allontanamento dal cristianesimo. "
Contenuto
Si stanno moltiplicando le ricerche su etica sessuale e coniugale che intendono arricchire gli ambiti di approfondimento su questa delicata materia. Questa quarta edizione, rivista e aggiornata, si ripropone comunque come opera utile soprattutto per la globalità dell’impostazione, pur nella essenzialità e completezza della trattazione della materia e la ricchezza dei riferimenti bibliografici per l’approfondimento delle singole tematiche. La preoccupazione dell’Autore è stata quella di trattare la materia tenendo conto delle difficoltà sempre crescenti, oggi, in ordine al vissuto concreto, in una società molto segnata dal relativismo. Importante, quindi, partire da quanto viene evidenziato dalle scienze umane e dall’esperienza di vita per proporre motivazioni e orientamenti antropologici e biblico-teologici con impostazione e linguaggio che rendano trasmissibili concetti spesso non recepiti perché astratti.
Destinatari
Per studenti di teologia morale in Istituti di Scienze Religiose, Scuole di Teologia per laici, e pure Scuole di Teologia dei Seminari.
Autore
LUCIANO PADOVESE, è docente di teologia morale presso l’Istituto Teologico di Pordenone affiliato alla Facoltà Teologica del Triveneto e presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Portogruaro. È giudice del Tribunale Ecclesiastico Regionale Triveneto e dirige il Centro Culturale Casa A.Zanussi e il mensile di cultura «Il Momento». Da molti anni partecipa, con relazioni e interventi, specie su tematiche di carattere culturale e teologico-morale, a convegni e dibattiti in diverse città italiane. E’ autore di molti studi e varie opere a carattere manualistico.
Un saggio teologico per ripensare la morale cristiana. La ricerca teologico-morale sollecitata dai nuovi problemi, indotti dalla rapidita del progresso scientifico-tecnologico, rischia di rincorrere il particolare", di svilupparsi cioe sempre piu nella direzione dell'etica applicata, rimuovendo le questioni di fondo e rinunciando a definire gli orizzonti di senso dell'agire umano. "
Uno studio che ha il merito di comporre e proporre in unità organica il rapporto tra sacramenti e morale sotto il profilo fondativo ovvero del luogo e del ruolo sorgivo dei sacramenti nella vita morale. L'autore rilegge e compone in forma sistematica i molti contributi della teologia e del magistero arrivando a delineare una morale sacramentale: una morale che ha nei sacramenti il centro fontale e fondante e che ne traduce ed esprime la dinamica di grazia.
Convegno di Cefalù (15-18 novembre 2007) Il volume insegue tre piste: 1° Ero affamato... e senza affetto. Gli affamati di pane, ma anche di affetti. 2° Ero in carcere... e violentato. La violenza che direttamente o indirettamente tutti subiamo. La nostra società è violenta. 3° Ero forestiero... e solo. La solitudine subita, ma anche la solitudine libera e responsabile.
Da quasi trent'anni Franco Barbero sostiene la necessità di creare nella Chiesa un clima di dialogo con le persone gay e lesbiche per aprire così una via che veda nell'omosessualità ben più che uno scherzo della natura e per invitare tutti coloro che si sentono parte della Chiesa cattolica a riflettere sul proprio atteggiamento verso queste persone. Il libro è una raccolta parziale ed esemplare delle numerose lettere giunte in questi anni a Franco Barbero seguite da una sua breve risposta: sono tutte una testimonianza e un invito a vivere la propria storia umana e cristiana "sotto il sorriso di Dio", nella consapevolezza che è il Suo l'unico "giudizio" che conta, che ci giudicherà, senza distinzioni, con un unico metro: quello dell'Amore. Il libro offre numerosi spunti per una pastorale con le persone omosessuali capace sia di liberarle da ciò che impedisce loro di avere un rapporto sereno con se stesse e con Dio, sia di metterle nella condizione umana e cristiana di "adultità".
Dall’inizio della civiltà l’uomo si è trovato di fronte a un enigma insolubile, che si manifesta come il problema più grave della nostra condizione, l’ostacolo insormontabile sul cammino - individuale e collettivo - verso la felicità. Perché esiste il male? Quali sono le sue cause? Ci sono possibili rimedi, in grado di sconfiggerlo?
Tra tutte le risposte al problema del male ce n’è una che si impone con particolare autorevolezza: quella data dalla rivelazione cristiana. Il depositum fidei, custodito dalla Chiesa, contiene l’insegnamento sul peccato originale: la ribellione a Dio di alcuni angeli, la successiva caduta dei progenitori della specie umana, la perdita irreversibile dello stato di grazia, l’offerta salvifica di Dio che non ha abbandonato l’uomo «in potere della morte».
Tuttavia, proprio perché si rivolge alla ragione e non (esclusivamente) al sentimento, la risposta della rivelazione cristiana - e quindi della Chiesa - al problema del male deve confrontarsi con gli esiti delle ricerche filosofiche, storiche, scientifiche su tale argomento. Esiti che talora appaiono in contrasto, anche radicale, con i dati di fede custoditi dalla tradizione ecclesiale: ma che non possono realmente contraddirli, se si confrontano con essa in modo leale e ragionevole.
Ma esiste davvero, questa “verità”? Si può propriamente parlare de “la” verità?
La presente indagine storica ricostruisce il dibattito avvenuto nel tardo Impero Romano (secc. II-IV d. C.) tra i sostenitori del politeismo e i primi cristiani.
È singolare che la discussione e gli interrogativi dell’epoca evocano le controversie di cui siamo, oggi, spettatori. Ora come allora, pare che solo l’antico politeismo e il pluralismo religioso garantiscano la tolleranza e la pacifica convivenza, mentre il cristianesimo, con la sua concezione della verità, ostacoli i processi di pacificazione fra i popoli, generando intolleranza.
Ma la ricerca storica conferma davvero queste opinioni?